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La storia della Villa Medicea dell’Ambrogiana, una bussola per la futura valorizzazione

Andrea Cocchini, Daniele Forgione e Marco Nucci

Presentazione

La storia dell’architettura come disciplina autonoma, separata dalla storia dell’arte, na-sce nell’ambito del progetto didattico di Gustavo Giovannoni (1874-1947) e della fondazione della Scuola superiore di architettura di Roma, nel terzo decennio del Novecento. In quel contesto, lo studio dei monumenti diveniva pratica indispensabile per l’impostazione di un corretto progetto di restauro, oltre a definire un articolato bacino di competenze indispensabili per il profilo che si andava disegnando dell’archi-tetto integrale: la pratica del disegno come strumento di conoscenza dell’architettura, si affiancava allo studio delle fonti documentarie e iconografiche.

L’attenzione che la cultura materiale, la storia quantitativa, gli aspetti della produzione, della tecnologia, dei mezzi di lavoro, l’apertura a temi come le mentalità, la consi-derazione dei manufatti, la demografia, la vita quotidiana portata avanti dalla scuola francese delle Annales ha avuto anche in Italia importanti ripercussioni nell’orizzonte epistemologico della storia dell’architettura: gli aspetti stilistici o le analisi puro-visibiliste sono state così affiancate da serrate ricerche documentarie che allargavano lo spettro dello studio alle fonti di tipo economico e fiscale, dando sempre più spazio all’indagi-ne sul ruolo della committenza e dunque ai documenti che risultavano funzionali alla conoscenza di tali questioni. La ravvicinata esperienza dei caratteri materiali del mo-numento da crearsi mediante le operazioni di rilievo metrico e di indagini strumentali non invasive, allo stesso tempo, è diventata negli ultimi decenni sempre più importante per acquisire informazioni oggettive, da incrociare con le ricerche d’archivio: le proficue contaminazioni che si sono venute a creare fra archeologici e storici dell’architettura hanno avuto un ruolo determinante in questo scenario.

Non è sempre facile trasferire i più aggiornati strumenti ermeneutici dalla ricerca scien-tifica alla didattica, ma quando questo accade si viene a definire un proficuo percorso di crescita, sia per gli studenti che per chi li guida nella prima ricerca in cui sono prota-gonisti in prima persona: la tesi di laurea. Fine di un itinerario, ma anche punto di inizio, l’elaborazione della tesi può essere un’occasione straordinaria di scambio e reciproco arricchimento. Così è stato nel caso del gruppo di studenti formato da Andrea Cocchi-ni, Daniele Forgione e Marco Nucci. Come correlatrice del loro lavoro di tesi, coordi-nato dal prof. Pietro Ruschi, ho potuto apprezzare la solida formazione acquisita negli

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anni studio nel corso di Laurea in Ingegneria Edile-Architettura dell’Università di Pisa, e l’abitudine all’impegno, accompagnata a una precipua attitudine all’approfondimento. I tre studenti, oggi tecnici professionisti, hanno messo a frutto specifiche competenze nell’ambito del rilievo restituendo per la prima volta un quadro dettagliato ed esaustivo dell’assetto plani-volumetrico del monumento. Una instancabile curiosità li ha spinti a misurarsi non solo con bibliografie articolate, ma anche con serie documentarie di non facile reperimento e/o comprensione. Il risultato è stato di grande importanza e queste pagine che seguono ne danno pienamente conto.

Grazie al lavoro di Cocchini, Forgione e Nucci non solo si offrono alla collettività rilievi precisi e corretti (mai realizzati prima d’ora), ma si vanno a precisare le fasi cronolo-giche, le autografie e i caratteri morfologici e materici della maestosa fabbrica che fu degli Ambrogi e che i Medici granduchi avrebbero poi profondamente riconfigurato. Nella delineazione puntuale delle vicende costruttive della villa, inoltre, spicca l’inedita stagione dei Da Cepparello, che rappresenta una acquisizione di primo piano. Allo stes-so modo, la distinzione di più fasi nella committenza di Ferdinando I dei Medici (1587-1609), apre nuove prospettive storiografiche e fa dell’Ambrogiana un cantiere modello nel panorama delle ville Medicee della seconda generazione: la prima fase, con la villa che assume un assetto molto simile a quello della villa Medicea di Seravezza, rafforza la linea interpretativa tracciata da Suzzanne Butters (2004), che vedeva nella committen-za di Ferdinando I il continuo riallacciarsi alle azioni del padre Cosimo I. Non possiamo non salutare con favore, alla vigilia della redazione di un complesso progetto di recu-pero e rifunzionalizzazione del complesso dell’Ambrogiana, la pubblicazione di alcune porzioni significative delle tesi di laurea di Cocchini, Forgione e Nucci auspicando che, nel concretizzarsi delle fasi progettuali e nell’indispensabile confronto con gli organi di tutela dello Stato, la ricerca dei tre giovani ingegneri possa diventare lo strumento più importante per accompagnare le scelte e orientare i responsabili, sia sul piano tecnico sia sul piano amministrativo e politico, nelle scelte più delicate che si troveranno ad affrontare intervenendo sul monumento e sulle sue preziose pertinenze.

Firenze, 5 giugno 2018 Emanuela Ferretti

Docente di Storia dell’Architettura Dipartimento DIDA, Università di Firenze

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Ringraziamenti

Profondo è il ringraziamento che riserviamo ai docenti Pietro Ruschi ed Emanuela Fer-retti per il continuo supporto e il proficuo sostegno con cui ci hanno accompagnato in questi anni di ricerche e studi nonché ai docenti Marco Giorgio Bevilacqua, Valerio Cutini, Anna De Falco, Fabrizio Cinelli e all’arch. Simone Rusci per averci trasmesso con passione gli strumenti tecnici e conoscitivi indispensabili per affrontare un tema così complesso.

Desideriamo infine ringraziare anche la Soprintendenza per i beni architettonici, pae-saggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le provincie di Firenze, Pistoia e Pra-to, la Biblioteca Comunale di Empoli, la Biblioteca Comunale di Montelupo Fiorentino, la Biblioteca Leonardiana di Vinci, la Biblioteca Statale di Lucca, l’Archivio di Stato di Firenze e quello di Pisa nella figura di tutti gli operatori e tecnici che ci hanno assistito durante la ricerca di testi e documenti, l’Amministrazione Comunale di Montelupo Fio-rentino ma, soprattutto, il personale amministrativo, sanitario e di polizia penitenziaria dell’ex Ospedale Psichiatrico Giudiziario dell’Ambrogiana, nelle persone della direttrice amministrativa dr.ssa Antonella Tuoni, del direttore sanitario dott. Franco Scarpa e del comandante Massimo Mencaroni per averci accolto nella struttura con grande dispo-nibilità.

Il rilievo della villa è stato effettuato da Flavia Bonzi, Andrea Cocchini, Daniele Forgione e Marco Nucci. Per questo, e per aver condiviso con noi parte di questa avventura, un grazie va anche alla nostra collega e amica Flavia Bonzi.

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Introduzione

Il dibattito sul tema della rifunzionalizzazione o della “riappropriazione” della villa dell’Ambrogiana è un tema che affonda le sue radici negli anni Ottanta del Novecen-to ma che a seguiNovecen-to dell’effettiva chiusura degli Opg e della decisione di realizzare le nuove strutture, le REMS toscane, lontano da tutto ciò che rappresentava l’Opg di Montelupo F.no, è ancora più acceso e di estrema attualità tanto da essere oggetto di un bando del Demanio per l’assegnazione di un “Servizio di studio di fattibilità per la

valorizzazione del complesso villa Medicea dell’ Ambrogiana sito nel Comune di Montelupo

Fiorentino (FI)” Protocollo n. 2017/1617 del 06/09/2017.

Nell’arco degli ultimi 30 anni l’argomento del recupero della villa Medicea dell’Ambro-giana è stato trattato da varie amministrazioni politiche, da tecnici e anche da perso-nalità importanti, tra cui l’arch. Michelucci e il suo gruppo di lavoro1, senza che però si individuasse quel focus progettuale in grado di sbrogliare la matassa degli interessi delle varie amministrazioni ed organi interessati e competenti2 sul monumento.

Alla luce di questo delicato contesto, il nostro contributo al tema della rifunzionalizza-zione della villa dell’Ambrogiana non può che essere fondato sulla nostra conoscenza dell’immobile e della sua articolata storia, una strada fino ad oggi non completamente battuta ed approfonditamente esplorata. Grazie alla collaborazione dell’amministra-zione penitenziaria, che fin dal 2012 ci ha permesso di accedere ripetute volte alla struttura, abbiamo potuto portare a termine un accurato e dettagliato rilievo dello stato di fatto, “fotografare” il monumento e “trasmetterlo” al futuro analizzandone le caratteristiche estetico-formali e strutturali3.

Solo in seguito all’elevato ed inedito livello di conoscenza del monumento raggiunto, è stato possibile spingersi nella definizione di invarianti operative, capisaldi fondamentali per qualsiasi progetto o studio di fattibilità. L’obiettivo di questo contributo è quindi

1) G. Michelucci, Carcere e città in "La Nuova Città" n.1/IV, Rivista della fondazione Giovanni Michelucci, Firenze, 1983; G. Michelucci, Un fossile chiamato carcere. Collana: Architettura vissuta – Quaderni della Fondazione Michelucci, a cura di Corrado Marcetti e Nicola Solimano, Pontecorboli, Firenze, 1993.

2) L’articolo 3 ter (Disposizioni per il definitivo superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari) della legge 17 febbraio 2012 n°9, al punto 10, afferma che “a seguito dell’attuazione del presente articolo la destinazione dei beni immobili degli ex Ospedali psichiatrici giudiziari è determinata d’intesa tra il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia, l’Agenzia del Demanio e le Regioni ove gli stessi sono ubicati”. È inoltre scontato considerare che anche il Comune di Montelupo Fiorentino abbia voce in capitolo sul tema essendo la villa sul proprio territorio di competenza.

3) A. Cocchini, Il restauro della Villa medicea dell’Ambrogiana: il recupero dell’architettura tra sostenibilità

economica e sociale, tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura, Università di Pisa, 2015, Relatori: Prof. Ing. Valerio Cutini, Prof. Arch. Pietro Ruschi, Arch. Emanuela Ferretti e Arch. Simone Rusci; D. Forgione, Il restauro della Villa medicea dell’Ambrogiana: analisi

statiche e di vulnerabilità sismica, tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura, Università di Pisa, 2015, Prof. Ing. Anna De Falco, Prof. Arch. Pietro Ruschi e Arch. Emanuela Ferretti; M. Nucci, Il restauro della Villa medicea dell’Ambrogiana: rilievo e riqualificazione ambientale del

complesso architettonico, tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura, Università di Pisa, 2015, Prof. Ing. Marco Giorgio Bevilacqua, Prof. Arch. Pietro Ruschi, Arch. Emanuela Ferretti e Dott. Agr. Fabrizio Cinelli;

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quello di rendere note alcune possibili invarianti operative e progettuali basate sui valori e sulle criticità del complesso architettonico individuate a valle del nostro stu-dio, invarianti che potrebbero indirizzare le azioni di restauro e di riqualificazione da intraprendersi a trecentosessanta gradi dal punto di vista strutturale, architettonico e funzionale.