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CINQUECENTO E OTTOCENTO

2.5.1 Sintesi delle fasi evolutive

Prima di iniziare la descrizione dettagliata dell’edificio allo stato attuale, si propone uno schema riassuntivo, in pianta e in alzato, delle principali fasi evolutive del palazzo (fig. 67-68-69).

Dall’età basso medievale, attraverso le ristrutturazioni settecentesche e ottocentesche e il restauro del secolo scorso, il palazzo ha subito vari cambiamenti e trasformazioni che ne hanno modificato profondamente l’aspetto, e si può dire, la percezione di tutto l’isolato, se si estende lo sguardo agli edifici accanto.

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Figura 67: Evoluzione del prospetto di via S. Maria

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110 2.5.2 Descrizione generale dell’edificio allo stato attuale

Il Palazzo delle Vedove si presenta oggi in una configurazione ibrida, mostrando una forte commistione tra elementi originari di stampo medievale, riportati alla luce dal restauro novecentesco, e elementi di discendenza rinascimentale risalenti alle ristrutturazioni tra il Seicento e Ottocento. Tale morfologia permette, pur parzialmente, di apprezzare l’impianto strutturale del palazzo, e dall’altra parte lega in maniera esclusiva la percezione dell’oggetto architettonico all’interpretazione che il progetto di restauro ne ha dato.

Si cercherà in un questo capitolo di proporre un’analisi dettagliata dei vari ambienti ed elementi architettonici che compongono il Palazzo.

L’edificio oggetto di studio si trova a Pisa, all’angolo tra via Santa Maria e Via Trento. Come già precedentemente descritto, l’edificio è databile intorno al XII secolo e ha subito nel corso dei secoli numerose trasformazioni funzionali e strutturali. Si

trova all’interno di un aggregato edilizio più ampio. Le facciate libere sono quelle su via Santa Maria e via Trento, oltre a quella che affaccia sulla corte interna. La copertura a padiglione, lignea a doppia orditura, è stata rifatta negli anni ottanta del secolo scorso. L’area corrispondente al tratto ovest presenta un ulteriore piano sottotetto, ad oggi inutilizzato, al quale si accede da una scalinata metallica, che porta anche a un soppalco. L’edificio è inoltre collegato direttamente al Palazzo Reale, che ospita la Soprintendenza, tramite un cavalcavia su Via Santa Maria, e un passaggio sotterraneo, non più utilizzato.

Lo studio del palazzo è stato reso possibile grazie al rilievo geometrico degli ambienti interni dell’edificio e degli alzati, oltre che al rilievo dei materiali.

Sono state individuate diverse tipologie di orizzontamento (fig. 70). In particolare

 Livello 1: volte a botti con disposizione in foglio degli elementi in laterizio, con rinfianco. Le volte sono in

111 realtà scariche, data la presenza di nuovi solai lignei , con travi e travicelli, e metallici, con putrelle e tavelloni, così come indicato nelle foto;

 Livello 2: solaio ligneo con doppia orditura di travi e travicelli e metallici come indicato negli schemi. Anche in questo caso le volte non hanno più funzione portante. Il passo tra questi ultimi varia tra 30 e 50 cm.

La copertura (fig. 71) è a doppia orditura di travi e travetti lignei, visibile dal secondo piano sul lato interno, e dal

sottotetto.

A causa dei numerosi interventi di restauro gli elementi verticali, strutturali e non, presentano grande variabilità e si possono grossomodo distinguere tra:

 muratura in pietra verrucana, per le parti originarie medievali;

 muratura in blocchi di mattoni pieni, utilizzata nei tamponamenti successivi, seicenteschi e ottocenteschi;  telaio in travi e pilastri di cemento armato per il vano

112 scale di recente realizzazione.

Per quanto riguarda le tipologie delle murature si è fatto riferimento, in sede di modellazione strutturale, alle tabelle proposte dalla Circolare delle Norme Tecniche del 2008. L’edificio non presenta un quadro fessurativo evidente, dati i lavori di restauro di trenta anni fa. Si possono invece individuare alcuni fenomeni di risalita capillare e umidità all’interno di

alcuni locali e al piano terra sulle murature di facciata.

2.5.3 Facciate

La facciata principale presenta una regolarità ben percepibile interrotta solamente dalla presenza del cavalcavia che unisce l’edificio al Palazzo Reale. È ripartita da una serie di pilastri, realizzati con conci di pietra verrucana, proveniente dai Monti Pisani e disposti con una tessitura regolare, che originariamente

113 scandivano il porticato a pian terreno e le arcate dei piani superiori.

Il restauro ha messo in evidenza le buche pontaie dove alloggiavano le travi di sostegno del ballatoio medievale al secondo piano. Le arcate del primo piano sono interrotte dalle semplici finestre rettangolari dell’epoca medicea/leopoldina, che hanno sostituito le trifore medievali, delle quali rimangono soltanto le paraste terminali. Le finestre della prima campata sono state poi tamponate in epoca successiva.

Al piano terra la presenza di finestre ad una quota bassa è un’ulteriore prova del fatto che in passato il piano di calpestio si trovasse ad una quota inferiore rispetto al piano stradale. Il limite con il palazzo confinante è ben evidenziato dalla presenza di una nicchia (fig. 72).

L’angolo di via Trento (fig. 73) presenta un profilo saliente, difficilmente riscontrabile in altri episodi pisani dell’epoca, probabilmente dovuto a problematiche strutturali occorse

durante la realizzazione. Sullo stesso lato è ancora visibile lo stemma mediceo, datato 1604. La facciata di Via Trento evidenzia ulteriori ambiguità: la prima campata, incorniciata dai pilastri di verrucano, e arricchita dalla presenza della quadrifora originaria riportata recentemente alla luce e interrotta dalla finestra rinascimentale, è forte espressione dell’epoca medievale: mentre la campata successiva si presenta nella sua configurazione sette-ottocentesca. È stato precedentemente analizzato questo aspetto e non è chiaro se sia dovuto ad un’interpretazione dei restauratori o se rispettasse fedelmente gli sviluppi dell’impianto del palazzo. Sta di fatto che ad oggi sembrano accostati in maniera non particolarmente riuscita due momenti temporalmente molto distanti della storia del palazzo.

Il chiostro interno presenta un aspetto molto frammentato (fig. 74). La parte di aggregato corrispondente al Palazzo delle Vedove è intonacata di giallo. Si distingue il blocco del nuovo vano scala.

114 La facciata corrispondente al Palazzo Leoli (fig. 75) al piano terra è scandita da una serie di arcate in pietra verrucana.

Dalle sezioni (fig. 76-77) si può apprezzare l’apparato murario originario.

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120 2.5.4 Piano terra

121 Il piano terra del Palazzo delle Vedove (fig. 78) ospita degli uffici della Biblioteca Universitaria di Pisa, oltre che dei locali in passato adibiti a laboratorio fotografico. Originariamente il piano di calpestio si trovava a una quota di 1.50 m più in basso rispetto al piano stradale. Sono presenti alcuni dislivelli tra un ambiente e l’altro. L’ingresso (stanza 1), a una quota di 7 cm rispetto al piano stradale, è stato recentemente separato dal resto della stanza (stanza 2) tramite un tramezzo. Gli ambienti sono voltati a botte. La presenza di numerosi saggi effettuati durante gli ultimi lavori di restauro permette di individuare le murature portanti e apprezzare le tessiture murarie originarie come è indicato negli schemi.

Sia in corrispondenza della facciata che del muro di spina i saggi permettono di notare mattoni disposti a formare il profilo di archi, così da avvalorare l’ipotesi della presenza di strutture medievali anche nel secondo tratto.

Figura 79: Stanza 2, botola d’accesso al passaggio sotterraneo e finestre. Stanza 1, ingresso al Palazzo.

122 Una botola permette l’accesso al passaggio sotterraneo di collegamento con il Palazzo Reale, inutilizzato da almeno un secolo, e visibile da una apertura posta ad un’altezza di mezzo metro dal piano di calpestio (fig. 79).

Anche il secondo locale che affaccia sulla via Santa Maria (stanza 3) presenta saggi dai quali affiorano archi che permettono una ricostruzione degli elementi originari del palazzo su entrambi i muri longitudinali. È coperto da una volte a botte lunettata in corrispondenza delle finestre. Il piano di calpestio è a una quota di 20 cm.

Si nota inoltre la differenza di tessitura muraria tra i pilastri originari in verrucano e i tamponamenti successivi in mattoni pieni.

Saggi sulla parete sud mostrano come anch’essa faccia parte del nucleo originario del palazzo.

Figura 80: Stanza 4, divisa in due parti. Stanza 7, apertura in corrispondenza della quadrifora. Stanza 2, paramento murario in vista.

123 La stanza 4 (fig. 80), alla quale si accede da un dislivello di 13 cm dalla stanza 1, è divisa in due parti da un arco. Il pavimento è in cotto. Essa permette l’accesso al nuovo vano scala con ascensore (stanza 12) e alla corte interna. I bagni (stanza 6) posti sul lato nord sostituiscono il vecchio vano scala di un progetto provvisorio degli anni ’70.

Anche su questo lato è emblematica la presenza di un archetto che affiora dal muro di spina, ad avvalorare l’ipotesi delle strutture medievali retrostanti il portico.

La stanza 5 si trova allo stesso livello della stanza 4 e permette l’accesso anch’essa alla corte interna. Si ritrova ancora la presenza di archi nel muro di spina oltre a diversi saggi che permettono di individuare le murature originarie.

La stanza 7 è stata adibita a Laboratorio Fotografico. Si trova a una quota di 20 cm dal piano stradale. L’ambiente presenta una volta a botte e si notano numerosi affioramenti di murature originarie su tutte le pareti perimetrali. Sulla parete di via

Trentto si apre la quadrifora, interrotta dalla finestra rinascimentale, oggi tamponata. È collegata alle stanze 8-9-10 che ospitavano anch’esse laboratori fotografici.

La stanza 11 è un locale tecnico al quale si accede dalla corte interna.

124 2.5.5 Primo piano

125 Il primo piano del Palazzo delle Vedove (fig. 81) è attualmente occupato da depositi museali di Palazzo Reale e da alcuni uffici della Soprintendenza. Si trova a una quota di 5.50 m dal piano stradale ed è accessibile dal nuovo vano scala (stanza 14) o dal cavalcavia di collegamento (stanza 12) direttamente da Palazzo Reale.

Dalla parete interna (stanza 1) sul quale è impostato il cavalcavia è ben visibile l’arco in cui era inserita l’originaria trifora.

Le stanze 2-3, occupate da uffici della Soprintendenza, sono poste sul lato di Via S. Maria, dal quale è ben visibile dalle foto l’inserimento delle finestre medicee/leopoldine nel corpo medievale (fig. 82). Il tamponamento degli spazi all’interno degli archi è realizzato con muratura in mattoni pieni di buona tessitura. Il solaio di copertura è in legno con una doppia orditura di travi e travicelli. Il pavimento in cotto è di recente realizzazione.

Figura 82: Stanza 7, paramento murario in vista. Stanza 11, inserimento della finestra seicentesca; Stanza 9, paramento murario in vista.

126 I locali 4-5 sono utilizzati dagli uffici vicini come deposito. Si tratta di ambienti voltati a botte con pavimenti in cotto di recente fattura. Le finestre si affacciano sulla corte interna.

La stanza 6 (fig. 83) svolge la funzione di atrio di ingresso venendo dal vano scale e di disimpegno per i bagni (stanza 13), che si trovano in corrispondenza di quelli del piano terra. La stanza è divisa in due parti da un arco ed è voltata a botte.

Le stanze 7-8-9-10-11 fungono da deposito museale visitabile. La stanza 7 affaccia sul cortile interno ed ha un solaio di copertura ligneo, a doppia orditura, consolidato con una trave di acciaio. La parete ovest, non intonacata, è realizzata in muratura di mattoni pieni di buona tessitura ed è ben visibile inoltre una porzione di pilastro in pietra verrucana. Un’apertura, oggi tamponata, permetteva l’accesso all’edificio accanto nella ristrutturazione ottocentesca.

Figura 83: Stanza 6, ingresso del vano scale; Stanza 12, cavalcavia di accesso dalla Soprintendenza; Stanza 10, dettaglio delle varie stratificazioni.

127 La stanze 8-9-10 affacciano su via Trento e sono voltate a botte. Il muro di spina è realizzato in mattoni pieni: si intravede la presenza di alcune aperture tamponate.

Un’osservazione della stanza d’angolo permette di fare alcune considerazioni interessanti sullo sviluppo del palazzo, essendo di fatto la sintesi di tre momenti: si nota il grande arco medievale in pietra interrotto dagli innesti di stampo rinascimentale, la finestra seicentesca con l’architrave, successivamente tamponata, e il completamento dell’arco in mattoni.

La parete est presenta invece il classico arco medievale con un tamponamento stavolta ancora in pietra, a differenza degli altri in mattoni.

La stanza 11 si affaccia su via Santa Maria ed è adibita a deposito museale. Sono bene evidenti le sovrapposizioni tra la struttura medievale e i successivi interventi di restauro.

128 2.5.6 Secondo Piano

129 Il piano (fig. 84) si trova a 10 m dal livello della strada. È occupato da uffici tecnici della Soprintendenza. Sono presenti in alcune stanze dei soppalchi realizzati recentemente durante i lavori di restauro degli anni ottanta.

Le stanze del lato ovest sono a tutta altezza fino alla copertura, in legno con doppia orditura di travi e travetti, con presenza di soppalchi. Le stanze del lato est presentano un soffitto piano e un ulteriore livello soprastante sottotetto al quale si accede tramite una scala in acciaio in corrispondenza dei bagni (stanza 9).

Le stanze 1-2-3 (fig. 85), che si affacciano su via Santa Maria, così come quelle corrispondenti ai piani inferiori, permettono di apprezzare in maniera precisa le differenze tra le parti originali, in pietra verrucana, e le parti tamponate in mattoni pieni attraverso le quali nel medioevo si accedeva al ballatoio.

I pavimenti sono in cotto, di recente fattura, e il soffitto in legno

a doppia orditura. Figura 85: Stanza 1-2, paramento murario in vista; Stanza 4 adibita ad

130 Dalle finestre è possibile vedere anche la copertura del cavalcavia su via Santa Maria.

Anche la stanza 4 viene utilizzata come ufficio tecnico. Presenta un soffitto piano e una finestra sulla corte interna. Il pavimento è in cotto.

La stanza 5 funge da ingresso al piano venendo dal vano scale (stanza 10). È presente un soppalco in acciaio al quale si accede da una scala nella stanza affianco.

La stanza 7 viene utilizzato come laboratorio informatico. Mentre la 6 e la 8 sono depositi di materiale a servizio del laboratorio. Ai soppalchi (fig. 86) si accede tramite una scala in acciaio nella stanza 7.

In un angolo della stanza 8 è ben visibile la muratura originaria.

131 2.5.7 Sottotetto

132 La scalinata in acciaio che circonda i bagni del secondo piano porta ai soppalchi in acciaio visibili dalle foto precedenti. Questi sono per lo più usati come deposito di materiale da ufficio superfluo.

Il lato ovest presenta un ulteriore orizzontamento calpestabile al quale si accede da due piccole aperture praticate nel muro di spina.

Quest’ala, non essendo praticabile e praticamente abbandonata, presenta il livello di degrado più alto dell’intero edificio (fig. 87-88).

Figura 88: Locali sottotetto, con individuazione della scalinata d’accesso e orditura lignea

133 2.5.8 Analisi dei materiali

In questo paragrafo sono presentati gli elaborati grafici di rilievo con indicazione dei materiali, in pianta e in alzato.

Le pavimentazioni, come già detto, sono tutte di recente fattura, per lo più in cotto per quanto riguarda gli uffici e con piastrelle di gres per i servizi (fig. 89).

Più interessante è l’individuazione dei materiali in alzato (fig. 90-91-92-93-94-95). La sezione B-B mette bene in evidenza dal lato interno l’apparato originario medievale, con le parti in pietra verrucana e i successivi tamponamenti in laterizio; lo stesso nelle due facciate principali (via S. Maria e via Trento) dove però i campi tra i pilastri presentano un rivestimento ad intonaco. Sono state messe in evidenza le paraste e gli archetti in marmo, e la copertura in laterizio.

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142 3.1 Premessa

3.1.1 Metodi ed obbiettivi

3.1.2 Analisi di vulnerabilità di edifici in muratura 3.1.2.1 Sismicità a Pisa

3.1.2.2 Edifici in muratura 3.1.3 Descrizione generale del palazzo

143 3.1 PREMESSA