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La separazione delle attività

VERSO UN NUOVO PARADIGMA DI VIGILANZA?

4. Le riforme dell’Unione Europea in materia bancaria e la proposta Liikanen

4.1 La separazione delle attività

La prima misura proposta dal gruppo di esperti riguarda la separazione delle attività all’interno dei gruppi bancari. Tale previsione prevede che le attività di investment

banking svolte dal gruppo vengano assegnate ad un altro soggetto giuridico. A differenza

della separazione presente negli Stati Uniti dall’emanazione Glass-Steagal Act fino alla sua abrogazione, la segregazione proposta dal rapporto Liikanen prevede che la banca designata per lo svolgimento delle attività di investimento possa rimanere nel gruppo di appartenenza.

Per quanto riguarda le attività che dovrebbero essere svolte solo dal soggetto giuridico designato, queste sono la negoziazione in conto proprio di tutti gli assets e posizioni in derivati utilizzati ai fini dell’attività di market maker, prestiti e esposizioni creditizie verso gli hedge fund, società veicolo e simili nonché partecipazioni in private

equity. L’altra parte, ovvero la banca retail che potrà raccogliere risparmio presso il

pubblico attraverso lo strumento dei depositi, potrà svolgere le attività di prestito a imprese e famiglie, prestiti interbancari, cartolarizzazione ai fini di finanziamento, private

82 High-level Expert Group on reforming the structure of the EU banking sector, Final report, op. cit., pagg.

61

wealth management, asset management e investimento nel mercato monetario regolato.

Inoltre, il gruppo lascia aperta la possibilità di permettere alle banche retail di investire in derivati ai fini di copertura e di contrattare titoli ai fini della gestione della liquidità. Infine, i servizi di pagamento potranno essere forniti esclusivamente dalla banca retail.

Il trasferimento di fondi o di rischi tra le due entità dovrebbe avvenire a condizioni di mercato e rientrare nel cumulo delle esposizioni interbancarie. Tali trasferimenti dovranno essere consentiti a condizione che vengano rispettati i requisiti di adeguatezza patrimoniale di entrambi le entità. Infatti, il rispetto dei requisiti patrimoniali dovrebbe essere imposto sia alle entità separate che alla banca nel suo complesso.

Il gruppo suggerisce che la separazione venga imposta soltanto se le attività da separare siano una quota significativa del business del gruppo bancario. La significatività della quota è stabilita in due differenti fasi:

1. durante la prima fase, il gruppo bancario sarà interessato da questa misura se le sue attività oggetto della separazione superano il 15-25% del totale attivo o se queste superano la soglia dei 100 miliardi di euro;

2. a seguito, le autorità di vigilanza avranno il compito di calibrare la soglia percentuale utilizzata nella prima fase.

Tale separazione dovrebbe essere applicata a tutte le banche indipendentemente dal modello di business adottato al fine di rispettare la diversità del sistema bancario europeo e il principio del level playing field.

Gli obiettivi della separazione evidenziati dal rapporto possono essere così sintetizzati:

1. limitare l’assunzione dei rischi grazie ai depositi assicurati da parte del gruppo;

2. evitare che i fondi della banca retail vengano usati per coprire le perdite causate dalle attività speculative;

3. aumentare i fondi destinati alle imprese non finanziarie; 4. ridurre le interconnessioni tra le banche e il rischio sistemico;

5. limitare le aspettative del mercato di supporto pubblico in caso di fallimento delle entità di investimento del gruppo;

6. facilitare le operazioni di recupero di una due entità in modo da non mettere a repentaglio l’operatività dell’entità sana.

Inoltre, la separazione potrebbe migliorare la trasmissione della politica monetaria nel caso in cui si la banca retail sarebbe l’unica destinataria della liquidità della banca

62 centrale.

Infine, la separazione proposta consente il mantenimento della capacità delle banche di offrire una vasta gamma di servizi finanziari ai propri clienti affrontando così le debolezze del settore bancario, pur mantenendo i principali vantaggi del modello della banca universale.83

Per capire la portata della misura, possiamo far riferimento alla figura 2.1.

Figura 2.1 – Le banche interessate dalla separazione obbligatoria del rapporto Liikanen

Fonte: Farah Khalique, Chart of the day: Banks in the Liikanen ring-fence zone, articolo tratto da

www.efinancialnews.com, Londra, 2012.

Il grafico a barre tiene conto della somma degli assets held for trading e avaible for sale in rapporto al totale attivo delle maggiori banche europee nel 2011 e 2007. La zona rossa indica l’intervallo entro il quale potrà essere calibrata la soglia definitiva che farà scattare l’obbligatorietà della separazione. Guardando ai valori del 2011, se venisse scelta la soglia più prudente, 25 banche europee supererebbero il 15%, mentre nel caso della soglia massima del 25%, solo 13 banche rientrerebbero della separazione obbligatoria. Per quanto riguarda le tre banche italiane, queste non rientrerebbero nella separazione se venisse scelta la soglia del 25%.84

83 High-level Expert Group on reforming the structure of the EU banking sector, Final report, op. cit., pagg.

101-103.

84 Farah Khalique, Chart of the day: Banks in the Liikanen ring-fence zone, articolo tratto dal sito

63 Volendo avanzare delle prime considerazioni a riguardo della prima misura del rapporto, possiamo dire che la previsione di una soglia percentuale proveniente dai dati di bilancio potrebbe creare la possibilità di aggiustamento dei bilanci al fine di evitare la separazione, ma che una previsione così netta è necessaria al fine di avere una regola precisa trasparente. La scelta di non applicare la separazione all’intero sistema bancario europeo può essere giustificata se teniamo conto della relazione tra dimensioni e attività descritta nel capitolo precedente. Infatti, lo stesso rapporto Liikanen dimostra che le banche di minori dimensioni tendono a impegnarsi di più nelle attività bancarie tradizionali, mentre le banche di maggiori dimensioni hanno una più alta quota di attività di trading.

La previsione della separazione proposta dal gruppo può comunque comportare dei riflessi negativi sulle banche interessate. In particolare, lo stato attuale permette alle banche di scegliere se investire i propri fondi nella concessione dei prestiti o nell’acquisto di titoli nei mercati dei capitali. La separazione porterebbe inevitabilmente ad una diminuzione dei fondi investiti nei mercati dei capitali ma anche ad un maggior livello di fondi impiegati nella concessione di prestiti a famiglie e imprese. In questo modo, vi è la possibilità di innescare un’espansione del credito a discapito di minori flussi finanziari convogliati verso i mercati dei capitali. Il rischio è quello di veder diminuire i sempre più limitati livelli di utili delle grandi banche europee al fine però di ottenere un sistema più sano e più attento al finanziamento dell’economia non finanziaria.

Inoltre, il gruppo non crede che una tale misura abbia uno scopo preventivo nello scongiurare nuove crisi finanziarie, ma che abbia principalmente una funzione di copertura a seguito della manifestazione della crisi di intermediario dato che rende più facile la vendita della parte malata del gruppo senza che questa leda l’operatività della parte sana.

Sembra utile, infine, un confronto tra questa proposta e gli interventi adottati da Stati Uniti e Regno Unito. La tabella seguente riassume quanto detto finora a riguardo delle tre misure.

64 Tabella 2.1 – Attività consentite e vietate alle banche retail secondo le tre misure

Volcker rule Rapporto ICB Rapporto

Liikanen

Negoziazione in proprio di titoli e di

derivati No No No

Investimento in hedge fund e private

equity No No No

Attività di market making Si No No

Gestione di portafogli Si Si Si

Società holding con affiliate

bancarie e di negoziazione Non consentito Consentito Consentito

Estensione geografica Senza restrizioni Ristretta ai clienti SEE Senza restrizioni

Fonte: Comitato di Basilea, Relazione annuale numero 83, Basilea, 2013, pag. 64.

La tabella 2.1 mostra le attività consentite e vietate dai tre approcci. Le maggiori differenze riguardano la possibilità per le banche commerciali che operano negli Stati Uniti di effettuare l’attività di market making anche se sono le uniche a non poter far parte di gruppi che al loro interno hanno società di trading. Inoltre, il rapporto Vickers non darà la possibilità alle banche ring-fenced di prestare servizi ai clienti al di fuori dello Spazio Economico Europeo.

Per quanto riguarda i destinatari delle misure, la Volcker rule riguarderà tutte le banche commerciali che operano negli Stati Uniti, la segregazione proposta dall’ICB verrà applicata a tutte le banche presenti sul territorio del Regno Unito, mentre la separazione proposta del rapporto Liikanen potrà essere applicata in base alla soglia già descritta riguardante il rapporto tra le attività oggetto di separazione e totale attivo.

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