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Il sistema camerale è composto da varie organizzazioni che, oltre il contributo delle Camere stesse, garantiscono e supportano le attività che vengono promosse.

L’Unione Italiana delle Camere di Commercio (Unioncamere) è definita dall’innovato articolo 7 della legge n. 580 come ente con personalità giuridica di diritto pubblico. Fondata nel 1901, opera a livello nazionale e rappresenta gli interessi delle Camere di Commercio e degli altri organismi del sistema camerale italiano; ne cura e rappresenta gli interessi generali realizzando e gestendo attività e servizi e ricoprendo il ruolo di guida nel coordinamento delle varie iniziative. In riferimento a quest’ultimo punto Unioncamere può stipulare accordi, intese e convenzioni con le amministrazioni centrali dello Stato, con enti pubblici locali e nazionali, e le varie iniziative possono poi coinvolgere non solo le organizzazioni imprenditoriali ma anche quelle dei consumatori e dei lavoratori33

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Con l’introduzione della riforma del 2010 è stato rafforzato il ruolo di coordinamento delle iniziative camerali: il sistema camerale viene visto oggi come un sistema a rete che nell’ambiente economico è identificato quale punto di raccordo e collegamento tra il sistema delle imprese e le politiche pubbliche nazionali e locali. In quest’ottica Unioncamere, oltre che formulare direttive e indirizzi, può stipulare accordi in rappresentanza del sistema camerale, il quale sarà vincolato alla sua attuazione.

Unioncamere, in particolare: “promuove i rapporti del sistema camerale con le istituzioni (internazionali, nazionali e regionali, anche tramite le apposite Unioni) e

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con le rappresentanze delle categorie economiche; elabora indirizzi comuni, promuove e realizza iniziative coordinate; sostiene lo sviluppo a rete delle strutture camerali; promuove il coinvolgimento e la partecipazione degli amministratori e della dirigenza camerale alle iniziative e attività di sistema; realizza e gestisce, direttamente o indirettamente, servizi e attività di interesse delle Camere di Commercio e delle categorie economiche; favorisce l’internazionalizzazione dell’economia italiana e la presenza delle nostre imprese sui mercati mondiali, anche valorizzando l’attività delle Camere di Commercio italiane all’estero; assicura il necessario coordinamento del sistema camerale italiano con gli analoghi sistemi esteri, e realizza progetti tesi a diffondere la conoscenza all’estero dei sistemi produttivi italiani; promuove e coordina l’accesso del sistema camerale ai programmi e ai fondi comunitari; promuove la costituzione di società per gestire le partecipazioni strategiche del sistema nelle infrastrutture; può creare servizi finanziari per la competitività del sistema imprenditoriale”34

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Delineandone la mission, a titolo esemplificativo si possono classificare due destinatari delle sue attività: le Camere di Commercio e le imprese. Per le Camere di Commercio “rappresenta il sistema camerale presso le istituzioni e l’opinione pubblica con proposte di riforma, espresse in eventi e attività di comunicazione di vario respiro. Assiste le Camere, offrendo attività di formazione, supporto organizzativo e consulenza specialistica per gli amministratori e dirigenti. Sostiene lo sviluppo della rete coordinando e monitorando le attività che le singole Camere realizzano nelle province di rispettiva competenza”35. Per le imprese “rafforza l’efficienza dei servizi pubblici

promuovendo la semplificazione normativa e l’impiego delle procedure e degli

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Bilancio sociale di programma 2010, Unioncamere, pag.8

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strumenti di e-government, con l’obiettivo ultimo di garantire più trasparenza per le imprese e gli altri operatori, costi più bassi per gli adempimenti burocratici e tempi più rapidi per la loro conclusione (…). Progetta e coordina lo sviluppo nel sistema dei servizi di giustizia alternativa, efficacia dei contratti, regolazione del mercato e vigilanza dei prodotti. Contribuisce in maniera decisiva all’avanzamento delle conoscenze sui sistemi economici locali, i distretti industriali e le aree urbane, con particolare riferimento alla contabilità territoriale, alla demografia delle imprese e alle dinamiche del mercato del lavoro (…). Persegue uno sviluppo decisivo delle infrastrutture economiche appoggiando i programmi locali, regionali e nazionali, anche a valere sulle risorse comunitarie. Punta alla razionalizzazione degli interventi del sistema camerale per favorire l’accesso al credito delle PMI, accrescerne i finanziamenti e ridurne l’onere. Sostiene le imprese nei loro percorsi di internazionalizzazione potenziando il numero e la qualità dei servizi di informazione, promozione, formazione e assistenza all’estero, migliorando la conoscenza dei mercati più promettenti (o di quelli più rischiosi) per il Made in Italy, e favorendo l’attrazione degli investimenti esteri”36.

Altra organizzazione compresa nel sistema camerale è l’Unione Regionale. Le Unioni Regionali sono organismi associativi costituiti a partire dagli anni ’60 che rappresentano le Camere di Commercio di una singola Regione, e quindi simboleggiano i riferimenti principali delle Camere nei confronti delle Regioni stesse. A livello regionale, quindi, le Camere possono associarsi per lo sviluppo di attività e programmi coordinati da questi enti, con la possibilità di risolvere problematiche comuni e sostenere la promozione di iniziative congiunte. La loro creazione deriva dalla necessità

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di garantire una gestione più diretta e flessibile dei rapporti con la Regione e le sue strutture, nonché di supportare lo sviluppo economico regionale.

Con le modifiche apportate dal decreto legislativo 25 febbraio 2010, n. 23 l’adesione delle Camere di Commercio alle Unioni Regionali diviene obbligatoria, mentre nella normativa previgente questo era soltanto una possibilità37. Secondo il

nuovo articolo 6 della legge n. 580 “le Camere di Commercio sono associate in Unioni Regionali, costituite ai sensi del codice civile, allo scopo di esercitare congiuntamente funzioni e compiti per il perseguimento degli obiettivi comuni del sistema camerale nell’ambito del territorio regionale di riferimento. Le Unioni regionali curano e rappresentano gli interessi comuni delle Camere di Commercio associate ed assicurano il coordinamento dei rapporti con le Regioni territorialmente competenti: possono promuovere e realizzare servizi comuni per l’esercizio in forma associata di attività e servizi di competenza camerale”.

Strettamente collegati al mondo camerale sono tutti quegli organismi strumentali che ai soggetti sopra richiamati fanno riferimento. Tra questi si può menzionare la struttura finalizzata alla gestione e alla divulgazione del patrimonio informativo del sistema camerale e della gestione informatica degli archivi camerali, ossia InfoCamere, la Società Consortile di Informatica delle Camere di Commercio Italiane. Questa garantisce un aggiornamento continuo dei supporti informatici e telematici delle Camere di Commercio, fornendo soluzioni tecnologiche all’avanguardia per svolgere al meglio le loro funzioni e dando così la spinta necessaria per la crescita dell’economia locale e per il miglioramento dell’efficacia nel rapporto con le imprese38.

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Cfr Consiglio dei Ministri: Dardanello, “Da riforma Camere di commercio grande valorizzazione

delle imprese”, www.unioncamere.it, 10 febbraio 2010.

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La rete del sistema camerale comprende anche Tecno Holding S.p.A., una società finanziaria partecipata da tutte le Camere di Commercio che offre servizi finanziari in genere e consulenze sulle partecipazioni detenute dai soci o da loro partecipate in altre imprese39

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Un’ulteriore società consortile è Retecamere, che supporta e assiste il sistema camerale nell’erogazione dei servizi alle imprese valorizzando determinati progetti e cogliendo le opportunità di sviluppo legate ai territori di interesse40.

Dal punto di vista della fornitura professionale, invece, opera la società JobCamere, i cui soci risultano sempre essere le Camere di Commercio e le Aziende Speciali del sistema camerale. Le attività principalmente svolte sono la somministrazione di lavoro, l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, la ricerca e selezione del personale, il supporto alla riallocazione professionale41.

Un ultimo elemento da citare, ma non ultimo in ordine di importanza, quale presente nel sistema camerale è la rete delle Camere di Commercio italiane all’estero. Queste sono associazioni di imprenditori e di professionisti nate per incrementare i rapporti economici dell’Italia e sono sviluppate nei luoghi del mondo in cui la presenza italiana è maggiore42. La legge del 1° luglio 1970, n. 518 determina all’articolo 4 gli

39 Tratto da www.tecnoholding.it 40 Tratto da www.retecamere.it 41 Tratto da www.jobcamere.it 42 Tratto da www.assocamerestero.it

A tal proposito, Assocamerestero è l’associazione delle Camere di Commercio italiane all’estero (CCIE) nata alla fine degli anni ’80 con lo scopo di divulgare l’affermazione delle CCIE presso le organizzazioni imprenditoriali e presso le istituzioni locali ed internazionali. Promuove l’internazionalizzazione delle PMI e la produzione del Made in Italy fornendo le linee guida e gli indirizzi strategici per le Camere di Commercio italiane. I principali prodotti e servizi dell’associazione riguardano l’attività di assistenza e di supporto alle CCIE, l’attività di promozione, informazione e comunicazione, azioni di sviluppo della progettualità di rete.

organi che obbligatoriamente devono comporre una Camera di Commercio italiana all’estero, oltre alla libera costituzione di ulteriori organi ritenuti utili:

- l’Assemblea dei soci; - il Presidente;

- il Segretario Generale; - Il Collegio dei Revisori.

Per poter comprendere il tipo di clientela che si interfaccia con i servizi erogati da queste strutture, è utile fare riferimento ad un’indagine svolta alla fine del 1999 presso il network mondiale delle CCIE, dalla quale emerge che i settori di maggiore interesse sono: il commercio, l’industria, i servizi, l’artigianato e l’agricoltura. Lo sfruttamento delle CCIE riguarda principalmente l’ottenimento in via privilegiata di informazioni sulle opportunità di business (con il rilascio di indicazioni sul quadro economico del paese, di nominativi di imprese per il raggiungimento di accordi commerciali, come di indicazioni su particolari normative vigenti che potrebbero ostacolare o favorire determinate attività), ma anche informazioni relative a fiere ed eventi.

Per poter favorire questo incontro di domanda e offerta di business, fornendo una possibilità concreta per superare eventuali barriere all’entrata, è la stessa Unione Italiana che entra in gioco attraverso la rappresentanza diretta degli interessi del sistema camerale presso le istituzioni di Bruxelles43, la collaborazione con

Eurochambres44 e le cooperazioni con altri sistemi omologhi UE caratterizzati dalla

natura pubblica delle Camere di Commercio e Industria. Unioncamere, infatti, collabora

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La sede Unioncamere di Bruxelles promuove attività del sistema camerale italiano verso le istituzioni europee.

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con altri enti e organismi nazionali, europei e internazionali per realizzare e coordinare studi, indagini e ricerche; orchestra congressi, convegni e missioni all’interno e all’esterno dei confini nazionali; “tutela e valorizza le eccellenze italiane promuovendo i sistemi di certificazione della qualità e della tracciabilità dei prodotti, in particolare nell’agroalimentare, nel tessile-abbigliamento, nel settore orafo, che permettono di innalzare decisamente la qualità di questi beni e di garantirne un successo crescente nel mondo”45.

In collegamento a questo, è necessario menzionare anche la presenza delle Camere di Commercio estere in Italia, ossia associazioni private operanti in Italia promosse da operatori stranieri al fine di appoggiare e favorire gli scambi reciproci e i rapporti bilaterali con interventi che mirano all’inserimento delle imprese nel mercato.

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