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La scrittura della solitudine e della salvezza: autobiografia e desencanto

CAPITOLO 3 – Romanzi a confronto

3.5 La scrittura della solitudine e della salvezza: autobiografia e desencanto

Nell’opera Beltenebros si possono rilevare due grandi nuclei tematici, entrambi congrui alla funzione dei personaggi e della scrittura. In primo luogo, possiamo parlare della presenza del motivo dominante di tutto il romanzo, ovvero il sentimento di alienazione e solitudine che caratterizza il personaggio principale, Darman. Attraverso questa figura Muñoz Molina vuole rappresentare la condizione di emarginato dell’uomo contemporaneo, “inútil para cualquier forma no solitaria de vida”186

. Egli osserva la realtà da una prospettiva privata, come un passante che tra la folla riesce a non farsi notare, dalle finestre delle case o dai finestrini dei taxi e degli aerei. Come romanzo postmoderno, Beltenebros rispecchia un’epoca in cui l’individuo si trova solo a dover affrontare il crollo delle ideologie e dei valori, in un’atmosfera di incertezza e di mancanza di fede.

No en vano la lectura de las novelas se transformó, a partir del siglo XX, de placentero trayecto en dificultoso peregrinaje tras una significación tan elusiva como el propio comisario Ugarte. En la novela clásica, la del siglo XIX, la intriga se planteaba sobre todo a nivel de la trama (¿En qué va a terminar esta historia?). En la contemporánea, por el contrario, casi exclusivamente a nivel de la interpretación (¿Qué significa todo esto?).187

Il lettore di Beltenebros, pertanto, deve trovare una soluzione ad entrambi gli enigmi; per questo motivo è importante valutare cosa rappresenti ciascun personaggio all’interno dell’opera ed in che modalità il testo può esser letto come critica sociale o specchio di una determinata realtà. Darman è un uomo deluso dall’organizzazione clandestina della quale fa parte e per cui ha combattuto fieramente. E’ consapevole del fatto che il suo paese è cambiato e che la storia si è evoluta contemporaneamente agli ideali che un tempo difendeva. Per questo motivo non condivide il fanatismo di Bernal e riconosce nel piano di Valdivia un intento di cristallizzazione del suo paese in un passato che non permette crescita e

186 A. Muñoz Molina, Beltenebros, Madrid, Cátedra, 2013, p. 130. 187

G. Martínez, “Duplicidad, duplicación y desdoblamiento en Beltenebros de A. Muñoz Molina”, en Espéculo, Revista de estudios literarios, Universidad Complutense de Madrid, 2005, p. 1, http://www.ucm.es/info/especulo/numero29/duplicid.html, pp. 1-27.

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sviluppo. Più che una critica sociale, quello che percepiamo è una critica di tipo politico occultata attraverso nomi fittizi, una collocazione spazio-temporale imprecisa ed alcune allusioni ad elementi riconducibili al periodo spagnolo di fine anni ’80. Attraverso un intreccio complesso e circolare si rivela la preoccupazione di Molina nei confronti del declino degli ideali della sinistra repubblicana:

Tras el triunfo del partido socialista en 1982, y cuando la esperanza de una nueva y distinta España parecía que iba a realizarse, la monotonía –que luego desembocaría en corrupción- de la vida política española, la inoperancia de sus políticos para enfrentarse a los problemas nacionales, y junto a ello, el cambio operado en la Europa Socialista, con la apertura de la Unión Sovietica y su posterior resquebrajamiento. Todo ello habría de conducir a una profunda apatía, y a un claro desencanto y escepticismo ante la realidad.188

L’autore, per mezzo della voce del protagonista, riesce ad esprimere la sua contrarietà: Darman si palesa come individuo carico di ambiguità, che non esita a criticare e prendersi gioco dei metodi utilizzati dalle altre spie del partito. Ne è un esempio l’episodio che concerne l’utilizzo del giornale ABC come parola d’ordine stabilita per l’incontro fra Darman e il suo compagno dell’organizzazione. Esso rivela la mancata conoscenza dell’uscita di ABC il lunedì, giorno dell’appuntamento, e di conseguenza la completa ignoranza dei dirigenti dell’opposizione nei riguardi della realtà quotidiana dell’epoca. Il sistema politico della Spagna contemporanea non può consolidarsi se resta ancorato al passato, come dimostra Bernal:

Al cabo de tantos años de inventar conspiraciones y enviar mensajeros a un país en el que no vivía desde su juventud, es posible que sólo concediera a la realidad una importancia secundaria. (Cap. IV, p. 151)189

oppure l’ingenuo Luque e gli altri membri del partito:

[Luque] no aceptaba que yo no quisiera parecerme a las cosas que habían contado de mí y a los designios de su imaginación. (Cap. II, p. 135)

188 J. Payá Beltrán, “Introducción” a Beltenebros di Antonio Muñoz Molina, Madrid, Cátedra,

2013, p. 87.

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Creían sobre todo y casi únicamente en eso, en la eficacia mágica de las palabras escritas e inmovilizadas en consignas, en su clandestina transmisión. (Cap. II, pp. 133-134)

Poiché “los referentes históricos de Beltenebros no hay que buscarlos, pues, en la ambientación”190, come riscontrato nella prima sezione del terzo capitolo, è importante segnalare che vari episodi della storia del partito comunista spagnolo degli anni ’40 sono riprodotti attraverso la trama e i personaggi del romanzo. All’interno dell’organizzazione, infatti, non sono rari i casi di esecuzione di presunti traditori. Vale la pena menzionare il famoso episodio di Gabriel León Trilla, dirigente per un determinato periodo del partito comunista; l’accusa di delazione gli causò la morte nel 1945, a Madrid, evento riecheggiato lontanamente dall’assassinio di Walter in Beltenebros. Inoltre, anche il caso Quiñones sembra aver offerto a Molina alcuni dati rilevanti utilizzati per tracciare il profilo di Walter

En su manera de hablar se notaba un residuo como de idiomas dispares, pero nadie llegó a saber cúal fue el primero que había aprendido ni de dónde venía. En París suponían que era húngaro o búlgaro, posiblemente judío.191 [Quiñones] nació en Besarabia, [...] por tanto no es fácil decir si era rumano o recién asimilado ruso, porque las tierras de Besarabia y Bucovina estaban en litigio ruso-romano desde muchos años antes. [...] Tenía esa capacidad de los pueblos centroeuropeos, acostumbrados a coexistir entre diversas lenguas, para asimilar rápidamente los más variados idiomas.192

e quello di altri personaggi, tra cui Valdivia e Andrade. Tuttavia, uno degli elementi discordanti rispetto alla storia del PCE riguarda la decisione di non commissionare più omicidi dei propri membri negli anni ’60, come testimonia Jorge Semprún, dissidente del partito, contrariamente a quanto accade in Beltenebros. Non a caso, il testo Autobiografía de Federico Sánchez racconta

190 Estruch i Tobella J., “Referentes históricos en Beltenebros, de A. Muñoz Molina”, en

Iberoamericana, vol. XX, 63/64, 1996, p. 6, http://www.jstor.org/stable/41671580, pp. 5-13.

191

Op. cit., p. 134.

192 G. Morán, Miseria y grandeza del Partido Comunista de España, Barcelona, Planeta, 1986, p.

46. All’interno del libro viene delineata la figura di Heriberto Quiñones, dirigente del clandestino

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l’esperienza dello scrittore Jorge Semprún in qualità di militante all’interno di cellule clandestine.

Nonostante Beltenebros non si possa definire un romanzo autobiografico, si può indubbiamente affermare che Molina, attraverso personaggi, temi e struttura dell’opera, sia riuscito a conferirgli il suo sentimento di disaccordo nei confronti di alcune vicende relative alla storia del suo paese: “no hablamos de la vida real, sino de la vida posible que le hubiera gustado vivir a Muñoz Molina.”193 Senza dimenticare, come sostiene Estruch i Tobella, che il vero scopo dell’autore è quello di trasformare fatti documentabili in materiale narrativo.

La presenza di un forte senso di estraniamento si percepisce anche tramite la lettura dei romanzi di Juan Carlos Onetti. La solitudine dei suoi personaggi è sia fisica che affettiva, in quanto essi sospendono vincoli con la società e qualsiasi tipo di relazione è destinato a fallire. Lo scopo dello scrittore è quello di riprodurre l’avventura dell’uomo: nel caso di Larsen, difatti, siamo di fronte ad un passaggio dal particolare (Larsen) al generale (el Hombre), per arrivare all’autore stesso (Onetti). Tutti i personaggi manifestano uno scetticismo radicale nei confronti delle ideologie e dei valori della società moderna; Onetti riesce a trasmettere questo messaggio creando il mondo immaginario di Santa María, rovesciando realtà e finzione. Grazie a tale espediente, la dimensione immaginaria prende il posto della realtà, mettendo in evidenza il suo essere inadatta alla vita degli esseri umani. D’altro canto però, non riesce a impedire il fallimento dei suoi abitanti, i quali conservano le abitudini e gli atteggiamenti tipici di un mondo corrotto e insoddisfatto.

Debe anotarse que es uno de los primeros escritores que se enfrenta a la problemática social de su época, no meramente en el plano de las reivindicaciones proletarias o rurales inmediatas, que ya había dado la literatura social del período progresista, sino debatiendo las ideologías en

193 J. Payá Beltrán, “Introducción” en Beltenebros de Antonio Muñoz Molina, Madrid, Cátedra,

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pugna y trayendo a la novela algunos representantes de la vida proletaria para polemizar la política internacional.194

Ciasucun personaggio ipotizza una propria realtà alternativa con la quale può entrare in contatto e integrarsi, per poi innescare un meccanismo di evasione permanente. La fuga e il viaggio costituiscono due elementi tipici del cosiddetto movimiento centrífugo, caratterizzato dallo sradicamento dalle proprie origini e contrapposto a quello centrípeto. In questo senso, Onetti erige un percorso al contrario, in quanto le sue creature si sviluppano in una condizione di allontanamento e terminano ogni volta al loro punto di partenza, tanto da non poter sfuggire all’ineluttabile corso degli eventi.

Secondo l’autore uruguaiano, la solitudine necessita della letteratura. Nei suoi romanzi, partendo dal presupposto che vedere diviene sinonimo di immaginare, come nel caso di Los adioses, dove il narratore confonde la realtà con l’immaginazione, si può in modo analogo affermare che immaginare equivale a mentire, ovvero a raccontare. Poiché raccontare e scrivere sono azioni sospese nell’incertezza e nella possibilità, esse costituiscono, come l’immaginazione, una forma di salvezza, attraverso la quale ci è permesso conoscere un’altra realtà. Per questa ragione i personaggi di Santa María cercano di salvarsi “per mezzo della sfida della creazione fittizia, sia attraverso la stessa scrittura (La vida breve), sia rappresentando la vita come una farsa (El astillero), o inventando un passato vissuto come un progetto totalizzante e assoluto, che contrasta con il senso comune della maggioranza degli abitanti di Santa María.”195

In Beltenebros, Muñoz Molina esprime attraverso un personaggio in particolare ciò che per lui rappresenta la scrittura, intesa come atto privato, intimo, attraverso il quale si è in grado di conoscere altri mondi possibili. È il caso di Rebeca Osorio madre, personaggio femminile che inizialmente appare nei ricordi

194 A. Rama, “Origen de un novelista y de una generación literaria” en Homenaje a Juan Carlos

Onetti, Madrid, Anaya/Las Américas, 1974, p. 47.

195 M. C. Graña, “La nuova narrativa: una mitografia della speranza e del disincanto”, in “Parte

Dodicesima: La nuova narrativa: una mitografia della speranza e del disinganno”, in Storia della

civiltà letteraria ispanoamericana, diretta da Dario Puccini e Saúl Yurkievich, vol. II, L’ultimo

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del protagonista come individuo legato ad un passato oramai remoto. Darman conosce questa donna durante la prima missione che gli viene affidata dal partito, il famigerato caso Walter. Rebeca Osorio è difatti la femme fatale di cui quest’uomo si innamora durante gli spettacoli organizzati da Ugarte/Valdivia all’interno della boîte tabù; la loro relazione viene spezzata amaramente da Darman che porta a termine il suo compito e giustizia il traditore. Il mestiere di Rebeca è fondamentale per lo sviluppo del racconto: scrive romanzi rosa all’interno dei quali sono racchiuse le informazioni che le varie spie e i membri del partito necessitano per spostamenti e contatti.

[…] porque era otro nombre tan falso como el suyo el que ahora repetía silenciosamente mi conciencia, Rebeca, Rebeca Osorio, inventora de novelas y de mentiras que ella había preferido siempre y sin remordimiento a la verdad. En las novelas que escribió durante algunos años, como en el nombre que usaba para firmarlas, había un ensañamiento en la inverosimilitud y la parodia que yo creía copiado de los melodramas del cine y que ella atribuía al azar diario de la vida. Cada semana publicaba una novela de intriga góticas y amores fulminantes. Las concluía en dos o tres tardes, a máquina, y no volvía a leer nunca las páginas que llevaba escritas, para no morirse de vergüenza o de risa. En cualquier ciudad, en los puestos de periódicos, en los quioscos de las estaciones, unos pocos conjurados compraban las novelas de Rebeca Osorio y encontraban ocultas en sus peripecias las consignas que de otro modo no habrían podido recibir: un nombre en clave, la dirección de un lugar seguro, la fecha y la hora de la cita con un mensajero.

È un personaggio che non distingue tra vita privata e impegno ideologico, che trova nella scrittura la possibilità di una realtà la cui storia segue il corso che lei stessa preferisce, esattamente come Brausen in La vida breve, il quale crea il mondo di Santa María a partire da un copione cinematografico. La morte di Walter, però, la costringe a fare i conti con la realtà, che determina il suo annientamento e le causa uno squilibrio mentale: “[…] continúa escribiendo sin papel: porque sobrevivió a la ilusión, pero ya no sabe vivir sin ella y ya no tiene material con que alimentarla.”196

196 G. Martínez, “Duplicidad, duplicación y desdoblamiento en Beltenebros de A. Muñoz Molina”, en Espéculo, Revista de estudios literarios, Universidad Complutense de Madrid, 2005, pp. 23-24, http://www.ucm.es/info/especulo/numero29/duplicid.html, pp. 1-27.

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