2 Le formulazioni della norma nei codici preunitari e nel codice Zanardelli…
1.1 Lo stato di necessità nel codice del 1871 e la ricerca dei principi generali
1.2 Le norme dell’attuale StGB: § 34 der rechtfertigende Notstand ... 53
1.3 Le norme dell’attuale StGB: § 35 der entschuldigende Notstand ... 59
1.4 Una valutazione dell’esperienza tedesca: alcune applicazioni pratiche ... 65
1.5 Stato di necessità e azione dei pubblici poteri ... 70
1.6 Le altre ipotesi generali nell’ordinamento tedesco: §§ 228 e 904 BGB ... 73
2 Lo stato di necessità in altri ordinamenti ... 76
2.1 In Austria e Svizzera... 76
2.2 In Norvegia ... 76
2.3 In Spagna ... 77
2.4 In Portogallo ... 78
2.5 In Francia ... 78
2.6 In Gran Bretagna e negli Stati Uniti ... 79
2.7 Cenno ai principi generali del diritto penale internazionale ... 80
1 Le norme del codice penale tedesco
Sotto il profilo comparatistico, questo capitolo verrà dedicata maggiore
attenzione all’ordinamento tedesco: comune è il retroterra di cultura giuridica, affini
sono i percorsi battuti dalla dottrina, anche se differenti ne sono gli esiti. Inoltre lì
fervono riflessioni sulla teoria tripartita del reato e, per la parte che qui più interessa,
sulla natura delle cause di non punibilità.
1.1 Lo stato di necessità nel codice del 1871 e la ricerca dei principi generali
giustificante e scusante
Come già accennato, l’idea di una trattazione differenziata delle ipotesi di
necessità risale a Berner un filosofo di scuola posthegeliana: al momento
dell’emanazione del primo codice nazionale tedesco, infatti, la dottrina tedesca aveva
già chiaramente differenziato le ipotesi di necessità giustificante da quelle di necessità
scusante. Ciò nonostante, il Reich
238rimase allineato agli insegnamenti giusnaturalistici
238
BARATTA,Antinomie giuridiche e conflitti di coscienza (Contributo alla filosofia e alla critica del diritto penale), Milano, 1962, pag. 36, delinea il quadro della società tedesca di fine Ottocento: “il Reich di Bismark del 1871 era fondato su un equilibrio elastico tra la nobiltà feudale prussiana e la grossa borghesia liberale; … ma questo equilibrio non aveva una consistenza reale ed era basato piuttosto sulla Realpolitik del Cancelliere; … accanto al conservatorismo degli Junker, v’era l’altro conservatorismo separatista e cattolico; … al di sotto delle classi dominanti, il proletariato veniva assumendo sempre più coscienza e forza politica…Dalla caduta del Bismark la politica del governo fu costretta a basarsi su questo più vasto equilibrio di forze sociali, …ma la crisi mondiale del ‘14-’18 e i moti del 1918 mostrarono che il proletariato tedesco non era in grado di prendere il potere. Mentre il codice civile tedesco del 1901 non potè non tener conto dell’equilibrio politico post-bismarkiano e delle esigenze tecniche di un paese entrato in pieno nell’epoca sociale, ben più grande era la distanza che separava il codice penale tedesco dallo spirito dell’epoca sociale…questo codice chiudeva un’epoca ma non ne
dell’esclusione dell’imputazione soggettiva
239: anche in questa norma, come in quelle
dei codici preunitari italiani, la coazione assoluta derivante da una forza irresistibile e
quella relativa identificabile nello stato di necessità rientravano in una previsione
unitaria che ne stemperava le differenze, (differenza basata solo sulla diversa fonte del
pericolo, azione umana nel caso di specie e evento naturale nella norma generale).
La dottrina contemporanea non risparmiò critiche ai compilatori,
240ritenendo la
norma inidonea a comprendere i casi, già noti, di autentici diritti di necessità
241.
Nella dottrina di fine Ottocento l’idea della trattazione differenziata tornò in
ombra: si preferì una soluzione unitaria per spiegare il fondamento dell’esimente,
scorgendo nell’azione necessitata un’azione semplicemente non vietata
dall’ordinamento. Ma tale ricostruzione non suscitò particolari consensi e ben presto si
recuperò la trattazione differenziata
242e con l’inizio del nuovo secolo l’anima oggettiva
dello stato di necessità venne consacrata nel codice civile, ai paragrafi 228 e 904, che
ancora oggi vanno letti per completare la disciplina dello stato di necessità, mentre nel
apriva una nuova”. Per una recensione del fondamentale testo di Baratta, si veda CALVI,Recensione a END,Existentielle Handlungen im Strafrecht: die Pflichtkollisionen im Lichte der Philosophie von Karl Jasper, München, 1959, e inRiv. it. dir. e proc. pen, 1963, pag. 539.
239 Il testo del § 54 evitava riferimenti all’esistenza di un diritto in capo all’agente e ad un bilanciamento tra beni, e si limitava a statuire che “non sussiste un’azione punibile se l’azione, fuori del caso di legittima difesa, è stata commessa in uno stato di necessità incolpevole e non altrimenti evitabile per salvare da un pericolo attuale il corpo o la vita dell’agente o di un suo congiunto”. La continuità con l’ottica tradizionale dell’influsso del turbamento motivazionale era d’altro canto corroborata anche dalla limitazione dei possibili beneficiari del soccorso ai congiunti dell’agente; tale continuità risultava ancora più chiaramente nella formulazione del § 52, considerato un caso particolare di stato di necessità: “non sussiste un’azione punibile, qualora l’agente sia stato costretto ad agire a causa di una forza irresistibile o a causa di una minaccia connessa con un pericolo attuale, non altrimenti evitabile, per il corpo o la vita propria o di un congiunto”. Al comma 2 si dà la definizione della parentela rilevante per il diritto penale: “si considerano congiunti, agli effetti di questa legge penale, i parenti e gli affini in linea ascendente e discendente, i genitori adottivi e gli sposi che curano l’allevamento di un minore, i figli adottivi e i minori assistiti, i coniugi e i loro fratelli e sorelle, i fratelli, le sorelle e i loro coniugi, e i fidanzati”.
240
BERNER,Lehrbuch, 14. Auflage, pag. 101, appunta le sue critiche da un lato censurando la trattazione separata della coazione morale, che come mera sottospecie non meritava previsione separata, dall’altro criticando la ristrettezza dello stesso § 54, che escludeva dal soccorso soggetti diversi dai congiunti dell'agente. Venne criticata anche la limitazione alla salvaguardia di vita e integrità fisica, perché la formula veniva così ad escludere azioni dirette a tutela di altri beni importantissimi, quali onore e proprietà.
241
BINDING,Handbuch des Strafrechts, vol. I, Leipzig, 1885, pag. 771.
242 MERKEL,Die Kollision rechtmaessiger Interessen und die Schadenersatzpflicht bei rechtmaessigen Handlungen, 1859. L’opera dell’autore, un civilista, prendeva le mosse dalla definizione dello stato di necessità come conflitto tra due interessi, riconosciuti e tutelati dall’ordinamento, uno dei quali può essere salvaguardato solo a spese dell’altro. Affermava che la sede per dare composizione di tali conflitti era, però, non il diritto penale, ma quello civile: in questo ramo dell’ordinamento il principio regolatore è quello dell’interesse prevalente, valutato dal punto di vista dell’intera società. L’azione volta a tutela di tale interesse sarà lecita, e lo sarà alla stregua dell’intero ordinamento: il che porta ad escludere una sanzione anche se la condotta integra una fattispecie penale e non può rientrare negli angusti limiti dei §§ 52 e 54. La sanzione non è irrogabile perché la legge penale presuppone, non fonda l’antigiuridicità della condotta. L’applicazione delle due norme penali rimane invece integra per i casi in cui i due interessi siano equivalenti: subentrano argomenti di diverso tipo a fondare l’opportunità di non punire in queste ipotesi. Infatti non si ha a che fare col principio oggettivo dell’interesse prevalente, ma con considerazioni squisitamente soggettive, che attribuiscono rilevanza scusante all’anormale motivazione dell’agente.
codice penale rimaneva l’ipotesi scusante
243.
Ben presto ci si rese conto che il principio dell’interesse prevalente poteva essere
applicato anche oltre le ipotesi codificate nel BGB, riconoscendo che quelle scriminanti
nient’altro erano se non il precipitato normativo del principio generale dell’interesse
prevalente: lo schema del conflitto di interessi calzava a pennello per molte delle ipotesi
problematiche all’attenzione della dottrina, e venne pertanto utilizzato non solo per
classificare le cause di giustificazione esistenti, ma anche per colmare le lacune del
diritto rispetto alle ipotesi di esclusione dell’antigiuridicità di una condotta tipica, con la
creazione di una categoria di giustificanti non codificate e operative quale diritto
vivente.
Fu con una storica sentenza del Reichsgericht
244che nel 1927 venne
riconosciuto uno stato di necessità giustificante sovralegale
245. Il richiamo era ad una
necessità diversa da quella consegnata dalla tradizione giusnaturalistica, concretantesi in
una situazione di conflitto tra due beni giuridici, risolvibile secondo criteri razionali
anche da un soggetto estraneo alla situazione di pericolo ed al turbamento
motivazionale che ne scaturisce. L’antigiuridicità della condotta venne perciò esclusa
col richiamo al diritto non scritto, ricorrendo ai principi generali immanenti
all’ordinamento giuridico e, in particolare, al principio del bilanciamento dei beni e
degli interessi, così formulato: “nelle situazioni in cui un’azione conforme ad una
fattispecie di reato costituisce il solo mezzo per tutelare un bene giuridico o per
adempiere un dovere posto o riconosciuto dall'ordinamento, la questione se l’azione sia
lecita, non vietata o illecita deve essere risolta sulla base del rapporto di valore, da
ricavarsi dal diritto vigente, tra i beni giuridici o i valori in conflitto” (nella fattispecie
243
FRANK,Das Strafgesetzbuch fuer das Deutsche Reich, Tuebingen, 1931 e GOLDSCHMIDT,Normativer Schuldbegriff, Berlin, in Festgabe fuer Frank, Tuebingen, 1930, pag. 428 e ss.; GOLDSCHMIDT, Der Notstand, ein Schuldproblem,1913. Tali Autori danno un notevole conributo alla costruzione di una categoria di cause di esclusione della colpevolezza. VIGANÒ,Stato, cit., pag. 73 nota che la riflessione sullo stato di necessità ebbe un enorme rilievo storico nella costruzione dogmatica delle categorie di antigiuridicità e colpevolezza: infatti entrambi i principi furono elaborati a partire dai modelli rappresentati dalle due anime dello stato di necessità, l’una espressione del criterio dell’interesse prevalente, l’altra dell’elemento normativo della colpevolezza.
244 RG 61 (1927), 242. Viene a questa sempre accostata anche la sent. RG 62 (1927), 137. La fattispecie concreta da cui scaturì la pronuncia coinvolgeva un medico che aveva effettuato un aborto terapeutico su una gestante che aveva manifestato propositi suicidi nel caso di proseguimento della gravidanza. Il valore ‘epocale’ di questa sentenza non stava nel riconoscimento dell’interruzione di gravidanza per prescrizioni mediche, già assolutamente usuale nella prassi, ma nel fatto che per un caso dubbio di aborto terapeutico si faceva discendere la non punibilità da un principio generale giustificante condotte tipiche. Nel caso di specie, come specificato dalla Corte, non era invocabile il § 54 StGB, perché presupponeva un pericolo per l’integrità fisica o la vita dell’agente o di un suo congiunto, e non era pertanto applicabile al medico che salvasse una paziente a lui estranea; né si poteva far ricorso alle norme del BGB, in cui erano considerati solo lesioni di beni patrimoniali. In sintesi, la sentenza stabilisce i seguenti punti: 1) configurabilità di uno stato di necessità sovralegale desumibile dai principi generali dell’ordinamento giuridico, accanto alla figura legale dei §§ 52 e 54 StGB; 2) Possibilità di una doppia soluzione dei conflitti: in primo luogo con esclusione dell’antigiuridicità della condotta e, se ciò non è possibile, solo in seconda battuta col ricorso all’esclusione della colpevolezza; 3) Fondamento dell’esclusione dell’antigiuridicità è il principio del bilanciamento di interessi; quello dell’esclusione della colpevolezza è autonomo rispetto al primo e radicato nella situazione di conflitto motivazionale in cui versa l’agente. 245
Cfr. WACHIINGER, Der uebergesetzliche Notstand nach der neuesten Rechtsprechung des Reichsgerichtes, Leipzig, in Festgabe fuer R.Frank, I, pag. 469.
era evidente la prevalenza della vita della madre su quella del nascituro, e ciò era
sufficiente a scriminare il medico che aveva praticato un aborto per tutelare la vita della
donna).
La maggior parte della dottrina tedesca salutò la sentenza con entusiasmo
246,
anche per la forza espansiva e la duttilità che dimostrava quanto in essa enunciato: la
nuova scriminante non esauriva il suo significato nella giustificazione dell’aborto
terapeutico e venne applicata a tutto campo
247, così che la citata sentenza ebbe notevole
influenza sul legislatore del 1975.
Venne ad esempio richiamata in casi politici, per giustificare, durante
l’occupazione francese della Ruhr, il contrabbando di merci per il mantenimento
dell’economia della regione
248e l’uccisione di supposti traditori di organizzazioni
partigiane di resistenza contro l’occupazione straniera
249. Trovò frequente applicazione
anche in ambito economico: nei casi di sottrazione di benzina all’esercito per bisogni
civili
250; per non punire la violazione di prescrizioni valutarie finalizzate al
mantenimento della liquidità in una banca
251ed altre irregolarità commesse per
preservare dei posti di lavoro
252. Ancora venne invocata per scriminare una vasta
gamma di illeciti da circolazione stradale: ad esempio l’abbandono del luogo
dell’incidente da parte del guidatore per evitare di essere bastonato dalla folla
inferocita
253; o per consentire al medico di superare i limiti massimi di velocità mentre,
in lotta contro il tempo, corre a prestare soccorso ad un paziente
254. Trovò applicazione
anche per la rivelazione di segreti professionali, come nel caso del medico che divulgò
notizie sullo stato di salute di un suo assistito per evitare il contagio di altri suoi
pazienti
255. Infine innumerevoli sentenze la richiamarono nell’ambito della vita
familiare, ad esempio per spiegare la necessità di privare della libertà personale un
malato di mente nei momenti di eccessi furiosi
256.
Sul versante della logica di scusa, invece, la ricerca di principio generale oltre i
casi previsti dal codice penale, non ebbe la stessa fortuna, pur nel riconoscimento che i
casi contemplati nei §§ 52 e 54 non esaurivano la gamma delle condotte non
246 Per riferimenti alle discussioni scaturite dalla sentenza si veda BARATTA,Antinomie, cit., pag. 18. 247
JESCHECK-WEIGEND,Lehrbuch, cit., pag. 360.
248 RG, 62, 35, (46 f.): è in questa sentenza che per la prima volta venne utilizzata la denominazione di stato ‘stato di necessità (giustificante) sovralegale’ (übergesetzlicher Notstand); la fattispecie contemplava un caso di importazione abusiva di acquavite in un ristorante della Ruhr occupata dai francesi, dove le disposizioni della forza occupante rendevano insopportabile l’attenersi alla legge sul monopolio, la cui osservanza si sarebbe tradotta nella chiusura dell’esercizio.
249
RG, 63, 215, (224), e 61, 101, (104), c.d. “Fememord-Urteile”. Tali sentenze, pur cassando la sentenza assolutoria nel caso specifico, non escludono la possibilità di uno ‘stato di necessità nazionale’ nel caso in cui l’uccisione del traditore si presentasse richiesta dalla necessità di non compromettere l’interesse della difesa del territorio nazionale. venne invece negata per la giustificazione del diritto di autodeterminazione dei sudtirolesi BGH NJW 1966, 310 (312).
250 RG 77, 113 (115f.). 251 BGH GA 1956, 382.
252 OLG Hamm NJW 1952, 838 e BayObLG NJW 1953, 1603. 253 BGH VRS 36, 24. 254 OLG Düsserldorf NJW 1970, 674. 255 RG 38, 62 (64). 256 BGH 13, 197, (201).