• Non ci sono risultati.

Il settore commercio comprende le imprese operanti nel territorio della provincia di Verona nei settori di attività 50 - Commercio manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli. Vendita al dettaglio di carburanti per autotrazione, 51 - Commercio all'ingrosso e intermediari del commercio (escl. auto e moto) e 52 - Commercio al dettaglio (escl. auto e moto). Riparazione di beni personali e per la casa.

Si tratta di un numero medio di imprese attive nel triennio 2004-2006 pari a 19.240, di cui 2.763 rette nella forma di società di capitali.

L’analisi è stata realizzata aggregando i bilanci di 2.086 imprese attive in ciascuno dei tre anni 2004-2006.

Nella tabella seguente si riepiloga il numero di bilanci per ciascuna classe di attività appartenente al settore.

Attività N. bilanci

50 - Commercio manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli Vendita al dettaglio di

carburanti per autotrazione 260

51 - Commercio all'ingrosso e intermediari del commercio (escl. auto e moto) 1326 52 - Commercio al dettaglio (escl. auto e moto) Riparazione di beni personali e per la casa 500 L’approfondimento dell’analisi relativa ai bilanci del settore è stata fatta grazie alla disponibilità di dati disaggregati per classe dimensionale; pertanto, nel seguito si commenteranno dati e indicatori relativi al settore nel complesso ma anche alle tre classi dimensionali individuate anche per l’analisi del comparto: la prima classe comprende le imprese che, con riferimento all’anno 2004 presentavano un valore della produzione fino a 10 milioni di euro, la seconda le imprese con valore della produzione superiore a 10 milioni e fino a 50 milioni di euro, la terza le imprese con valore della produzione superiore a 50 milioni di euro.

SETTORE COMMERCIO

Bilanci esaminati per classe di valore della produzione (triennio 2004-2006)

Classe di V.P. n° bilanci % su totale

L’analisi complessiva del settore può invece essere condotta con riferimento ad un arco temporale più ampio, che comprende gli anni dal 2001 al 2006; ciò è possibile grazie all’utilizzo dei dati sui bilanci aggregati dei trienni 2001-2003 e 2003-2005, che sono stati oggetto di analoga analisi negli scorsi due anni15.

Il bilancio aggregato di settore evidenzia i seguenti dati di sintesi.

2004 2005 2006

capitale investito netto 3.788.698.748 4.083.623.757 4.673.399.104 valore della produzione 16.984.647.461 17.804.809.844 19.188.203.463

15Cfr. B. Campedelli, I bilanci delle società di capitali della provincia di Verona , volume 3, presentato in occasione della 4^

giornata dell’economia del 12 maggio 2006, CCIAA Verona – Servizio Studi e Ricerche e B. Campedelli, Foto di gruppo con bilancio: le performance delle imprese veronesi, volume 2, presentato in occasione della 5^ giornata dell’economia del 15 maggio 2007 CCIAA Verona – Servizio Studi e Ricerche. Si consideri che, in ciascuno dei trienni oggetto di analisi, il campione di imprese utilizzato per l’analisi comprende le società di capitali operative in tutti e tre gli anni degli anni del triennio considerato, e che pertanto il campione potrebbe variare di triennio in triennio.

Il settore commercio nella provincia di Verona – così come emerge dalle risultanze del campione analizzato – assume nel triennio 2004-2006 una dimensione in termini di capitale investito netto medio di 4,18 miliardi di euro ed in termini di valore della produzione di 18 miliardi di euro (nel triennio 2001-2003 era 17,4 miliardi di euro).

C o m m e rcio - valore della produzione

15.500.000.000

Con riferimento al settore nel suo complesso è possibile osservare la dinamica di sviluppo nel periodo 2001-200616.

sviluppo 2001-2002 2002-2003 2003-2004 2004-2005 2005-2006

∆ fatturato 29,79% -16,87% 3,81% 4,65% 8,14%

∆ costi operativi 32,81% -18,22% 3,28% 4,95% 7,34%

∆ investimenti totali 47,73% -19,90% 2,86% 8,46% 10,60%

∆ investimenti in immobilizzazioni 15,35% -0,05% 5,19% 11,56% 8,65%

∆ immobilizzazioni materiali e immateriali 14,29% -5,02% 6,03% 11,95% 5,22%

∆ patrimonio netto 17,14% -7,79% 18,46% 11,02% 7,53%

Il trend di sviluppo evidenzia un divario rilevante tra l’anno 2002, con tassi di sviluppo molto elevati, e l’anno 2003 con tassi di sviluppo negativi; negli anni successivi il trend è positivo, con tassi di sviluppo più contenuti.

Il fatturato e i costi operativi negli anni 2004-2006 si incrementano a tassi via via crescenti ; nel 2006 la situazione appare decisamente più positiva dei due anni precedenti anche perché la crescita dei costi è inferiore a quella del fatturato.

Anche per gli investimenti totali si nota un trend di sviluppo a tassi crescenti negli ultimi tre anni, superando il 10% di crescita nel 2006.

Più diversificata è la situazione a livello di investimenti in capitale fisso, per i quali il tasso di maggiore sviluppo si riscontra nel 2005, per poi ridursi nel 2006.

Per il patrimonio netto, dopo i primi due anni con andamento opposto, lo sviluppo è sempre positivo ma a tassi decrescenti nel periodo 2004-2006.

Nel periodo considerato il bilancio aggregato di settore pone in rilievo i seguenti caratteri di liquidità finanziaria17.

liquidità finanziaria 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Quoziente di liquidità (AC/PC) 1,21 1,13 1,15 1,17 1,24 1,17

Quoziente di liquidità secca (AC -R)/PC 0,80 0,68 0,76 0,80 0,85 0,83

16Si precisa che le variazioni 2002-2001 e 2003-2002 sono prese dall’indagine sul triennio 2001-2003, la variazione 2004-2003 è presa dall’indagine sul triennio 2003-2005, mentre le variazioni 2004-2005 e 2005-2006 sono prese dalla più recente indagine sul triennio 2004-2006.

17Si precisa che il dato degli anni 2001-2003 è preso dall’indagine sull’omonimo triennio, mentre il dato degli anni 2004-2006 è preso dall’indagine sull’ultimo triennio 2004-2006, pertanto il dato 2004 e 2005 potrebbe differire da quello analizzato lo scorso anno, che prendeva per riferimento il triennio 2003-2005.

L’andamento della liquidità non è uniforme nel periodo; dopo un netto calo nel 2002 la situazione tende a migliorare fino al 2005, con una nuova flessione infine nel 2006.

In generale l’attivo corrente, magazzino compreso, è comunque superiore al passivo corrente, mentre le sole liquidità immediate e differite rappresentano mediamente circa un 70-80% del passivo corrente.

In merito alla solidità finanziaria, il bilancio aggregato pone in evidenza i seguenti indicatori per il periodo 2001-200618.

solidità finanziaria 2001 2002 2003 2004 2005 2006

quoziente immobilizzo attivo (AI/AC) 0,34 0,25 0,33 0,34 0,34 0,36

rapporto indebitamento (CT/CN) 3,63 4,88 4,07 3,49 3,38 3,51

consolidamento del passivo (PCNS/PCR) 0,28 0,17 0,23 0,23 0,28 0,24 copertura generale immobilizzazioni (CN+Pcons)/AI 1,51 1,47 1,40 1,43 1,56 1,41

copertura immobilizzazioni (CN/AI) 0,84 0,85 0,79 0,87 0,89 0,84

Il grado di rigidità dell’attivo appare per tutto il periodo oscillare attorno al 34%, ad eccezione del 2002 nel quale l’indicatore si riduce notevolmente.

Nel passivo il quoziente di consolidamento non subisce variazioni rilevanti, se non nel 2002 dove è in calo;

mediamente il passivo consolidato è pari a circa il 25% del passivo corrente.

Gli indici di copertura evidenziano come passivo consolidato e capitale proprio siano nel periodo sempre ampiamente superiori all’attivo immobilizzato (pari a circa 1,5 volte lo stesso); gli anni in cui l’indicatore è più elevato sono il 2005 e il 2001.

Il solo capitale proprio invece non copre le immobilizzazioni, ma ne costituisce una percentuale che oscilla attorno all’85%, con un calo nell’anno 2003.

Nella tabella e nel grafico seguenti si apprezza meglio l’andamento dell’indebitamento.

L’indicatore non ha un andamento lineare; il 2002 rappresenta in assoluto l’anno più negativo, con debiti che sono pari a quasi 5 volte il capitale proprio; negli altri anni l’indebitamento si riduce, ma mediamente il valore è sempre elevato, pari a 3,5 circa.

media

2001-2003 media 2004-2006

rapporto indebitamento (CT/CN) 4,19 3,46

Commercio - rapporto indebitamento (CT/CN)

2001 2002 2003 2004 2005 2006

18 Si rinvia alla nota precedente per il riferimento ai valori dei diversi trienni di indagine.

Nel periodo 2001-2006 il bilancio aggregato di settore pone in evidenza i seguenti caratteri di produttività.

produttività economica 2001 2002 2003 2004 2005 2006

valore aggiunto/totale attivo 23,18% 18,81% 22,86% 20,86% 20,47% 20,46%

valore aggiunto/valore produzione 9,90% 8,96% 10,60% 9,79% 9,94% 10,19%

media

2001-2003 media 2004-2006 valore aggiunto/totale attivo 21,61% 20,60%

Commercio - valore aggiunto/totale attivo

23,18%

18,81%

22,86%

20,86% 20,47% 20,46%

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

2001 2002 2003 2004 2005 2006

La produttività economica del capitale subisce un calo nel 2002, che abbiamo già rilevato essere un anno particolarmente negativo per il settore; negli anni successivi tende a riassestarsi su valori attorno al 20%.

Il valore aggiunto per unità di prodotto invece, ad eccezione del 2002, oscilla sempre attorno al 10%, senza variazioni significative.

Nelle tabelle seguenti vengono riepilogati i principali indicatori di redditività calcolati sulla base del bilancio aggregato del campione di imprese del settore con riferimento agli anni 2002-200619.

2002 2003 2004 2005 2006

ROI 14,01% 14,51% 14,54% 13,60% 14,88%

ROS 3,04% 3,58% 3,09% 3,02% 3,40%

ROE 15,68% 19,69% 16,71% 12,03% 16,14%

media

2002-2004

media 2005-2006

ROI 14,36% 14,24%

ROE 17,36% 14,09%

19 Si precisa che gli indicatori degli anni 2002 e 2003 sono ripresi dall’indagine relativa al triennio 2001-2003, gli indicatori dell’anno 2004 sono ripresi dall’indagine relativa al triennio 2003-2005 e quelli degli anni 2005-2006 sono invece relativi all’ultimo triennio 2004-2006.

Commercio - ROI e ROE

0,00%

5,00%

10,00%

15,00%

20,00%

25,00%

2002 2003 2004 2005 2006

ROI ROE

Dalle tabelle e dal grafico si può notare come il livello della redditività sulle vendite (ROS) e della redditività del capitale investito (ROI) si mantengono pressoché costanti nel periodo, su valori rispettivamente pari al 3% e al 14%; il divario tra i due indicatori evidenzia l’alto impatto della rotazione del capitale nella redditività operativa delle imprese del settore commercio.

La redditività del capitale proprio (ROE) ha un valore medio più basso nel periodo 2005-2006; infatti l’anno con il valore più basso dell’indicatore è il 2005.

Il campione di imprese oggetto di analisi è stato suddiviso in base alla classe dimensionale.

Nella tabella seguente sono riportati i principali indicatori per il triennio 2004-2006 (valori medi) riferibili al settore nel suo complesso e a ciascuna delle classi dimensionali individuate sulla base del valore della produzione.

Commercio settore VP < 10 10 > VP > 50 VP > 50

∆ fatturato 6,40% 9,52% 3,83% 6,19%

∆ costi operativi 6,14% 9,45% 3,55% 5,89%

∆ investimenti totali 9,53% 10,10% 8,86% 9,51%

∆ investimenti in immobilizzazioni 10,11% 6,52% 18,61% 10,17%

∆ immobilizzazioni materiali e immateriali 8,59% 8,09% 14,46% 7,82%

∆ patrimonio netto 9,28% 9,85% 7,51% 9,60%

Quoziente di liquidità (AC/PC) 1,19 1,16 1,24 1,20

Quoziente di liquidità secca (AC -R)/PC 0,82 0,76 0,84 0,85

quoziente immobilizzo attivo (AI/AC) 0,35 0,33 0,21 0,42

rapporto indebitamento (CT/CN) 3,46 4,04 3,64 3,15

consolidamento del passivo (PCNS/PCR) 0,25 0,24 0,17 0,29

copertura generale immobilizzazioni (CN+Pcons)/AI 1,47 1,41 1,95 1,39

copertura immobilizzazioni (CN/AI) 0,87 0,80 1,27 0,82

valore aggiunto/totale attivo 20,60% 16,90% 18,68% 23,18%

valore aggiunto/valore produzione 9,98% 12,19% 10,44% 9,23%

ROI 14,24% 6,27% 11,05% 24,22%

ROS 3,21% 3,16% 2,84% 3,31%

ROE 14,09% 5,52% 5,90% 20,30%

In termini di sviluppo del fatturato e dei costi operativi, le imprese che mediamente rilevano i migliori risultati sono le imprese più piccole, seguite a distanza dalle grandi, che presentano uno sviluppo analogo a quello del settore nel complesso.

Le medie imprese, viceversa, nel periodo investono di più in immobilizzazioni, mentre lo sviluppo degli investimenti totali è paragonabile nelle tre classi dimensionali.

Per quanto attiene alla capitalizzazione delle imprese, questa è mediamente in crescita del 10% per le piccole e per le grandi imprese, dell’8% per le medie.

La situazione di liquidità appare più positiva per le imprese medie e grandi, anche se le piccole imprese seguono a breve distanza.

Il livello di rigidità del capitale e di consolidamento del passivo appaiono più elevati nelle grandi imprese, mentre sono al di sotto della media del settore per le imprese di medie dimensioni, che presentano anche un livello molto elevato di copertura delle immobilizzazioni; per queste, infatti, anche il solo capitale proprio è più che capiente rispetto agli investimenti fissi.

La produttività del capitale appare direttamente correlata alle dimensioni delle imprese, essendo più elevata per le imprese grandi e medie; viceversa le piccole imprese presentano un più elevato valore aggiunto per unità di prodotto.

Anche la redditività appare positivamente correlata alle dimensioni; le grandi imprese rilevano valori nettamente superiori di ROI e ROE; al crescere delle dimensioni pare che l’elemento determinante sia la maggiore rotazione del capitale, posto il maggiore divario tra ROS e ROI che caratterizza le imprese medio/grandi.

A livello di redditività del capitale proprio è possibile osservare un impatto negativo delle gestioni extra-operative e della struttura finanziaria delle imprese del settore, posto che ROE è sempre inferiore al ROI, soprattutto per le medie imprese.

Documenti correlati