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Al fine di valutare l’esistenza di forme contrattuali con le medesime caratteristiche individuate nel precedente capitolo, ovvero in grado di sopperire alle carenze dei contratti a Corpo nei confronti dei progetti evoluti, è stato svolto un elaborato lavoro di documentazione. L’intento della ricerca è stato quello di appurare se, in un qualunque ambito produttivo in cui è previsto l’appalto di beni o servizi, esistono dei metodi che prevedono l’utilizzo dei medesimi meccanismi ipotizzati; ovvero: la remunerazione al contraente degli oneri necessari a raggiungere lo scopo del contratto più un quota rappresentante il suo utile, nonché il coinvolgimento del Committente nella selezione dei subcontraenti.

La ricerca è stata svolta nell’ambito di diversi settori industriali (non solo le costruzioni) e delle varie geografie economiche mondiali.

Per apprendere le “Modalità di Ricerca” si veda il capitolo dedicato, presente nella “Sezione A” dell’elaborato.

Va dichiarato che i metodi contrattuali d’appalto sono una tematica molto confusionaria in quanto, ad eccezione delle forme tradizionali (Corpo e Misura), non esistono degli standard univoci; sia per quanto riguarda l’appellativo di un dato metodo, ma soprattutto per la procedura. A seconda del settore produttivo, dell’ambito geografico e del contesto in cui è svolto l’appalto si possono trovare profonde differenze.

A fronte dell’analisi, è stato appurato che esistono già dei metodi che seguono la medesima logica delle ipotesi effettuate nel precedente capitolo.

Tali forme contrattuali possono essere definite con le più svariate denominazioni, ma un appellativo globalmente riconosciuto è sicuramente: Contratti “Cost Plus Fee” (CPF); letteralmente, in lingua italiana, “Costo Più Parcella/Onorario”.

Altri appellativi, con cui possono essere chiaramente identificati, sono: “Cost Plus Contracts” (contratti costo più), “Cost Reimbursement Contract” (contratti a rimborso del costo), “Cost

Reimbursable Contract” (contratti a costo rimborsabile).

Data l’assenza di un termine della lingua italiana e la ridondanza della traduzione, in seguito, ci si riferirà a tali metodi con il termine anglosassone “Cost Plus Fee” (CPF).

Anche nei confronti dei Contratti CPF, le fonti bibliografiche e le opinioni degli addetti ai lavori sono confusionarie e spesso disallineate tra loro. A differenza dei contratti a Corpo, non esiste uno standard preciso, ma, al variare della fonte da cui vengono attinte le informazioni, possono esservi delle mutazioni di forma.

117 Per cui, in seguito alla ricerca, sono state individuate diverse tipologie contrattuali che, pur presentando delle differenze tra loro, sono legate da un principio fondamentale che gli conferisce il nominativo di Cost Plus Fee, ovvero il meccanismo di pagamento:

Al Contraente sono rimborsati i costi sostenuti durante l’appalto più una fee, una parcella, che include anche l’utile d’impresa.

Al variare della fonte varia: la definizione dei costi sostenuti durante l’appalto che dovranno essere rimborsati, le loro modalità di accettazione, il contenuto della fee, la relazione tra fee e costi sostenuti e le modalità di coinvolgimento del Committente nelle scelte.

Tale variabilità applicativa delle forme contrattuali Cost Plus Fee è dovuta al fatto che, generalmente, sono applicate in ambito privato e quindi il loro schema procedurale non dipende da una Normativa di riferimento ma, a seconda delle specifiche esigenze delle parti, è possibile che vengano introdotte delle clausole contrattuali molto differenti tra loro.

Viste tali premesse, è chiaro che la riorganizzazione della documentazione recuperata, al fine di definire uno standard “Cost Plus”, è stata un’attività molto laboriosa. E’ stato necessario valutare, in ogni fonte bibliografica ed orale, quali fossero le reali caratteristiche del metodo e quali invece fossero legate ad esigenze applicative specifiche. E’ stato necessario decontestualizzare ogni fonte dal proprio ambito applicativo e svolgere un accurato confronto tra i risultati, in modo da poter identificare dei principi basilari comuni. Tale operazione è stata molto onerosa e ha richiesto un importante impegno in termini di tempo.

Le attività di ricerca bibliografica, di intervista ai professionisti del settore, di confronto e di standardizzazione hanno portato a definire dei modelli uniformi di contratto CPF.

In particolare, è stato possibile individuare due principali scenari: i contratti Cost Plus Fee utilizzati dal Governo Federale Statunitense (U.S.Gov.CPF) e lo standard applicativo del settore delle costruzioni (Cost Plus Fee Construction Contracts_ CPFCC).

Il primo ha un ruolo fondamentale nell’ambito dei contratti su base rimborsabile perché, essendo un contratto “pubblico”, la sua applicazione è regolata da una base normativa molto strutturata. Inoltre, il Legislatore, ovvero il Governo Federale U.S.A., è un organo molto importante e globalmente influente, nonché l’inventore ed il maggior fruitore del metodo; per cui è possibile affermare che gli U.S.Gov.CPF costituiscono il punto di riferimento di ogni altra forma applicativa dei contratti CPF.

118 In base a tale proposito, è stato considerato fondamentale includerli nella presente trattazione, anche se per alcuni aspetti di seguito analizzati, non sono applicabili con vantaggio nell’ambito delle costruzioni private.

Successivamente, verrà trattato quello che, secondo lo scrivente, rappresenta lo standard principale nell’ambito delle costruzioni. Data la variabilità procedurale del metodo, alcuni lettori potranno sostenere che, a loro avviso, quello proposto non rappresenta un modello di riferimento nell’appalto di opere. In alcuni casi potrebbe essere difficile contestare tale affermazione, in quanto, magari, nell’ambito professionale del contestatore si predilige utilizzare il metodo con un’altra sfumatura.

Nel presente elaborato si è prediletto includere il metodo con le caratteristiche maggiormente incontrate nell’ambito di una ricerca svolta su scala globale, senza il presupposto di essere esaustivi nei confronti di tutte le piccole sfumature applicative che possono essere incontrate negli svarianti contesti produttivi.

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