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Settori metalmeccanico, chimico e cartario. Percentuali dei valori globali

Anni

Produzione Capitali Occupazione

Metal. Chim. Cart. Metal. Chim. Cart. Metal. Chim. Cart.

1895 7,8 4 4,3 ____ 1 2 1 , 8 5,1

1906 4 10,4 14,6 4,9 3,7 3,3 6,9 4,1 4,3

1910 5,1 4,8 4,5 5,9 5,8 5,3 8,5 6 , 1 6,3

1910-4 4,6 5,8 4 6,3 5,7 5,6 8 , 8 5,8 5,9

1914-8 4,5 8,5 4,7 5,7 6,3 6,3 7,7 7,1 7,1

L’analisi delle percentuali sui valori globali di produzione, capitali investiti e occupazione per questi tre settori ci indica che l’importanza relativa sulla produzione globale del settore metalmeccanico e del settore cartario restò immutata, mentre l’importanza del settore chimico conobbe un certo incremento. A livello dei capitali investiti, riscontriamo stagna­ zione per il settore metalmeccanico e incremento per gli altri due, situa­ zione che si riscontra anche a livello dell’occupazione.

Per il settore metalmeccanico e per quello chimico, l’evoluzione della produzione, dei capitali investiti e dell’occupazione è concordante, men­ tre nel settore cartario malgrado l’incremento dei capitali investiti e del­ l’occupazione, non c’è incremento dell’occupazione.

Dal confronto della produzione, dei capitali e dell’occupazione in questi tre settori (tabella XXI) si nota, in primo luogo, che nel periodo 1895-1910 la produzione cresce ad un ritmo inferiore a quello globale, mentre l’incremento dei capitali è assai superiore. In secondo luogo, no­ tiamo che l’occupazione, tranne per il settore metalmeccanico, conosce un incremento superiore a quello globale.

Durante il periodo 1910-1918, l’incremento della produzione è supe­ riore a quello globale per i settori chimico e cartario, succedendo altret­ tanto per i capitali investiti e per l’occupazione. Costatiamo così che i set­ tori chimico e cartario seguono molto da vicino l’evoluzione globale, mentre il settore metalmeccanico, conoscendo una stagnazione, è in via

di diventare un settore marginale, invece d ’assumere il ruolo — che in questo periodo aveva nelle economie industrializzate — di settore di punta dello sviluppo industriale.

XXL Produzione, capitali e occupazione nei settori metalmeccanico, chi­ mico e cartario. Indici (1918 = 100) 2S. _________________

Anni

Produzione Capitali Occupazione

Metal. Chim. Cart. Metal. Chim. Cart. Metal. Chim. Cart.

1895 37,8 9,9 19,5 84,4 14,5 28,9 1906 28,1 11,5 15,3 23,4 14,8 1 2 , 2 48,6 31,7 24,4 1910 69 33,5 56,4 54,1 43,9 38,2 99,7 78,3 58,8 1911 76,8 38,7 52,7 69,6 48,1 45,5 114,2 77,8 61,7 1912 76,8 46,2 56,9 72,3 55,2 49,5 1 1 2 , 8 83 62,4 1913 90,5 49 45,7 49,8 35,1 37,2 144,5 8 6 6 6 , 2 1914 35,1 30,6 28 30,9 24,6 20,3 65 57,7 40,7 1915 39,2 41,6 39,7 48,3 40,6 38,7 75,9 88,5 54,8 1916 58,3 52,4 53,3 61 53,3 46 85,7 84 57,3 1917 85,4 80,2 84,6 8 8 81,6 81,6 81,6 98 63 1918 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 Tassi % 1895-1910 2,3 6 4,6 18,7 21,5 24,8 1,9 9,9 3 | 1910-1918 0,7 13,4 5,4 4,8 8 , 6 9,8 -4,3 2,9 -0,7

Notiamo inoltre che tanto per la produzione, come per i capitali e l’occupazione, l’unico settore che già nel 1895 aveva raggiunto un livello superiore a quello globale è quello metalmeccanico; a un livello inferiore troviamo quello cartario e specialmente quello chimico. Verso il 1910, il livello della produzione globale è superiore a tutti questi settori, mentre per quanto riguarda i capitali e l’occupazione il settore metalmec­ canico è ancora a un livello superiore; il settore cartario e quello chimico tendono però a ridurre — grazie ai loro alti tassi d incremento il divario che li separa dal livello globale della produzione, dei capitali in­ vestiti e specialmente delPoccupazione.

La situazione verso il 1915-1918, malgrado la crisi, non è notevol­ mente mutata: il livello della produzione, dei capitali e dell occupazione nei tre settori è inferiore a quello raggiunto dalla produzione, dai capitali e dall’occupazione globali.

XXII. Produzione e capitali investiti nell’industria e nell’artigianato metal­ meccanico, chimico e cartario. Indici (1918 — 100) 29.

Produzione Capitali

Anni Metalmecc. Chimico Cartario Metalmecc. Chimico Cartario

Ind. Artig. Ind. Artig. Ind. Artig. Ind. Artig. Ind. Artig. Ind. Artig.

1910 65,2 118,5 33,3 133,2 56,1 76,9 52,2 86,5 43,3 150 38 53,2 1911 73,5 118,5 38,5 133,2 52,5 69,2 67,5 104,3 47,4 175 45,3 59,9 1912 73,5 118,3 37,7 133,2 56,6 76,9 70,1 108,7 54,4 2 0 0 49,3 6 6 , 6 1913 8 6 , 6 139,3 48,8 166,5 45,5 61,5 48,5 73,2 34,6 125 37,1 46,6 1914 33,6 54 30,5 99,9 27,8 38,4 26,9 99,9 24,3 75 18 179,8 1915 36,8 70,7 41,1 266,4 39,3 53,8 45,9 8 8 , 8 39,5 250 38 86,5 1916 55,4 95,6 52 199,9 53 76,9 59,2 91 52,2 275 45,5 79,9 1917 80,7 145,6 79,9 199,8 84,2 107,6 85,3 133,2 80,5 250 81,3 106,5 1918 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 Tassi % 0 , 8 -1,4 13,6 -2,4 6 , 2 3,6 5,2 1,8 8 , 6 -6 , 2 9 -0 , 6

La tabella XXII mostra che la produzione industriale dei tre settori ha un andamento assai simile, tranne per la fase critica 1912-1913, du­ rante la quale la produzione del settore cartario subisce una flessione (l’indice passa da 56,6 a 45,5) e gli altri due settori continuano invece la fase espansiva iniziatasi probabilmente prima del 1910. Per tutti e tre i settori il punto critico è raggiunto nel 1914, e la ripresa che segue ha un andamento simile. L ’andamento della produzione artigianale di questi tre settori è assai simile a quello della produzione industriale; la differen­ za si nota negli anni della crisi, in cui la produzione artigianale mostra un calo più forte di quello della produzione industriale.

A livello dei capitali investiti si nota, invece, che la recessione in­ comincia prima nel settore chimico che in quello metalmeccanico e car­ tario, e che il punto critico è raggiunto per l’industria chimica nel 1913, per quella metalmeccanica nel 1914 e per quella cartaria soltanto nel 1915. Superata la crisi, la produzione ha una tendenza più espansiva nel settore cartario, mentre i capitali investiti hanno una tendenza più espan­ siva nel settore chimico.

XXIII. Occupazione, massa salariale e salari nell’industria e nell’artigia­ nato metalmeccanico. Indici (1918 = 100) s0.

Anni

Occupazione Massa salariale Salari

Op. Artig. Imp. Tot. Op. Artig. Imp. Tot. Op. Artig. Imp. Tot.

1910 _ _ 99,7 _ 44 35,7 1911 114,2 63,9 45,4 1912 1 1 2 , 8 6 6 47,3 1913 192,6 107,8 144,5 58,1 98,2 98,2 57,1 1914 56,5 82,2 50,2 65 36 30,6 59,4 59,2 1915 70 92,5 89,9 75,9 36,5 38 47 36,5 51,2 41,7 47 51,2 1916 82 97,1 92,9 85,7 53,1 6 6 , 6 55,4 53,1 62,2 73,4 65,1 62,2 1917 93,3 118 94,9 98,6 74,1 109,4 94,1 74,1 74,5 94,1 54,9 74,5 1918 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 Tassi % 13,8 6,5 2 0 , 2 -4,3 26,5 45,1 13,5 3,9 16,4 2 2 , 1 0,7 10,5

L’evoluzione del settore metalmeccanico — come può vedersi dal confronto delle tabelle XXII e XXIII — mostra una tendenza assai posi­ tiva per gli anni precedenti la crisi. Una volta scoppiata la crisi, tutti gl in­ dicatori di cui disponiamo s’orientano al ribasso: l’unica eccezione è costi­ tuita dai capitali investiti, il cui calo inizia già nel 1912, segno precursore quindi della crisi che scoppierà l’anno seguente. La ripresa dopo la crisi avviene anche per la massa salariale, i salari e gli stipendi, i quali ritor­ nano al livello precedente la crisi, mentre non succede altrettanto per l’occupazione, la quale nel 1918 è ancora inferiore, per gli operai indu­ striali, a quella che era nel 1913; è superiore, invece, l’occupazione im­ piegatizia. Per l’artigianato la situazione è diversa, in quanto in questo settore il livello dell’occupazione sembra essere superiore, nel 1918, a quello precedente la crisi.

Dalla descrizione del settore metalmeccanico si riescono a intravedere certi meccanismi interni. Uno di questi riguarda la scarsa capacità di difesa del settore metalmeccanico nel momento della crisi, fenomeno che si osserva assai bene nel crollo generalizzato della produzione, dei capitali investiti, dell’occupazione, della massa salariale. Il fatto che questo set­ tore non sia riuscito a creare i meccanismi di autodifesa e la sua ripresa — assai rapida — negli anni posteriori alla crisi, lo avvicinano in un certo qual senso al settore tessile. Tutto sembrerebbe indicarci che si

tratta di un settore sorto piuttosto tardi, che nel 1918 non ha ancora esaurito le possibilità che gli offrivano la struttura economica del paese e il commercio internazionale.

Il fatto che l’occupazione nel settore metalmeccanico non ha ancora raggiunto, nel 1918, il livello precedente alla crisi e che il livello dei capi­ tali investiti è assai superiore a quello degli anni critici, sembrerebbe in­ dicarci che un certo rinnovamento di carattere tecnologico è avvenuto in questo settore. Il fatto invece che il settore artigianale conosca nel 1918 un livello d ’occupazione superiore a quello precedente alla crisi potrebbe indicarci che in questo settore non avvenne un rinnovamento degli im­ pianti, oppure che una percentuale della mano d’opera precedentemente occupata nell’industria era stata assorbita dall’artigianato.

XXIV. Occupazione, massa salariale e salari nell’industria e nell’artigia­ nato del settore chimico. Indici (1918 — 100) 31.

Anni

Occupazione Massa salariale Salari

Op. Artig. Imp. Tot. Op. Artig. Imp. Tot. Op. Artig. Imp, Tot.

1910 _ _ __ 78,3 64,3 73,4 1911 77,8 60,3 69,5 1912 83 52,4 56,9 1913 89,5 64,9 8 6 39,4 49,5 60,3 54,8 1914 57,8 130,8 43,7 57,7 34,8 33,6 75 57,9 1915 8 6 270 81,7 88,5 140,5 1 0 0 92,8 140,5 163,3 57,5 112,5 163,3 1916 84,1 164,4 69,2 84 59,4 2 0 0 55,6 59,4 67,4 90 79,8 67,4 1917 98 138 89,3 98 87,1 2 0 0 81,2 87,1 87,4 1 1 1 91,9 87,4 1918 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 Tassi % 13 -42 19 2,9 4,7 23,1 5,3 5,6 -7,4 14 6 , 2 5,1

L’evoluzione del settore chimico appare, a livello deH’occupazione, della massa salariale e dei salari, diversa da quella del settore metalmec­ canico. Infatti il livello dell’occupazione, che negli anni precedenti alla crisi era inferiore a quello del settore metalmeccanico, una volta superata la crisi assunse una rapida tendenza all’incremento. Gli anni precedenti alla crisi vedono un progressivo aumento dell’occupazione in questo set­ tore, mentre la massa salariale e di conseguenza i salari si caratterizzano per una costante diminuzione.

Se confrontiamo la tabella XXII e XXIV, notiamo che la crisi che colpisce anche questo settore è preceduta dal calo dei capitali investiti fra il 1912 e il 1913, il quale calo si arrestò negli anni 1913-1914; que­ sto fenomeno potrebbe forse spiegare perché il calo della produzione nel

1914 non è così forte come nel settore metalmeccanico. Sembra, però, che questa minore incidenza della crisi sulla produzione di questo settore sia dovuta al contenimento delle spese per concetto di salari e in minor misura di stipendi, il che permise agli imprenditori — anche in piena crisi — di mantenere i loro profitti. Anche per questo settore l’espansione dell’occupazione, dopo la crisi, si realizza a un ritmo piu rapido di quello della massa salariale e quindi dei salari.

Il confronto fra le tabelle XXII e XXIV, ci permette di comprendere in certa misura alcuni dei meccanismi di base di questo settore. Si ha, infatti, l’impressione di aver a che fare con un settore che ancora nel 1910 è scarsamente sviluppato, un settore cioè che, date le condizioni della struttura economica globale del paese e del commercio internazionale, non è riuscito ancora a sviluppare adeguatamente tutte le sue possibilità. Per ipotizzare questa caratteristica ci fondiamo sul fatto che il disinve­ stimento negli anni precedenti alla crisi è a un livello inferiore rispetto a quanto avvenne nei settori che si trovano in fase di esaurimento delle loro possibilità, e sul fatto che il livello della produzione prima della crisi è anch’esso inferiore a quello raggiunto da settori più « maturi ». Appare d ’altro canto che il superamento della crisi e l’evoluzione che conosce questo settore fra il 1915 e il 1918 si realizzano ad un ritmo molto rapido, fenomeno questo che si riscontra non solo a livello della produzione, ma anche a livello degli altri indicatori.

Si osserva innanzitutto (tabella XXV) una rassomiglianza molto forte fra l’evoluzione dell’occupazione del settore chimico e del settore cartario: rapida ripresa dopo la crisi del 1913-1914 e rapido superamento del livello d ’occupazione raggiunto negli anni precedenti alla crisi. La diffe­ renza fra questi settori risiede specialmente nel fatto che 1 andamento della massa salariale e dei salari del settore chimico hanno un ritmo in­ feriore a quello dell’occupazione, mentre nel settore cartario la massa salariale e i salari hanno un’evoluzione più rapida di quella dell’occupa­ zione. Ovviamente queste differenze non fanno altro che indicarci che il grado di sviluppo raggiunto nel 1918 dal settore cartario è diverso da quello raggiunto nella stessa epoca dal settore metalmeccanico e dal set­ tore chimico.

Se confrontiamo la tabella XXV con la tabella XXII, osserviamo che nel settore cartario, diversamente da quanto accade negli altri settori, il processo di disinvestimento dei capitali non s’inizia nel 1912, bensì

XXV. Occupazione, massa salariale e salari nell’industria e nell’artigia­ nato del settore cartario. Indici (1918 = 100) 32. _______

Anni

Occupazione Massa salariale Salari

Op. Artig. Imp. Tot. Op. Artig. Imp. Tot. Op. Artig. Imp. Tot.

1910 _ 58,8 _ 40,9 — — 61 1911 61,7 — — 41,6 — — 59,4 1912 62,4 39,1 55,2 1913 68,4 68,4 6 6 , 2 39 54 56 81,3 1914 32,8 190,2 32,8 40,7 30,2 29,1 62,9 89,1 1915 48,6 1 1 0 , 6 48,6 54,8 1 0 0 60 35,2 36,6 73,8 41,9 44,6 73,8 1916 51,3 108,8 51,3 57,3 80,6 1 0 0 44,1 54,6 103,4 79,7 53,1 103,4 1917 56,9 107,4 56,9 63 103,6 1 2 0 75,6 76,3 132,7 90 80,6 132,7 1918 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 Tassi % 26,5 14 17,3 -0,7 4,3 25 19 9,9 8,9 20,4 8,9 9,2