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LA «RIV» ALLA MOSTRA DELLA MECCANICA

Cuscinetto a Sfere è velocità, durata, rendi-mento, sicurezza. Questo elemento di macchina ha il posto d'onore e vi dà il primo saluto alla Mostra della Meccanica.

Nell'atrio della Mostra, il visitatore si sofferma attratto dal gioco grazioso di una fontana che trasforma ogni sfera in goccia colorata e migliaia di sfere in acqua zampillante da una grande coppa, su un basamento che è il modello di un enorme cuscinetto.

Non sono i particolari tecnici che attraggono; ma è il simbolo — qui l'inerte diventa veloce ed il pesante aereo — ed è anche un ricordo che af-fiora. Non vi è tecnico che nei periodi più cru-ciali della guerra, non abbia avuto la preoccupa-zione per il cuscinetto, tanto difficile da approv-vigionare da f a r pensare persino di rimettere in onore la vecchia « b r o n z i n a » . Non vi è cuore di torinese che non abbia trepidato quando i grandi uccelli distruttori si accanivano sul complesso della RIV.

« Post flammam resurgo », era scritto su uno stand del Salone dell'Automobile e, senza parole, la « Fontana di Sfere » dice la stessa cosa. Ai pesanti ordigni, che dal cielo piombavano distruttori sui suoi Stabilimenti, la RIV, a tre anni dalla fine della guerra, risponde con lo zampillio di migliaia di sfere lanciate verso lo stesso cielo. Lo scroscio è metallico, le sfere rimbalzano più di autentiche gocce d'acqua; ma l'effetto è ottenuto: l'attenzione del tecnico e del profano è attratta su un elemento cosi modesto e così importante.

Auto, motori, macchine, ventilatori, pompe, mo-lini, impastatrici, ovunque il cuscinetto ha la sua funzione, che svolge vivendo nascosto all'occhio del profano; ma esso è organo vitale, tanto che ima sua imperfezione, una sfera rotta,

un'incrina-tura, ¡bloccano la macchina e la mettono in crisi. Tanto esso è più perfetto, tanto è più sicura la

marcia; quanto più dura, tanto più la macchina dura.

E le piccole sfere, lanciate dall'aria compressa verso l'alto, cadendo, balzellando, rimbalzando, ri-tornano sul cuore del cuscinetto, fuori della vista; ma pronte a rotolare nuovamente come in ogni giorno del loro lavoro serio e logorante. Qui gio-cano birichine, fanno di tanto in tanto un salto più vivace, quasi un guizzo, in grembo a qualche graziosa spettatrice o tra le gambe di qualcihe ra-gazzino, ©he le raccoglie fuggendo.

La R I V ha porto un saluto vivo, lieto e colorato; ma il gioco è finito. La goccia aerea, ritornata pesante acciaio, torna ad essere il prodotto di una lavorazione in serie e di accurati controlli.

Quello che vi attende nell'interno del salone è un banco di collàudo dei segmenti, una linea del lavoro che si svolge nei saloni dello Stabilimento, qui ravvivato solo dai grembiuli bleu delle ope-ratrici.

Qui la parola è ai tecnici ed è rivolta a coloro che chiedono e usano i prodotti della RTV, a coloro che ancora non li usano, ma li useranno. Qui la R I V mostra la serietà con cui è impegnata nella battaglia del lavoro, attraverso una delle fasi meno spettacolose, ma più delicate: il collaudo.

I segmenti giungono sulle gabbie per la « visita » finale. Dalle mani della prima operatrice essi pas-sano sul nastro trasportatore e continueranno il loro viaggio fino ad un nuovo cestello, se avranno superato le operazioni di controllo che li attendono. 1° - La prima operazione consiste nella indivi-duazione dei difetti a vista, con l'ausilio di una lampada e di una lente di ingrandimento. La pra-tica e l'occhio hanno qui una funzione preminente; nelle operazioni successive domina la precisione dello strumento affidato all'abilità delle operatrici. 2° - Controllo dello spessore con il moderno apparecchio di Sheffield, a tre luci colorate: posto

7° - La prova di carico è effettuata mediante una speciale bilancia, la Bizerba (vedi fig. 6).

8° - In fine la prova di durezza con il classico apparecchio di Rockwell (vedi fig. 7).

La « v i s i t a » è Anita: il segmento, nato in fon-deria, allo stato di tubo greggio, passato di epe-razione in opeepe-razione, ha superato l'ultima prova e, « dichiarato abile » , inizia la sua vita.

A noi sfugge la fuga 'di torni e di rettifiche, che, di salone in salone, hanno concorso alla sua nascita. Dinanzi a noi è solo la fase delle prove severe a cui è sottoposto e che ci fanno pensare che le mille macchine, i motori, i compressori, che lo attendono, possono marciare sicuri col suo ausilio.

In vetrina fanno mostra di sè: tubi, segmenti e camicie, grandi e piccoli che attendono i più vari impieghi e applicazioni.

E dai segmenti passiamo ai cuscinetti.

Una rettifica per esterni, Centerless Cincinnati originale, tolta da un reparto in cui ha girato fino

a ieri, è qui in funzione; il suo operatore la con-duce e alimenta.

Oli anelli, posti su un alimentatore a guide,

3. S P A C C O

spinti da apposito' carrello o a mano, passano fra due cilindri di rettifica ed escono dal lato oppcsto su un canale a gronda che li porta in una vasca di raccolta.

Di fianco ad essa la Heald 81 Centerless vi mo-stra la rettifica del foro. Questa macchina è più viva : l'anello viene posato su un piano di alimen-tazione; il carrello portamela si sposta e l'anello cade tra rulli rotanti; la mola si introduce auto-maticamente sul foro e inizia il suo lavoro; que-sto ultimato, una leva scatta e solleva l'anello su un canale scaricatore.

Due fasi della lavorazitne in serie sono passate sotto i vostri occhi; due ingranaggi di un grande organismo, che deve marciare sincronizzato per dare il massimo rendimento.

(Anche queste fasi sono naturalmente controllate da quel giudice implacabile che è il collaudo e qui gli apparecchi sono tra i più perfetti e moderni. L'apparecchio di Pratt e Whitney controlla il diametro esterno; quello di Moore, alimentato da un compressore, misurando le fughe d'aria, vi dice se il diametro interno dell'anello è nelle tolleranze fissate; un terzo decide sulla triangolarità.

Un'altra piccola macchina è uscita dall'officina per mostrare il suo lavoro ai grandi e ai piccoli, che in particolare si soffermeranno con occhi lu-centi davanti alle piccole sfere di acciaio. E' la selezionatrice di sfere.

Una tramoggia cromata raccoglie le sfere, che uh disco alimentatore forato, ruotando, raccoglie e introduce in un piccolo condotto tubolare, la-sciandole poi scendere con regolarità su un piano munito di piccole scanalature trasverse, sotto una

I. P L A N A R I T À

2. R O T O N D I T À

il segmento su un alloggiamento è lo strumen-to, opportunamente tarastrumen-to, che decide se è « in tolleranza», se è buono, se è scarto, manifestan-do il suo responso a mezzo di tre gemme che si illuminano a volta a volta e sono tre occhi in-fallibili.

3° - Per il controllo di planarità, il segmento è pesto sul piano dell'apparecchio ed è un mini-metro che vi dirà se può proseguire il suo viaggio sul nastro trasportatore (vedi fig. 1).

4° - Il segmento viene ora introdotto su un anello tarato e, mentre la mano provvede a farlo gi-rare, l'occhio scruta se filtri la luce dalla lampada accesa posteriormente (vedi fig. 2). La rotondità deve essere perfetta e la luce non deve filtrare; essa traspare solo dallo spacco radiale, che viene controllato pon apposita sonda di spessore (vedi fig. 3).

5° - La quinta operazione, sempre con l'ausilio della luce, vi dirà se è accettabile la quadratura del segmento, posto sul piano e a contatto late-rale con un anello girevole (vedi fig. 4).

6" - Un altro apparecchio (vedi fig. 5), con l'aiuto di uno strumento centesimale, stabilisce se lo spessore radiale e la concentricità sono nei li-miti di tolleranza.

serie di sei micrometri. Questi, opportunamente ta-rati in precedenza con l'ausilio di sfere campione misurano il diametro delle sfere, di due millesimi in due millesimi. Un pettine con sei scanalature, prende le sfere e le porta avanti sul piano sotto

4. Q U A D R A T U R A

i singoli micrometri, il primo di arresto e gli altri di misura. Se la sfera è grossa rimane incastrata sotto il misuratore e quando giunge sotto quello corrispondente al suo diametro, non più trattenuta, scivola di fianco e si introduce in un foro.

Altra branca della produzione RTV è quella dei Registratori di Cassa, noti al pubblico dhe li vede spesso accoppiati ad una testa bruna o platinata e che li sente ruotare sotto agili dita.

Sono apparecchi indispensabili alla vita dei ne-gozi moderni a 'grande movimento: registrano, sommano, controllano tutto il movimento giorna-liero di centinaia di clienti in migliaia di aziende.

5 . S P E S S O R E R A D I A L E

Qualche decennio di vita, volontà di creatori, genialità di tecnici, lavoro amorevole di maestranze, hanno fatto della R I V una delle più quadrate e massicce industrie italiane.

Distruzioni e crisi non hanno piegato gli uomini :

6. C A R I C O

i fabbricati sono risorti e le macchine hanno ri-preso il loro posto negli ampi reparti: la loro voce è voce di vita e armonia.

9000 uomini più 7000 macchine su un'area di oltre 160 mila mei. fanno sentire il loro peso sui mercati di tutto il mondo, che la RiTV ha ricon-quistato dopo il flagello dell'Ultima guerra e che amplierà sicuramente, se pace e concordia regne-ranno tra gli uomini, entro e fuori i confini d'Italia.

VITTORIO CASELLATO

L'8" Mostra della Tecnica e Meccanica quest'anno s'intitola anche al sua madre naturale: la tecnica.

La tenacia tradizionale degli industriali torinesi ha sempre superato difficoltà che si sono presentate di volta in volta all'apparire delle annui rassegne e così si è vinto anche il traguardo di questa importantissima tapj dell'anno 1948.

All'atto di alzare il sipario della 8" Mostra della Tecnica e Meccanic voluta e realizzata dall'Associazione Meccanici Metallurgici e Affini A.M.Mj e volgendoci indietro ad esaminare il cammino percorso in sedici anni, pr< viamo legittimo orgoglio.

Ecco, in sintesi, la storia dello sforzo cdmpiuto:

V Mostra - anno 1932. — N a s c e l'idea nel Consiglio Direttivo dell'A.M.M.

di rinfrancare l'artigianato e la piccola industria torinese, riunendola una rassegna che permetta di conoscersi meglio, al fine di attingere dal attività locali i propri fabbisogni. Partecipa anche una rappresentanza pi

montese.

L'A.M.M.A. ottiene la concessione gratuita déU'aflora Palazzo del Gio naie, sito nel luogo dove più tardi f u eretto il Palazzo della Moda e do ora sorge Torino-Esposizioni, e in quella lussuosa cornice si presentai

160 espositori su una superfìcie occupata di mq. 2000.

E' da tenere presente che l'area f u concessa gratuitamente dall'A.M.M. e gli espositori ebbero solamente la spesa di arredamento dei posteggi.

Data l'allora critica situazione dell'economia del paese, si definì ques iniziativa un « a t t o di fede e di f o r z a » . La mostra f u visitata dai Princi' di Piemonte e inaugurata dal Capo del Governo. Presidente dell'A.M.M. era l'ing. Fano e Presidente della Mostra il comm. Porino.

2a Mostra - anno 1933. — Non potendo più disporre del Palazzo del Gio

naie, il Sen. Agnelli, generosamente e con alta comprensione del moment concede all'A.M.M.A. gratuitamente lo stabile di piazza Arturo Graf (o attualmente ha sede la « M i c r o t e c n i c a » ) che si trasforma in una grandio sede per la manifestazione industriale.

I posteggi vengono affittati dall'A.M.M.A. a modicissima cifra e gli esp sitori salgono a 200, con una superficie occupata di circa 3500 mq. su 3 piai

Partecipano anche la media industria e l'intero Piemonte e viene ist tuita una sezione per le invenzioni, che riscuote l'interesse del pubblico dei tecnici.

L'inaugurazione viene fatta dal Sottosegretario alla Presidenza del Co siglio. Presidente dell'A.MJM.A. l'ing. Pano, Presidente della Mostra il conni Porino.

3" Mostra - anno 1934. — La sede viene mantenuta in piazza Arturo Gri ma l'organizzazione non è più affidata all'A.M.M.A„ ormai incorporata d'a torità nell'Unione Industriale.

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*f"OÌB' ì B 0 '>'r*,f.""', ~ ?5?fiHfS Numero di espositori pressoché uguale all'anno precedente su una

super-be che non può cambiare perchè ormai tutta occupata. Partecipa anche s grande industria e l'interesse sale dal piano regionale ad un piano na-ionale, culminando nella offerta del Presidente della Fiera del Levante [Bari) di collaiborazione e scambi fra le due rassegne.

Il commercio e l'industria delle regioni limitrofe sono rappresentati e il, limerò dei visitatori è ingente.

L'inaugurazione viene fatta dal Sottosegretario alle Comunicazioni e irridente della Mostra è il comm. Porino.

4" Mostra - anno 1935. — Il S e n . Agnelli concede anche per questa

Mo-ira io stesso stabile di piazza Arturo Graf e l'inaugurazione vede la parte-ipazione di ben 220 espositori di ogni regione.

Il volume degli affari risulta ragguardevole e la Mostra viene visitata Khe dal Re. Presidente della Mostra il comm. Porino.

5' Mostra - anno 1936. — Si ripete nello stesso stabile con eguale numero !i espositori dell'anno precedente e con pari entusiasmo di numerosi visi-atori. Viene indetto un raduno motociclistico, al quale intervengono ben ¡85 motociclisti. Presidenti della Mostra l'ing. Mazzini e il comm. Porino. 6" Mostra - anno 1937. — Lo stabile finora concesso dal Sen. Agnelli viene leflnitivamente occupato dalla « Microtecnica » e pertanto la Mostra deve mire sistemata nella metropolitana di via Roma, ove, pur assumendo la este ufficiale della Mostra Nazionale, muore praticamente in un bicchiere l'acqua, data l'angustia dell'ambiente.

Inoltre, essendo nel frattempo entrate in gioco pressioni politiche, non ¿riesce a dare ima degna sede alla Mostra, non ottenendosi alcun aiuto, lè tantomeno finanziamenti.

Comunque il risultato è notevole e la Mostra riesce pienamente. Presi-lenti dei Comitati l'ing. Mazzini e il comm. Porino.

Dopo otto lunghi anni di intervallo, è soltanto nel 1946 che la Mostra nò finalmente ripetersi.

"a Mostra - anno 1946. — L ' « atto di fede e di forza » si ripete nel

corag-Eioso tentativo di dimostrare come la volontà dell'industria e dell'artigia-sato tecnico-meccanico del Piemonte e dell'Italia possa iniziare seriamente à ripresa e la ricostruzione.

Si da'pertanto vita alla 7" Mostra nell'unico luogo adatto e non danneg-gio e cioè nella Metropolitana di via Roma. La partecipazione di tutta la azione è così grande che si rende necessario ricorrere ad un « supplemento » t Piazza S. Carlo, sotto forma di un grande padiglione.

La Mostra nasce sotto l'egida della Commissione Economica Regionale Piemontese ed a capo della coraggiosa impresa è il dr. Guglie'lmone, Presi-àente della Commissione esecutiva,.già fin da allora affiancato dalla risorta UtH.A.

La visita di stranieri e la con-clusione di grandi affari convince della necessità di riprendere la tradizionale Mostra su un piano nazionale. Siamo al mese di m a g -gio 1946 e si esaminano le future possibilità di creare una degna sede capace di migliaia di mq. di-sponibili e l'A.M.M.A., che aveva rivendicato ed ottenuta la pater-nità della Mostra della Mecca-nica, per più di un anno cerca il mezzo di finanziare -una così gi-gantesca impresa, la quale, non potendo avere alcun aiuto sta-tale, deve risultare a carattere privato.

L a tenacia torinese ed il desi-derio di risorgere furono la forza propulsiva che creò il palazzo « Torino-Esposizioni » , nel quale

ha ora sede la Mostra, mentre è appena terminato trionfalmente il Salone delTAutomobile.

Si lavora un anno tenace-mente e, con l'aiuto della Sezione Costruzioni Fiat, che si assume inizialmente il rischio dell'impre-sa, finalmente il palazzo è pronto. I l trionfo di architettura e di luci conquista chi vi penetra per la prima volta a visitare il Salone Internazionale dell'Automobile e torna oggi alla visita dell'8a M o -stra della Tecnica e Meccanica, divenuta ormai nazionale.

Questa non è una Fiera nè vuole esserlo. Si deve insistere a questo proposito nella distinzio-ne, che pare superficiale ed invece è sostanziale.

Una Mostra permette una più

attenta cura nella scelta e nella disposizione dei prodotti ed una più larga possibilità di fare co-noscere ed apprezzare la finezza e la bontà di esecuzione dei ma-teriali esposti. E' questo appunto il carattere della manifestazione, mantenuto già dalle origini. E lo sarà anche per l'avvenire, sia per-chè risponde al programma del Comitato, sia perchè rispecchia speciali esigenze d'ambiente.

Così nella Mostra della Tecnica e Meccanica si presenta la m i -gliore produzione e tutto il mate-riale viene esposto al visitatore N

non sotto f o r m a di un caos di prodotti; ma quale « c a m p i o n a -tura » .

I n più, avendosi voluto accen-tuare il carattere più spiccata-mente tecnico, si è curato di ot-tenere il massimo di macchinario ed apparecchi in funzione, sia a scopo didattico per il visitatore, sia per meglio legare le trattative di affari f r a espositore e cliente, il quale preferisce senz'altro la mostra « in funzione » alla m o -stra « statica » .

L'allineare accanto alla pro-duzione delle massime aziende anche quella della media e pic-cola industria e il valorizzare l'artigianato e le invenzioni inte-ressanti la metalmeccanica porta alla costituzione di un centro a t -tivo di acquisto, di scambi, di trattative e di relazioni fra pro-duttori e consumatori di tutta Italia ed è anche stimolo a per-fezionare sempre più sistemi di lavorazione e a giungere a m i -gliorie tali da permettere all'Ita-lia di restare in gara colle altre grandi nazioni industriali.

VINICIO GARGANO Membro del Comitato Ordinatore della Mostra