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I. 3. Verso una considerazione alternativa della Neologia

I.3.1. Strumenti metalinguistici per una concezione ampia del fenomeno neologico

La necessità di unificare e rendere coesi i diversi aspetti del fenomeno neologico è un’istanza alla quale abbiamo dovuto far fronte sin dall’inizio del nostro percorso di studio dedicato in particolare alla neologia nei mass media dell’informazione. Da subito ci è apparso chiaro che, qualsivoglia sistemazione si fosse potuta apportare alla teoria neologica, essa doveva partire comunque sia dalla dicotomia classica tra neologia di

langue e neologia di parole. Tale assunto, del resto, è pacificamente condiviso dalla

maggior parte degli studi sulla creatività lessicale. Molto meno pacifica risulta, invece, l’estensione con la quale si vuole prendere in considerazione il fenomeno neologico: come abbiamo visto a proposito delle questioni dizionariali e repertoriali, non è chiaro fino a che punto sia lecito spingersi nella catalogazione delle nuove forme lessicali e, quindi, fino a quali confini morfosintattici sia necessario estendere l’identificazione dei neologismi.

Si tratta di una questione piuttosto spinosa, soprattutto nei riguardi dell’intenzione di confrontarsi con la produzione neologica (tele)giornalistica: se, infatti, da una parte, la dimensione del fenomeno, in questo specifico settore comunicativo, ha raggiunto negli ultimi anni proporzioni che ne scoraggiano la presa in considerazione sistematica, dall’altra, è stata sempre nostra profonda convinzione che un’analisi il più dettagliata possibile dei neologismi massmediatici fosse inevitabile. E ciò in ragione di due dati auto-

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evidenti: la funzione di assoluto rilievo che il fenomeno neologico assume nel linguaggio giornalistico come strumento dello stile informativo odierno che spinge alla ricerca di ragioni che la spieghino con argomenti linguisticamente motivati e la pervasività del linguaggio massmediatico con le sue possibili influenze sulla lingua comune. Abbiamo quindi sempre optato per una considerazione ampia del fenomeno neologico, rigettando, ad esempio la distinzione tra neologismi ed occasionalismi, e rifacendoci, a livello teorico e metodologico, a posizioni proprie tanto della scuola francese quanto di una parte di quella italiana.

La necessità di un concetto “largo” di novità nello studio della performance linguistica e della sua ricezione deriva, infatti, da quello per cui

la néologie n’est sans doute pas un concept discret, mais comporte plutôt différents degrés sur une échelle. Cette conception large et scalaire de la néologie explique la variabilité des jugements au sujet des néologismes et la présence dans le corpus d’éléments qui ne saraient pas spontanément et unanimement considérés comme des néologismes57.

Ciò dipende a sua volta dalla dipendenza contestuale del fenomeno neologico, così come indicato da B. Gardin: i neologismi sono unità discrete che possono lessicalizzarsi, isolandosi progressivamente dal loro contesto d’apparizione, mentre la neologia è un processo che non può essere svincolato dal discorso in cui si produce58. È necessario dunque non perdere di vista la dimensione sociale della neologia, oltre a quella sistemica, e assumere di fatto che «toute variation d’une élément de quelque type que ce soit, avec une innovation par rapport au savoir consigné, relève de la néologie».59

Riteniamo quindi, come sosteneva anche P. Trifone, che «il poeta, o qualsiasi onomaturgo che crei un qualsiasi neologismo fornito di senso, realizza comunque possibilità e tendenze della propria langue»60 e che, dunque, per questo le nuove formazioni occasionali (poetiche o comiche o giornalistiche) devono comunque sia interessare chi studia la neologia ordinaria poiché, «pur essendo estemporanee e artificiali,

57 J. F. Sablayrolles, La néologie en français contemporain: examen du concept et analyse de productions

néologiques récentes, Paris, Champion 2000.pag. 13.

58 Cfr. B. Gardin, G. Lefévre, C. Marcellesi, M. Fr. Mortureux, A propos du «sentiment néologique», in

“Langages”, 36 (1974), pag. 52.

59 J. F. Sablayrolles, La néologie en français contemporain, cit., pag. 128.

60 P. Trifone, Iperderivazioni, in M. Dardano-W. U. Dressler-G. Held, Parallela: Atti del 2° convegno Italo-

Austriaco della Società di Linguistica Italiana (1-4 febbraio 1982), Gunter Narr, Roma-Tübingen 1983, pag. 81.

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pur essendo meri fatti di parole, sono tuttavia in rapporto con fenomeni e meccanismi generali della langue»61.

É proprio riflettendo su questa distinzione di fondo e sulla necessità di considerare la neologia come fenomeno discorsivo in rapporto alla comunità linguistica, che abbiamo avanzato, in uno stadio incipiente delle nostre ricerche sulla neologia, una prima proposta metalinguistica che tentasse di sistematizzare su due piani distinti – quello lessicografico e sistemico e quello linguistico e dinamico – gli strumenti di analisi del fenomeno neologico. Tenendo conto del nostro principale interesse, cioè lo studio della neologia nel campo della

parole o, se si vuole, della performance, abbiamo investigato l’evento linguistico

neologico considerandolo come un momento strategicamente marcato entro il circuito dialogico tra un parlante-emittente che crea e un parlante-destinatario che riceve la creazione.

Questo assunto fondamentale ha implicato, dunque, un potenziamento degli strumenti di analisi basati sulla distinzione langue/parole, in direzione soprattutto della seconda, in particolare attraverso l’individuazione di:

- un METALINGUAGGIO DELLA NEOLOGIA DI LANGUE (MNL), con il quale descrivere ciò che avviene nel sistema linguistico attraverso i cambiamenti apportati dalle dinamiche neologiche e dai prodotti della neologia in rapporto alle RFP del sistema stesso. Nel MNL saranno, dunque, ricomprese le etichette metalinguistiche richiamate sopra come strumenti tipologici che, se avranno poco a che fare con le motivazioni, le scelte e le competenze del parlante, sono non di meno preziose per il linguista che con esse inquadra, colloca e analizza il funzionamento della langue attraverso le manifestazioni di parole;

- e un METALINGUAGGIO DELLA NEOLOGIA DI PAROLE (MNP), che dovrebbe guidare il linguista nel “farsi” della neologia. Si tratterà, allora, di fornirsi di più o meno nuove etichette metalinguistiche atte a far luce sulle due caratteristiche essenziali della neologia colta nella parole: la qualità neologica e la durata dello statuto neologico, sganciate, però, dagli scopi lessicografici e tipologici con cui solitamente si guarda alla produzione neologica.

In altre parole, portando la distinzione su di un piano concretamente operativo, con il MNL si descrivono e si categorizzano sia i fenomeni neologici che sono già ascritti a sistema, a fini principalmente tipologici e di monitoraggio, sia quelli che sono da valutare come più o meno ascrivibili ad esso, sul versante più propriamente lessicografico-

61 P. Trifone, Iperderivazioni, cit, pag. 81.

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compilatorio. Il MNP, invece, è utile alla descrizione di ciò che avviene nell’atto creativo di parole, il quale si concretizza nei nuovi lessemi impiegati in un qualsiasi testo/discorso, allo scopo di analizzarne le funzioni linguistiche, pragmatiche e comunicative.

Di fatto, tale separazione degli strumenti metalinguistici è congeniale per l’analisi del discorso mediatico dove, a nostro avviso, non è possibile limitarsi ad analizzare unità lessicali predefinite attraverso il MNL e selezionate rigidamente in rapporto ad un corpus di esclusione. Pur rimanendo un compito essenziale, non è tuttavia sufficiente chiedersi se si è di fronte ad un neologismo o ad un occasionalismo, una neosemia, un neolgismo combinatorio o derivazionale. Bisognerà anche chiedersi dove sia situata la novità, con quali funzioni discorsive essa è usata, come avviene la ricezione e con quali conseguenze pragmatiche e cognitive. Infatti, andrà tenuto in debito conto il fatto che gli emittenti non impiegano solo il neologismo, ma anche qualcosa che ritengono essere tale più o meno a ragione, e che i destinatari, a loro volta, non percepiscono solo la novità dizionariale, ma anche ciò che essi presumono o siano portati a presumere sia nuovo. Ciò dipende in larga misura dalla dipendenza della qualità neologica dal contesto, come è ovvio che sia sul piano della performance, ma che per i nostri scopi di analisi è un assunto ancor più urgente, poiché quello dell’informazione mediale è un contesto fortemente strutturato e strategizzato e che determina la costruzione e/o la modifica della visione individuale e sociale del mondo, attraverso la diffusione dei messaggi-notizia a una laghissima fetta della popolazione nazionale.

Porsi sul piano della performance, significa, in altri termini, doversi confrontare con la nozione di sentimento neologico o, più tecnicamente, di competenza neologica, intesa come parte della competenza linguistico-lessicale della comunità – nei termini sopra descritti – la quale può essere attinta solo attraverso l’osservazione della lingua dei parlanti, un territorio che non presenta confini netti e la cui non semplice analisi richiede strumenti specifici.