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Figure maschili in Elena Ferrante

70 AGUILAR, 2015 71 SAPEGNO,2018, p 27.

1.3. Altri personaggi maschil

1.3.3. Solara e Carracci: il tema del denaro

Intorno a Elena e Lila orbita una molteplicità di personaggi appartenenti ai ceti più umili della

società, a cui sono legate da vincoli di amicizia; Enzo, Pasquale e Antonio sono i loro amici di

infanzia con cui manterranno un rapporto anche in età adulta, complice il fatto che si ritroveranno

tutti a vivere nel rione in cui sono nati e cresciuti.

Questi sono coloro che subiscono le leggi non scritte imposte da due famiglie: quella dei Carracci

e quella dei Solara. Al vertice, esterna a ogni tipo di classificazione vi è la figura di don Achille,

usuraio iscritto al partito fascista e padrone del rione. Don Achille è sempre presente sullo sfondo

della narrazione e in grado di influenzare anche dopo la sua morte le dinamiche del rione.

A queste famiglie è legato un tema che condiziona costantemente le azioni dei personaggi: il

denaro, che diventa sinonimo di potere e di virilità. Il capofamiglia non doveva solo guadagnare, ma anche dotare la famiglia di nuovi status symbol consumisti, come l’automobile, che diventa

«un mezzo per affermare una pretesa superiorità sociale, anzi un criterio di discriminazione all’interno dello stesso ceto»116.

Infatti, Michele e Marcello Solara si comprano una Millecento bianca e blu con la quale «si

pavoneggiavano andando avanti e indietro per le vie del rione» (AG 104), e poco dopo anche

Stefano Carracci si compra una decappottabile, con la quale cerca di attirare le attenzioni di Lila.

115 CARVALHO, 2018, p. 98. 116 BELLASSAI, 2012, p. 118.

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Il tema del denaro riguarda anche Elena e Lila. Ma se per i personaggi maschili diventa un mezzo di ostentazione, per le protagoniste ha una declinazione più nobile: quest’ultime vogliono

diventare ricche per cambiare la situazione economica delle loro famiglie. Paradossalmente il

primo vero contatto che hanno con il denaro contante è legato alla figura di don Achille e alla nascita della loro amicizia. Il furto delle bambole intorno a cui ruota l’inizio del racconto, e per il

quale le bambine accusano l’usuraio, rimanda a una serie di letture significative. Per prima cosa,

Elena e Lila sospettano di don Achille e decidono di affrontarlo, quindi si sbarazzano del timore referenziale che gli adulti hanno sempre avuto nei confronti dell’uomo dimostrando di non avere

paura. Inoltre, con i soldi ricevuti da don Achille, invece delle bambole perdute, decidono di

acquistare il loro primo libro, Piccole donne, riabilitando il denaro sporco ricevuto e cambiando

la loro concezione di ricchezza.

Poi non so perché, le cose cambiarono e cominciammo ad associare lo studio ai soldi. Pensammo che studiare molto ci avrebbe fatto scrivere libri e che i libri ci avrebbero reso ricche. La ricchezza era sempre un luccicore di monete d’oro chiuse dentro innumerevoli casse, ma per arrivarci bastava studiare e scrivere un libro. (AG 68)

Il denaro diventa improvvisamente qualcosa che può essere guadagnato con le proprie capacità.

Non percorre più una strada opposta rispetto a quella dello studio, almeno nella mente delle bambine, ma diventa il fine da raggiungere attraverso l’emancipazione culturale. C’è però un

impedimento, poiché i soldi possono essere contemporaneamente mezzo e fine, e Lila imparerà la

lezione a sue spese, quando i suoi genitori si rifiuteranno di farle proseguire gli studi. Come già

anticipato, la concezione della persona come forza lavoro e non come mente su cui investire per il

futuro avrà la meglio.

Negli anni successivi, durante i quali Elena frequenta la scuola media e Lila crea il suo primo

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Solara si amplia diventando una fornita pasticceria, e Michele e Marcello fanno sfoggio delle loro

ricchezze. Quello che avviene è un vero e proprio spostamento del denaro: i Solara riempiono il

vuoto lasciato da don Achille e si sostituiscono all’istituzione illegale che era venuta a mancare,

diventando i nuovi usurai del rione.

«Lo sai perché i fratelli Solara si credono di essere i padroni del rione?». «Perché sono prepotenti».

«No, perché hanno i soldi». (AG 114)

Il denaro rappresenta quindi la giustificazione massima di ogni azione, quella che comanda è la legge del più forte economicamente, ed Elena e Lila sembrano averlo capito. L’esempio lampante

è il momento in cui Stefano e Marcello si contendono Lila, che diventa quasi una gara a chi ostenta

maggiore ricchezza, ed è chiaro come i soldi diventino anche un mezzo per misurare la propria

virilità.

Ma, mentre Marcello tratta la ragazza come una delle tante macchine che può permettersi, Stefano

agisce in maniera più furba e subdola e promette di trasformare i soldi che possiede nei sogni della

ragazza.

Lila, infatti, poco dopo il matrimonio, sembra pentirsi di aver preferito Stefano a Marcello, almeno quest’ultimo si è sempre mostrato per quello che è, senza alcuna maschera.

«Tutto sommato, Lenù, dove sta la differenza tra mio fratello e Michele Solara o, diciamo, tra Stefano e Marcello?».

«Che vuoi dire?».

«Voglio dire che forse avrei dovuto sposare Marcello». «Non ti capisco».

«Almeno Marcello non dipende da nessuno, fa come gli pare». «Stai dicendo sul serio?».

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A questo punto, al cambiamento della concezione di ricchezza segue anche una trasformazione del

personaggio stesso di Lila. Colei che ancora bambina aveva sfidato don Achille accusandolo di

furto, e che crescendo aveva voluto comprendere tutti i meccanismi illeciti che si nascondevano dietro la borsa nera dell’usuraio, adesso sposa un componente di quella stessa famiglia e di

conseguenza anche i suoi soldi.

Questa scelta la porta inevitabilmente incontro a tutta la disapprovazione del rione, che lo

considera un matrimonio di convenienza: Lila per sistemare sé stessa e la sua famiglia si è venduta

ai Carracci.

«Cioè tu stai dicendo che Lina non si è innamorata, non s’è fidanzata, non si sposerà presto con Stefano, ma si è venduta?»

Pasquale disse cupo:

«Sì, si è venduta. E se n’è fottuta della puzza dei soldi che ogni giorno spende». (AG 265)

In realtà, se Lila all’inizio è sicuramente abbagliata dalla prospettiva di vita che lo status sociale

di Stefano le garantisce, non cade di certo nello stereotipo della donna che accetta tutto pur di non

abbandonare gli agi della vita matrimoniale. Abbiamo visto che lascerà Stefano per amore di Nino,

andando a vivere in un appartamento malconcio nella periferia di Napoli, andrà a lavorare in fabbrica per aiutare economicamente Enzo e quando insieme fonderanno un’azienda informatica,

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