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La seconda direttiva Perché si cambia e che cosa

In tempi recenti la revisione della direttiva 2000/35/Ce si è resa necessaria posto che oramai i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali costituiscono pratica sempre più diffusa all'interno dell'Unione Europea.

Si è giunti infatti, in tempi recenti, all'emanazione della Direttiva 201177/Ue178

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che, modificando ed integrando un quadro normativo considerato lacunoso in alcuni profili di dettaglio, muove dall'esigenza di rendere ancora più incisiva la lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali

Il Parlamento Europeo ed il Consiglio adottano la direttiva del 16 febbraio 2011 principalmente per «rilanciare» la competitività delle imprese europee ed al fine di contenere gli effetti che i ritardi di pagamento comportano sulle Pmi.

Il primo effetto consiste, infatti, nel provocare costi significativi essendo le piccole-medie imprese soggette alla variazione del flusso di cassa, avendo al loro interno un numero limitato di clienti ed essendo le spese amministrative di recupero dei debiti significativamente elevate.

Il secondo effetto, invece, si ripercuote sugli scambi intra - comunitari poiché il rischio di ritardi nei pagamenti179 aumenta l'incertezza ed il costo delle

transazioni ed il danno per l'«immagine» del debitore che realizza ritardi di pagamento è meno elevato nei casi in cui il creditore sia stabilito in un altro Stato membro.

Perdipiù il fenomeno dei ritardi di pagamento ha assunto negli anni sempre maggiore rilevanza, sottolineando - appunto - l'acutizzarsi di significativi problemi in materia d gestione finanziaria delle imprese, di competitività e di redditività nonché di liquidità del sistema produttivo in generale.

A tal proposito si pensi, come concretamente nel mercato interno la maggior degli operatori economici forniscono merci e/o servizi ad altri operatori economici e ad amministrazioni pubbliche secondo un sistema di pagamenti differiti, che si presentano perchè non sono certo i termini contrattuali a prevalere nella condotta che pongono in essere.

Ecco che, dunque, la recente direttiva 2011/7/UE muove dall’esigenza di rendere ancora più incisiva, rispetto alla già avviata Direttiva 2000/35/CE, la lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, realizzando - come la stessa afferma in uno dei suoi Considerando - un passaggio deciso verso la cultura dei pagamenti rapidi.

La nuova direttiva 2011/7/UE in tema di lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali: prospettive di recepimento, in Contr. impr., 2012, p. 443 ss; N. SANTIDIPAOLA, Interessi dovuti e danni subiti

per i ritardi di pagamento delle aziende sanitarie provinciali, in Il Civilista, 2012, fasc. 1, p. 52 ss. E M.

GNES, La disciplina europea sui ritardi dei pagamenti (Commento a direttiva 2011/7/UE del Parlamento

Europeo e del Consiglio del 16 febbraio 2011), in Giornale dir. amm., 2011, p. 821 ss., .

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In tema di ritardi di pagamento i primi commenti più diffusi si leggono in Annuario del contratto 2012, diretto da A. D'Angelo e V. Roppo, Giappichelli, Torino, 2013, p. 368 ss; T. PASQUINO, I ritardi di

pagamento nelle transazioni commerciali, in v. CUFFARO (a cura di), Comm. cod. civ., artt. 1277 - 1320, III, Woltres Kluwer, Torino, 2013, p. 633 ss; v. PANDOLFINI, I ritardi di pagamento nelle transazioni

E intende farlo apportando, da un lato, modificazioni sostanziali alla precedente normativa; dall’altro, dettando specifiche regole in tema di transazioni tra imprese; transazioni tra imprese e pubbliche amministrazioni; termini di pagamento; risarcimento delle spese di recupero nonché clausole contrattuali e prassi inique.

In merito alla sua attuazione importante ricordare come il nostro Paese abbia recepito la Direttiva 2011//Ue con il D. Lgs. 192/2012180

, (c.d. “Decreto”), che, entrando in vigore il 30 novembre 2012, trova applicazione per le transazioni commerciali concluse a decorrere dal 1° gennaio 2013.

Rispetto alla iniziale scadenza fissata dall’Unione Europea al 16 marzo 2013, il Legislatore nazionale ha provveduto al recepimento della Direttiva 2011/7/UE con significativo anticipo al fine di far fronte alla «deriva patologica» provocata dall’ormai diffusa prassi dei ritardi di pagamento.

Il Decreto intende, quindi, favorire uno svolgimento delle attività commerciali in tutto il mercato interno scevro dai maggiori rischi caratteristici delle operazioni transfrontaliere e, avendo particolare riguardo alle micro, piccole e medie imprese, assicurare la regolarità, la rapidità e la puntualità nei pagamenti, impedendo altresì abusi della libertà contrattuale a danno del creditore.

In linea con quanto in tempi precedenti si era auspicato realizzare lo Small

Business Act, alla luce di quanto altresì contenuto nelle Comunicazioni della

Comissione Europea.

Un disegno normativo che, nel nostro ordinamento, attualmente si sta sviluppando anche mediante recenti legislazioni, quali ad esempio lo Statuto delle Imprese. La Legge 180 del 2011 – recante «Norme per la tutela della

libertà di impresa. Statuto delle imprese» - rappresenta infatti il primo approccio

italiano al c.d. «Small Business Act» europeo.

Essa assicura una serie di misure finalizzate alla valorizzazione ed alla promozione del ruolo delle micro, piccole e medie imprese nel tessuto socio- economico nazionale e comunitario.

Assumono, infatti, queste ultime ruolo centrale nell’àmbito delle iniziative

180 «Modifiche al decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, per l’integrale recepimento della direttiva

2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, a norma dell’art. 10, comma 1, della legge 11 novembre 2011, n. 180», pubblicato sulla G.U. n. 267 del 15 novembre 2012. Importante il riferimento, dunque, alla Legge 180 del 2011, che rappresenta il primo approccio italiano al c.d. Small Business Act europeo. Fondamentale, infatti, l'art. 1 della Legge che individua nei principi della stessa norme fondamentali di riforma economico-sociale della Repubblica nonché principi dell'ordinamento giuridico dello Stato che hanno lo scopo di garantire la piena applicazionde della Comunicazione della Commissione Europea COM (2008) 394 del 25 giugno.

assunte dall’Unione Europea.

Tra le quali brevemente si rammentano: l’adozione della Carta europea per le piccole imprese nel 2000; la designazione di un rappresentante (c.d. SME Envoy) per le «PMI»; l’elaborazione di una nuova strategia per le piccole e medie imprese nel biennio 2005-2007 che culmina nel 2008 con l’approvazione dello «SBA».

La nuova Direttiva introduce, quindi, in sostanza tre novità fondamentali: la prima consiste nella previsione di un limite di derogabilità del termine di pagamento relativamente alle transazioni con la pubblica amministrazione; il secondo inerente il saggio di interesse da applicare in caso di mora ed il terzo, ed ultimo, attinente ai lavori pubblici quale categoria contrattuale nei cui confronti viene estesa l’efficacia della medesima.

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