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Gli standard di contenuto e gli indicatori di performance

L’implementazione delle strategie sociali: gli strumenti della RS

2.6 Gli standard di contenuto e gli indicatori di performance

La maggior produzione di standard, modelli e linee guida è probabilmente riferibile alla redazione di report sociali o di sostenibilità; parimenti, a livello

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Osserva in merito Hinna: “Solo se esistono queste condizioni siamo in presenza di Key Performance Indicators; in caso contrario si può parlare sempre di KPI, ma si tratta semplicemente di “Key Performance Ideas”. Ovviamente anche le idee servono, ma a fare cultura e poco a fare rendicontazione.” Hinna (2005) pag. 220.

dottrinale i lavori sulla rendicontazione sociale sono proliferati negli ultimi anni, a distanza di circa un ventennio dalle prime pubblicazioni sul tema36.

Esula dalle finalità di questo lavoro l’elencazione esaustiva degli standard, per la quale si rinvia alla letteratura di riferimento; in tale contesto preme semmai riepilogare a grandi linee i principali standard, con particolare riguardo a quelli che contengono al loro interno degli indicatori di performance.

Infatti, come si è già avuto modo di ribadire in precedenza, l’idea è quella di evidenziare quali strumenti le imprese abbiano a disposizione per pianificare, gestire e controllare la RSI; in ottica di pianificazione e controllo, ovvero di implementazione delle strategie sociali, non è pensabile che la rendicontazione sociale assolva la semplice funzione di comunicazione unidirezionale, dall’impresa agli stakeholder, o addirittura che si riduca al ruolo di puro strumento di immagine.

È per questo motivo che nel paragrafo precedente si è voluta inserire la rendicontazione sociale nell’ambito dei processi aziendali, per evidenziare come lo strumento in sé non sia il fine ma il mezzo per l’efficace gestione dei processi di gestione e comunicazione con gli stakeholder.

L’ulteriore passo in questa direzione è quello di rendere il bilancio sociale uno strumento effettivo di misurazione delle performance, o meglio, uno strumento di comunicazione agli stakeholder delle performance sociali che l’impresa misura opportunamente al suo interno.

In sostanza, così come la strategia aziendale “tradizionale” sfocia nella pianificazione e viene sottoposta a controllo con l’utilizzo di opportuni parametri obiettivo, così la strategia sociale si implementa con i processi di gestione e rendicontazione della RSI già descritti, e trova misurazione del grado di raggiungimento attraverso opportuni indicatori sociali.

Poiché la strategia sociale è fondamentalmente una strategia di relazione con gli stakeholder, la misurazione e comunicazione degli indicatori di performance sociali assume valenza strategica.

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La bibliografia sul bilancio sociale in Italia è molto ampia; si citano, tra gli altri Vermiglio (1984) e (2000), Matacena (1984), Rusconi (1988) e (2004, a cura di), Gabrovec Mei (1991), (1993) e (2002, in Hinna), Pulejo (1996), Viviani (1999), Chiesi, Martinelli, Pellegatta (2000), Hinna (2002) e (2005), Marziantonio – Tagliente (2003), Campedelli (a cura di, 2005).

A fronte di queste necessarie premesse, che introducono la trattazione che segue e esplicitano la ragion d’essere di questo lavoro nel suo complesso, si riscontra allo stato attuale un ricorso limitato agli indicatori di performance negli standard di rendicontazione sociale.

Molti standard fanno riferimento agli indicatori, ne sottolineano la rilevanza, ma non avanzano proposte in merito ad una possibile elencazione o standardizzazione degli indicatori.

Restando nel panorama italiano, ad esempio, i principali modelli di bilancio sociale37 non contengono indicatori di performance.

Il modello GBS38 si limita a inserire nella relazione sociale la seguente elencazione di argomenti39 suddivisi per categorie di stakeholder:

Tabella 2.1- Principali assunti per categoria di stakeholder

Personale dipendente

(a) Composizione del personale

(b) Consistenza per età, sesso, livello d’istruzione, qualifica, funzione, anzianità, provenienza territoriale, nazionalità e tipologia contrattuale (c) Organizzazione del lavoro

(d) Turnover (per sesso, qualifica, età, nazionalità, motivi) (e) Attività sociali

(f) Politica delle assunzioni (g) Politiche di pari opportunità (h) Formazione e valorizzazione

(i) Sistema di remunerazione ed incentivazione (j) Attività sanitaria e sicurezza sul lavoro (k) Relazioni industriali

Soci (a) Ripartizione percentuale del capitale fra soci, distinti per natura giuridica e nazionalità

(b) Agevolazioni riservate ai soci (c) Remunerazione del capitale investito

(d) Partecipazione dei soci al governo dell’azienda e tutela delle minoranze

(e) Investor relations

Finanziatori (a) Composizione, tipologia e caratteristiche dei finanziatori e dei finanziamenti

(b) Rapporti con istituti di credito (c) Investor relations

Clienti/Utenti (a) Caratteristiche ed analisi della clientela e dei mercati serviti (b) Sistemi di qualità

(c) Valutazione della soddisfazione dei clienti (customer satisfaction) (d) Condizioni negoziali

Fornitori (a) Caratteristiche ed analisi dei fornitori

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Ci si vuole qui riferire ai modelli Comunità e Impresa, IBS, GBS, IBS/ABI, per la descrizione dei quali si rinvia a Cantele in Campedelli (a cura di, 2005).

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“Principi di redazione del bilancio sociale” del Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale,

www.gruppobilanciosociale.org. 39

(b) Sistemi di qualità

(c) Condizioni negoziali (d) Ricaduta sul territorio

(e) Rispetto degli standard omogenei nella catena di fornitura Pubblica

Amministrazione

(a) Imposte sul reddito, tasse e contributi versati

(b) Contributi, agevolazioni fiscali e/o finanziamenti agevolati ricevuti suddivisi per area di destinazione

(c) Tariffe differenziate (agevolate)

(d) Rapporti contrattuali con la Pubblica Amministrazione

(e) Norme interne e sistemi di controllo volti a garantire l’osservanza della legge

Collettività Interessi di natura sociale

(a) Descrizione degli apporti diretti al sociale in termini di arricchimento della qualità della vita nei diversi ambiti di intervento: istruzione, sport, sanità, cultura, ricerca, solidarietà sociale

(b) Rapporti con associazioni ed istituzioni Interessi di natura ambientale

(a) Sistemi di gestione ambientale e di gestione del rischio (b) Formazione ed educazione

(c) Indicatori di performance ambientali

(d) Utilizzo e consumo di energia e di materiale non riciclabile

Fonte: GBS

Un’analoga elencazione, con opportune modifiche e integrazioni, appare nel modello IBS/ABI40, rivolto alle imprese del settore bancario; a questa elencazione si aggiungono, nella sezione rendiconto, una serie di indici che tuttavia, essendo focalizzati su efficienza del personale, patrimonio e redditività dell’impresa, non si possono annoverare tra gli indicatori sociali, essendo di fatto dei tradizionali indici di bilancio d’esercizio.

Attualmente, l’unica proposta italiana comprendente un set di indicatori di performance sociale è il Social Statement contenuto nel progetto CSR-SC del Ministero del Welfare41.

Il progetto viene definito come “il contributo italiano alla campagna di diffusione della CSR in Europa”, e nasce infatti anche in risposta alle sollecitazioni che la Commissione Europea ha lanciato con il Libro verde (COM (2001) 366) e con la successiva Comunicazione COM (2002) 34742.

Il progetto, presentato per la prima volta nel 2003 a Venezia in occasione della Conferenza Europea sulla CSR, contempla tre diverse fasi di attuazione; la prima

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ABI, “Modello di redazione del bilancio sociale per il settore del credito”, pagg. 38 e ss. 41

Il progetto è scaricabile dal sito www.welfare.gov.it; per una sintesi si veda anche Bagnoli (2004). 42

fase riguarda proprio la diffusione della cultura della CSR, analogamente a quanto previsto, tra le altre cose, dalla Commissione Europea.

La seconda fase prevede invece la predisposizione da parte delle imprese interessate, su base volontaria, di un Social Statement, ovvero una tabella di indicatori sociali standardizzati; la predisposizione di tale documento dovrebbe permettere alle imprese l’iscrizione in un data-base pubblico, e l’attivazione pertanto di meccanismi di reputazione, successivamente ad una procedura di verifica del documento.

La procedura di verifica dovrebbe spettare ad un apposito ente, il CSR Forum, che decide pertanto l’ammissione o l’esclusione dell’impresa dal data-base pubblico.

L’ultima fase, che per ora è ancora sulla carta e necessita di ulteriori indicazioni, prevede l’opportunità per le imprese di usufruire di non meglio definite agevolazioni fiscali a fronte di erogazioni liberali confluite in un apposito fondo SC costituito nell’ambito del Bilancio dello Stato e da destinarsi a progetti di rilevanza sociale.

Al di là dei meccanismi di incentivazione e agevolazione, non ancora ben definiti e più o meno discutibili, il progetto CSR-SC assume rilevanza come proposta di un set di indicatori che possono costituire oggetto di comunicazione dall’impresa agli stakeholder; pertanto, pur non avendo il carattere di standard di rendicontazione, il

Social Statement viene qui inserito per il suo contenuto relativo alla misurazione

delle performance sociali.

Il set di indicatori è organizzato in tre livelli, a costituire una sorta di piano dei conti; i livelli sono formati dalle categorie, dagli aspetti e dagli indicatori43.

Le categorie sono otto e rappresentano i gruppi di stakeholder di riferimento: 1. risorse umane

2. soci/azionisti e comunità finanziaria 3. clienti

4. fornitori

5. partner finanziari

6. stato, enti locali e pubblica amministrazione 7. comunità

8. ambiente

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L’esplicitazione dei tre livelli e la previsione di indicatori comuni e addizionali è stata ripresa nel progetto dal modello GRI, descritto nel seguito.

Gli aspetti sono le aree tematiche monitorate da gruppi di performance indicator nell’ambito di ciascuno stakeholder; in sostanza rappresentano le problematiche o gli aspetti rilevanti in relazione a ciascuna categoria.

Infine, l’ultimo livello è costituito dai veri e propri indicatori di performance; questi possono essere sia quantitativi (ovvero espressi in termini monetari o in forma numerica o di percentuale) che qualitativi, e vengono suddivisi in indicatori comuni e addizionali.

La suddivisione degli indicatori in queste due macro-classi deriva dal fatto che il

Social Statement non prevede lo stesso tipo di contenuto per tutte le imprese, ma

tendenzialmente vuole essere applicabile anche alle PMI, con un conseguente alleggerimento del carico informativo.

Le PMI, ovvero quelle con un numero di dipendenti inferiore a 50, devono infatti presentare un Social Statement comprensivo dei soli indicatori comuni44; le imprese di medie dimensioni, comprese tra 50 e 250 dipendenti, e quelle grandi, oltre i 250, devono aggiungere alcuni indicatori addizionali, da definire; infine, le imprese quotate, indipendentemente dal numero di dipendenti, redigono un Social Statement comprensivo di tutti gli indicatori.

Ai nostri fini appare interessante riportare l’intero elenco di indicatori, così come rappresentato nel progetto:

Tabella 2.2 – Social Statement Elenco completo degli indicatori Categorie, aspetti e indicatori 1. Risorse Umane