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Un sistema trasparente, formalizzato e controllato della gestione delle risorse in arrivo dall’Europa

DA UN MONDO "SOSPESO" A UNA NUOVA REALTA' CON AL CENTRO I BISOGNI DELLE PERSONE

3. Un sistema trasparente, formalizzato e controllato della gestione delle risorse in arrivo dall’Europa

lI nuovo lavoro, ma quale lavoro?

La pandemia e le restrizioni hanno già generato terribili situazioni in termini di recessione economica, disoccupazione massiccia, deterioramento delle condizioni di lavoro e attacco ai diritti; ha esacerbato le disuguaglianze e creato una più grande esclusione sociale. Più di 40 milioni di lavoratori nell'UE hanno dovuto ricorrere a accordi di lavoro con orari ridotti o forme di tutela economiche e assistenziali, come cassa integrazione, bonus e altre forme di tutele per le famiglie. Sono stati approntati meccanismi europei di solidarietà come

“Sure”, per mitigare i rischi di disoccupazione, mai così elevati come ora. Più di 10 milioni di lavoratori (tra cui tantissime donne) hanno perso il lavoro, senza contare tutti gli atipici, gli autonomi, i lavoratori stagionali e gli irregolari (lavoro nero) che non hanno potuto accedere alle misure di protezione, in Italia come in molti paesi europei.

E’necessaria una nuova organizzazione del lavoro che da emergenziale diventi strutturale. “Progettare invece di inseguire gli effetti sociali delle tecnologie. Il lavoro, le imprese, l’organizzazione, la pubblica amministrazione che avremo sarà il risultato di una progettazione non il risultato automatico delle tecnologie” (come suggerisce il sociologo Federico Butera).

Molte riflessioni vanno fatte sulle nuove modalità di lavoro sperimentate durante il lockdown. La maggior parte dei contratti nazionali, anche quelli che hanno disciplinato da tempo il telelavoro e lo smartworking, concepiscono queste

PAGINA 35 Altra grande considerazione va fatta sui tempi di lavoro: con lo smart e teleworking i tempi di lavoro non sono più quelli disciplinati dai contratti, ma tendono a dilatarsi nell’arco dell’intera giornata (always-on). La misura del lavoro cessa di fatto di essere l'orario e lo diventa il solo conseguimento di determinati obiettivi. In queste condizioni, allora la stessa struttura retributiva, basata su una paga oraria, viene a cadere. Queste brevi considerazioni ci portano a individuare nel ripensamento dell’impianto contrattuale la sfida maggiore che come sindacato saremo chiamati ad affrontare nell'immediato.

Dalla fragilità alla vitalità

“Anche i problemi più incomprensibili possono avere soluzioni o risultati migliori di quelli raggiunti finora” – le politiche di genere.

Come dopo ogni crisi (post-bellica, finanziaria o sanitaria), le donne sono state le vittime predestinate a pagare per un nuovo modo di vivere, cercando una improbabile conciliazione tra: telelavoro, gestione degli anziani, dei disabili, bambini - in quotidiana modalità “prossima e remota” -, stress per perdita del proprio lavoro, seppur sottopagato, precario o in nero.

Le cronache dei mass media, supportate dalle statistiche (Istat-Rapporto ONU maggio 2020)) hanno messo in evidenza l’aumento, in tutto il mondo, degli episodi di violenza in famiglia, anche sui minori. Un fenomeno particolarmente grave, completamente ignorato dalla politica. La paura del contagio ha avuto l’ulteriore conseguenza della chiusura di molti centri di assistenza e case-famiglia.

Il lockdown può riportarci al secolo scorso! Perdita di lavoro e mancanza di competenze: quali azioni intraprendere? Come assicuriamo condizioni di vita e di lavoro dignitose a migliaia di lavoratrici e alle loro famiglie? Ricollocazione, sostegno al reddito, formazione, riqualificazione, politiche sociali, questa è la grande sfida.

Nel suo discorso sul Recovery Fund la presidente della CE, Ursula Von der Leyen, ha usato ben dodici volte la parola fragilità: della terra, dell’unità dei valori, delle nostre vite sotto l’attacco del virus, della sanità europea, dei bassi salari, dello Stato di diritto… Acquisire la consapevolezza che le donne debbono uscire dalle categorie “fragili” è una necessità sociale ed economica urgente che richiede il nostro quotidiano impegno.

“Siamo tanto sicuri quanto il più vulnerabile tra di noi”

Il covid-19 ha inviato a tutti noi un messaggio: quello di ritenerci “tanto sicuri quanto il più vulnerabile tra di noi” (Antonio Guterres segr.gen. ONU), non vale solo per le persone anziane ma per l’intera comunità, soprattutto ora che con la riapertura delle scuole e la ripresa del lavoro in ogni settore produttivo, il rischio di un’ulteriore ondata del virus è concreto.

Per sconfiggere la malattia è necessaria la produzione di un vaccino che sia

“patrimonio di tutti”, fondamentale per dare vita ad una nuova società post-crisi in cui scienza, solidarietà e risolutezza saranno le fondamenta su cui costruire il futuro: NO quindi ad egoismi nazionali e voglia di supremazia mondiale.

L’imprevedibile pandemia ha messo sotto i riflettori i danni arrecati dalle politiche di austerità sui sistemi sanitari e assistenziali di tutta l’Europa: carenza di personale, di materiale sanitario, inadeguatezza nell’organizzazione del lavoro, sovraccarico di lavoro, pressione del tempo, mancanza di formazione per le attività svolte, salari bassi e precarietà del lavoro. Abbiamo inoltre scoperto che nei nostri paesi non si producono più beni essenziali, compresi quelli destinati alla nostra salute. E’ il risultato di anni di capitalismo e globalizzazione, privilegiando il profitto al benessere delle persone.

Lacune così gravi hanno indotto le organizzazioni sindacali europee (CES) a battersi affinché il Covid-19 sia riconosciuto malattia professionale anche nel settore sanitario; purtroppo, oltre l’Italia, sono pochi i paesi su questa strada.

L'inclusione della SARS-COV-2 nell'elenco degli agenti biologici nocivi per l'uomo significherebbe rispetto per la salute e la protezione dei lavoratori esposti.

Un plauso all’Italia e alla CE per aver organizzato un summit sulla sanità europea nel corso del G20, il prossimo anno!

Le malattie psicosociali si sono intensificate colpendo indistintamente lavoratori e non, con una maggiore esposizione delle donne.

Come dimostrano gli studi su altre pandemie, un’emergenza sanitaria pubblica e settimane di isolamento possono causare effetti duraturi sulla psicologia di una popolazione: stress, ansia da perdita di lavoro e difficoltà economiche, paura di contrarre l’infezione. Faremo i conti con questo e non in senso metaforico.

PAGINA 37 sottolineano l’importanza di un’analisi di genere degli impatti della pandemia.

E’ necessario che questi rischi siano prevenuti e controllati

Il sindacato europeo in particolare richiede:

1. dispositivi e sistemi di controllo/sicurezza sui posti di lavoro 2. adeguata pianificazione della forza lavoro;

3. formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza anche