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La situazione antecedente la cris

L’ ESPERIENZA C ILENA

1. La situazione antecedente la cris

A partire dal 2003, l’aumento significativo dei prezzi delle materie prime e dei volumi esportati implicò un grosso miglioramento delle economie che contano su questi settori. Fra queste, quella cilena riuscì a beneficiare di un aumento significativo delle ragioni di scambio e a sganciarsi dalle ‚restrizioni esterne‛ accumulate durante le crisi degli anni precedenti e a generare surplus primari, grazie all’aumento del dato sulla crescita e allo stimolo della domanda aggregata, soprattutto a partire dal 2004. Il generale aumento, nel decennio duemila, delle ragioni di scambio, che significa un miglioramento proveniente dall’esterno piuttosto che da fattori interni, dimostra la debolezza e l’impreparazione che caratterizzata l’economia cilena sul finire del secolo scorso. Inoltre, l’aumento progressivo del prezzo del rame (che passò da 72 centesimi a 315 centesimi di dollaro per libra)

86 permise non solo un aumento degli utili della Corporación Nacional del Cobre (CODELCO), ma anche maggiori entrate fiscali provenienti soprattutto dal settore minerario privato.

A partire dal 2001, inoltre, il governo Lagos aveva introdotto la regola fiscale del surplus strutturale con l’obiettivo dell’1% del PIL, escludendo dal calcolo gli effetti del ciclo economico sulla finanza pubblica e sul prezzo del rame. Tale adozione si era resa necessaria per ridurre il ‚Rischio Paese‛ e per permettere alle grandi imprese cilene un migliore e meno costoso accesso al credito internazionale. La politica di surplus strutturale permise di passare da un deficit dello 0,7% nel periodo 2001-2002 ad un surplus intorno al 7% nel periodo successivo e fino allo scoppio della crisi. La prima amministrazione Bachelet, seppur nel solco degli obiettivi e dei principi della Concertación164, cercò di approfondire e migliorare alcuni aspetti del governo precedente. Preferì utilizzare una maggiore flessibilità della ‚regola strutturale‛ per cercare di dare maggiore spazio alla spesa (riducendo nel 2007 l’obiettivo del surplus strutturale dall’1% allo 0,5%) e si indirizzarono le risorse eccedenti disponibili per finanziare soprattutto la spesa per l’educazione. Il miglioramento generalizzato permise di registrare un aumento

164 La ―Concertación de Partidos por la Democracia” era una coalizione di partiti di centro e di sinistra che

ha governato il Cile dall'11 marzo 1990 e concluso il suo governo il 11 marzo 2010. Fu all'opposizione del governo militare di Augusto Pinochet che sconfisse attraverso il Plebiscito nazionale cileno del 1988. Nacque come ―Concertación de Partidos por el No” in merito all'opzione presente sulla scheda referendaria. La coalizione terminerà la sua lunga esperienza governativa l'11 marzo 2010 esattamente dopo 20 anni dal ritorno alla democrazia dopo la sconfitta alle elezioni presidenziali del 2009.

87 della spesa privata di cui beneficiò la domanda aggregata del Paese. Infatti quest’ultimo fattore, a partire dal 2006, in seguito alla volatilità e all’apprezzamento del cambio ha subito un andamento altalenante e una forte inclinazione per i beni importati che aumentarono del 15% medio annuo fra il 2004 e il 2008 mentre le esportazioni crescevano con un tasso annuo del 7%. In ogni caso, esportazioni e importazioni mostrarono un forte dinamismo in questo periodo. Tale dinamismo, come si anticipava, era dovuto all’aumento dei prezzi e all’incremento dei volumi esportati. In particolare, per il Cile le esportazioni di beni minerari, e fra questi quello del rame, rappresentavano la quota maggiore di esportazione che registrava incrementi. Dal 2004 al 2007 i volumi di beni minerari esportati aumentarono di oltre il 90% e di questi oltre

il 50% era costituito dal rame. Questo dimostra come, nonostante gli sviluppi operati dai governi della Concertación, le esportazioni cilene dipendano quasi totalmente da un solo bene, il rame165. Inoltre, importante per il recupero delle esportazioni e dell’attività cilena è stata la crescita sperimentata dalla Cina, che nel periodo in considerazione si trasformò nel primo mercato di destinazione delle esportazioni cilene. Grazie anche all’apporto

165 Le esportazioni di rame coprono quasi il 20% del PIL, però questa attività impiega solo il 2% della forza

88 cinese, il Cile è arrivato nei mesi precedenti la crisi ad affrontarla con una duratura tendenza al rialzo dei prezzi delle materie prime, che aveva permesso di registrare un aumento delle entrate, bassi livelli di debito, importanti livelli di risparmio e l’accumulazione da parte della Banca Centrale di consistenti riserve in valuta straniera. Proprio il Banco Central, per far fronte alle pressioni inflazionistiche, generate dall’aumento dei prezzi di molti beni importati e all’aumento della domanda interna, decise di mettere in atto una politica monetaria restrittiva. A partire dalla fine del 2007, la Banca Centrale alzò consistentemente il tasso di sconto portandolo dal 5,25% all’8,25%, politica che è durata fino a quando non si è preso coscienza della gravità della crisi internazionale e si è invertita la tendenza all’aumento dei prezzi delle materie prime. Con tale pratica, purtroppo, l’autorità bancaria centrale cilena ha mancato di previsione e anticipazione della recessione globale che di lì a poco sarebbe scoppiata, mantenendo un tasso di interesse elevato (8,25%) che allo scoppio della crisi ha fatto maggiormente risentire gli effetti sull’attività economica, il lavoro e le politiche sociali; soprattutto queste ultime avevano vissuto importanti sviluppi nel periodo precedente la crisi, grazie agli sforzi e alle scelte della Concertación, oltre che alle migliorate condizioni economiche.166 Infatti la crisi ha interrotto quel processo di riforme sociali che i governi della Concertación avevano iniziato ad attuare; erano stati approvati negli anni programmi quali, il “Programa Chile Solidario”, con il quale si è cercato di ridurre la povertà cercando di incorporare i poveri e gli indigenti nel sistema di assistenza sociale, e il ‚Programa Chile Barrio‛ che ha cercato di ridurre i campeamentos167, oltre a puntare ed investire sui settori

della salute e dell’educazione. Secondo stime governative, la povertà nel 2006 non superava il 14% mentre l’indigenza sfiorava il 4%. Questi dati sono stati più volte contestati da organizzazioni non governative (ad esempio, ‚Un techo para Chile‛) che sostennero invece che i dati effettivi fossero quasi il doppio con il 26% della popolazione povera.168

166 R. F

FRENCH-DAVIS eR.HERESI, La economía chilena frente a la crisis financiera: respuestas contra-

cíclicas y desafios pendientes, in «Serie de documentos de trabajos», Facultad de economia y negocio,

Universidad de Chile, n° 393, 2014, pp. 8-11; P.BUSTOS (a cura di), Consenso progresista. Las politicas

económicas de los gobiernos del cono sur: elementos comunes, diferencias y aprendizajes, Fundación

Friedrich Ebert, Buenos Aires, 2010, pp. 119-128.

167 Campeamentos è il termine utilizzato in Cile per indicare le cd ―baraccopoli‖, insieme ad un altro termine,

callamapa che è sinonimo di fungo, proprio ad indicare la rapidità con cui sorgevano questi insediamenti.

168 P.B

USTOS (a cura di), Consenso progresista. Las politicas económicas de los gobiernos del cono sur:

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