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9 Il supporto psicologico alla popolazione Federica Nardi 97 , Paola Nicolini

Resilienza è un termine mutuato dalle scienze dure, poi ripreso dalle scienze so- ciali, e sta a indicare la capacità di un materiale di riprendere le proprie forme anche dopo aver ricevuto un duro colpo, un forte stress. La resilienza si compo- ne di cinque elementi (Cantoni, 2014): l’ottimismo, l’autostima, la robustez- za psicologica, la capacità di concentrarsi sulle cose positive, il supporto sociale. Quest’ultimo contribuisce in modo sostanziale e può sostenere lo sviluppo e l’in- cremento anche delle altre componenti. Per questo l’analisi di alcune esperienze, tra quelle di sostegno alla popolazione, può essere utile a rintracciarne le caratte- ristiche salienti, a riconoscerne le specificità, a distinguerne gli elementi distintivi e potenzialmente di efficacia.

Le attività condotte per rilevare le esperienze di assistenza alla popolazione han- no avuto come obiettivi:

- individuare le esperienze di interventi di sostegno psicologico alla popolazio- ne colpita da parte di associazioni, enti, fondazioni, ecc.

- riscontrarne le principali caratteristiche, identificare gli attori e gli utenti; - catalogare le proposte in base a: target a cui sono dirette (vari livelli scolasti-

ci, giovani, adulti, anziani); gruppi sociali (famiglie, classi scolastiche, squadre sportive, ambienti di lavoro); zone; durata; ecc.;

97 Università degli Studi di Macerata, Dipartimento di Studi Umanistici - Lingue, Mediazione, Storia, Lettere, Filosofia; mail: federicanardi88@gmail.com

98 Università degli Studi di Macerata, Dipartimento di Studi Umanistici - Lingue, Mediazione, Storia, Lettere, Filosofia; mail: paola.nicolini@unimc.it

L’approccio utilizzato per la raccolta di documentazione è di tipo ecologico, ap- plicando principi di ricerca vicina alla vita. Il metodo scelto per la raccolta dei dati è di tipo a cascata, con la segnalazione di progetti realizzati o in corso sul ter- ritorio con gli stessi scopi, da parte di attori raggiunti. Le informazioni raccol- te, quindi, sebbene documentino diverse tra le attività svolte o in svolgimento, certamente non sono esaustive rispetto all’effettiva mole di progetti realizzati nei nostri territori, alcuni dei quali tuttora attivi e diffusi in modo capillare su tutta l’area del cratere. I risultati della ricerca si basano dunque su interviste a persone direttamente coinvolte, osservazioni sul campo, report comunicati in diverse ti- pologie di incontri.

Da sottolineare che, per questa tematica, molto lavoro è stato svolto dai presi- di pubblici e privati di area socio-sanitaria normalmente e istituzionalmente im- pegnati in questo settore, quali gli Ambiti sociali, i diversi sportelli diffusi delle Aree Vaste, e così via. La raccolta che verrà presentata non ha però preso in con- siderazione questa ampia parte di lavoro, che ha canali di comunicazione propri ed è stata esposta a cura degli operatori di settore. Il focus si è invece indirizzato sulle iniziative di enti, associazioni, fondazioni, ecc. presenti sul territorio o arri- vate appositamente, con uno sguardo anche al lavoro di alcune scuole che hanno inserito progetti finalizzati alla elaborazione delle emozioni connesse agli eventi traumatici sia all’interno della didattica curricolare che fornendo servizi ulteriori in orario extra-scolastico.

Il periodo coperto dall’indagine va da settembre 2016 a gennaio 2019. 9.1 - Le attività durante l’emergenza

La fase dell’emergenza ha visto in campo soprattutto gli specialisti di settore. Al- cune tra le associazioni attive nei nostri territori sono state:

- la PSY+ ONLUS (https://www.psyplus.org/), che ha svolto un’azione di soste- gno psicologico immediatamente dopo le scosse del 24 agosto tramite una squa- dra di psicologi.In seguito ha aperto un punto permanente di sostegno a San Benedetto, in collaborazione con INTERSOS (https://www.intersos.org/terre- moto-centro-italia-terrore-non-si-dimentica-trauma-si-puo-superare/);

- la SIPEM ONLUS, che è un’associazione di volontari attivi nel sostegno psico- logico post sisma, (http://www.sipemsos.org/marche.html);

- il Gruppo Umana Solidarietà (GUS) che ha attivato Centri di Ascolto e di So- stegno Psicologico e Unità Mobili a Pescara del Tronto e a Castelsantangelo sul Nera (http://gusitalia.it/emergenza-terremoto-centro-italia);

- la Comunità volontari per il mondo (CVM) in collaborazione con RIRes – Unità di ricerca sulla resilienza dell’Università Cattolica di Milano, che ha idea- to e realizzato il progetto “Lenticchie della speranza”. Da febbraio 2017 la CVM ha lavorato a fianco delle popolazioni terremotate, con RIRes – Unità di ricer- ca sulla resilienza dell’Università Cattolica di Milano, la Fondazione Francesco Realmonte onlus e la Fondazione Fratelli Dimenticati onlus. Il progetto è sta- to realizzato in due fasi. La prima ha curato la formazione (fra febbraio, aprile e maggio) di 191 adulti, i “tutori di resilienza”, che hanno aiutato 872 bambini ad affrontare il trauma del terremoto. La formazione è stata condotta da docenti dell’Unità di Ricerca sulla Resilienza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e da alcuni collaboratori della stessa CVM. Nel corso sono stati forniti i concetti base per riconoscere, denominare e affrontare comportamenti di tipo psicologico e affettivo conseguenti ad esperienze traumatiche come quelle post‐ terremoto, che si possono verificare in particolare nei bambini. Inoltre sono state trattate le modalità utili ad attivare le risorse per farvi fronte in modo sostenibile e duraturo. L’attività è stata condotta in sinergia con gli attori chiave delle ammi- nistrazioni locali per sviluppare, in tutti gli strati della popolazione, la capacità di razionalizzare e contenere l’evento traumatico del terremoto, continuando a vi- vere nelle aree colpite. Nella seconda fase, sono stati organizzati campi estivi sui Monti Sibillini per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado, con lo scopo di aiutarli a “fare pace” con la montagna. Il progetto si è concluso con un concerto dell’Accademia di canto “Beniamino Gigli”, in una melodia di parole e musica, per rappresentare un momento di unione simbolica fra la bel- lezza della natura e la comunità del territorio. L’organizzazione dei campi, al pari del concerto a sigillo del progetto, si è avvalso anche della partnership di Fonda- zione Laureus, di CAI Amandola, del Comune di Amandola, e della associazione Os Aridum – Amandola.

9.2 - Le attività nel periodo post-emergenza

Emergency Programma Italia ha presidiato costantemente il territorio con il pro- getto “Il gioco in viaggio nel cratere: l’esperienza del ludovan”, una piccola lu- doteca itinerante che ha offerto momenti di animazione e di svago a bambine e bambini nelle zone più colpite dell’entroterra. Con un’equipe formata da una psicologa e psicoterapeuta e da un’infermiera, supportate dai volontari dei gruppi locali, EMERGENCY dall’8 marzo 2018 è inoltre attiva a Tolentino, Caldarola, Camerino, Visso, Muccia e Pieve Torina con il “Progetto Sisma”, autofinanziato da EMERGENCY e grazie a un protocollo di intesa con l’Area vasta 3. Il pro- getto Sisma si colloca al momento del controesodo che porta a riabitare i luoghi, con nuovi problemi da affrontare: il contatto con una realtà desiderata che nella realtà si rivela ancora difficile da vivere, per la presenza di macerie un po’ ovun- que e per le difficoltà presenti in alcune sistemazioni provvisorie. Nel Centro di Educazione Ambientale di Fiastra è stato inaugurato, nello scorso luglio, il Parco: la rinascita dei sogni. La sua presenza è di grande valore per i piccoli cittadini di Fiastra, che lì possono giocare ed esprimersi. Durante l’inverno precedente i ra- gazzi e i bambini delle scuole di Fiastra, insieme alle guide e loro insegnanti, so- no riusciti a realizzare 27 sagome degli animali del Parco dei Sibillini a grandezza naturale, che sono state inserite, mimetizzandole, in tutto il percorso dell›area. Ogni tanto gli animali vengono spostati per permettere ai bambini di non finire mai il gioco del cercarli e trovarli.

9.3 - Il ruolo dei servizi educativi e della scuola nel sostegno alla comunità La necessità di promuovere la resilienza per incrementare le capacità di affrontare le avversità, promuovere la salute e il benessere dei bambini, prevenire i proble- mi di salute mentale e attrezzare i bambini ad affrontare lo stress emerge imme- diatamente anche quando si tratta di bambini molto piccoli, come quelli della fascia 0-6.

Nella zona del cratere maceratese, la presenza di due agrinidi-agrinfanzia di qua- lità ha rappresentato un punto di riferimento per molti abitanti della zona, seb- bene delocalizzati. La Fornace degli gnomi di Gagliole, sebbene abbia subito danni dal sisma, ha riaperto le attività il giorno dopo il terremoto del 30 ottobre,

potenziando tutte le attività di norma svolte all’esterno della struttura. Inoltre, ha realizzato il progetto “Emozioni in natura”, prevedendo attività per i bambini con materiali naturali, incontri con esperti e forze dell’ordine per fornire spiega- zioni dell’evento alle famiglie, conversazioni sulla paura alla presenza dei genito- ri, consulenza pedagogica con uno sportello di ascolto.

L’ “Agrinido-Agrinfanzia della natura” di San Ginesio che era restato aperto dopo le scosse di agosto, ha subito danni in una parte dell’edificio con l’evento sismico del 30 ottobre, dovendo perciò ridurre l’accoglienza dei bambini. In pochi mesi e a proprie spese, l’offerta formativa è stata riaperta alla frequentazione all’inter- no di una tenda yurta, seguendo il paradigma teorico secondo cui la capacità di resilienza parte dalla ferita stessa per ripararla, non si allontana quindi dalla feri- ta. Le tracce sono fondamentali per attraversare le ferite e farle divenire un hu- mus fecondo per nuove esperienze. L’adulto è un regista dei processi che attivano i bambini, il cui sguardo bisogna sostenere. Questa realtà non ha mai smesso di funzionare durante questi anni, avviando un processo di ricostruzione e di am- pliamento in dialogo con il Comune di San Ginesio e attraverso la fondazione dell’Associazione di genitori “Nella terra dei bambini”.

L’I.C. “Betti” ha portato avanti il progetto “Fiastra siamo noi”. A partire dalla constatazione che la comunità di Fiastra è apparsa molto più unita e collaborati- va durante gli eventi sismici del 1997, il progetto ha inteso ricucire le trame del- la cittadinanza a partire dai più piccoli, con la produzione collaborativa del libro “Terry in moto arriva a Fiastra”. Il libro è stato scritto da Marco Marilungo con l’aiuto di Keemar, di piccoli artisti della scuola primaria e delle loro maestre han- no dato vita ai loro disegni e al personaggio di Terry. Successivamente è stato di- segnato anche il cartone animato con la storia di Terry99. “Sono stati i bambini a insegnarci la resilienza. Ognuno di loro ha trovato la forza per sorridere”, ha di- chiarato Silvia Belli durante un convegno dedicato al tema della resilienza, in cui è stato presentato il progetto.

L’I.C. “De Magistris” di Caldarola ha sviluppato il progetto” Scuola e comunità: incontrarsi, unirsi, crescere insieme”. Nella scuola è nato un Comitato dei geni- tori che ha dato luogo a una esperienza di scambio di visite tra la scuola e il coro della scuola piemontese di Busca. Come parole chiave del percorso insieme verso 99 https://www.youtube.com/watch?v=ch76yXDLCXc

la ricostruzione del territorio sono “Unione, apprendimento insieme e fare co- munità”, secondo quanto ha dichiarato la Dirigente scolastica Fabiola Scagnetti. All’interno dell’I.C. di Colmurano è stato realizzato un progetto curato dall’in- segnante Silvia Martorelli che, a partire dall’insegnamento della lingua inglese, ha unito un percorso di yoga della risata per favorire un lavoro di riflessione sul- le proprie emozioni attraverso attività, personaggi e compiti. “La maieutica della gioia a scuola e in famiglia con Jonkey the monkey” è il libro che ne è risultato, che è stato pubblicato e presentato all’interno di diverse occasioni.

L’ I.C. di Visso ha costituito un punto di riferimento per la popolazione locale che, con le parole della Dirigente Scolastica Prof.ssa Antonini “si sentiva come all’interno di una bolla sospesa, dove le emozioni più forti erano la paura per l’e- vento inatteso accaduto e la paura per l’incertezza che lo stesso terremoto aveva causato”. Gli stessi ragazzi non riuscivano a identificarsi con i luoghi a loro cari e che erano crollati. La scuola stessa è divenuta promotrice di una nuova apertura verso il futuro, grazie agli insegnanti che hanno deciso di voler continuare le atti- vità che il terremoto aveva fermato, promuovendo la partecipazione sia di giovani che di adulti. La scuola è divenuta lo spazio di continuità tra il ‘prima’ e il ‘dopo’, funge da piazza paesana nella quale incontrarsi, identificarsi e aprirsi al futuro. L’I.C. di Treia ha focalizzato la sua attenzione di sostegno alla comunità con il progetto Perdere per ricominciare: viaggio nella scuola che resiste. Immergendosi nella propria esperienza passata, presente e futura, invita a focalizzarsi su 4 paro- le chiave: perdere, accogliere, progettare e ricominciare. “Perdere” dato che tutti quanti, il territorio, la popolazione, le famiglie, hanno perso molto a causa del terremoto. Alla perdita si è affiancata nel giro di breve la parola “accogliere” con le manifestazioni di solidarietà non solo delle persone del posto, ma anche delle regioni limitrofe, con le numerose donazioni e le offerte di ospitalità. Quando è stato possibile tornare nella vecchia scuola indebolita dal terremoto e si è deciso di prendere dei pezzi dalle macerie e dei mobili scolastici per poterne fare di nuo- vi e ricominciare, si è compresa la necessità di tornare al passato per poter “pro- gettare” il futuro. Un progetto che esprime al meglio questo perdere per ricomin- ciare è stato chiamato “Esploratori della memoria”, grazie al quale gli studenti sono diventati esploratori del territorio, realizzando un censimento di lapidi, la- stre commemorative, monumenti, cippi, che riguardano persone ed eventi legati alla prima e seconda guerra mondiale. Il lavoro, iniziato prima del terremoto e

concluso successivamente, ha permesso di “ricominciare” dopo la terribile cala- mità; nonostante tali monumenti risultino ora in parte distrutti, il ricordo di essi è ancora ben solido grazie al censimento fatto.

I Licei di Camerino hanno lavorato su La costanza dei Licei. Gli studenti dei Li- cei di Camerino non si sono persi d’animo e hanno chiesto ai rispettivi docenti di ricominciare partendo proprio da idee e progetti iniziati prima del terremoto. Tale spinta propulsiva ha permesso alla scuola di Camerino di diventare un cata- lizzatore di processi, grazie al suo essere un solido punto di riferimento, luogo di aggregazione, sostegno sociale e educativo.

Tra le scuole attive per offrire momenti di rielaborazione del trauma, anche l’I.I.S. “F. Filelfo” di Tolentino, con un progetto dal titolo Dal centro alla perife- ria: cronache di una rinascita. Le scuole maggiormente danneggiate dal sisma, il Liceo Classico, Scientifico e Coreutico, sono state infatti delocalizzate, spostan- dosi dal centro della città di Tolentino alla periferia, in capannoni adibiti a questa nuova funzione. Anche a Tolentino i progetti iniziati prima del terremoto sono stati successivamente ripresi e sono serviti da motore per ricominciare e gettare un ponte verso il futuro.

9.4 - Processi di resilienza “dal basso”: alcune esperienze di comunità Le comunità colpite dal terremoto hanno sviluppato anche processi di suppor- to alla resilienza dal basso, mettendo in campo progetti e attività che hanno tro- vato origine ed energia all’interno delle comunità stesse alle quali si sono rivolti. Il Comitato “Tutti a scuola” è un’esperienza di genitori delle scuole di Sarnano nella raccolta fondi per la ricostruzione. Tutte le tre scuole della zona sono state gravemente danneggiate dopo il sisma. Per raccogliere i fondi i genitori hanno chiesto aiuto a una youtuber molto nota, che abita nella zona – Benedetta Rossi. Lei ha aiutato a girare e promuovere il video che racconta le difficoltà delle fami- glie e gli alunni nelle scuole di Sarnano100, ottenendo attenzione e fattivi risultati. “Tutti su per terra” è un progetto partito dalla volontà di un gruppo di genitori 100 Il video è disponibile al link https://www.youtube.com/watch?v=pgObfTluOnk

e dalla loro diretta collaborazione nell’Istituto comprensivo Don Bosco di Tolen- tino, nel periodo febbraio-maggio 2017. Il progetto si è focalizzato sulla scuola primaria, in cui sono stati coinvolti circa 400 alunni, partendo dal presupposto che l’infanzia fa parte della comunità, anche se essa risultava esclusa dalla dinami- ca del post sisma: da un lato colpiti come gli adulti, dall’altro privi di strumenti per rielaborare la carica emotiva dovuta agli eventi. Partendo dall’archetipo della terra (nel suo binomio di distruzione e ricostruzione), dalla necessità di trasfor- mare il caos in armonia, l’obiettivo del progetto è stato di far vivere l’esperienza ai bambini con profondità, attraverso una traduzione pratica. Le attività proposte hanno avuto come finalità sviluppare un vocabolario emotivo; agire sulla consa- pevolezza corporea; fare le cose insieme, per sostenere la dimensione comunita- ria della rielaborazione. Il percorso offerto in otto incontri per ogni classe per un totale di dieci ore, ha avuto carattere multidisciplinare, composto di sessioni di musicoterapia, yoga, arteterapia. È stata realizzata in condivisione da bambini e da esperti coinvolti (anche ingegneri) una vera e propria opera finale, partendo da un materiale, distruggendolo, ricomponendolo in mattoni e condividendo l’e- sperienza di costruzione. L’istallazione pesa una tonnellata, misura due metri per tre ed è un totem, un simbolo che dice “insieme si può ripartire e ricostruire”101. Il progetto ha anche offerto uno sportello d’ascolto psicologico, aperto a inse- gnanti e alunni.

L’Associazione Visso D’Arte era nata per occuparsi di bellezza, dei beni artistici e culturali, nonché promuovere la conoscenza del ricchissimo patrimonio vissa- no. Dopo il sisma anche i beni culturali hanno subìto una dispersione e l’associa- zione ha deciso di continuare a esistere dedicandosi alle attività possibili, come mappare il patrimonio culturale, mettere in salvo i libri della biblioteca insieme ai militari (al momento sono in un deposito del Cosmari). In seguito l’associa- zione ha messo in ordine i 4.000 libri della biblioteca scolastica. In una realtà sociale molto difficile, dato che a Visso dopo il sisma non c’è un luogo dove riu- nirsi, la biblioteca della scuola, per quanto piccola, con le parole di una Venan- zina Capuzi, una delle fondatrici, “è un “miracolo perché permette alle persone di incontrarsi”102.

101 Un video che documenta l’esperienza si trova al link https://www.facebook.com/TuttiSUperTerraTo- lentino/

102 Un video che documenta l’esperienza si trova al link https://www.facebook.com/VissodArte/

Il gruppo di ricerca Emidio di Treviri (EdT) (2016-in corso; https://www.emi- dioditreviri.org/) nasce dopo una call di ricerca lanciata nel 2016 dalle Brigate di solidarietà attiva. A questa call hanno risposto decine di ricercatori e dottorandi di ricerca da diverse parti d’Italia. L’obiettivo era studiare le dinamiche del post sisma nell’immediato, in modo da elaborare dati sui vari filoni che hanno con- traddistinto l’emergenza e studiare la situazione nel suo divenire. I risultati sono pubblicati nel volume “Sul fronte del sisma” (DeriveApprodi, 2018), uno stru- mento a disposizione anche delle popolazioni colpite per inquadrare scientifica- mente le dinamiche del post sisma.

EdT ha realizzato gruppi d’ascolto sulla costa e nell’entroterra. In particolare uno degli studi di EdT ha seguito l’intervento realizzato a Fiastra, dove è stata realiz- zata la progettazione partecipata di un giardino comunitario. Un segno da lascia- re a una comunità frammentata che cercava di lavorare insieme.

C.A.S.A. (Cosa Accade Se Abitiamo) è un progetto di guida partecipata ideato da “Riverrun”, associazione sarda e “Sineglossa”, collettivo marchigiano, per il Mi- bact, con un focus sui borghi abbandonati. Il progetto pilota è in corso su Ca- gliari e su Ussita (MC). La casa editrice di riferimento è la Luca Sossella editore. Il progetto nasce come antecedente al sisma, ma si è rimodulato, in provincia di Macerata, sulle nuove esigenze del territorio dopo gli eventi del 2016. L’associa- zione C.A.S.A. sta curando, insieme alle altre realtà, il lavoro della redazione di comunità a Ussita.C.A.S.A. è un luogo nato in seguito ai terremoti 2016/2017, aperto a conversazioni, con residenze in alta quota e progetti di valorizzazione, mosso dal desiderio di continuare ad abitare un territorio ferito e in forte muta- mento insieme alle nuove comunità dell’Alto Nera e ad ospiti in residenza che C.A.S.A. accoglie:  artisti, docenti, scrittori, designer, tecnici, fotografi, video- maker, giornalisti, ricercatori, naturalisti, sportivi, camminatori, studenti, uomi- ni e donne sensibili. C.A.S.A. è un porto di montagna: un crocevia di culture, energie, provenienze, esperienze e linguaggi differenti. Uno spazio per un dialo-