• Non ci sono risultati.

Il ruolo del settore privato e delle fondazioni private nella governance

Uno dei settori particolarmente alla base e anche strategico dello sviluppo inclusivo delle aree disagiate è l’agroalimentare. In giro di pochi decenni, la cooperazione internazionale ha conosciuto delle evoluzioni importanti, tra cui il sorgere di (nuovi) attori privati in quel settore. Ormai sia nell’ambito della concezione, nel finanziamento o nella realizzazione dell’aiuto, possiamo notare la presenza di imprese internazionali, fondazioni privati, attori delle finanze (banche, fondo d’investimento, fondi specializzati) con i quali i poteri pubblici compongono. Se una parte delle imprese,

momentaneamente, sembra essersi allontanata

importante tende ad essere riconosciuto alle imprese nelle attività di cooperazioni alle quali sono stati associati come dei partners. Lontano da costituire dispositivi indipendenti di aiuto, collaborano anche con i dispositivi di aiuto pubblico (bandi Aics). L’agricoltura è uno dei settori primordiali direttamente interessata da questa decisione del ruolo del settore privato nella cooperazione allo sviluppo. Soprattutto, in seguito alle crisi alimentari e delle sommosse dovuto alla carestia degli anni 80’ che ha toccato più di un paese. Questo rinnovato interesse proviene dagli ambiti economici con l’aumento dei prezzi delle materie prime agricole che ne fanno una nuova classe di attività per gli investitori internazionali tanto dello spazio politico, con un’orientazione (Nora Binet, Mondes en Développement Vol.42-2014/1-n°165) dell’APS verso l’agricoltura, sotto l’egida della sicurezza alimentare. Questo ritorno all’agenda dell’aiuto internazionale è stato inizialmente interpretato come un segno positivo per lo sviluppo agricolo per gli Stati africani. In giorno di oggi questo ritorno di attenzione è stato criticato nelle sue modalità.

4.1 Gli strumenti istituzionali di finanziamento pubblico-privato a iniziative di CPS: le tre Agenzie del Polo agroalimentare delle Nazioni Unite.

La fame e l’insicurezza alimentare compromettono lo sviluppo economico e umano e di conseguenza il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 (Migrazione e sviluppo, Cooperazione Italiana Informa 2017). Sono presenti delle strutture per accompagnare l’impegno italiano nel settore agroalimentare e nel raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile all’orizzonte 2030. Sono agenzie delle Nazioni Unite che operano ovunque bisogno c’è nel mondo; non sono esclusive istituzioni italiane. Tuttavia, a causa della loro presenza in Italia, decidiamo di trattare questo argomento in questa sezione. L’Italia ospita tre agenzie del Polo agroalimentare dell’ONU. Queste ultime sono accomunate dalla stessa missioni, seppure con mandato e modalità diversi, quella della sicurezza alimentare e

dall’obiettivo di migliorare le condizioni alimentari delle popolazioni a livello mondiale, la lotta alla fame e ai cambiamenti climatici, sicurezza alimentare, sviluppo urbano e rurale. La presenza della Rappresentanza permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite favorisce il perseguimento di due obiettivi, oltre a coordinare i vari ministeri coinvolti nella missione, come quella di offrire una collaborazione orientata strategicamente a perseguire obiettivi cruciali anche per l’Italia: la sicurezza alimentare, la nutrizione adeguata dal punto di vista qualitativo e quantitativo, lotta all’insicurezza alimentare cronica, alla fame in una prospettiva di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Più in generale cerchiamo di perseguire gran parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 che sono appunto nel mandato delle Nazioni Unite, attraverso il Polo agroalimentare di Food and Agriculture Organization (FAO), International Fund for Agricultural Development (IFAD), World Food Program (WFP). Sono autori di vari programmi in materia di sicurezza alimentare, la fame e di sviluppo rurale e contribuiscono assieme ai vari meccanismi esistenti. La collaborazione tra le tre agenzie sta crescendo su spinta della membership con un ruolo molto qualificante dell’Italia, attraverso lo sfruttamento della complementarità esistenti fra le tre agenzie nell’ottica di raggiungere meglio gli obiettivi finali. In concreto, l’IFAD è una agenzia di sviluppo, ma soprattutto un fondo finanziario (una banca di sviluppo). Il quadro strategico dell’IFAD 2016-2025 che è un documento che descrive come l’agenzia funzionerà nei prossimi anni. Questo documento descrive come il Fondo intende agire mobilitando delle risorse importanti destinati ad essere investito in zone rurali; migliorando la qualità dei programmi di sviluppo rurale dei diversi paesi. Per giungere a questi obiettivi, tre obiettivi sono stabiliti: accrescere le capacità produttive delle popolazioni rurali povere; accrescere i vantaggi che esse traggono dalla loro integrazione al mercato e rinforzare la viabilità ambientale e accrescere la resilienza ai cambiamenti climatici delle loro attività economiche. Il programma e gli investimenti dell'IFAD contribuiscono a sostenere lo sviluppo dell'agricoltura contadina e la trasformazione del mondo rurale, oggi e negli anni a venire (IFAD).

Un’altra agenzia riconosciuto per il suo grande contribuito è il WFP. Proprio per i suoi sforzi nella lotta contro la fame, per la sua contribuzione al miglioramento delle

sforzo finalizzato ad impedire l’uso della fame come arma da guerra, il WFP ha ricevuto il prezzo Nobel della pace 2020. Il WFP è la più grande agenzia umanitaria del Programma Alimentare Mondiale del sistema delle Nazione Unite quindi interviene per la sicurezza alimentare soprattutto nelle situazioni di crisi naturali o provocate dall’uomo. Nell’anno 2019, il WFP, prima organizzazione umanitaria al mondo nella lotta contro la fame, fornendo un aiuto alimentare nelle situazioni d’urgenza e lavorando con le comunità per migliorare la resilienza, ha aiutato circa 97 milioni di persone in 88 paesi. Le sue azioni si iscrivono nella logica degli impegni della comunità internazionale ovvero il raggiungimento dell’obiettivo fame zero, assicurare la sicurezza alimentare e migliorare la nutrizione entro 2030. Siccome una persona su nove non mangia a sazietà, l’aiuto alimentare è al cuore della lotta per rompere questo ciclo della fame e della povertà. In vista del suo obiettivo il WFP lavora con le imprese e delle fondazioni rinomate che si impegnano a trovare delle soluzioni sostenibili alla fame. Il WFP e i suoi partener privati sono tutti consapevoli che il mondo sarebbe più sicuro e prospero nel quale i 7 miliardi di persone possano partecipare pianamente all’economia mondiale e realizzare il loro potenziale, si impegnati a trovare delle soluzioni per la Fame Zero. Ecco la lista di alcuni partner del settore privato e delle fondazioni e dei donatori con cui il WFP collabora per il raggiungimento dell’obiettivo. Proprio per mettere in rilievo il contribuito di questi partener, scopriamo che il WFP è finanziato al 100% su base volontaria, per ciò ogni singolo contribuito donazione conta.

Un partner mondial della WFP è il Mastercard, impegnato accanto all’organizzazione per rispondere ai bisogni delle popolazioni proponendo una piattaforma di donazioni integrate e alla spinta dei clienti a donare o a sensibilizzare il pubblico a donare. Un altro partner è La National Postcode Loterij in paesi bassi che offre un finanziamento a delle condizioni vantaggiose dove i bisogni sono urgenti e sostiene dei progetti speciali tali la Safe stove, Safe Access to Fuel and Energy (progetto specializzato nell’agevolare l’accesso e l’uso delle energie come il petrolio e il gas e ad abbandonare l’uso del legno contribuendo così alla protezione dell’ambiente in Burundi. Questo progetto ha raggiunto ben 6 milioni di persone dalla sua creazione in 18 paesi nel 2009. Il prossimo obiettivo è quello di raggiungere 10 milioni nel 2020

La terza agenzia delle Nazioni Unite ubicate in Italia è il FAO, un’organizzazione dotati di criteri, standard e parametri per l’organizzazione di supporto ai paesi interessati nel disegnare e attuare politiche agricole, agroalimentari e di sviluppo rurale efficaci. La frontiera della collaborazione tra le tre agenzie de Polo romano è una frontiera in constante dinamismo in cui l’Italia ha un ruolo qualificante anche per quanto riguarda il Sahel, un area prioritaria per l’Italia.

Il FAO (Food and Agricolture Organisation), per esempio, è il garante di 21 indicatori coprendo 6 dei 17 obiettivi degli OSS e ne contribuisce alla realizzazione (senza essere garante) di 3 obiettivi. Essendo un organismo responsabile di 21 indicatori dello sviluppo sostenibile e un organismo contribuendo a cinque indicatori, il FAO ha un ruolo essenziale a giocare nel Programma di sviluppo sostenibile all’orizzonte 2030. Nell’ottica di aiutare gli Stati membri coinvolti in questo sforzo mondiale, l’organizzazione ad elaborato una serie di corsi di apprendimento online sugli indicatori degli Oss di cui la FAO è garante. L’obiettivo: sostenere gli statistici nazionali e gli altri funzionari nella raccolta dei dati, l’analisi e la produzione di rapporti sugli indicatori degli Oss e di sensibilizzare il grande pubblico alle sfide che toccano il futuro di nostra pianeta (fao.org/sustainable-development-goals/tracking- progress). Questi indicatori di cui parlavo sopra sono relativi agli obiettivi seguenti: 2 fame zero (target 2), eguaglianza tra sessi (target 5), acqua pulita e servizio igienico- sanitario (target 6), consumo e produzione responsabile (target 12), vita marina (target 13 e vita sulla terra (target 15). Come annunciavo precedentemente, accanto a questi obiettivi di cui il FAO ne è responsabile esistono anche alcuni target degli obiettivi ai quali la FAO contribuisce; tali mondo senza povertà (target 1), alcuni target specifici degli obiettivi 14 e 15. Per questione di organizzazione del lavoro, non ci attarderemo sugli obiettivi specifici ma sugli apporti generali che questi indicatori hanno avuto sul percorso dello sviluppo.

In questa sezione affronteremo la situazione di un settore che sappiamo che possa costituire una leva importante per lo sviluppo, in vista delle potenzialità, delle precedenze storiche in altri paesi, degli impegni istituzionali assunti in quel settore: il settore dell’alimentazione e dell’agricoltura. Per quanto vasto sia questo settore

ruolo che possa assumere una tale organizzazione, accanto ai privati dell’agrobusiness, per sradicare la fame e la povertà.

L’alimentazione e l’agricoltura sono al cuore del programma di sviluppo sostenibile all’orizzonte 2030. Questo programma e i suoi 17obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss) sono gli obiettivi mondiali che hanno succeduto agli obiettivi del Millennio per lo sviluppo (OMS) il 1° gennaio 2016. Gli Oss determineranno le politiche nazionali di sviluppo per i prossimi 15 anni. Dall’eliminazione della povertà e della fame, alle risposte di fronte ai cambiamenti climatici e allo sfruttamento delle risorse naturali, l’alimentazione e l’agricoltura sono al cuore del Programma 2030 (undp.org). La FAO è pronta a sostenere i paesi nel rafforzamento delle capacità a raccogliere i dati e monitorare gli Oss, e ad assicurare che i dati nazionali sono paragonabili e aggregati a livello subregionali, regionali e nazionali.

Per compiere a meglio il suo lavoro, si dota del Programma di cooperazione Tecnica (PCT), un organo che mette il suo sapere-fare e le sue perizie tecniche a disposizione dei paesi membri. I progetti del PCT sono sottomessi a dei criteri di approvazione che garantiscono la pertinenza e la durabilità dell’assistenza fornita, sempre catalizzando i risultati verso la realizzazione degli obiettivi dello sviluppo sostenibile.

5. Il contributo della migrazione per lo sviluppo alla prova dell’urgenza