• Non ci sono risultati.

Una spada si può definire come un’arma che presenta una lama allungata dotata di due taglienti e con l’estremità distale appuntita. La lunghezza della lama può variare notevolmente, ma lo spessore deve essere tale da consentire la giusta combinazione di resistenza e leggerezza.139

Gordon propose di classificare come spade tutte le lame più lunghe di 50 centimetri, ma in realtà il confine tra “pugnale lungo” e “spada corta” è estremamente labile. 140 Invece della lunghezza è forse più rilevante valutare le proporzioni: la spada, infatti, appare più slanciata rispetto al pugnale, che risulta più tozzo. Tuttavia i casi-limite sono numerosi e spesso la classificazione nell’una o nell’altra categoria è soggettiva.141

La nascita e i primi sviluppi di questo oggetto, che diverrà poi l’arma per eccellenza e l’emblema del potere e delle virtù militari, non sono facilmente identificabili. Di seguito si cercherà quindi di tracciare una breve ma esaustiva esposizione dello sviluppo tipologico e simbolico delle prime armi che a tutti gli effetti si possono considerare “spade”.

- Arslantepe (Anatolia)

Le spade che, in linea con le attuali scoperte, emergono come le più antiche sono state rinvenute ad Arslantepe/Malatya (Malitya nelle fonti ittite). Un complesso di armi (nove spade, dodici lance e una placca a quadrupla spirale), è stato ritrovato in una delle sale (A113) del "palazzo reale" (edificio III) della fase IV A, ovvero fine del IV mllennio a.C. Gli scavatori sostengono che in                                                                                                                

139 Gernez 2007, 433. 140 Gordon 1953, 57.

141 Vanno citate per completezza a tal proposito due voci dell’Enciclopedia dell’Arte Antica. G.A.

Mansuelli definisce così la spada: “Arma bianca, in origine di bronzo, poi costantemente di ferro, derivata, per allungamento e rafforzamento della lama, dal pugnale bronzeo eneolitico, che a sua volta dipende dal pugnale di selce. Per lungo tempo fra S. e pugnali vi è identità di tecnica e di forme”. Si veda http://www.treccani.it/enciclopedia/spada_(Enciclopedia-dell'-Arte- Antica)/. Invece M. Borgatti definisce così il pugnale: “Arma bianca manesca, con lama corta dritta a due tagli e punta acuta, fornimento con elsa diritta o poco curva, manico generalmente a pomo. Non è sempre facile definire la differenza fra pugnale e spada; si dice spesso corta

spada un'arma che noi forse diremmo pugnale o anche daga, intermedia fra l'una e l'altra di

origine questi oggetti fossero appesi a una parete, collocazione dal grande valore simbolico. Il contesto è emblematico: le spade, probabilmente, non avevano una funzione pratica, ma altro non erano che vessilli di potere. La presenza, per la prima volta, di oggetti bellici all’interno di un ambiente amministrativo non può che essere interpretata come un simbolo di una nuova aristocrazia nascente, basata sull’autorità e la potenza militare. 142

Le armi sono state fuse in forma unica e il metallo utilizzato è il rame arsenicato (l’arsenico, che funge da indurente, è presente tra il 2% e il 6%). Tre spade presentano un’elsa ageminata in argento con decorazioni a triangoli. La tecnologia metallurgica appare particolarmente raffinata per un’epoca così antica. Le spade esibiscono una lama piuttosto slanciata con sezione esagonale; i due taglienti sono paralleli e convergono solo in punta.143

La datazione è abbastanza approssimativa, ma il locus dove sono state rinvenute le armi è datato alla fase Arslantepe VI A, corrispondente al 3350- 3000 circa a.C. (Tardo Calcolitico 5, Tardo Uruk).

Sette delle nove spade di Arslantepe144

                                                                                                                142 Frangipane 2004, 59.

143 Di Nocera, Huptmann, Palmieri 2004, 67

Nel sito di Arslantepe è stata rinvenuta anche un’altra spada, leggermente più tarda e molto differente per contesto e fattura, ma altrettanto importante al fine di ottenere un quadro esaustivo dell’evoluzione di quest’arma.

Nel 1996 fu scoperta, infatti, sul versante nord-occidentale del tell una tomba isolata, interpretata come la più antica “tomba reale”. Cronologicamente il rinvenimento si colloca subito dopo la distruzione del palazzo, tra le fasi Arslantepe VI A e Arslantepe VI B2, ed è datata in valore assoluto tramite 14C al 3081-2897 (1 sigma) e 3308-2879 (2 sigma).145

La sepoltura è formata da una grande fossa irregolare di circa cinque metri di diametro con al centro una tomba a cista costituita da grandi lastre di basalto. All’interno della cista, profonda circa sessanta centimetri, era stato deposto un uomo adulto tra i trenta e i quant’anni posto in posizione fetale sul fianco destro sopra una tavola lignea. L’individuo era adornato da preziose collane di cristallo di roccia, corniola, oro e argento e due spilloni con quadruplice spirale. Intorno a lui era sistemato un ricchissimo corredo composto da sessantacinque oggetti in metallo, quattordici vasi in ceramica e una ciotola in calcite. Il corredo di oggetti metallici era composto da: nove punte di lancia, una spada, una daga, tre pugnali, quattro asce, tre sgorbie, due scalpelli, due vasi, un diadema, due spilloni a quadrupla spirale e trentasette altri oggetti di ornamento tra bracciali, spirali ferma-capelli e anelli. Il vasellame invece comprendeva tre ciotole, due ollette e un bicchiere in ceramica rosso-nera e sei olle in ceramica chiara (Plain Simple), di cui tre ad ingubbiatura risparmiata.146

Intorno alla tomba a cista sono presenti altre quattro sepolture di altrettanti individui (3 ragazze e 1 ragazzo, tutti adolescenti) sistemati a coppie. Una di queste coppie, formata da una ragazza tra i dodici e i quattordici anni e da un ragazzo tra i sedici e i diciotto, è accompagnata da un corredo decisamente ricco e perfettamente identico sia per il giovane uomo che per la giovane donna, composto da spilloni di rame, spirali ferma capelli e diademi decorati a sbalzo, del tutto simili a quello rinvenuto nella sepoltura a cista. Si tratta di vittime sacrificali, e questo è confermato anche dalla presenza di resti animali bruciati. Ma mentre una coppia è adornata con oggetti preziosi, e quindi                                                                                                                

145 Palumbi 2004, 115.

appartiene a un rango più elevato, le altre due ragazze non presentano monili e gioielli. Anche qui c’è della ceramica, nello specifico: tre olle in ceramica chiara ad ingubbiatura risparmiata e quattro olle di ceramica rosso- nera.147

Questo straordinario ritrovamento attesta per la prima volta la presenza di rituali e costumi funerari fino ad allora sconosciuti in Anatolia, ma ben affermati in Transcaucasica con la cultura Kura-Araxes e nel Caucaso settentrionale con i Kurgan di Majkop. Queste connessioni si evincono non solo dalla presenza di sepolture multiple e dall’utilizzo della tomba a cista, ma anche dalla cultura materiale, in primo luogo dall’evidenza delle armi nei corredi, generalmente non presenti in Anatolia, ma anche dalla tipologia ceramica. Mentre, infatti, la ceramica Plain Simple è tipicamente siro-mesopotamica secondo la tradizione del periodo Tardo-Uruk, la ceramica rosso/nera sembra essere di tradizione est-anatolica e caucasica. Tuttavia, com’è stato enunciato in precedenza, la spada, ma anche altri oggetti in metallo come le punte di lancia a lama foliata o la decorazione ageminata erano già presenti nella produzione del precedente periodo di Arsalntepe e questo potrebbe dimostrare contatti tra l’amministrazione palatina e le comunità transcaucasiche già dal IV millennio.148

Sul proprietario della tomba sono state formulate due ipotesi. La prima è che vi fosse sepolto un individuo transcaucasico, il capo di un gruppo nomadico che stava attraversando la regione di Malatya durante gli spostamenti stagionali. In alternativa la tomba potrebbe appartenere a un membro dell’élite locale, un discendente dell’aristocrazia palatina.149 In questo caso la forte presenza di armi dimostrerebbe una simbologia del potere strettamente connessa con le virtù belliche, probabilmente in relazione a una instabilità del sistema politico, testimoniato anche dalla distruzione del palazzo.150

                                                                                                               

147 Palumbi 2004, 115; Frangipane 2006, 176-177. 148 Palumbi 2004, 115; Frangipane 2006, 177. 149 Palumbi 2004, 119.

150 Per ulteriori approfondimenti sulle numerose somiglianze tra i Kurgan e la tomba reale di

Ricostruzione della sepoltura151

Tornando ora alla spada contenuta nel corredo della tomba sopra descritto, si può notare come essa sia completamente diversa dai nove esemplari discussi in pecedenza. È sagomata mediante battitura, la lama è lunga e piatta e presenta un ispessimento centrale, ha inoltre un lungo codolo sottile senza nessun foro da rivetto. Il materiale è rame arsenicato. La lunghezza totale della                                                                                                                

spada è di circa quaranta centimetri. A differenza degli esemplari precedenti, questa spada aveva un manico ligneo di cui si conservano ancora delle piccole tracce sul codolo e su parte della lama.152

Spada dalla Tomba Reale di Arsalentepe153

-Tülintepe (Anatolia)

Un’altra spada molto antica, insieme a cinque punte di lancia, è stata rinvenuta durante i lavori per la costruzione della diga di Keban nel 1966. Il deposito è stato recuperato tra la terra smossa, proveniente da una località non identificata ma vicina a Tülintepe. Non vi sono quindi dati stratigrafici.154

La spada misura 44,6 centimetri di lunghezza, ha una lama ben sagomata, un piccolo codolo piuttosto tozzo senza fori da rivetto ed è mutila in punta. La lama presenta dei segni di martellamento e la parte della spalla è piuttosto corrosa. Il matallo utilizzato per la spada, ma anche per le punte di lancia, è il rame arsenicato (arsenico circa al 2%) ma con una particolarità: tutti i manufatti erano stati ricoperti da una patina d’argento di cui rimangono ancora delle tracce.155

Il rivestimento argenteo suggerisce che le armi non abbiano mai assolto a una funzione pratica, ma che fossero solamente degli oggetti di prestigio, magari con qualche funzione rituale. Alcuni studiosi hanno visto nella somiglianza con la spada della tomba reale di Arslantepe e nella presenza di altri oggetti metallici rinvenuti congiuntamente degli indizi per ritenere che il lotto di materiale provenga da una tomba a cista, simile a quella di Malatya.156

                                                                                                               

152 Palumbi 2004, 192; Gernez 2007, 435. 153 Foto tratta da: Frangipane 2006, Fig. 10 b. 154 Yalçin & Yalçin 2009, 126.

155 Yalçin & Yalçin 2009, 126. 156 Yalçin & Yalçin 2009, 126.

Tuttavia la totale assenza di dati circa il contesto di rinvenimento impedisce ogni speculazione a riguardo.

Sebbene la forma della spada ricordi senza dubbio quella della tomba reale di Arsalantepe la lavorazione, il materiale e le decorazioni argentee sembrano più vicine al lotto di materiali rinvenuti all’interno del palazzo. Pertanto la spada di Tülinetepe è stata datata, in base a criteri stilistici, tra la fine del Calcolitico e l’inizio della Prima Età del Bronzo.157

Spada proveniente da Tülitepe158

- Regione di Sivas (Anatolia)

Va menzionato un altro manufatto anatolico, che presenta caratteristiche similari alle nove spade del palazzo di Arslantepe. La spada in questione fa parte della collezione Dilek Necdet e fu acquistata dal museo di Tokat nel 1996. L’oggetto proviene dal mercato antiquario (perciò non ci sono dati precisi circa il suo rinvenimento), dovrebbe però essere originario della regione di Sivas.159

La spada è lunga 44 centimetri, sulla lama presenta i tipici segni della martellatura e la sua forma ricorda nel dettaglio gli esemplari di Malatya. Anche in questo caso la lama e l’impugnatura sono fusi in un unico pezzo.160 Su questo esemplare sono state realizzate delle analisi archeometriche che hanno rilevato che il metallo utilizzato è il rame arsenicato (con una componente di arsenico di quasi il 10%).161 I dati archeometrici e il confronto stilistico con le spade di Arsalantepe hanno permesso di datare il manufatto tra la fine del quarto e l’inizio del terzo millennio.162

                                                                                                                157 Yalçin & Yalçin 2009, 127.

158 Disegno tratto da: Yalçin & Yalçin 2009, Fig. 3, 1. 159 Zimmermann, Dilek, Önder 2011, 2.

160 Zimmermann, Dilek, Önder 2011, 2. 161 Zimmermann, Dilek, Önder 2011, 6. 162 Zimmermann, Dilek, Önder 2011, 6.

Spada della collezione Dilek Necdet163

- Cimitero di Klady (Caucaso nord-occidentale)

Le spade anatoliche non sono gli unici esemplari così antichi: un corrispettivo degno di nota è stato rinvenuto anche tra il corredo della tomba 5 del kurgan 31 della necropoli di Klady, nel Caucaso nord-occidentale. Il cimitero appartiene alla sopra citata cultura di Majkop. Alcuni dei resti umani da questa necropoli sono stati analizzati tramite la tecnica del radiocarbonio, rivelando una datazione in valore assoluto compresa tra il 3700 a.C. e il 3200 a.C.164 Anche se la tomba 5 non è stata datata, in mancanza di dati più specifici, è da considerarsi compresa in questo periodo temporale. La sepoltura conteneva due corpi, un maschio adulto e un bambino di circa sei anni, con un cospicuo corredo di armi e altri oggetti di prestigio, tra cui, oltre alla spada: perline di denti umani ricoperti d’oro, di corniola, di cristallo di roccia, anelli d’oro, una piccola statuetta d’argento a forma di cane, dei bottoni con anima lignea e copertura aurea, pendenti in oro, due spilloni d’argento ricurvi, dei dadi in osso intagliato, due bidenti bronzei, due pugnali bronzei, un’ascia a martello bronzea, un’ascia piatta sempre in bronzo, due scalpelli bronzei e tre calderoni di cui uno decorato in tecnica repoussè.165

La spada è lunga 63,5 centimetri e presenta spalle spioventi e una lama con nervatura centrale e a sezione romboidale. La punta è arrotondata ed è presente un codolo, abbastanza lungo, con un foro per rivetto.166

                                                                                                               

163 Disegno tratto da: Zimmermann, Dilek, Önder 2011, Abb. 2. 164 Anthony 2007, 290; Rezepkin 2000, 21-22.

165 Anthony 2007, 291-283; Rezepkin 2000, 62-67. 166 Rezepkin 2000, 66.

Spada della tomba 5 del Kurgan 31 di Klady167

Da queste testimonianze archeologiche si possono ricavare alcune considerazioni. In primo luogo si può notare come i primi modelli di spada siano estremamente antichi e si datino in un arco temporale che va tra la metà del quarto millennio e l’inizio del terzo. Per quanto riguarda la collocazione geografica dei rinvenimenti, sembrano essere interessate due zone: l’Anatolia interna e il Caucaso nord-occidentale, in questo periodo in qualche modo in contatto tra loro.

Si possono distinguere due tipologie di spade abbastanza differenti tra loro. La prima comprende i nove esemplari di Arslantepe e la spada della collezione Dilek Necdet. Il profilo e la tecnica di manifattura, che prevede un’unica fusione per la lama e l’impugnatura, risultano piuttosto caratteristiche e non trovano corrispondenti né altrove né in epoche successive. Questa tipologia è pertanto da considerarsi, salvo future scoperte, un modello isolato e autoctono che non sfocerà in futuri sviluppi.

Il secondo tipo invece è presente, seppure con alcune varianti, sia in Anatolia (Arsalantepe, tomba reale e Tülintepe) che nel Caucaso (Kurgan di Klady). E’ questa la categoria che, per forma ma anche per tecnica di lavorazione, si può probabilmente considerare il prototipo delle future spade lunghe. A differenza della prima tipologia, infatti, la lama è fusa separatamente dall’impugnatura, che può essere quindi fabbricata anche in materiale differente, e i due pezzi vengono collegati tra loro tramite il codolo e fissati attraverso uno o più rivetti.168

Infine un’ultima osservazione sui contesti di rinvenimento e la funzione di queste armi, anche se purtroppo alcuni degli esemplari presi in esame provengono dal mercato antiquario e non autorizzano quindi nessuna certezza                                                                                                                

167 Disegno tratto da: Rezepkin 2000, Tafel 56, 20.

168 Sebbene affini per struttura e tecnica di lavorazione in realtà le spade anatoliche sono

piuttosto diverse dall’arma del Kurgan di Klady, tuttavia vi è sicuramente più affinità con quest’ultima che con gli esemplari dal palazzo o con quello della collezione Dilek Necd et.

al riguardo. Le spade di Arslantepe sono state rinvenute all’interno del palazzo reale, il luogo del potere per antonomasia, e, com’è già stato esposto sopra, con ogni probabilità non assolvevano nessuna funzione pratica, ma avevano un intento meramente decorativo, ma al tempo stesso profondamente simbolico. Le spade rinvenute all’interno delle tombe (Arsalntepe tomba reale e Klady Kurgan 31) facevano invece parte di un corredo che in entrambi i casi si può definire elitario. Le tombe esaminate sono estremamente ricche e pertanto presumibilmente dovevano appartenere a personaggi di rango elevato. Anche in questo caso quindi la spada rappresenta un oggetto di lusso con una valenza simbolica atta a sottolineare il rango sociale del suo possessore. E’ difficile stabilire se in questo caso le armi avessero avuto, magari prima della deposizione, anche un valore pratico: tuttavia la forma della lama e in particolare la punta delle armi, che non risulta essere particolarmente affilata, sembrano smentirlo.

Per quanto riguarda le due spade fuori contesto, la questione è più delicata; il rivestimento argenteo sulla spada di Tülintepe però farebbe pensare più a un articolo pregiato che a un utensile per l’offesa. Sulla spada della collezione Dilek Necdet invece possiamo limitarci a prendere in considerazione la sua somiglianza con gli esemplari di Arsalantepe e quindi ritenere anch’essa, con le dovute riserve, un oggetto ornamentale.

Appare dunque con evidenza come fin dagli albori la spada sia un utensile fortemente simbolico ed aristocratico, un oggetto prestigioso, metafora del potere dei capi e baluardo delle virtù militari.

Sebbene l’archeologia per assenza non sia da ritenersi una scienza esatta, non si può non notare come questi primi prototipi di spada, emblemi del potere elitario, non appaiano in contesti mesopotamici per così dire “propizi”, come le numerose tombe principesche del periodo o di poco successive, in primis la necropoli reale di Ur. Si può quindi forse ipotizzare che l’utilizzo, o meglio lo sfoggio, di questa arma sia da considerarsi una tradizione settentrionale, tipica dell’Anatolia e della Transcaucasica.