Il Ricetto di Candelo
QUADRO 2 Confronto catastale tra:
4.3.5 Strumenti di datazione: tecniche costruttive, mensiocronologia e seriazione delle aperture
Durante l’indagine sulle architetture, si è proceduto ad una campionatura delle tecniche murarie
presenti sulle strutture difensive del Ricetto, in particolar modo su mura e torri. La scelta è stata eseguita sulla base dell’accessibilità delle murature105 e sulla riconoscibilità delle stesse. Sono stati fotografati e studiati 22 campioni. La loro analisi delle murature ha permesso di operare una sostanziale suddivisone delle tecniche in tre macrocategorie a seconda del materiale utilizzato.
Fig. 101: Ricetto di Candelo, localizzazione dei campioni di murature.
Il primo gruppo è costituito da murature realizzate esclusivamente in ciottoli fluviali. Questo materiale, di provenienza locale è senza dubbio il più diffuso in tutte le strutture del Ricetto. La tipologia più comune, osservabile nei campioni 1106, 5, 9, 10, 14, 15107, 17, 19, 21, è costituita da una muratura in ciottoli di decimetriche dimensioni disposti ordinatamente a spina di pesce. I diversi casi sono tra loro sostanzialmente identici. Una delle pochissime differenziazioni è costituita
dall’uso della malta, solo in rari casi abbondante (campione 5). Un’altra variante è rappresentata dal
campione 18, costituito da una muratura in ciottoli di decimetriche dimensioni disposti ordinatamente a spina di pesce con abbondantissima malta che presenta stilature. I campioni 2 e 3,
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Sono state scelte murature che fossero facilmente raggiungibili e osservabili.
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Il campione 1 è su una muratura restaurata ma, a differenza dei campioni 2 e 3, il paramento è stato solo rimaneggiato e non ricostruito.
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caratterizzati da una muratura in ciottoli di decimetriche dimensioni, tra loro omogeni per caratteristiche, disposta ordinatamente a spina di pesce e legata da cemento, si trovano in tratti delle mura che sono state oggetto di restauro. Il confronto tra immagini fotografiche scattate prima e dopo i lavori hanno permesso di capire che il paramento non è stato semplicemente rinforzato ma integralmente sostituito.
Da questa prima categoria si differenziano invece sostanzialmente i campioni 11, 12, 13 e 16 che
presentano una tecnica nettamente differente. Scompare, infatti, l’uso dei ciottoli fluviali e i conci
lapidei lavorati diventano il principale materiale da costruzione. Le murature osservate sono costituite da conci sommariamente sbozzati, spaccati in facciata, posati con cura su corsi orizzontali facendo attenzione a mantenere le altezze con l’inserimento di alcune scaglie di pietra (o, di rado, frammenti di laterizi) come zeppe. Si notano due versioni di questa tecnica: nella prima (campioni 11 e 12), i conci sono solo sbozzati, mentre nella seconda (campioni 13 e 16), questi sono lavorati più accuratamente per ottenere forme più regolari. Il punto più alto di questa tecnica si può individuare nel campione 22, relativo al pilastro di sostegno della torre-porta (rifatto nel 1749, come indicato dalle fonti archivistiche e dalla data incisa) realizzato con conci lapidei squadrati con
precisione ma non spianati in superficie, posati in corsi orizzontali senza l’uso di zeppe. Per
posizione e caratteristiche le murature di questa macrocategoria sono molto probabilmente relative alle riparazioni settecentesche testimoniate dalle fonti archivistiche108. È interessante notare come costituiscano un avanzamento tecnologico rispetto alla tecnica in ciottoli e che il materiale da costruzione presumibilmente non fosse più locale ma acquistato nell’ambito del territorio biellese, probabilmente dalle cave della Valle Cervo.
Una terza serie di campioni presenta, invece, materiale composito e disposizioni meno curate. Alcune tecniche sono, ad esempio, caratteristiche di modesti interventi di risarcitura della cinta
muraria, che vengono attuati con l’uso di materiale di recupero. Un esempio è costituito dal
campione 20, composto da una muratura in ciottoli di dimensioni diverse e frammenti laterizi di piccole dimensioni posti in opera in modo irregolare con abbondantissima malta. In altri casi la muratura risulta composta da ciottoli, frammenti lapidei e laterizi di dimensioni varie, disposte con poca disordinatamente con poca malta (campione 7) o ordinatamente a formare corsi orizzontali (campioni 6 e 8). In altri casi si tratta, invece, di tecniche impiegate in strutture private esterne al Ricetto e a questo addossate in età moderna. Nel campione 4, ad esempio, la muratura è realizzata con ciottoli, frammenti lapidei e conci sbozzati disposti orizzontalmente in modo ordinato a formare corsi orizzontali, allettati con abbondante malta.
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Oltre alle attività di analisi delle tecniche costruttive delle mura, sull’intera estensione del Ricetto, è
stata eseguita un’analisi mensiocronologica (studio dimensionale e tipologico) dei laterizi. Sono
stati accuratamente selezionati 18 differenti campioni posizionati in punti chiave su diversi edifici. Ognuno di questi, comprendente un minimo di 50 laterizi, è stato analizzato e fotografato in modo dettagliato e sono stati raccolti i parametri dimensionali dei mattoni presenti.
Numero campione Lunghezza cm. Larghezza cm. Spessore cm. Altezza 5 corsi cm Note
1 29,0 11,2 6,4 40,5 Misurato sugli archi ogivali (con cornice decorativa in laterizi stracotti).
2A 28,2 11,2 6,3 40 Misurato sui due archi ogivali tamponati (con cornice decorativa in laterizi stracotti). 2B 23,7 11,2 5,8 32 Misurato sugli elementi laterizi delle aperture attuali al piano terra.
2C 24,2 11,4 5,5 36,6 Misurato sulla stipiti della porta attuale.
3A 29,5 11,2 6,4 41 Misurato nel vano della torre, sia a destra che a sinistra, nelle sezioni di muro non rimaneggiate.
3B 27,0 13,0 6,5 37 – 40 Misurato sugli archi del prospetto verso la piazza della torre- porta, sulle arcate di ingresso al ricetto109.
3C 24,2 12,1 4,8 29,4 Misurato sulla volta interna del vano della torre.
4 24,0 11,8 5,4 34,6 Misurato
sull’edificio e in
parte nella riana.
5 26,3 13,1 6,6 non rilevabile Misurato sui mattoni crudi del tamponamento.
6A110 23, 6 9,7 4,8 // Misurato sulla volta più vicina
109 Inoltre si segnalano mattoni di analoga fattura e dimensioni all’interno del vano della torre-porta, al di sopra del
pilastro della postierla.
110 Se ad un primo esame le tre volte relative ai campioni 6A, 6B e 6C, sembrano coeve, le differenze riscontrate in
sede mensiometrica conducono a rivedere l’ipotesi. La discriminante in questo caso è rappresentata dalla larghezza dei laterizi (cui secondariamente si aggiungono differenze meno rilevanti in lunghezza e spessore). Infatti nella volta del campione 6C i mattoni esaminati hanno un modulo di 23 x 11,5 x 5,5 cm; questo accade anche nei pilastri e negli archi di sostegno di tutte e tre le volte. Le volte 6A e 6B, dunque, paiono ricostruite in una fase successiva rispetto alla volta 6C, con laterizi di diverso modulo (23,5 x 10 x 5 cm). Ciò dovette accedere, presumibilmente in un’epoca non troppo distante cronologicamente rispetto alla costruzione della volta 6C, e in ogni caso tarda (come sembrano indicare le dimensioni dei laterizi, assai contenute in lunghezza). A conferma di questa ipotesi, le volte 6A e 6B paiono appoggiarsi agli archi di sostegno.
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all’ingresso.
6B 23,3 9,6 5,1 30,2 Misurato sulla volta a metà della stanza.
6C 22,8 11,3 5,4 31 Misurato sulla volta più distante
dall’ingresso.