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Rosalie Fraser è nata nel dicembre del 1958 a Mullewa Reserve, una cittadina situata a nord di Perth (Australia sud-occidentale). Nella “Postfazione” del suo libro pubblicato nel 1998, The Shadow Child: A Memoir of the Stolen Generation, la Fraser racconta del momento in cui decise di iniziare a comporre la sua storia e di quanto la condivisione, della quale la scrittura si fa veicolo, sia diventata il mezzo per rendere il “peso” della propria vicenda autobiografica più tollerabile:

One night I was so down, even alcohol could not help, so with the kids in bed, I just sat down and started writing. The pen took on a life of its own. I started feeling better. Trouble was no one but me could read it, as I could hardly read or write.353

La madre della Fraser, Edith Herriott, era una part-Aboriginal che, all’età di diciassette anni, sposò Reginald Herriott, un inglese. La loro vita matrimoniale non durò a lungo, ma abbastanza perché il loro primo figlio, Terry, vedesse la luce:

I think Mum must have been very lonely during her early married life, because Reginald used to take her all over the countryside and even to the city, leaving her in hotel rooms while he worked. Their life was basically lived in hotel rooms. Mum had one son, Terry, to Reginald Herriott but, as the marriage was not working, they went their separate ways.354

Edith incontrò il padre di Rosalie negli anni Cinquanta: Jack Johnson era un “white man”355 che lavorava come mandriano presso la stazione Badger; nutriva una profonda simpatia nei confronti degli aborigeni e, avendo avuto modo di stringere un rapporto particolare con i nonni della Fraser che lavoravano, seppur con mansioni diverse, nella sua stessa stazione, iniziò a fare loro visita durante il weekend. Grazie a questi incontri, Edith e Jack ebbero modo di conoscersi e di innamorarsi ma, nel frattempo, si resero conto che era in arrivo il secondo figlio da Reginald

353 Rosalie Fraser, “Postscript”, in The Shadow Child: A Memoir of the Stolen Generation. 354 Ivi, p. 192.

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Herriott, il primo marito. Quando nacque Stuart, Jack si assunse, oltre al ruolo di padre e di marito, la responsabilità di condividere la sua vita con una donna aborigena: “it was a struggle for my parents, right from the start, because there was a lot of prejudice against Aboriginal people”356. Dopo poco tempo, la coppia decise di spostarsi nella stazione Yuin nonostante continuassero a recarsi a Mullewa, principalmente per acquistare alcolici. Durante questo periodo, Edith scoprì di essere incinta del suo terzo figlio e, per questa ragione, si trasferirono a Cue, nel 1956, dove Jack riuscì a trovare lavoro fuori dalla città. Nel luglio di quello stesso anno nacque Karen al Mount Magnet Hospital, mentre l’anno seguente

My parents moved to Yalgoo, but Dad continued to work on the station and only made it home on weekends. Now, with my father away during the week and with three small children to look after, and pregnant once again with her fourth child, my mother became very lonely and depressed. It seems she started drinking more than ever.357

La vita della famiglia Fraser venne poi colpita da un triste avvenimento nel 1958, quando morì Michelle, la figlia più giovane. La scrittrice nel capitolo ventuno, “The Story of My Mother and Father”, racconta di come l’alcolismo, che accompagnò tristemente e inesorabilmente quasi tutta la vita di sua madre, le fece perdere la lucidità impedendole di accorgersi della gastroenterite che aveva colpito la più piccola dei loro figli. Dopo la sua morte, Jack e Edith dovettero presentarsi in tribunale, che

decided that she was schizophrenic, because when questioned she could not remember when she had last fed her child, or any other details about Michelle’s illness […] My father was not charged with any offence either, but he was instructed that he was responsible for the remaining children, and told to make sure that nothing like this ever happened again […] if anything happened to any of them [children], my father would go to jail.358

Dopo questo episodio tornarono alla stazione Yuin, dove i nonni della Fraser decisero di iniziare a controllare e proteggere Edith, soprattutto perché, di lì a poco, sarebbe nata un’altra figlia. Infatti, proprio nel dicembre del 1958 nacque Rosalie grazie all’intervento del dottor Macauliff, che, come precisa la scrittrice, era il “Flying Doctor”359 di quel periodo.

356 Ivi, p. 193. 357 Ivi, p. 194. 358 Ibidem.

359 Il Royal Flying Doctor Service, comunemente conosciuto come “Flying Doctors”, è un servizio di

aeroambulanza nato dall’idea del reverendo John Flynn, nel 1928, per soccorrere gli abitanti delle regioni più remote dell’Australia. Il servizio fornisce prime cure e assistenza a quelle persone che non hanno un accesso immediato ad un ospedale a causa di distanze proibitive.

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La responsabilità che Jack si assunse nello sposare una donna aborigena ebbe ripercussioni non soltanto a livello comunitario, ma anche a livello inter-famigliare, e se ne rese conto nel 1959 quando decise di fare visita a sua madre, Irene Eunice Shaw, a Perth. Contrariamente alle sue speranze, la signora Shaw non apprezzò la visita del figlio, né tanto meno quella dei nipoti, non solo perché figli di una donna part-Aboriginal, ma perché non riusciva ad accettare la morte di una nipote causata da una native ubriaca. Contrariamente alla madre, il fratello di Jack, Bob, e sua moglie Margaret decisero di aiutarli. La Fraser racconta di come Aunt Margaret avesse assunto tutti i compiti che sarebbero spettati a sua madre Edith e soprattutto di come la coccolasse comprandole vestiti e giocattoli. Nonostante Jack guadagnasse a sufficienza per mantenere la famiglia, Edith sperperava i soldi in vestiti firmati, profumi e, soprattutto alcol. Pochi mesi dopo, ebbero una State Housing Home a Wundowie e Uncle Bob aiutò la famiglia a stabilirsi nella nuova casa fornendo loro il necessario per potersi trasferire. Aunt Margaret continuò a crescere i bambini, ma un giorno, quando la Fraser aveva nove mesi, Edith, ubriaca, decise di riportare a casa con sé la piccola:

One day, when I was about nine months old, Mum came to get me from my aunt’s house when she was drunk. Aunty did not want Mum to take me with her in that state, and said it was best for me to stay with her. Mum was determined to take me, however: they argued, Mum became mad, bashed my poor old Aunty, and took me home.360

Un altro riscontro positivo da parte del ramo inglese della famiglia lo ebbero anche grazie all’unica sorella di Jack, che, dopo l’episodio sopra citato, decise di aiutarli. Purtroppo, anche questa volta, il rapporto tra le due figure femminili non fu dei migliori, al punto che Jack e Edith dovettero affittare una casa a Mount Helena, vicino a Perth. Sei settimane dopo il loro arrivo, ricevettero la prima visita del Child Welfare Department, avvenimento che segna l’inizio del resoconto della Fraser.

La prima pagina del primo capitolo, “The Separation”, si apre con la descrizione di un particolare e simbolico periodo dell’anno: il Natale. Rosalie si trova insieme alla sua famiglia e stanno aspettando di festeggiare l’evento con una grande cena. Improvvisamente, però, la sua memoria va alla vita passata, a quello che aveva dovuto subire da bambina e a quello che i suoi genitori sono stati costretti a sopportare. Scrive che vorrebbe essere uno dei suoi bambini per

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avere la possibilità di crescere nel mondo di oggi e condividere il Natale insieme ai suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi genitori:

I think about my family and the life we have had to date, and suddenly I wish I could be one of my children, growing up in today’s world and sharing Christmas time with their own parents. I cannot help reliving the pain and torment that I know was in my parents’ hearts when we were taken away from them on that day so long ago.361

Era il 13 marzo 1961 quando, nella casa a Beverley, arrivarono i funzionari del Child Welfare Department of Western Australia per dichiarare che Terry (otto anni), Stuart (sei anni), Karen (quattro anni e mezzo), Beverley362 (otto mesi) e Rosalie sarebbero diventati Wards of the State. Quel giorno furono strappati alla loro famiglia e trasferiti a Perth per essere poi ulteriormente divisi: i ragazzi vennero mandati alla Mount Lawley Receiving Home, mentre Bev e Rosalie vennero portate a Nagla, un istituto statale. Le due sorelle rimasero nella struttura solo due giorni, il tempo necessario al Child Welfare per contattare una famiglia inglese disposta ad ospitarle e a prenderle sotto custodia (“we were there for two days, during which the Welfare contacted Mrs Kelly, our future foster mother, and she came to collect us”)363. Rosalie e Bev

arrivarono presso la loro “nuova” famiglia, formata dai genitori, i Kellys, e sei bambini: Joan (quindici anni), Lucy (tredici anni), Bonnie (undici anni), Colleen (nove anni), Bob (sette anni) e Joe (cinque anni). La Fraser scrive che non è proprio sicura dell’età delle ragazze e che tutto quello che sapeva, in quel momento, era che “[they] looked like big girls to me”364, oltre al fatto di essere troppo piccola per potersi rendere conto di cosa stesse veramente succedendo intorno a lei. Per la prima volta, la scrittrice confida che:

It has taken me a long time to allow myself to recall those years, to take in what happened to me and my sisters, and to try to deal with the memories. What I will do here is to tell the story as much as possible the way I lived it at the time.365

Da questo momento Rosalie Fraser denuncerà, pagina dopo pagina, tutti i soprusi, le violenze fisiche e verbali che lei e le sue sorelle hanno dovuto subire durante la loro permanenza presso la famiglia Kelly. Dal momento in cui entrarono nella nuova casa, fu impedito loro di sapere dove fossero i loro veri genitori, non ebbero la possibilità né di vederli, né di sentirli e non riuscivano

361 Ivi, p. 9.

362 Nel libro viene chiamata Bev.

363 Rosalie Fraser, The Shadow Child: A Memoir of the Stolen Generation, cit., p. 10. 364 Ibidem.

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neppure ad immaginare tutti gli sforzi che essi stavano facendo per riaverle. Il Welfare comunicava direttamente con i Kelly e, in questo modo, la “separation” diventò totale: la loro nuova vita era l’unica che conoscevano. Karen, Bev e Rosalie dormivano insieme e condividevano la stanza con Joan, Lucy, Bonnie e Colleen. Karen ebbe la possibilità di rimanere insieme alle sorelle fino al settembre 1961, anno in cui Mrs Kelly chiese ufficialmente al Welfare di allontanarla dalla casa per presunti “masturbation problems”. Scrisse al Welfare di aver trovato Karen:

In Beverley’s cot, where she had stripped the baby naked and was masturbating with her. She also stated that Karen would do the same with me and the house pets. This claim is incredible when you consider Karen was four years of age at the time! Perhaps the real reason Mrs Kelly wanted to get rid of her was that she was old enough to talk and try to defend herself when we were being abused.366

Prima di essere accolta da una nuova foster family, nel 1962, Karen rimase nella Mount Lawley Receiving Home per circa tre mesi. Nonostante la sua nuova famiglia fosse diversa dai Kelly e le mostrasse affetto, Karen ricorda di non aver mai smesso di pensare a Bev e a Rosalie, motivo per cui fece richiesta più volte al Welfare di potere fare loro visita. La Fraser descrive l’ultimo incontro che i Kelly e la nuova famiglia di Karen ebbero nella sede del Welfare di Perth: Karen era molto triste, piangeva talmente tanto da non riuscire a parlare. La ragione del suo crollo emotivo era data dal fatto che, all’età di cinque anni e mezzo, aveva trovato il coraggio di raccontare le violenze ricevute da parte della precedente famiglia alla sua nuova foster mother, che non aveva esitato a chiedere un incontro e a informare il Department, senza ottenere però nessun effetto concreto.

I primi capitoli del libro sono un costante richiamo alle violenze subite, alla frustrazione di non essere creduta e ascoltata. Attraverso la sua life-writing e tutti gli esempi che riporta, pagina dopo pagina, intende avvalorare la sua versione dei fatti ma, per riuscirci, sa che è necessario addurre un grande numero di prove che aiutino a rendere la sua realtà meno incredibile per chi legge. Uno dei primi ricordi di cui vuole far partecipi i narratari risale a poco dopo la partenza di Karen. Il senso di protezione nei confronti della sorellina Bev avrebbero portato Rosalie a divenire bersaglio delle punizioni da parte di Mrs Kelly, che, quando ogni mattina trovava il letto bagnato, non riusciva a trattenere la sua ira:

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Mrs Kelly went to the kitchen, got the cord of the electric frying pan and started hitting us with it, screaming “I’ll teach you dirty boong bastards to piss the fuckin’ bed”. I was terrified. I could not understand what was happening. I only knew that, little as I was, I had learnt what terror and hate were – and terror and hate were what I felt for the womanI was to call “Mummy” for so many years.367

Il secondo ricordo risale al maggio 1962. Era un giorno infrasettimanale e i figli dei Kelly erano alcuni a scuola e altri al lavoro. Bev e Rosalie non erano solite incontrare le altre ragazze della casa, anche perché era loro vietato lasciare la loro camera fino a che tutti gli altri non fossero usciti. In quel periodo Rosalie aveva tre anni e mezzo, mentre Bev ne aveva solo due. La Fraser descrive quel giorno in modo dettagliato e confessa che il dolore è ancora così presente che le sembra che il fatto sia accaduto ieri (“All I have to do is close my eyes, and through a kind of dizziness my mind just plays the scene […] and takes me back to what seems like yesterday”)368.

Rosalie e Bev vennero mandate in giardino e iniziarono a giocare a Mummies and Daddies: Rosalie fece sedere Bev, le diede una vecchia scatola da usare come tavolo e un bastone come cucchiaio, mentre urlava “Come on, Rodey, give me dinner, where my dinner?”369. Improvvisamente, arrivò Mrs Kelly, che chiese cosa stessero facendo:

“What have you pair of bastards been doing?” And there I stood with the mud all over my hands from making the mud-cakes, and Bev with the evidence of them all over her little face, and I answered, “Nothing”. She said, “Don’t you fuckin’ lie to me”. So I told the truth that we were playing Mummies and Daddies.370

A fronte di questa risposta, prese Rosalie per i capelli e le urlò che avrebbe insegnato loro come giocare. Le sorelle scapparono e si nascosero sotto il letto, ma la donna riuscì comunque a prendere Rosalie per una gamba e a trascinarla giù per le scale. Dopo averla fatta sdraiare e il ventre sulle sue gambe e i pantaloni abbassati,

[she] forced my legs apart and pushed something long and sharp inside me, moving it around inside me. Oh My God, the pain I felt was shocking. When she had finished she pushed me to the floor as though she were brushing a crumb from her knee. Instead it was me, a child. I was screaming in pain and shock as I lay on the floor, curled up, holding myself. She nudged me with her foot and told me to get up. I could not, I felt dizzy and weak with pain. She nudged me again, shouting for me to get up off the floor before she really did kill me.371

367 Ivi, p. 16. 368 Ivi, p. 18. 369 Ibidem. 370 Ivi, pp. 18-19. 371 Ivi, p. 19.

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Rosalie si alzò e vide del sangue sul pavimento, poi sentì qualcosa di caldo scorrerle tra le gambe, vide nuovamente del sangue e cominciò ad urlare. Mrs Kelly mise la bambina svenuta dentro la vasca con acqua calda, nella speranza di riuscire a rimediare alla assurda e crudele violenza commessa. Decise di vestirla velocemente e portala all’ospedale ma, durante il tragitto, iniziò a ripeterle continuamente la storia che avrebbe dovuto raccontare ai medici: stavano giocando in giardino quando Bev le infilò accidentalmente “a stick in my privates”372. Rosalie

dovette ripetere all’infinito la versione appena inventata, fino a quando questa non diventò la variante ufficiale dell’accaduto. La scrittrice ricorda come i dottori abbiano creduto subito alle parole della madre adottiva. Nessuno le chiese di raccontare cosa fosse successo o, peggio, non si dimostrarono per niente interessati alla verità. La Fraser, di fronte all’indifferenza del personale medico, iniziò a pensare che Mrs Kelly avesse ragione: “no one cared what really happened to kids like us”373.

Quando, nel 1964, Rosalie iniziò la scuola era felice perché, per la prima volta, le veniva offerta la possibilità di fuggire all’aggressività della foster mother, anche se per poco tempo. Il Welfare Department si preoccupò di fornire a Mrs Kelly i soldi necessari a comprare l’uniforme scolastica, le scarpe nuove e lo zaino, ma a Rosalie arrivarono solamente gli indumenti che il suo fratellastro Joe aveva usato l’anno precedente. Tuttavia, “I did not care one way or the other: school was my ticket to escape and the enjoyment of some piece of mind and body”374. Il piacere provato nell’andare a scuola svanì presto e Rosalie sperimentò nuovamente cosa volesse dire sentirsi diversi nel momento in cui Joe, il suo fratellastro, rivelò l’aboriginalità della Fraser agli altri bambini, che non tardarono ad urlarle contro “BOONG, BOONG”375:

That seemed to be all I heard after that, day in and day out, either at school or at home, until I was sick of it. It confused me, because I truly could not understand why they taunted me and called me “dirty black boong”.376

Nel 1966 Rosalie e Bev vennero trasferite alla Mount Lawley Receiving Home perché Mrs Kelly disse loro che non solo non aveva più piacere di averle in casa, ma che se avessero continuato ad abitare lì, prima o poi, le avrebbe uccise. Le due sorelle cambiarono anche scuola ed iniziarono a frequentare la Maylands Primary School. Rosalie ricorda ancora il senso di 372 Ivi, p. 20. 373 Ivi, p. 21. 374 Ivi, p. 43. 375 Ivi, p. 50. 376 Ibidem.

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libertà scaturito da quella notizia: il cuore le batteva sempre più veloce e sempre più forte all’idea di riuscire finalmente a scappare da quell’inferno. Alla Receiving Home, Bev e Rosalie ebbero la possibilità di parlare con uno psichiatra che fece loro molte domande sulla loro convivenza con i Kelly. Nonostante avessero raccontato di tutte le violenze subite, di come fossero state legate alle sedie e esposte a docce gelate o di come venissero fatte girare nude in giardino, non venne preso nessun tipo di provvedimento, come se i tutori non credessero alle loro parole. Addirittura, poco dopo, furono nuovamente mandate a casa dei Kelly, dove le cose non cambiarono affatto. La madre adottiva era sempre più aggressiva e sperimentava su di loro nuove forme di punizione, come “to have our heads put in the toilet while it was flushed, and to be made to over-eat if we took food without permission”377. Bev cambiò scuola su richiesta del Welfare Department a causa dei problemi riscontrati nella lettura ed iniziò a frequentare la St Brendan’s Catholic School, dove sviluppò “a habit of stealing”378 che ne determinò il trasferimento alla Mount Hawthorn Special School.

Durante il periodo passato preso i Kelly, Rosalie era solita svolgere mansioni domestiche tutte le mattine, come pulire la cucina, fare i letti, dare da mangiare agli animali e pulire il bagno e, per questo motivo, arrivava spesso tardi a scuola (“by the time I got to school it would be play