2. L A PRODUZIONE LETTERARIA DI T UCHOLSKY E LA SUA RICEZIONE
2.3 Sprache ist meine Waffe: la consapevolezza linguistica di Tucholsky
e finisce con il segnare la fine della sua carriera letteraria e dell’epoca che egli aveva rappresentato.
2.3
Sprache ist meine Waffe: la consapevolezza linguistica di
Tucholsky
Un’altra caratteristica molto peculiare di Tucholsky è il suo forte legame con la lingua tedesca e la profonda consapevolezza del suo utilizzo e delle sue possibilità. Egli ha infatti dedicato all’uso della lingua nella sua epoca una grandissima attenzione che si è tradotta concretamente in una serie di glosse e di saggi, in cui egli ha messo a punto una vera e propria Sprachkritik.
Attraverso di essa, egli giudica positivamente o negativamente la lingua e il suo utilizzo ed analizza in modo critico e pieno di ironia le cattive abitudini linguistiche dei propri contemporanei come ad esempio i termini alla moda, i modi di dire ed il linguaggio burocratico.
79T
UCHOLSKY, Kurt: Gesammelte Werke in 10 Bänden, vol. 8, op. cit., p. 320.
49 Del tedesco parlato che egli indica con il termine Neudeutsch, rifiuta l’utilizzo esagerato di termini tecnici derivanti dagli ambiti più disparati, la tendenza all’abbreviazione e alla composizione di parole scaturita dai nuovi mezzi di comunicazione e l’assunzione di parole straniere.
Das Wort Neudeutsch ist nicht mit dem gleichnamigen Grünkohl zu verwechseln, obgleich ja beide aus der Zusammenziehung eines Adjektivs und eines Substantivs zu neuem Hauptwort und Begriff entstanden sind. Dieses Neudeutsch ist etwas ganz Furchtbares.81
La critica di Tucholsky si concentra in modo particolare sul linguaggio della stampa e delle istituzioni, che proprio attraverso i media si era sviluppata e diffusa. Questo fenomeno era particolarmente rilevante soprattutto nel periodo compreso tra il 1830 e il 1920 e rispondeva alle esigenze dei linguaggi tecnici. Per questo motivo lunghe parole composte ed infiniti sostantivati erano entrati a far parte della moda linguistica di quegli anni.
Nun stecken dem Deutschen zwei Narrheiten tief im Blute: erstens, sich womöglich immer auf irgendein Fach hinauszuspielen, mit Fachausdrücken um sich zu werfen, jeden Quark anscheinend zum Fachausdruck zu stempeln; zweitens, sich immer den Anschein zu geben, als ob man die Fachausdrücke aller Fächer und folglich die Fächer auch selbst verstünde.82
Tucholsky assiste in modo nostalgico a questi cambiamenti linguistici e mira a ripulire e ristabilire la lingua che era andata perduta in seguito all’industrializzazione e alla conseguenti innovazioni tecniche e scientifiche, dalle quali si erano originati nuovi gerghi specialistici, che insieme a numerosissimi prestiti da altre lingue, erano stati progressivamente introdotti con il trascorrere del tempo nella lingua quotidiana attraverso la politica, la stampa e la pubblicità.
Allo stesso modo Tucholsky critica in modo parodico la lingua letteraria e la progressiva americanizzazione della letteratura tedesca. Nel saggio del 1926 Der neudeutsche Stil Tucholsky esplicita la propria concezione di lingua letteraria sintetizzandola in una frase: “Kunst bleibt. Mode von gestern ist lächerlich.”83 Egli ritiene dunque che la lingua possa essere intesa come una moda poiché si modifica e cambia nel tempo, tuttavia in essa sono presenti anche delle componenti che si conservano e soltanto quelle componenti possono essere considerate arte. Ciò che è soltanto prodotto della moda invece è destinato ad
81 T
UCHOLSKY, Kurt: Gesammelte Werke in 10 Bänden, vol. 1, op. cit., p. 341.
82 Ibidem. 83 T
50 esaurirsi come nel caso dei nuovi gerghi letterari, di cui sottolinea la eccessiva vicinanza alla lingua parlata. Anche nel “nuovo stile letterario tedesco” infatti, egli rintraccia un eccessivo utilizzo di parole straniere e alla moda, l’inserimento frequente di parentesi e virgolette ed una forma generalmente troppo ampollosa; conclude riprendendo in modo parodico un termine alla moda inserito tra virgolette Problemen, attribuendolo allo stile stesso: „Der gesamte neudeutsche Stil wimmelt von ›Problemen‹.”84
In questa critica alla lingua egli coinvolge anche i gruppi sociali che ne fanno uso, sottolineando l’abuso volontario dei termini alla moda e la loro banalità:
Die Wandervögel, die Kunsthistoriker, die Tanzphilosophen, die Nationalökonomen verfügen jeweils über einen schönen Vokabelschatz von Modewörtern, die man, ohne Unheil anzurichten, beliebig durcheinanderwerfen kann. Kaum ein Gedanke wird durchgeführt, ohne dass der gebildete Autor drei andere einschiebt.85
L’esuberanza linguistica, presente sia nella lingua scritta che nella lingua parlata, viene descritta da Tucholsky come geschwollen, stuckbeklebt e behängt, quindi faticosa e priva di chiarezza. In questo contesto egli cerca di mettere a nudo anche la lingua parlata, nel tentativo di restituirne un’immagine autentica e conduce un’analisi di essa all’interno di una glossa del 1927 Man sollte mal…firmata da Peter Panter. A tal fine egli ritiene necessario registrare in segreto, parola per parola, ciò di cui la gente “blatera” (schwabbeln):
Man sollte mal heimlich mitstenographieren, was die Leute so reden. Kein Naturalismus reicht da heran. [..]Nein, man sollte wortwörtlich mitstenographieren – einhundertundachtzig Silben in der Minute – was Menschen so schwabbeln.86
La letteratura infatti non è in grado di restituire in modo fedele la lingua parlata e anche il tentativo del naturalismo di uguagliarla è risultato eccessivamente artificioso.
La lingua parlata è paragonata ad una giungla ricoperta di piante rampicanti di parole, “die Alltagssprache ist ein Urwald – überwuchert vom Schlinggewächs der Füllsel und Füllwörter”87 e regolata internamente da alcune leggi generali, come ad esempio la necessità di ripetere i contenuti al proprio interlocutore “Das
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TUCHOLSKY, Kurt: Gesammelte Werke in 10 Bänden , vol. 4, op. cit., p. 400.
85 Ibidem. 86 T
UCHOLSKY, Kurt: Gesammelte Werke in 10 Bänden , vol. 5, op. cit., p. 143.
87 T
51 oberste Gesetz ist: der Gesprächspartner ist schwerhörig und etwas schwachsinnig – daher ist es gut, alles sechsmal zu sagen”, la mancanza di regole grammaticali, Die Alltagssprache hat ihre eigene Grammatik, la mancanza di reciprocità nei dialoghi, l’immediatezza e l’accumulo disordinato di elementi.
Ein guter Alltagsdialog wickelt sich nie, niemals so ab wie auf dem Theater: mit Rede und Gegenrede. Das ist eine Erfindung der Literatur. Ein Dialog des Alltags kennt nur Sprechende – keinen Zuhörenden. Die beiden Reden laufen also aneinander vorbei, berühren sich manchmal mit den Ellenbogen, das ist wahr – aber im großen ganzen redet doch jeder seins.88
La valutazione che Tucholsky esprime attraverso la sua critica all’utilizzo della lingua tedesca acquisisce in ultima istanza un valore più ampio, poiché diviene anche critica politica e sociale, in cui non si evidenziano soltanto motivazioni estetiche.
All’interno della Sprachkritik di Tucholsky infatti l’analisi dell’utilizzo delle parole e della loro forma (eccessivo utilizzo di parole straniere e prestiti, eccessiva tendenza alle forme composte, etc.) e quella del loro contenuto (la vaghezza o la mancanza di contenuto) non sono finalizzate soltanto ad un’analisi linguistica della lingua. Tucholsky utilizza questi dati per ampliare il proprio discorso e criticare i modi di pensare che si rispecchiano e si esprimono attraverso queste scelte linguistiche.
Ne deriva che la critica alla lingua e al suo utilizzo distorto è ovviamente una attacco indiretto a tutti coloro che ne fanno questo utilizzo: la Sprachkritik di Tucholsky nasconde in sé anche una profonda Gesellschaftskritik.
Questa ipotesi trova la sua conferma in un testo satirico del 1927 intitolato Der Phrasendrescher, in cui Tucholsky mette in scena un apparente dialogo tra due interlocutori, che in verità parlano con sé stessi attraverso due monologhi differenti, rendendo la comunicazione disturbata e impossibile.
Ognuno dei due interlocutori è concentrato in modo egocentrico su se stesso e non si rende conto del fallimento della comunicazione con l’altro ma, al contrario, continua a parlare, ignaro della propria incapacità di instaurare una relazione sociale con l’altro sulla base di contenuti condivisi.
Lo scambio di battute presenta infatti soltanto domande retoriche e ricorre a forme fisse e convenzionali che il lettore può facilmente riconoscere, inoltre i
52 disturbi di comunicazione evidenziati nel testo richiamano l’attenzione anche su problematiche sociali e psicologiche, come la falsa sicurezza e l’incapacità relazionale.
La lingua diviene quindi anche arma di lotta e di resistenza contro la Unschärfe, l´imprecisione dei concetti, la mancanza di contenuti e l’incomunicabilità sociale: „Sprache ist eine Waffe. Haltet sie scharf. Wer schludert, der sei verlacht, für und für. Wer aus Zeitungswörtern und Versammlungssätzen seines dahinlabert, der sei ausgewischt, immerdar.“89
Tutte queste osservazioni sulla lingua tedesca vanno a formare la Sprachkritik di Tucholsky, ovvero quella componente della sua produzione che ha come tema l’analisi e la critica della lingua contemporanea e che aspira a restituirle la precisione e la pulizia che ha perduto nel corso del tempo sulla base di alcuni ideali estetici. Tuttavia Tucholsky non sembra proporre nessuna soluzione concreta a questo processo di degenerazione del tedesco, ma si limita ad opporvi il suo stesso stile letterario. Ne deriva dunque che lo stesso approccio critico nei confronti della lingua rappresenta una parte fondamentale e costitutiva del suo stile.
Come avremo modo di notare in altri ambiti, i punti critici dell’opera di