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La stima della performance corretta per il rischio (RAPM)

2. L’IMPATTO DI BASILEA 3 SUL CAPITALE DELLE BANCHE

3.4. Le misure di performance e la creazione di valore in Basilea III

3.4.1. La stima della performance corretta per il rischio (RAPM)

Più specificamente, il RAROC (che è l’indice più usato tra i tre) è la misura di performance calcolata come rapporto fra il rendimento atteso di un'attività aggiustato per i rischi e l’ammontare di capitale impiegato o richiesto per il suo finanziamento. Con il RAROC, valutando il tasso di ritorno di una certa attività aggiustato per la sua rischiosità, si può allocare il capitale considerando il suo costo più elevato per i business che comportano un rischio maggiore. Se un'area d'affari non è in grado di generare un rendimento corretto per il rischio almeno pari al suo costo del capitale, distrugge valore per l'azionista. L’importanza del RAROC (ma anche degli altri due indici) è riconosciuta anche dagli stakeholders esterni, come le autorità di vigilanza, le agenzie di rating e gli stessi investitori, che assegnano un peso sempre maggiore all’utilizzo di solide

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metodologie di risk e value-based management. Il RAROC può essere stimato ex ante come rapporto fra utile atteso e capitale a rischio corrente (capitale allocato), e verificato

ex post come quoziente tra utile effettivamente conseguito e capitale a rischio

effettivamente registrato (capitale assorbito o utilizzato). Tuttavia è pur vero che non sarebbe corretto attribuire, a ciascuna unità, una misura di reddito obiettivo basata sul Car allocato se tale quantità è fuori dal controllo dell'unità di business stessa (come avviene nel caso in cui il processo di allocazione fosse centralizzato secondo il meccanismo top

down). Viceversa, se l'allocazione è il risultato di un processo decentrato (botton up)

allora, il capitale a rischio allocato sarebbe una variabile controllabile dalle business unit e quindi sarebbe più opportuno, in questo caso, valutare l'unità utilizzando come riferimento il capitale allocato cercando quindi di responsabilizzare ciascuna unità operativa spingendola ad evitare di domandare più capitale del necessario. Quindi la scelta tra CaR allocato e utilizzato dipende dal grado di autonomia che le singole unità hanno nel determinare il capitale ricevuto). La scelta di una delle due nozioni di capitale a rischio, o di un mix delle due, può incidere sulla misura del RAROC in modo significativo. Inoltre la scelta di capitale da adottare al fine della misura di RAPM non è univoca, ad oggi ci sono banche che adottano concetti di capitale regolamentare, vedendo in esso l’unico vincolo da rispettare, altre scelgono invece il capitale economico derivante dal calcolo dei modelli interni di risk management, e altre invece scelgono il massimo tra i due. Nonostante ciò vi è la propensione a prediligere il capitale economico per alcuni motivi: il primo è che essendo generato da modelli interni, solitamente adottati da grandi banche e finanziariamente sofisticate dovrebbe misurare al meglio i rischi effettivi in cui la banca incorre, il secondo è che di solito i parametri di costruzione sono generalmente più severi di quelli regolamentari; il terzo motivo è che gli algoritmi di vigilanza devono essere applicati a tutte le banche e non possono essere calibrati sull’esatta rischiosità di ogni intermediario. Tuttavia l’introduzione di Basilea 3 ha di fatto costretto ad un ripensamento delle metriche, nel senso che la migliore soluzione potrebbe essere quella di monitorare, ai fini del processo di creazione di valore entrambe le misure di capitale economico e regolamentare. Abbiamo precedentemente visto che quando a livello di banca nel suo complesso si aggregano business unit diverse, il consumo di capitale di ciascuna unità può diminuire grazie ai benefici della diversificazione e, quindi, il capitale a rischio complessivo risulta essere inferiore alla somma dei CaR individuali. Di conseguenza se consideriamo il punto di vista dell'Alta direzione, che valuta le diverse attività complessivamente tenendo conto di tutti i benefici da diversificazione, faremo

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riferimento al concetto, già introdotto, di capitale diversificato (DEC) e quindi la misura della performance corretta per il rischio da utilizzare sarà il RAROC diversificato, Al contrario, invece, qualora il RAROC sia costruito per valutare le performance dei manager che guidano le singole unità e per assegnare loro premi ed incentivi sarà opportuno utilizzare una misura di capitale economica non diversificata. I responsabili delle unità, di fatto, non sono in grado di influire sul grado di correlazione fra la propria redditività e quella delle altre unità di business. Per evitare quindi, di punirli o premiarli in base ad un effetto di diversificazione che non dipende dalle loro scelte, è necessario costruire misure di RAROC non diversificate (stand alone), che considerano solo la diversificazione all'interno dell'unità di business ignorando la diversificazione complessiva.

Come abbiamo detto il capitale regolamentare può essere sostituito dal capitale economico, si osserva che l’utilizzo del CaR (di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti) con cui l’aggiustamento per il rischio interessa il denominatore, fa venir meno la tradizionale distinzione tra RAROC e RORAC, in effetti nella prassi operativa si si sta rafforzando il ricorso ad indicatori che non rispecchiano più le metodologie di calcolo desumibili dalla loro denominazione: ad esempio il RAROC può prevedere l’impiego del capitale economico, così come il RORAC può presentare al numeratore un’utile rettificato la cui redditività sia corretta per il rischio.

Tali misure di risk-adjusted performance appena affrontate trovano applicazioni a svariati livelli (singole posizioni di rischio, portafogli, business unit o intera banca) e possono essere utilizzate dal management con varie finalità:

 Supportare le decisioni Top management al fine di compiere le scelte più efficienti (in termini di pricing, di variazione del volume o del mix di attività, di entrata o uscita strategica da una determinata area d’affari ecc.) confrontando, ex ante il profilo di redditività corretta per il rischio di posizioni diverse102;

 Definire gli obiettivi di redditività, per le singole aree operative, ad un livello sufficiente tale da remunerare i rischi generati dalle stesse, individuando una sorta di combinazione rischio/rendimento che permetta la valutazione del contributo di ciascuna area al raggiungimento del risultato obiettivo di tutto l'intermediario;

102 F.Saita, “Il risk management in banca, Performance corrette per il rischio e allocazione del capitale", op. cit.

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 Confrontare ex post i risultati delle diverse aree di business e costruire un sistema di incentivi basato, non su un semplice parametro di profitto, ma che tenga anche conto di un profilo di rischio connesso alla realizzazione di un determinato utile innescando, così, un meccanismo di efficace concorrenza tra le unità per vedersi allocare più capitale e dunque aumentare la propria capacità operativa, contribuendo nel complesso a produrre valore per l'intero istituto.

Abbiamo visto come si calcola il RAROC corrente della banca e delle sue aree d’affari, nei paragrafi precedenti abbiamo invece presentato alcune tecniche per stimare il costo del capitale della banca, ossia il rendimento target atteso per i suoi azionisti, vediamo adesso come tramite il confronto di tali grandezze sia possibile avere informazioni circa la creazione di valore operata dalla banca o dalle sue aree di business. La versione più semplice è l’applicazione del RAROC su base uniperiodale, ossia il RAROC corrente (a livello di business unit o intera banca) viene confrontato col costo del capitale, un’attività crea valore se:

Raroc > r

e

In caso contrario vi è distruzione di valore. Nonostante sembri una regola semplice, abbiamo visto come la determinazione delle due grandezze in oggetto siano fonte di numerose imprecisioni e approssimazioni come abbiamo già spiegato, inoltre esistono approcci diversi nessuno dei quali è preferibile a priori per la stima di una stessa quantità, Per esempio tra le maggiori problematiche ricordiamo: è molto difficile stimare il capitale economico in modo che esso abbracci tutti i rischi in essere, difficoltà nel calcolo del capitale diversificato, necessità di dovere tenere conto sia del capitale allocato che assorbito, diversi modelli di stima del costo del capitale che conducono a risultati diversi, e diversi modelli di stima del RAROC. Nonostante tali problemi tale metodo di confronto può darci un’idea della situazione della banca relativamente alla creazione di valore, affiancandolo a metodi di raffronto più complessi103.

103 Un metodo più complesso è dato dall’adozione di un’ottica multiperiodale per l’applicazione del criterio del RAROC, per un approfondimento di questo metodo A.Sironi, A.Resti, “Rischio e valore nelle

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