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10 Complicanze Le fratture dell’omero prossimale sono di difficile gestione ed è riportata

10.4 Spalla congelata

La spalla congelata è una condizione di dolore e rigidità della spalla che può derivare da un’inadeguata riabilitazione dopo la frattura o da una riparazione chirurgica di frattura117. La contrattura capsulare è la principale causa di rigidità

refrattaria, tuttavia altri fattori, come vizi di consolidazione, sindrome dolorosa regionale, disfunzione della cuffia dei rotatori possono contribuire al mantenimento della rigidità della spalla.

Gli studi di Kraal et al.118 evidenziano la mancanza ad oggi di linee guida

precise che consentano un approccio standardizzato a questa complicanza; in generale è stato rilevato che soprattutto nelle prime fasi l’approccio al paziente avviene con l’impiego di FANS per os e iniezioni intra-articolari di corticosteroidi; mentre nelle fasi successive la fisioterapia assume un ruolo più importante e centrale nel tentativo di mobilizzare la spalla rigida.

10.5 Infezione

L’infezione è una complicanza relativamente rara che rappresenta però un importante complicanza poiché richiede la revisione chirurgica, terapia antibiotica protratta ed infine l’insoddisfazione del paziente119. Secondo la

letteratura, l’incidenza varia dallo 0% all’ 8% in relazione alle tecniche di trattamento120,121.

Secondo lo studio di Blonna et al.122 l’insorgenza di infezione può essere

prevenuta soprattutto da fattori quali: la profilassi antibiotica, la preparazione preoperatoria con Clorexedina e dal tempo chirurgico; mentre non hanno correlazione con il rischio infettivo l’età, il sesso, il tipo di trattamento richiesto e le fratture concomitanti che richiedono trattamento.

Le infezioni superficiali generalmente sono di facile risoluzione, tramite un’adeguata terapia antibiotica sistemica e una periodica toilettatura della ferita con revisione da parte del personale medico.

In presenza di infezioni profonde è opportuno agire in modo più aggressivo; lavare e sbrigliare i tessuti molli e l’osso infetti, identificare il microrganismo tramite adeguati tamponi e trattarlo con specifica terapia

antibiotica. Se la frattura rimane stabile ci sono buone probabilità che vada incontro a risoluzione e che l’infezione venga eradicata. Nei casi più gravi è possibile che l’infezione conduca alla necrosi del frammento cefalico; in tal caso, la sostituzione protesica è l’unica soluzione attuabile. 10.6 Lesione neuro-vascolare Le fratture dell’epifisi prossimale possono condurre a lesione di una o tutte le componenti del plesso brachiale e il nervo ascellare è il più frequentemente colpito in occasione di trauma, specie per le fratture-lussazioni anteriori o per interventi di riduzione e osteosintesi di frattura, dove si applica uno stiramento o compressione del nervo stesso. Frequenza minore di lesione si ha per il nervo muscolocutaneo, mediano e ulnare, interessati per una percentuale minore di casi123. Le lesioni nervose, secondo lo studio di Rovesta et al.123 interessano il 5% dei pazienti con frattura di omero prossimale, tuttavia se alla diagnosi clinica associamo una valutazione elettromiografica a 2 – 5 settimane dal trauma, la percentuale di sofferenza neurogena ha valori elevati, fino ad un 65%, secondo lo studio di Visser et al.124 . Nel 90% dei casi c’è recupero spontaneo e completo in 1 – 5 mesi.

Nel sospetto di lesione nervosa è fondamentale interrogare il paziente sull’eventuale presenza di parestesie o sull’impossibilità nell’eseguire un movimento del gomito e della mano o sulla mancata sensibilità dell’arto dopo il trauma. La frattura nella maggior parte dei casi non permette di saggiare i movimenti della spalle e non è quindi possibile valutare la contrazione deltoidea, sovrascapolare e del sottospinoso.

La lesione dell’arteria ascellare è responsabile del 6% circa di tutti i traumi arteriosi37, rappresenta il 15 – 20% di tutte le lesioni dell’arto superiore125, ed è

chiuso violento cui consegua una frattura scomposta, tuttavia non si può escludere tale lesione in presenza di fratture minimamente scomposte126. La sede più frequentemente colpita dell’arteria ascellare è in prossimità dell’origine dell’arteria circonflessa anteriore37.

Nel sospetto di lesione vascolare è opportuno saggiare il polso radiale dell’arto affetto, tuttavia i polso periferico può essere secondario a una circolazione collaterale secondaria. Altri segni di sospetto sono rappresentati da un ematoma in via d’espansione, il pallore e le parestesie. È opportuno escludere sempre una lesione avascolare poiché le conseguenze dirette di tale complicanza possono sfociare in quadri gravi come la gangrena gassosa, l’amputazione e neuropatie da compressione del plesso brachiale che portano a deficit permanenti, se l’ematoma non è rapidamente evacuato. L’uso dell’angiografia è dirimente per rilevare l’eventuale lesione e la sua localizzazione, al fine di un miglior approccio chirurgico, che si basa su differenti metodi, tra cui la riparazione del vaso con patch o suture, resezioni parziali del vaso danneggiato con anastomosi termino terminali, innesti venosi o di politetrafluoroetilene o Gore-tex e by-passa tramite vena safena posizionata in senso inverso.

11 Materiali e metodi

Presso la I clinica Ortopedica dell’Università di Pisa sono stati trattati, nel periodo dal 01/01/2014 al 31/12/2015, 170 pazienti per fratture di omero prossimale. I criteri d’inclusione considerati sono: • Fratture dell’epifisi prossimale omerale • Età superiore a 65 anni I criteri di esclusione utilizzati sono stati: • Pazienti con fratture patologiche di omero prossimale, • Pazienti non contattabili per mancata reperibilità e per problematiche di comunicazione dovute a patologie neurodegenerative associate all’età.

• Fratture dell’omero prossimale che invadono anche la porzione diafisaria

• Politraumi o polifratturati

Tutti i Pazienti sono stati valutati clinicamente e radiograficamente (Radiografia standard e TC quando ritenuta necessaria per la valutazione della frattura) presso il DEA della AOUP, dove ne è stato disposto il trattamento. Per ciascun paziente sono stati presi in esame: la data del trauma, il tipo di trauma, l’età, il sesso, e la modalità di trattamento. Tutti i dati sono stati raccolti e ordinati tramite Microsoft Excel. Tutte le fratture sono state valutati tramite: • Classificazione AO • Classificazione di Neer

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