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Capitolo 3 La pianificazione e la programmazione strategica nella pubblica

3.2 Settore pubblico: ruolo, finalità e strumenti

In via preliminare si può affermare che ogni società può essere ricondotta ad un contratto sociale intorno a bisogni comuni da soddisfare (Pavan, Reginato, 2004: 28); tali bisogni devono essere soddisfatti da un’organizzazione che stia al di sopra dei singoli individui della società e che ne curi gli interessi generali. Questa organizzazione è rappresentata dal settore pubblico.

Le finalità della PA possono essere classificate in sette grandi categorie (Johnson, 1992: 7):

 Proteggere la vita ed i diritti dei cittadini: in questa categoria rientrano materie quali la difesa, la sanità, la pubblica sicurezza e la sicurezza sul lavoro;

 Assicurare le risorse basilari per la vita della cittadinanza: rientrano in questo campo gli interventi contro la povertà quali, ad esempio, le agevolazioni per aiuti alimentari ai cittadini che vivono sotto la soglia di povertà;

 Supportare ed aiutare le persone non autosufficienti: appartengono a questo campo materie quali la previdenza, gli aiuti ai disabili, la lotta contro la disoccupazione;

 Promuovere una crescita economica costante e bilanciata: questa categoria comprende gli interventi volti allo sviluppo dei trasporti pubblici, alla

concertazione sui contratti di lavoro, alla regolamentazione dei tassi di interesse e del credito bancario, allo sviluppo ed alla crescita economica;

 Promuovere una buona qualità della vita e le opportunità per il successo personale: è questo il settore dell’educazione e della cultura;

 Proteggere l’ambiente: in questa categoria rientrano gli interventi volti alla protezione della natura, alla lotta contro gli inquinamenti, alla gestione dei rifiuti ed alla razionale utilizzazione delle risorse naturali;

 Promuovere il progresso scientifico e tecnologico: rientrano in questo campo le attività di ricerca scientifica.

Per poter raggiungere nel modo migliore tutti questi scopi la PA ha la necessità di doversi organizzare in modo tale da poter svolgere la propria attività in modo efficace ed efficiente.

Le modalità con cui una singola amministrazione pubblica si organizza fanno parte di una più vasta organizzazione di una società; tale organizzazione viene chiamata modello

istituzionale, che rappresenta, in termini vasti e generali, le norme e le prassi che

definiscono i modi di organizzazione di una società a tutti i livelli: chi e come rappresenti i cittadini e come debba essere amministrata la cosa pubblica (Borgonovi, 1996: 89-103).

Mediante il modello istituzionale si individuano gli istituti che regolano la vita e le norme di una società e si individuano anche le relazioni tra i diversi istituti e tra istituti e società civile. Normalmente, in ogni società possiamo individuare tre categorie di soggetti (Pavan, Reginato,2004: 33-34) che presentano delle caratteristiche peculiari e che si trovano a dover interagire tra loro; tali categorie sono:

 I cittadini;  Le istituzioni;

 Le organizzazioni pubbliche.

Le continue interazioni tra queste tre diverse categorie di attori di una società possono essere validamente sintetizzate nello schema che esponiamo di seguito, rappresentante una società vista come un sistema dinamico (Pavan, Reginato, 2004), nel quale ogni categoria di attori interagisce con le altre.

Fig. 1 – Interazioni esistenti tra gli attori di una società

Fonte: Pavan, Reginato (2004), pag. 36.

Ad ogni modo tutte le amministrazioni pubbliche, sia quelle che presentano modelli accentrati che quelle che danno enfasi ai modelli decentrati, per perseguire le proprie finalità, utilizzano lo strumento della politica pubblica. Questa può essere definita come l’insieme delle azioni compiute da un insieme di soggetti che siano in qualche modo correlate alla soluzione di un problema collettivo, ossia di un bisogno considerato di interesse pubblico (Dente, 1990: 15).

Una politica pubblica viene ideata e realizzata attraverso un processo detto di policy making, che può essere sintetizzato seguendo il grafico qui di seguito riportato.

Fig. 2 – La “ruota” delle politiche pubbliche

Fonte: Johnson (1992), pag. 18, traduzione.

Il punto di partenza è rappresentato dall’ideazione e formulazione della politica pubblica considerata, nella quale si mettono a fuoco gli obiettivi perseguiti e si individuano le risorse iniziali per raggiungerli. In una seconda fase dette risorse

Implementazione della politica pubblica

Outcome ed impatti sociali della politica

pubblica Ideazione e creazione della politica pubblica ISTITUZIONI ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE CITTADINI Informazioni REAZIONI Influenze Pressione Sociale ISTITUZIONI ORGANIZZAZIONI PUBBLICHE CITTADINI Decisioni Servizi Consenso OUTPUT

vengono gestite per svolgere le attività di produzione di beni e servizi necessarie per raggiungere i fini istituzionali, mentre nella terza fase si misurano gli outcome e gli impatti sociali delle politiche messe in atto.

Il processo di policy making prevede la presenza di quattro diverse categorie di attori: gli attori politici, responsabili dell’ideazione delle politiche pubbliche; le burocrazie, aventi il compito di “gestire” e mettere in pratica le politiche pubbliche; i gruppi di interesse (lobby) che, perseguendo obiettivi specifici, cercano di fare pressioni agli attori politici in modo da indirizzare verso binari ben precisi le decisione circa le politiche pubbliche da adottare; gli esperti, detentori del know-how, che si propongono come supporto ai decisori (Dente, 1990: 27).

Le politiche pubbliche, così come già accennato, riguardando bisogni collettivi ed interessi pubblici, vengono adottate in diversi campi tematici, riconducibili ai diversi scopi della PA visti ad inizio paragrafo. Nella presente trattazione faremo particolare riferimento alle politiche territoriali, focalizzando l’attenzione sulla politica ambientale, intesa come protezione della natura e sulla correlata politica urbanistica, riguardante la gestione del territorio. Cercheremo di presentare, innanzitutto, una esaustiva descrizione dei concetti di pianificazione e programmazione, perché rappresentano due concetti basilari per l’ideazione e l’implementazione di una qualsiasi politica pubblica.