4. Gli obiettivi scientifici
4.7. Scienze Umane e sociali -‐ Patrimonio Culturale
4.7. Scienze Umane e sociali -‐ Patrimonio Culturale
Stato di attuazione delle attività relative all’anno precedente
Gli sforzi e le azioni specifiche messe in campo dal Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio Culturale (DSU) del CNR hanno seguito una strategia volta all’incremento in efficacia, efficienza ed economicità rispetto all’organizzazione e gestione scientifica ed economica delle attività dei circa 1000 ricercatori, tecnologi, amministrativi e contrattisti che afferiscono alla macroarea SSH/CH. Rifondato nel luglio 2012, il Dipartimento abbraccia venti Istituti (sono in corso cinque accorpamenti che ne ridurranno il numero a diciotto) operanti in sei aree di ricerca del CNR: (M) Patrimonio Culturale; (N) Filologia; (O) Storia, Filosofia, Scienze della cognizione; (P) Giurisprudenza; (Q) Economia e (R) Sociologia. Nel 2013, il DSU ha svolto le seguenti attività: (1) coordinamento multidisciplinare su temi strategici coerenti col Programma Nazionale della Ricerca; (2) individuazione di progetti di ampio respiro per il coinvolgimento delle molteplici competenze presenti nelle strutture afferenti o di altri Dipartimenti; (3) attrazione di fondi esterni nazionali, internazionali e provenienti da istituzioni privati; (4) partecipazione a iniziative di trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica per la valorizzazione dei risultati della ricerca di base e applicata; (5) indirizzo delle ricerche condotte negli Istituti; (6) coordinamento della partecipazione dell’Italia alle infrastrutture di ricerca in SSH/CH; (7) iniziative di promozione, divulgazione scientifica (seminari, giornate di studio, convegni, partecipazione a saloni nazionali e internazionali) e trasferimento tecnologico.
La semplificazione dei processi amministrativi e il contenimento dei costi di gestione è stata il motivo ispiratore della nuova Direzione (insediata nel dicembre 2012). Tre azioni vanno segnalate: a) la costituzione di un ufficio di Dipartimento distinto nelle tre sezioni: progettualità, trasferimento tecnologico e gestione amministrativa; b) l’istruzione del processo di costituzione del Consiglio Scientifico de Dipartimento, per la validazione delle strategie di intervento; c) l’istruzione del processo di accorpamento degli istituti delle aree di ricerca storica (Area O) ed economica (Area Q), che da cinque istituti rispettivamente di 16, 27, 30, 37e 38 unità ha portato a tre istituti di 53, 54 e 57 unità.
Le attività organizzative, di gestione, coordinamento, monitoraggio, divulgazione, promozione e sfruttamento dei risultati della ricerca sono state gestite dallo staff tecnico-‐amministrativo e tecnico-‐ scientifico del DSU. Le operatività già avviate sono state caratterizzate da una spiccata multidisciplinarietà e da una rete di contatti diretti con il mondo industriale e produttivo. In
esaminatrici per il finanziamento dei progetti spesso composte da personalità provenienti dal mondo della scienze dure e non delle scienze umane e sociali; c) difficoltà a disporre di una valutazione condivisibile dei prodotti della ricerca in SSH/CH.
In linea con gli indirizzi internazionali di settore, il DSU ha fatto proprie le direttive ICOMOS, UNESCO e della CE per quanto riguarda le cooperazioni internazionali. Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e della costruzione di una società riflessiva sono stati perseguiti attraverso azioni multiscalari (transnazionali, nazionali e regionali). Il DSU partecipa a iniziative nazionali (FIRB, PRIN, POR, PON e FESR), internazionali (Programma Cultura, Creative Europe, 7PQ, H2020), opera in piattaforme tecnologiche (IPOCH2), nella JPI-‐Cultural Heritage and Global Change e nelle infrastrutture di ricerca SSH/CH. Con il Position Paper on Social Sciences, Humanities and Cultural
Heritage in Horizon 2020, licenziato nel giugno 2013, il DSU ha fornito un apprezzato contributo alla
consultazione MIUR per Horizon 2020 e alla consultazione europea Horizons for SSH (Vilnius Declaration) con particolare riferimento alle infrastrutture di ricerca e alla sfida sociale 6.
Il DSU fornisce costante supporto agli Istituti per la partecipazione ai programmi UE. In questo senso ha implementato nel proprio Piano di Formazione iniziative formative sulla progettazione europea, con specifico riferimento alle opportunità di finanziamento per i settori SSH/CH.
Le risorse strumentali degli Istituti comprendono patrimoni librari, patrimoni storico-‐archivistici, software e banche dati. Da sottolineare lo sviluppo delle tecnologie informatiche applicate ai settori SSH/CH aventi l’obiettivo di integrare settori disciplinari differenti e attuare un’efficace governance del processo di innovazione introdotto dallo sviluppo di queste tecnologie. Di particolare rilievo le tecnologie applicate ai processi di apprendimento TEL-‐Technology Enhanced Learning: in questo ambito si segnalano collaborazioni con significative istituzioni europee del settore attraverso la partecipazione alle principali Reti di Eccellenza come STELLA-‐Sustaining Technology Enhanced Learning Large-‐scale multidisciplinary Research, GALA-‐Game and Learning Alliance, V-‐MusT.net-‐ Virtual Museums Transnational Network. Da segnalare la progettazione di risorse tecnologiche applicate al diritto (sistemi informativi per trattamento e diffusione dell’informazione giuridica, software per l’analisi e il reperimento delle norme, sistemi digitali di e-‐government per la ricerca, il recupero e la classificazione delle risorse giuridiche).
Il DSU collabora a infrastrutture e strumentazioni che condivide con altri Enti. Va segnalato il progetto sulla LTDP-‐Long Term Digital Preservation, preparato nell’aprile 2013 dal DSU in partenariato con CINECA, ENEA, INAF, INFN, UNIBA, UNICAL, UNICT e UNINA (€10.000K erogati nel 2014). Il DSU partecipa a importanti piattaforme quali progetto ERA-‐NET, SERIT, NET HERITAGE,
Obiettivi generali e strategici da conseguire nel Triennio
Con attenzione ai precedenti PTA, al PNR, a H2020 e agli ESIF, l’approccio interdisciplinare del DSU ha ricadute operative a diversi livelli di scala (locale, regionale, nazionale e internazionale) a vantaggio di differenti tipologie di stakeholder (utenti singoli, comunità, pubbliche organizzazioni, enti pubblici e privati) e per diverse finalità (indagine scientifica, ricerca di informazioni, supporto alle decisioni). L’obiettivo principale è coordinare una rete scientifica pensata e realizzata per la migliore omogeneità di progetti effettivamente realizzabili sui fondi acquisiti e sostenibili nel medio periodo. La specializzazione tematica e la dislocazione geografica spingono gli Istituti a intrecciare rapporti scientifici con entità di vario tipo, nazionali e internazionali. Nel triennio 2014-‐2016 si prevedono aggregazioni consorziali della roadmap ESFRI, intergovernative e interuniversitarie con l’obiettivo di dare corpo a un’ampia proposta italiana per i settori SSH/CH, per la quale il DSU ha preparato nel febbraio 2013 il progetto premiale SM@RTINFRA-‐SSH/CH (€2.000K erogati nel 2014), che faccia leva su un confronto internazionale sui contenuti, sviluppando aree prioritarie quali: (1) infrastrutture di ricerca SSH/CH; (2) valutazione della ricerca e indicatori; (3) e-‐learning, e-‐publishing; (4) Smart Cities and Social Innovation; (5) migrazioni; (6) innovazione e PMI nella società della conoscenza. Il DSU lancia il nuovo paradigma delle Data Humanities in quanto parte del paradigma Data Science. In sintonia con H2020, la ricerca del DSU propone al CNR un cambio di prospettiva che alla verifica dell’operabilità delle macchine sostituisce l’innovazione aperta di ecosistemi centrati sugli utenti.
Le opportunità di collaborazione
Le partecipazioni societarie del DSU sono attualmente: (1) Venice International University, (2) Consorzio Civita, (3) Consorzio Cultura e Innovazione; (4) INNOVA Scarl, (5) Consorzio Promos Ricerche, (6) Fondazione Antonio Ruberti. Progetti specifici vengono realizzati assieme alle imprese, come le ricerche nella museotecnica in collaborazione con Goppion SpA, leader mondiale nel settore, e quelle in collaborazione con l’industria culturale e con l’AIE, che riguardano lo sviluppo di nuovi modelli di comunicazione basati sui diversi livelli di pubblico secondo le competenze lessicali di ciascun fruitore. Tematica di ricerche di punta nel settore dell’innovazione dell’editoria digitale è la progettazione e sperimentazione di strumenti enabling technology flessibili e dinamici. I beneficiari dei risultati delle ricerche appartengono al sistema istituzionale, sociale, culturale e produttivo. Un altro filone che risponde a bisogni collettivi considera l’apprendimento basato sulle nuove tecnologie e della valutazione delle politiche per l’educazione e la formazione: i risultati forniscono direttive agli operatori del settore formativo e ai decisori politici. Il DSU rappresenta infine il naturale intermediario fra il MiBACT, deputato alla gestione e tutela del patrimonio culturale e il
quelle che hanno scelto di insediarsi nei distretti tecnologici per i beni culturali già attivi in Campania, Lazio, Sicilia e Toscana e di farsi rappresentare da Confculture, Confindustria-‐SIT e Assoknowledge.
La pianificazione per l’acquisizione di risorse esterne
Rapporti con i Ministeri: Accordo di programma CNR, MIUR, MiBACT, ASI, INFN, INGV per il FAR “HST-‐Innovation in Heritage Science and Technology Addressing Industrial Growth” (€30.000K erogati nel 2014), che vede il coinvolgimento del MiBACT e la presenza di tutti i principali attori italiani coinvolti nel settore, comprese le imprese. In stretta sinergia con il MIUR e il MiBACT, il DSU si attivato con il progetto SM@RTINFRA-‐SSH/CH per la partecipazione dell’Italia ai seguenti
European Research Infrastructure Consortia: (1) CLARIN ERIC-‐Common Language Resources and Technology Infrastructure; (2) DARIAH ERIC-‐Digital Research Infrastructure for Arts and Humanities;
(3) SHARE ERIC-‐Survey on Health, Ageing and Retirement in Europe. Il DSU sta inoltre costruendo solide basi di collaborazione scientifica a livello nazionale per l’entrata dell’Italia in: (4) CESSDA
ERIC-‐Consortium of European Social Science Data Archives e (5) ESS ERIC-‐European Social Survey. Il
DSU sta lavorando infine alla nascita dell’infrastruttura europea stabile a guida italiana nel settore della diagnostica avanzata, la conservazione e il restauro del patrimonio culturale: (6) IPERION CH-‐
Integrated Project for the European Research Infrastructure ON Cultural Heritage. IPERION CH, con il
coordinamento del CNR, sarà presentato in risposta alla call INFRAIA2014-‐2015 in H2020. Il nodo italiano di IPERION CH.it è stato finanziato dal MIUR con €500K. Altre collaborazioni con i ministeri degli Interni, della Salute, della Giustizia, di Economia e Finanze e dello Sviluppo Economico, per la Coesione Territoriale.
Rapporti con le Regioni: Gli Istituti del DSU sono distribuiti sulla maggior parte delle Regioni italiane. Nell’ottobre 2013 è stato siglato un accordo tra CNR, MiBACT e Regione Toscana per la scienza dei beni culturali. Accordi analoghi sono in preparazioni per il Lazio e la Lombardia. In Campania, il DSU lavora con la Regione attraverso il consorzio DATABENC. Nella maggior parte dei casi si è trattato di partecipazione a progetti di ricerca e sviluppo finanziati sui fondi POR FESR (Programma Operativo Regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-‐2013). In altri casi si tratta di servizi e commesse richieste da Istituti regionali per la fornitura di competenze, dati, rilevazioni, analisi statistiche o programmi speciali di elaborazione elettronica per archivi off e
MAE, della conferenza presidenziale del semestre italiano Science in Society (Rome Declaration). A questo scopo il DSU partecipa a prestigiosi network europei, quali V-‐MUST, rete di eccellenza sui musei virtuali, e CHARISMA, oltre alle già citate infrastrutture ESFRI. Oggetto di studio sono le “Società inclusive, innovative e riflessive” per sostenere le scienze sociali e umane su questioni di natura orizzontale, come la crescita intelligente e sostenibile e le trasformazioni sociali nelle società europee.
I progetti Dipartimentali sono:
• Storia delle idee e della terminologia filosofico-‐scientifica • Lingua italiana: modelli, archivi testuali e lessicali
• Innovazione nell’apprendimento • Culture euromediterranee
• Innovazione e competitività nell’economia italiana • Diritto, innovazione tecnologica e cultura giuridica
• Cooperazione internazionale, integrazione regionale, federalismo e autonomie • Società, scienza, cultura, globalizzazione
• Migrazioni
• Il territorio e gli insediamenti in Europa e nel Mediterraneo
• Il manufatto come testimonianza storica e materiale del patrimonio culturale • Diagnosi, intervento e conservazione del patrimonio culturale
• Formazione e creazione del bisogno di patrimonio culturale • Fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale
• Paesaggio culturale
Appendice A
Le Aree Tematiche Dipartimentali
Dipartimento
Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l’Ambiente
Direttore
Enrico Brugnoli
• Cambiamenti globali: impatti e mitigazione
• Gestione sostenibile ed efficiente delle risorse e degli ecosistemi
• Rischi ambientali, naturali ed antropici
• Osservazione della terra
• Tecnologie e processi per l’ambiente
• Progetto interdipartimentale ambiente e salute, pias
• Interoperabilità dati
a. Finalità e Obiettivi
Finalità principale di questa tematica è la definizione quantitativa dei cambiamenti globali e dei loro impatti, in corso e attesi per il prossimo futuro, la stima dei rischi naturali e ambientali ad essi associati e lo sviluppo di strategie di mitigazione dei rischi. Le attività del Progetto sono finalizzate alla ricerca sul territorio nazionale e su regioni di particolare interesse per il nostro Paese e di grande importanza climatica, quali il bacino del Mediterraneo, le aree polari e le regioni montane.
Obiettivi prioritari sono:
• Stima dei rischi naturali e ambientali associati ai cambiamenti globali (eventi meteorologici estremi inclusi i
Medicanes, rischi geo-‐idrologici, quantità e qualità delle risorse idriche, incendi e siccità, ecosistemi, qualità dell'aria,
impatti sulla società) e sviluppo di strategie di mitigazione dei rischi. • Contributo allo sviluppo dei Climate Services nazionali ed europei.
• Analisi dei cambiamenti climatici in corso e attesi nel ciclo idrologico, nella distribuzione delle temperature, nella qualità dell'aria, nella circolazione marina, nei processi di trasporto e mescolamento, nei cicli biogeochimici marini e negli ecosistemi terrestri e marini, con particolare attenzione per il territorio italiano e per l'area mediterranea. • Analisi dei cambiamenti in corso e attesi nelle regioni polari, considerando in particolare la dinamica e le proprietà dello strato limite atmosferico, l’evoluzione delle masse d’acqua oceanica in ambiente polare, l'instabilità del vortice polare artico, il trasporto di polveri e inquinanti verso le regioni artiche, l'interazione tra fronti glaciali e circolazione nei fiordi, la dinamica del ghiaccio marino artico e i cambiamenti negli ecosistemi polari.
• Analisi dei cambiamenti in corso e attesi nelle regioni montane, con particolare attenzione alle Alpi, agli Appennini e alla regione Hindu Kush -‐ Karakorum -‐ Himalaya (il "Terzo Polo" del pianeta). Sono oggetto di analisi i cambiamenti nella criosfera (neve, ghiacciai, permafrost), i cambiamenti nel ciclo idrologico montano, i processi di trasporto di inquinanti e gli effetti in atmosfera e al suolo degli aerosol atmosferici, i cambiamenti negli ecosistemi montani, inclusi i laghi d'alta quota.
• Stima della variabilità climatica nel passato: in questo ambito, l'obiettivo è ottenere informazioni paleoclimatiche da carotaggi marini e lacustri, da carotaggi glaciali e da altre sorgenti di proxy data alle diverse scale temporali di interesse paleoclimatico, ottenere ricostruzioni climatiche ad alta risoluzione per gli ultimi cento anni e sviluppare modelli climatici per la stima delle condizioni climatiche passate.
• Sviluppi conoscitivi e concettuali sui processi di base responsabili della variabilità del clima e dei cambiamenti globali: processi radiativi e convettivi atmosferici, circolazione oceanica, trasporto a grande scala in atmosfera e oceano, dinamica dei ghiacci continentali e marini, teleconnessioni, predicibilità del clima, interazioni fra clima e biosfera sulle diverse scale di spazio e di tempo.
b. Contenuto Tecnico Scientifico
Il Progetto include:
• Una componente sperimentale, punto di forza delle attività del CNR, dedicata alla misura e all'analisi dei cambiamenti in corso mediante una rete di stazioni fisse, osservatori climatici, navi oceanografiche e campagne di misura ad hoc in Italia e in altre regioni geografiche di grande interesse climatico (Artico, Antartide, Himalaya, Karakorum).
• Una componente di analisi e interpretazione di dati satellitari, con specifica attenzione per le condizioni atmosferiche e meteorologiche, la precipitazione, le condizioni marine e oceaniche e le proprietà della superficie continentale.
• Una componente relativa alle ricostruzioni della variabilità climatica, ambientale ed ecologica nel passato, ottenute da proxy data paleoclimatici ottenuti da carotaggi sedimentari (marini e lacustri) e glaciali (da ghiacciai montani e da calotte glaciali polari), e mediante ricostruzioni climatiche ad alta risoluzione da serie storiche di temperatura e precipitazione e da misure ecologiche provenienti da siti LTER (long-‐term ecological research).
• Una componente di sviluppo tecnologico (strumentale, elettronico, informatico) e di sviluppo di strumentazione dedicata a condizioni ambientali estreme e/o critiche.
• Una componente di sviluppo di modelli climatici a scala globale e regionale e di modelli di specifiche tipologie di impatto sui sistemi geo-‐idrologici, sugli ecosistemi, sull'ambiente e sulla qualità dell'aria, con particolare attenzione per le proiezioni climatiche a scala multi-‐annuale e decadale. I modelli climatici utilizzati sono il modello globale EC-‐ Earth (consorzio europeo di cui il CNR è membro effettivo e sviluppatore), il modello regionale non idrostatico WRF e il modello a complessità intermedia PLASIM. Modelli d'impatto includono la risposta idrologica, le condizioni dell'innevamento e dei ghiacciai, la qualità dell'aria, gli incendi boschivi, l'insorgenza di siccità e i cambiamenti negli
c. Eventuali collaborazioni nazionali/internazionali
Contesto nazionale: Collaborazioni con altri Enti di Ricerca pubblici (ENEA, INGV, ISPRA), con il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), con le Università, con Enti Territoriali (Regioni, ARPA), con Fondazioni, Consorzi e strutture private.
Contesto internazionale: Partecipazione in programmi internazionali quali GEO/GEOSS (Group on Earth Observations / Global Earth Observation System of Systems); European Climate Research Alliance (ECRA); Global Atmosphere Watch del WMO (GAW-‐WMO); GEWEX; Copernicus; UNEP; Atmospheric Brown Clouds (ABC); GEO-‐ GNOME: Global Network for Observations and information in Mountain Environments; Future Earth; International Geosphere-‐Biosphere Program (IGBP); Belmont Forum; ICOS; CMIP5; Cordex. Partecipazione in progetti europei e internazionali quali, ad esempio, ACCENT-‐Plus, ACTRIS, ACQWA, METEOMET, ANDRILL, IODP, IPICS, ACACCIA.
d. Eventuali collaborazioni con le Università
I progetti di ricerca includono quasi sempre la collaborazione con università italiane e straniere.
e. di fi Infrastrutture di ricerca
In Italia: Stazione Globale “O. Vittori” (Monte Cimone, Italia), in collaborazione con Aeronautica Militare; svariate infrastrutture fisse, gestite dal CNR, per la misura dei parametri climatici e ambientali. La Stazione “O. Vittori” è stazione globale del programma "Global Atmosphere Watch" del WMO. In Nepal: GAW-‐WMO Nepal Climate Observatory-‐Pyramid, in collaborazione con l'Accademia delle Scienze del Nepal. L'Osservatorio Piramide è la stazione globale del programma "Global Atmosphere Watch" del WMO a più alta quota. In Artico: Stazione Dirigibile Italia alle isole Svalbard, dove è attiva la Climate Change Tower (CCT). In Antartide: Stazioni Mario Zucchelli e Concordia. 2014 25.482 6.064 2.196 27.678 2015 27.011 6.248 2.267 29.277 2016 26.748 6.766 2.219 28.967
Anno figurativiCosti2 effettivoValore2
136,9 41,0 24,9 202,8 Totale Ris.2fin.2 totali2 allocate di#cui# risorse da#Terzi Ri ce rc at or i Tecn ol ogi Tecn ici Am m .iv i Personale3equivalente tempo3pieno3(2014)
importanti attuali soprattutto alla luce della popolazione crescente sulla terra e dei cambiamenti climatici in atto. La finalità è lo sviluppo sostenibile che deve soddisfare i bisogni attuali senza compromettere i bisogni e le aspettative delle future generazioni. Questo richiede una pianificazione e una gestione responsabile delle risorse che preveda un bilanciamento tra lo sfruttamento delle fonti tradizionali e di quelle alternative tenendo in considerazione gli aspetti di disponibilità, economicità e impatto ambientale. In questo ambito la valutazione delle risorse energetiche rinnovabili, sia superficiali (insolazione, intensità eolica) che profonde (geotermia) e il monitoraggio ambientale e la valutazione dei sistemi per la pianificazione della gestione sostenibile è l’obiettivo principale del suddetto progetto. La sfida del CNR nell’ambito di questo progetto è quindi quella di migliorare l’efficienza delle varie risorse disponibili con un focus sulle nuove risorse ancora poco esplorate. Inoltre l’analisi degli impatti derivanti dallo sfruttamento delle diverse risorse sulle varie componenti degli ecosistemi e sulla biodiversità deve avere come finalità la salvaguardia e la valorizzazione dell’ ambiente. E’ anche chiaro che una delle finalità applicative dell’attività di questo progetto deve essere quella di tradurre la conoscenza scientifica sul piano gestionale e legislativo.
b. Contenuto Tecnico Scientifico
Le priorità di ricerca che si intendono perseguire nel prossimo triennio sono:
Esplorare e investigare le diverse risorse energetiche con osservazioni in telerilevamento e a terra con metodologie geologiche, idrogeologiche, vulcanologiche, geochimiche, geofisiche e mettere a punto le migliori pratiche per uno sfruttamento efficiente e sostenibile
Migliorare la conoscenza sullo sfruttamento delle risorse alternative facenti capo al geotermico, all’eolico, alle energie rinnovabili in mare e alle bioenergie ottimizzando i processi di trasformazione e di produzione energetica
Migliorare la capacità di monitoraggio e la modellistica per una valutazione spaziale integrata di aria, acqua, suolo ed ecosistemi includendo rilievi on-‐site e in remote sensing al fine di meglio comprendere gli impatti delle diverse pratiche di sfruttamento delle risorse.
Aumentare le conoscenze sul ruolo delle Green Infrastructures con un approccio di ricerca multidisciplinare e rivolto agli aspetti applicativi per massimizzare i servizi ecosistemici fruibili dalla popolazione.
Comprendere il ruolo degli ecosistemi terrestri e in particolare delle foreste sui cicli biogeochimici con un focus particolare sul carbonio e sulla biodiversità a diverse scale.
Aumentare le connessioni tra gli aspetti geofisici e biologici nella ricerca marina per una gestione sostenibile delle risorse marine senza compromettere la biodiversità e gli ecosistemi marini anche sviluppando (bio)tecnologie innovative nella prospettiva di blue economy.
Valutare e monitorare lo stato di sfruttamento della pesca attraverso metodologie standard e innovative, sviluppare tecnologie per una pesca sostenibile, supportare le attività degli organismi operanti nel settore e rilevare gli effetti sulla biodiversità derivanti dalle diverse pratiche di pesca.
Ottimizzare la gestione delle risorse idriche sviluppando modelli in grado di facilitare il coinvolgimento degli stakeholder, di incrementare l'accessibilità ad informazioni ambientali, di analizzare i conflitti emergenti e di individuare possibili strategie di negoziazione.
c. Eventuali collaborazioni nazionali/internazionali
Gli istituti CNR coinvolti nel suddetto progetto sono legati da numerose collaborazioni che saranno rafforzate nel corso del prossimo triennio. L'interazione tra ISE e IBAF ad esempio nello studio delle piante come strumento di rimedio naturale e di mitigazione ambientale. In questa ottica è forte anche il legame con IRSA, IAMC e ISMAR per quanto riguarda la gestione e la qualità delle risorse idriche, con l’IIA per quanto riguarda la qualità dell’aria e con IGG e IGAG per quanto riguarda la stato dei suoli.
Va menzionato nell’ambito delle risorse energetiche il coordinamento CNR dei progetti nazionali VIGOR e Atlante Geotermico con collaborazione di quasi tutti gli istituti CNR-‐DTA, e con CNR-‐ITAE e CNR-‐IPCF, oltre che con varie università (vedi sotto) e INGV.
Molte interazioni sono anche annoverate al livello interdipartimentale come ad esempio con l’area della chimica per attività congiunte sull’uso delle biomasse per bio-‐raffinerie e bioenergie.
Una delle priorità della collaborazione tra istituti riguarda la stesura di proposte progettuali comuni da presentare