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Le strategie di intervento e di erogazione dei finanziamenti

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PARMA (pagine 154-158)

Una analisi empirica sulla formulazione della strategia e sugli strumenti di valutazione nelle fondazioni di

6.2. Le strategie di intervento e di erogazione dei finanziamenti

Al fine di verificare l’esistenza di una correlazione tra la dimensione patrimoniale e la redditività del patrimonio, ai rispondenti è stato chiesto di indicare il valore del loro ROE proponendo 3 categorie: alto (superiore all’8%), medio (dal 3 al 7%), basso (inferiore al 3%). I risultati ottenuti non evidenziano correlazioni significative tra le due dimensioni esaminate. La quasi totalità dei rispondenti, infatti, dichiara un valore medio del ROE (19 rispondenti) e gli unici valori differenti sono:

ƒ un ROE alto per una fondazione con dotazione patrimoniale medio-grande;

ƒ un ROE basso nel caso di una fondazione con dotazione patrimoniale piccola.

Peraltro, l’utilizzo di linee guida di durata annuale, si pone in contraddizione con l’esigenza di verificare la loro efficacia sulla base dei risultati effettivamente conseguiti.

Si ha, quindi, un elevato rischio di cambiare gli orientamenti strategici senza avvalersi delle conoscenze tratte dai risultati relativi ai progetti finanziati sulla base delle linee guida precedenti.

Figura 6.3: Durata delle linee guida delle fondazioni bancarie (dati in %)

19%

57%

24%

3-5 anni 3 anni 1 anno

Con riferimento alle tipologie di beneficiari delle erogazioni, il campione si allinea con i risultati nazionali dato che il 59,2% dei finanziamenti viene erogato in favore di aziende senza scopo di lucro mentre il restante 40,8% è assegnato ad aziende del settore pubblico. La priorità nell’allocazione dei fondi alle aziende non profit asseconda, pertanto, una più generale tendenza nazionale che favorisce il rafforzamento e lo sviluppo delle oltre 221.000 aziende non profit operanti, con forme e modalità diverse, con finalità di carattere sociale. Il campione esaminato, pertanto, non evidenzia distorsioni sulla destinazione dei finanziamenti per categoria giuridico-istituzionale rispetto alla situazione complessiva definita dai dati dell’Associazione tra le Casse di Risparmio Italiane (ACRI).

La precedente elaborazione non offre particolare spunti di riflessione, se non in termini di validazione dell’omogeneità del campione rispetto all’universo delle fondazioni bancarie italiane.

Ulteriori considerazioni possono essere svolte analizzando i risultati relativi alla destinazione funzionale dei finanziamenti.

In tale ambito un primo elemento di criticità emerge considerando che circa un quinto dei finanziamenti resi disponibili dalle fondazioni (il 19,2%) viene erogato per sostenere le spese di gestione ordinaria dei soggetti beneficiari mentre il restante importo è destinato al finanziamento di progetti specifici. Gli enti erogatori, pertanto, concentrano una parte rilevante delle proprie risorse non a sostegno di nuove iniziative ma a supporto di organizzazioni che, con ogni probabilità, non riescono ad ottenere un equilibrio economico-finanziario interno derivante da fonti proprie.

Da tale fattore è, inoltre, possibile desumere una limitata capacità da parte delle fondazioni bancarie di finanziare iniziative progettuali che, dopo la fase di avvio, siano in grado di autosostenersi dando vita a servizi che, a fronte dell’utilità sociale prodotta, abbiano la capacità di ottenere ricavi.

I dati raccolti, tuttavia, possono essere anche ricondotti al fatto che, ancora oggi, non sono rari i casi di aziende non profit con scansa dotazione patrimoniale e carenti sotto il profilo gestionale. Si tratta di aziende che riescono ad individuare domande latenti e a soddisfare bisogni di utilità collettiva ma che non sono gestite in una logica di remunerazione dei fattori produttivi o secondo criteri di efficienza ed efficacia gestionale.

Ulteriori elementi sembrano indicare che le fondazioni di origine bancaria non sono del tutto pronte per interpretare il proprio ruolo di soggetto propulsore all’interno del sistema di governance di pubblico interesse. In particolare, dalla rielaborazione dei questionari emerge che i finanziamenti per progetti di durata pluriennale ammontano solo al 14,9% dell’attività erogativa.

Per valutare questo dato è stata avanzata l’ipotesi di una correlazione tra durata delle linee guida e tendenza a sostenere interventi pluriennali. I dati raccolti, tuttavia, non

verificano l’ipotesi dato che 3 delle 4 fondazioni con linee guida di medio-lungo periodo non destinano alcun finanziamento ai progetti con durata ultrannuale.

I dati relativi all’orizzonte temporale dei progetti finanziati, di conseguenza, evidenziano una bassa capacità delle fondazioni di origine bancaria di:

ƒ investire in progetti complessi di sviluppo che possono coinvolgere anche nella fase di finanziamento enti diversi;

ƒ costruire e/o supportare i beneficiari dei finanziamenti nella progettazione di iniziative di pubblica utilità che prevedono risultati elevati in termini di rilevanza (risposta ad un bisogno diffuso nella collettività) e/o di significatività (offerta di soluzioni ad un numero di beneficiari degli interventi prossimo al numero di soggetti che esprimono il bisogno). E’, infatti, possibile ritenere che, nell’ambito dei servizi sociali, la realizzazione di progetti che si propongono impatti ambizioni non possa essere, in genere, portata a compimento in un arco temporale limitato.

Il fatto che più dell’85% delle erogazioni sia limitato a finanziare iniziative con durata annuale o inferiore all’anno è sintomatico di una visione che fa coincidere l’attività di grant-making con la semplice concessione filantropica del finanziamento.

Con riferimento allo schema concettuale di valutazione dell’attività delle fondazioni di origine bancaria proposto nel paragrafo 4.2. si può sostenere che limitare l’orizzonte temporale dei finanziamenti può costituire un elemento utile per raggiungere maggiori livelli di efficienza ed efficacia limitatamente ai processi di concessione degli stessi.

Tale comportamento, tuttavia, tende a condizionare in negativo i risultati relativi:

ƒ al livello di efficienza e di efficacia dell’attività dei soggetti che beneficiano dei finanziamenti;

ƒ all’impatto che l’attività istituzionale delle fondazioni bancarie ha sul territorio di riferimento.

Da ultimo si può constatare che il basso livello di finanziamenti concessi a progetti pluriennali si scontra con una innovativa tendenza che, negli ultimi anni, caratterizza le aziende di erogazione di fondi, e fra loro le fondazioni di origine bancaria. Queste si stanno progressivamente muovendo verso un rafforzamento della loro capacità di operare come soggetto di “sostegno” per i beneficiari che, dopo la concessione del finanziamento, vengono “accompagnati” nelle diverse fasi di gestione dei progetti.

Inoltre l’accompagnamento/sostegno dei soggetti finanziati nella realizzazione del progetto è, ovviamente, uno strumento utile per controllare la gestione delle risorse concesse.

Nel documento UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PARMA (pagine 154-158)