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Ruolo delle risorse scolastiche distintive

CAPITOLO 3 – STRATEGIE E COMPETENZE NECESSARIE: IL CASO

3.2 Ruolo delle risorse scolastiche distintive

Le basse competenze e i risultati scarsi sottolineati dal programma per la valutazione internazionale dello studente (PISA) non sono da imputare ai soli studenti; sotto accusa finisce pure il personale docente ed è per questo che tra gli obiettivi prefissati della riforma sulla Buona Scuola vengono considerati anch’essi per una piena ristrutturazione del sistema educativo italiano. La BS si concentra sulla qualità dell’insegnamento, che è considerata la variabile scolastica più importante che influenza i risultati delle competenze degli studenti.

In riconoscimento dell’importante ruolo degli insegnanti, molti Paesi hanno introdotto politiche e riforme per attrarre, valutare, sviluppare e motivare gli insegnanti. Il nostro governo ha intrapreso sforzi significativi per reclutare nuovi insegnanti con contratti a tempo indeterminato. Solo nel 2015-2016, circa 86.000 insegnanti con contratti a breve termine sono stati assunti come insegnanti

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Garda, P., “Enhancing employability and skills to meet labour market needs in Italy”, OECD Economics

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permanenti, più di 38.000 insegnanti hanno occupato posti esistenti e circa 47.000 nuovi posti inseriti. Nella primavera/estate 2016, il governo ha promosso una competizione aperta per reclutare circa 64.000 insegnanti con contratti a tempo indeterminato222. Ridurre il turnover degli insegnanti migliorando la stabilità dei contratti è estremamente importante per il progresso educativo degli studenti223. La BS ha anche ampliato l’opportunità degli insegnanti per lo sviluppo professionale. Ad esempio, ha introdotto un buono di 500 euro per ogni insegnante da spendere in attività volte a migliorare il loro sviluppo professionale. Inoltre, gli insegnanti sono ora tenuti a prendere parte a corsi di formazione in servizi pianificati a livello scolastico e inclusi nel Piano di sviluppo scolastico triennale. Un Piano Nazionale con un pacchetto di risorse finanziarie di oltre 1,5 miliardi di euro è stato lanciato per il 2016-19, con la priorità nazionali di incrementare lo sviluppo delle competenze di sistema (nell’autonomia scolastica, nella valutazione e nell’insegnamento innovativo), le abilità del XXI secolo (come lingue straniere, competenze digitali e schemi di lavoro scolastico) e le competenze per l’istruzione

inclusiva. L’enfasi sarà posta sull’introduzione o sul potenziamento

dell’insegnamento di alcune materie, come economia, arte, diritto, sport, sviluppo sostenibile, ragionamento italiano e matematico, ma principalmente l’inglese. La riforma prevede anche la mobilità degli insegnanti in tutto il Paese al fine di ridurre la grande variabilità della qualità della scuola nella penisola. Queste misure mirano a fornire un continuum tra formazione iniziale, inserimento e formazione sul lavoro, incentrata su competenze disciplinari e trasversali, nonché l’adattamento alle nuove tecnologie.

Le condizioni di lavoro hanno un impatto importante sulla capacità dei Paesi di attrarre e trattenere insegnanti di alta qualità. Rispetto ad altri Paesi dell’OCSE, gli insegnanti in Italia sono pagati molto meno dei lavoratori con lo stesso livello di istruzione in altre occupazioni. Solo l’anno scorso era stato firmato all’Aran, dopo quasi dieci anni di blocco, il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca che interessa un milione e duecentomila soggetti tra docenti, personale Ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi. Gli aumenti sono stati in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre

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OECD (2015), Education Policy Outlook 2015: Making Reforms Happen, OECD Publishing, Paris. 223 OECD (2017), Education Policy Outlook 2017 Country Note: Italy, OECD Publishing, Paris.

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2016 per la scuola: da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro, salvaguardato per le fasce basse il bonus fiscale di 80 euro. L’ex Ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, in un tweet, faceva sapere: “Firmato il nuovo contratto della conoscenza, dalla scuola, alla ricerca, all’università, agli istituti artistici e musicali. Era giusto e doveroso”. “Un impegno preso e mantenuto”, le faceva eco la collega di governo Valeria Fedeli, ex Ministro dell’Istruzione224. Lo stipendio degli insegnanti italiani, in effetti, è aumentato con il rinnovo del contratto, tuttavia le cifre sono ancora lontane da quelle dei colleghi europei. I nostri insegnanti sono tra i meno pagati d’Europa: in Germania, un maestro di scuola elementare neo-assunto prende 6mila dollari in più l’anno di un nostro docente a fine carriera il quale, che tra l’altro, percepisce, 17.800 dollari in meno rispetto ad uno olandese, 25mila meno di uno austriaco e 40.500 dollari meno di uno svizzero.

Tabella 15: Salari degli insegnanti225 (in migliaia di dollari)

Va fatta ovviamente una distinzione tra insegnante di scuola elementare, media, superiori o università. Ma anche di ruolo o supplente, visto che in Italia il numero di insegnanti precari è ancora molto alto. Ad esempio: un maestro delle elementari appena assunto guadagna 29mila USD lordi annui e può arrivare a fine carriera a 40mila USD. Siamo ben lontani da quei Paesi dal reddito maggiore come

224

http://www.repubblica.it/scuola/.

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la Germania, dove si arriva addirittura a 72mila USD partendo da un minimo di 54.860 USD. La situazione non cambia per un professore italiano che insegna alle medie e alle superiori. Gli stipendi sono simili: partono da 27.849 USD e arrivano a 42.901 USD, ma il gap con la Germania aumenta perché un docente tedesco delle superiori a fine carriera arriva a 80.709 USD226. Questi dati confermano il maggior appiattimento e le minori possibilità di carriera, dal punto di vista almeno monetario, nel nostro Paese. Di fatto siamo il Paese più povero tra i ricchi, se così si può dire. Va fatto un confronto coerente tra il PIL pro capite reale e i salari degli insegnanti nei vari Paesi europei in modo da osservare dove, in effetti, un docente è considerato più importante e dove viene pagato di più in proporzione al reddito degli altri abitanti. Ed effettivamente quello che emerge, è che i nostri insegnanti a fine carriera sono tra quelli che guadagnano meno rispetto al resto della popolazione. A fine carriera un insegnante elementare guadagna il 26% in più rispetto a un lavoratore medio italiano. In Germania il 61%, in Austria il 50,4%. Alle scuole medie, a fine carriera sono i maestri olandesi a guadagnare di più rispetto allo stipendio di un lavoratore olandese medio: l’88%. In Germania il 79,3 in Austria il 50,4, in Italia solo il 35,3%. Alle superiori l’Italia non è fanalino di coda: un professore ha un guadagno superiore del 44,6% rispetto a un lavoratore medio. Anche in questo caso a guidare la classifica è la Germania: 98,8% in più rispetto a un lavoratore medio tedesco227.

Attrarre i diplomati più qualificati nella professione docente è molto difficile per il sistema d’istruzione italiana. Il sistema di carriere didattiche offre solo un percorso unico basato su aumenti salariali fissi esclusivamente per anzianità. La riforma potrebbe potenzialmente fornire incentivi per migliorare i metodi di insegnamento con effetti positivi sui risultati educativi. Tuttavia, il sistema di carriera non è stato cambiato, che potrebbe portare a risultati parziali. Per avere un impatto significativo sui metodi di insegnamento, è necessario un sistema di carriera basato sul riconoscimento dell’impegno e dei meriti supportato da un buon funzionamento della valutazione degli insegnanti. I confronti tra Paesi che utilizzano i dati PISA mostrano che i livelli retributivi relativi degli insegnanti sono correlati alle

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Cfr. Tabella 15; Fonte: OECD (2018), Teachers' salaries (indicator). 227

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prestazioni medie degli studenti nei sistemi educativi, anche dopo che sono stati considerati altri fattori a livello di sistema. I dati dell’OCSE mostrano anche che l’offerta di insegnanti può essere depressa quando i salari degli insegnanti sono bassi rispetto alle professioni che richiedono qualifiche simili228.

Tabella 16: Insegnamento e apprendimento229.

La Commissione Europea (European Country Semester Country Report 2016) commenta che l’Italia dovrebbe considerare la possibilità di aumentare gli stipendi degli insegnanti per attirare insegnanti di alta qualità. In questo senso, con la riforma della Buona Scuola, introducendo bonus basati sul merito nei salari degli insegnanti, assunzioni degli insegnanti con contratti a tempo indeterminato tramite concorso pubblico e disposizioni per la formazione professionale per insegnanti, sembra aver trovato la soluzione corretta. Ciò nonostante, l’aumento del finanziamento da solo avrà un impatto limitato se gli insegnanti di alta qualità non vengono assunti in primo luogo e se gli insegnanti non continuano a sviluppare le loro competenze dopo l’ingresso nella professione, attraverso il tutoraggio e altre forme di sviluppo professionale230. Gli insegnanti di talento e con esperienza sono particolarmente importanti per aumentare le competenze degli studenti nelle scuole, soprattutto in quelle più svantaggiate.

228

Schleicher, A., Equity, Excellence and Inclusiveness in Education: Policy Lessons from Around the

World, International Summit on the Teaching Profession, OECD Publishing, Paris 2014.

229 Fonte: OECD (2013), Teaching and Learning International Survey (TALIS), http://oecd.org/education/talis.htm.

230

Gomendio, Montserrat, Empowering and Enabling Teachers to Improve Equity and Outcomes for All, OECD Publishing, Paris 2017, http://dx.doi.org/10.1787/9789264273238-en

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Molti Paesi dell’OCSE hanno introdotto pacchetti di incentivi finanziari per attrarre e trattenere insegnanti competenti e con esperienza in scuole svantaggiate. Le politiche impiegate dai Paesi includono l’erogazione di indennità di stipendio per l’insegnamento in aree difficili, l’assistenza al trasporto per gli insegnanti nelle aree remote e i pagamenti supplementari per gli insegnanti con competenze elevate. Questi tipi di approccio possono essere più efficienti in termini di costi rispetto agli incentivi salariali generali. Un altro mezzo per attirare, trattenere e motivare gli insegnanti di talento può essere quello di aumentare la gamma di percorsi di carriera per loro, specialmente nelle scuole svantaggiate. Queste posizioni dovrebbero fornire supporto incrementale agli altri insegnanti in riconoscimento delle richieste uniche e delle maggiori sfide associate all’aumento dei risultati delle competenze dei giovani in queste scuole. Ad esempio, nel 2015 la Nuova Zelanda ha introdotto quattro nuovi ruoli all’interno delle scuole: Dirigente principale, Insegnante Esperto, Capo insegnante e successore del cambiamento. Oltre al supporto sostanziale che questi nuovi ruoli danno ad insegnanti e studenti, forniscono agli insegnanti di talento nuovi percorsi di carriera che assegnano una remunerazione aggiuntiva. Differenziare quindi più percorsi didattici in Italia potrebbe aiutare ad attrarre e motivare gli insegnanti. Una sfida chiave per l’Italia è l’assenza di standard nazionali per guidare la valutazione degli insegnanti231. Lo sviluppo e l’adozione di tali standard, nonché i relativi sistemi di valutazione delle prestazioni degli insegnanti, completerebbero e rafforzerebbero le recenti riforme dell’istruzione dell’Italia, come discusso precedentemente. Molti Paesi hanno definito standard per i docenti per fornire un quadro per ciò che è considerato un insegnamento di qualità e impostare un sistema coerente di apprendimento e sviluppo per loro232. In tal modo, gli standard dei docenti consentono la valutazione delle loro prestazioni e, per estensione, consentono la fornitura di supporti per il proprio sviluppo professionale. Il MIUR emetterà linee guida per la valutazione del merito degli insegnanti alla fine del periodo 2016-18 (sulla base delle relazioni delle filiali regionali del MIUR sui criteri adottati nelle scuole per premiare gli insegnanti).

231 OECD (2013), Teachers for the 21st Century: Using Evaluation to Improve Teaching, OECD Publishing, Paris.

232

Guerriero, S., Pedagogical Knowledge and the Changing Nature of the Teaching Profession, OECD Publishing, Paris 2017.

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In Italia, gli insegnanti non ricevono un feedback sufficiente dai loro “superiori”. Il feedback continuo delle prestazioni è importante per le prestazioni degli insegnanti. Secondo TALIS 2013, mentre il 93% degli insegnanti in media nei Paesi TALIS ha lavorato in scuole in cui i presidi hanno riportato alcune forme di valutazione, in Italia il 70% degli insegnanti ha lavorato nelle scuole in cui il preside riferisce che generalmente non esisteva alcuna forma di valutazione dell’insegnante233

. Molti studi dimostrano che fornire feedback e valutazioni frequenti dei docenti è una caratteristica chiave delle scuole di successo234. Inoltre, TALIS 2013 rileva che in Italia, gli insegnanti che hanno ricevuto un riconoscimento pubblico come risultato della valutazione o del feedback hanno riportato livelli più elevati di autoefficacia. Tuttavia, è anche importante notare che gli insegnanti sono ora sottoposti a forme annuali di valutazione basate su criteri di rendimento stabiliti dai comitati di valutazione degli insegnanti a livello di scuola, come richiesto dal quadro politico messo in atto dalla legge sulla scuola, per l’assegnazione della componente basata sul merito dei loro stipendi.

Gli insegnanti in Italia hanno bisogno di un migliore accesso alle opportunità di sviluppo professionale per garantire che soddisfino gli standard richiesti. Un migliore monitoraggio della qualità e del contenuto della formazione degli insegnanti sarà fondamentale per rendere un intervento di questo tipo economicamente efficace235. Ciò è particolarmente importante se si considera che il 66% degli insegnanti italiani partecipanti a TALIS 2013 ha dichiarato che un’offerta inadeguata di corsi di formazione spesso impedisce loro di partecipare a tali corsi. A tale riguardo, le recenti riforme per aumentare le opportunità degli insegnanti per lo sviluppo professionale e la valutazione degli insegnanti dovrebbero essere di ottimo auspicio.

233

Il progetto TALIS è un’indagine periodica, ripetuta ogni cinque anni, che ha come principale obiettivo quello di esaminare rilevanti aspetti dell’attività professionale degli insegnanti. Scopo principale dell’indagine è di elaborare un quadro comparativo di indicatori internazionali, utili a sostenere i Paesi nello sviluppo delle loro politiche sull'insegnamento, sull'apprendimento e sui docenti. L’indagine si svolge contemporaneamente in più di 45 Paesi in tutto il mondo ed è giunta al terzo ciclo di attuazione. 234

Angrist, J. D., Pathak, P. A. and Christopher R. Walters, “Explaining Charter School Effectiveness”,

American Economic Journal: Applied Economics, American Economic Association, 2013, vol. 5(4), pp. 1-

27. 235

Dobbie, W. and Roland G. Fryer Jr., “Getting beneath the veil of effective schools: Evidence from New York City”, American Economic Journal: Applied Economics, 5.4 (2013): 28-60.

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