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La situazione attuale

PRESENZA DELLE DONNE NELLA STORIA

5. La situazione attuale

In tema di violenza, qui interessa quella perpetrata, in misura cre-scente, contro le donne, e al riguardo è da dire che essa culmina oggi in numerosi omicidi, di cui parlano quotidianamente le cronache, tanto da far coniare neologismi come “femminicidio” (così Barbara Spinelli, la quale auspica che dalla denuncia sociale si passi al riconoscimento giuridico internazionale) o “femicidio” (così Cristina Karadole). Altro neologismo è quello di Daniela Danna, la quale parla di “ginocidio”

nell’omonimo libro (e il termine, per assonanza, richiama quello di

ge-nocidio), in quanto questa violenza viene “giustificata” dal giudizio ma-schile sull’inferiorità sociale femminile e dal desiderio di controllo del corpo delle donne da parte degli uomini attraverso le limitazioni alla sessualità e alla vita sociale. Si tratta di un testo importante, basato su un doppio approccio alla violenza ginocida: da una parte, le molteplici forme di violenza come azioni sociali e non individuali correlate alla disuguaglianza tra i generi e più in generale al grado di disuguaglianza presente in una data società; dall’altra parte, la caratterizzazione della violenza contro le donne nei diversi contesti storico-geografici.

In ogni caso, le nuove parole servono a indicare (secondo la defini-zione del Vocabolario della lingua italiana del Devoto-Oli) “qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di per-petuare la subordinazione e di annientare l’identità attraverso l’assog-gettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte”.

Si tratta di una situazione che dà a pensare e che accade dopo se-coli di “prefemminismo” (antico, medievale e moderno all’insegna dell’anti-misoginia), di “protofemminismo” (dall’Illuminismo al Po-sitivismo nelle diverse declinazioni, liberali, socialiste e libertarie) e di

“femminismo”, che si è avuto soprattutto nel ’900, il “secolo lungo”

caratterizzato da “quattro ondate”: di denuncia e rivendicazione, di demitizzazione ed emancipazione, di contestazione e liberazione, di reciprocità e promozione che sono approdate al “postfemminismo”

odierno, che è all’insegna della collaborazione nella diversità. La cosa deve far pensare, nel senso che, senza misconoscere i “guadagni storici”

operati dal femminismo, occorre imboccare nuove strade affinché quei guadagni possano essere messi a frutto; diversamente si rischia di avere

“verità impazzite”, per cui si sono risolti dei problemi, ma se ne sono pure creati altri.

BIBLIOGRAFIA

Su Caterina di Alessandria si veda la voce in D. Balboni - Giovanni Battista Bronzini - M. V. Brandi, in Bibliotheca Sanctorum, Città Nuova, Roma 1961-1987, vol. III, coll. 953-978; e di V. Saxer, in Dizionario Patristico e di Antichità cristiane, Marietti, Casale Monferrato 1983, I; si vedano poi i seguenti saggi: Giovanni Batti-sta Bronzini, La leggenda di santa Caterina di Alessandria. Passioni greche e latine, in

“Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Memorie. Classe Scienze morali”, 1969, 8, pp. 257-416. Altri studi in lingua straniera sono di Christine Walsh (2007), Renè Coursault (1984) e Robert Fawtier (1923). Più recenti sono il quaderno di Marzia-no Rondina, Santa Caterina d’Alessandria. La venerazione dell’Ordine agostiniaMarzia-no. Il culto in San Giacomo Maggiore di Bologna, Quaderni della Comunità agostiniana di San Giacomo Maggiore - Centro Studi C. Ghirarducci - Biblioteca L. Torelli, Bolo-gna 2004; e Mario Scudu, Santa Caterina di Alessandria, martire, in Anche Dio ha i suoi campioni, Elledici, Torino 2011; Silvia Ronchey, Ipazia. La vera storia, Rizzoli, Milano,2010.

Da tenere presenti anche gli articoli di: Serena Modena, Santa Caterina d’A-lessandria d’Egitto, in “Enciclopedia delle donne”; Carlo Lapucci, Santa Caterina d’Alessandria tra culto e mito, toscanaoggi. it, 25/5/2003; Domenico Nardone, Santa Caterina d’Alessandria e Ipazia, in “Bisanzio”, 21/6/2015

Recentissimo è il libro di Roberto Tollo: Santa Caterina d’Alessandria. Icona della teosofia, Biblioteca Egidiana, Tolentino 2015.

Su Ipazia di Alessandria si vedano i seguenti libri: Margaret Alic, L’eredità di Ipazia, Editori Riuniti, Roma 1989; Angela Putino, La signora della Notte stellata, in Diotima, Mettere al mondo il mondo. L’ordine simbolico della madre, La Tartaru-ga, Milano1992; Gemma Beretta, Ipazia d’Alessandria, Editori Riuniti, Roma1993;

Silvia Ronchey, Ipazia, l’intellettuale, in Roma al femminile, a c. di A. Fraschetti, La-terza Roma-Bari, 1994, pp.  213-258; John Toland, Ipazia. Donna colta e bellissima fatta a pezzi dal clero, a c. di F. Turriziani Colonna, Clinamen, Firenze,2009; Silvia Ronchey, Ipazia. La vera storia, Rizzoli, Milano,2010. Si veda anche l’articolo di Luisa Muraro, Ipazia, 16 secoli di bugie, in “Giudizio universale”, 11/12/2009.

Segnaliamo infine gli Atti del Convegno di Pesaro, 28-30 aprile 1994: Aa. Vv., Vicende e figure femminili in Grecia e a Roma, a c. di R. Raffaelli, Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche, Ancona 1995 che contiene il saggio di Silvia Ronchey, Filosofa e martire: Ipazia tra storia della chiesa e femminismo, pp.  449-465.

Su Caterina e Ipazia

Da segnalare il libro di Silvia Ronchey su Ipazia. La vera storia, Rizzoli, Milano 2011 e il libro di Roberto Tollo: Santa Caterina d’Alessandria. Icona della teosofia,

Biblioteca Egidiana, Tolentino 2015 che opera anche un confronto (per “analogia da contrapposizione”) tra le due alessandrine.

È da ricordare che a Ipazia è intitolato il coordinamento donne di scienza fonda-to nel 1987 a Milano: ne fanno parte ricercatrici di diverse istituzioni scientifiche, dall’università ai centri di ricerca pubblici e privati, e di diverse discipline, dalla biologia alla fisica alla, filosofia, ecc. ed è l’aggregazione di questo tipo più ampia e conosciuta; in proposito v. Enrichetta Susi, Ipazia al Coordinamento donne di scienza, in Aa. Vv. Autorità scientifica, autorità femminile, Editori Riuniti, Roma 1992, pp.

95-106.

Da tenere presente il dittico della pittrice fermana Paola Folicaldi su Santa Ca-terina d’Alessandria e Ipazia d’Alessandria (coppia di tele ad olio, 2010, Ancona, Collezione privata).

A Ipazia sono stati dedicati un monumento e una ciclovia a Chiaravalle di An-cona; l’inaugurazione è avvenuta il 27 ottobre del 2012, quando si è tenuto anche un convegno, cui ha partecipato tra gli altri lo storico Carlo Vernelli. Il monumento dedicato ad Ipazia è rappresentato dall’Astrolabio realizzato dall’omonima Associa-zione: è realizzato su acciaio inox, tagliato ed inciso con il laser, è collocato all’inter-no di una teca in cristallo antisfondamento, che costituisce il vertice di una piramide in granito, che simboleggia appunto l’origine egiziana di Ipazia.