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Surrealismo dell'assurdo in O slavnosti a hostech e Hoří, má panenko

Nel documento Il realismo ceco di Milos Forman (pagine 104-109)

CAPITOLO 4 Un'eredità surrealista: il realismo della deformazione

4.5 Surrealismo dell'assurdo in O slavnosti a hostech e Hoří, má panenko

Alla luce di quanto detto, procediamo dunque con il confronto fra il film di Forman e quello di

27 Come già anticipato, «Effenberger's preference for Forman over other New Wave directors springs from the affinities between Forman's sensibility and that of Effenberger's own group, committed as the latter was to the 'critical functions' of the imagination and an emphatic concreteness» (In Owen J., Avant-Garde to New Wave, cit., p. 14). In Hames P., Czech and Slovak Cinema, cit., p. 179: «Effenberger praised Forman’s The Firemen’s Ball for its ‘active understanding of reality’ and ‘feeling for contemporary forms of aggressive humour, and for the critical functions of absurdity’. In the first issue of the surrealist magazine Analogon, published in 1969, he praised Vachek’s discovery of ‘a new type of cinematic expression’ which violated both old and new conventions and explored an ‘irrational reality’. By contrast, he condemned Chytilová’s Daisies as mere decorative cynicism». Si veda anche Petr Král sulle lodi di Effenberger a Vachek e Forman, in Turigliatto R., Nová vlna: cinema cecoslovacco degli anni '60, cit., p. 85.

28 Effenberger in Hames P., Czech and Slovak Cinema. Theme and Tradition, cit., p. 179.

29 Nonostante siano i suoi film precedenti ad avere il link più consistente con il surrealismo 'storico': Démanty noci (I diamanti della notte, 1964) per il ruolo rivestito dalla dimensione del sogno, dell'incubo e dell'allucinazione (elemento enfatizzato dall'utilizzo di riprese disorientanti dovute all'impiego della macchina a mano) e Mucedníci

lásky (I martiti dell'amore, 1967) per il loro elevato debito formale al Poetismo e a Devětsil, in Hames P., Czech and Slovak Cinema. Theme and Tradition, cit., pp. 170-171.

Němec. La prima caratteristica che salta all'occhio comparando O slavnosti a hostech e Hoří, má

panenko è il fatto che i due film dilatano all'inverosimile due eventi sociali: la durata dei film è

sostanzialmente equiparabile alla durata effettiva di questi due momenti nella realtà, fattore che consente un elevato grado di analisi delle vicende. Il microcosmo dell'evento sociale diventa quindi modello su piccola scala del funzionamento del macrocosmo che è la società: esso ci mostra in dettaglio sia le relazioni tra individui che i meccanismi che si instaurano fra il singolo e le regole sociali del sistema in cui ciascuno è inserito. Peccato però che sin da subito le norme sociali sottese agli eventi cui i protagonisti partecipano non vengano rispettate: si tratta di un invito a banchetto nel caso di O slavnosti a hostech, mentre per Hoří, má panenko ben tre eventi: un ballo, un contest di bellezza e una lotteria a premi. I fatti sembrano procedere per via casuale, e quello che ci viene mostrato assume più l'aspetto di un mondo di insetti impazziti che scalpitano e si agitano senza concludere nulla. Quali sono queste regole sociali apparentemente presenti ma in realtà disattese? In O slavnosti a hostech abbiamo:

-le regole dell'ospitalità: il gruppo di amici del pic-nic viene rapito per conto dell'Ospite30 anziché essere invitato; la violenza perpetrata viene poi giustificata come gioco di cattivo gusto da parte di alcuni dei presenti. Per quanto riguarda invece Hoří, má panenko abbiamo:

-le regole della lotteria: è chiaro che i premi sono per definizione destinati a chi vince, e non a chi li ruba;

-le regole del concorso di bellezza: le partecipanti dovrebbero essere scelte secondo criteri stabiliti, momento cui dovrebbe seguire una votazione democratica con attribuzione di giudizio. Solitamente poi, le candidature sono spontanee, mentre invece nel film le partecipanti sono letteralmente rapite contro la loro volontà. I criteri di selezione passano arbitrariamente dal parametro 'seno' a 'gambe' a 'raccomandazione da parte delle madri'. Nessuno di questi criteri prevale sull'altro, e per ironia della sorte, il bigliettino su cui i pompieri anziani stavano scrupolosamente trascrivendo i nominativi delle ragazze ad un certo punto si perde tra la folla di danzatori.

-le regole del ballo: sono quelle meno rigide, ma si basano sul buonsenso di un comportamento morigerato e decente. Qui invece abbiamo situazioni limite per cui tutti bevono troppo e perdono il controllo, e i giovani ne approfittano per amoreggiare dando spettacolo, si veda su questo l'emblematica scena del recupero delle perle sotto il tavolo. Per quest'ultima regola non stiamo

30 Ci riferiamo alla traduzione italiana dei caratteri dei personaggi contenuta in Přádná S., Il fenomeno degli attori non

assolutamente parlando i toni di moralità o di perbenismo, stiamo osservando i meccanismi sociali e il rispetto o meno dei loro limiti. A questa va poi aggiunta la regola del mestiere: i pompieri, per definizione, dovrebbero essere qualificati per spegnere incendi. Come ben sappiamo però, essi nel corso del film falliscono ben due volte, nel piccolo incendio iniziale dello striscione e in quello finale della casa.

Per cercare di porre rimedio a questa incapacità diffusa di rispettare le regole basilari della convivenza sociale, si cerca di introdurre dei correttivi, che finiscono però anch'essi per fallire, aggravando la situazione di disordine. Al furto dei premi della tombola si cerca ad esempio di porre rimedio chiedendo la restituzione dei premi, ma con l'effetto che vengano rubati anche gli ultimi rimasti. Alcuni di questi correttivi implicano a loro volta l'instaurarsi di regole secondarie basate sulla corruzione o sull'acquiescenza al sistema:

-in Hoří, má panenko il criterio selettivo delle ragazze diventa quello della raccomandazione da parte dei genitori;

-in O slavnosti a hostech lo scontro iniziale con l'Ospite viene rovesciato attraverso la pratica della ricerca del consenso, nelle chiacchiere adulatorie degli invitati nei confronti dell'Ospite.

In questa maniera si dimostrano annullate anche tutte le forme di rapporti umani:

-in Hoří, má panenko la negazione della pietas filiale: nei confronti del vecchietto che ha perso la casa, il quale viene abbandonato a se stesso dopo la fine dell'incendio. Lo stesso vale per il vecchio pompiere malato di cancro che deve essere premiato, al quale viene negato sia il momento di ringraziamento ufficiale sul palco (per incapacità di gestire la cerimonia) e anche l'ascia premio, che viene rubata come tutti gli altri oggetti della tombola.

-in O slavnosti a hostech la vacuità delle chiacchiere fra gli invitati al banchetto, così come dei partecipanti al pic-nic all'inizio del film. Il linguaggio perde ogni funzionalità comunicativa, contenutistica o critica. La co-sceneggiatrice e scenografa Ester Krumbachová ricorda come cercò appositamente di creare dialoghi in cui i personaggi non dicessero nulla di significativo su loro stessi. L'intento era quello infatti di dimostrare come la gente solitamente parla solo in termini di idee sconnesse fra loro, anche quando sembra che stiano effettivamente dialogando con qualcuno. L'effetto è quello di una impressionante apatia e isolamento dei personaggi; la Krumbachová ammette di essersi ispirata in questo al teatro dell'assurdo di Ionesco31: «Ionesco consciously looks for absurdity, not only in language but in the real world as well. He conceives of the world as

absurdity. I do not share this view. I tried to use paradoxes and absurdities to characterize people who fail to utter a single reasonable word and whose opinions are ridiculous – yet the ultimate result is tragic32». A questo va aggiunto l'utilizzo deliberato di immagini dalle connotazioni 'quotidiane' che connettono i dialoghi assurdi, in maniera tale che ciò che si vede non abbia alcun legame con ciò che si sente. Questo provoca un effetto di spaesamento nello spettatore che viene posto nella condizione di aspettarsi dialoghi verosimili e appropriati al contesto, ed è invece di fronte all'incomunicabilità nel suo stato più puro33.

Nel finale di entrambi i film, si ha la soppressione dell'unico soggetto che cerca di ribellarsi al sistema dominante, in quanto principio destabilizzante all'interno del gruppo sociale:

-in Hoří, má panenko il pompiere onesto viene colpevolizzato da tutto il corpo dei pompieri per aver cercato di eseguire ciò che il sistema dominante (il corpo dei pompieri) aveva richiesto, ossia la restituzione dei premi della tombola;

-in O slavnosti a hostech il Marito (Evald Schorm) che viene rincorso dai cani (e probabilmente catturato dagli uomini di fiducia dell'Ospite) per aver deciso di lasciare il banchetto, azione che secondo le regole sociali dell'ospitalità dovrebbe essere accordata di diritto all'invitato in quanto tale.

Altro elemento in comune di non poca importanza, lo scarto fra linguaggio e contesti di utilizzo34: -in Hoří, má panenko l'utilizzo di linguaggio militare-burocratico usato durante la selezione delle miss, e la richiesta, totalmente fuori contesto, di sfilare a passo di marcia;

-in O slavnosti a hostech, oltre alle chiacchiere a vanvera di cui si è detto sopra, possiamo indicare l'utilizzo di linguaggio e pratiche burocratico-militari nella scena dell'interrogatorio ai partecipanti del pic-nic, poi invitati dell'Ospite e i suoi toni da propaganda politica durante il discorso a tavola.

O slavnosti a hostech non solo crea il senso di un mondo in cui individui deboli collaborano nel

creare una realtà che li opprime ma «also a world that has become absurd, where words have become slogans, principles have been emptied of meaning and the only possible moral stance has

32 Ibidem, p. 281.

33 Hames P., Czech and Slovak Cinema, cit., p. 134.

34 «It is tempting to see the films as linked to the strong theatrical tradition of the absurd that developed in the 1960s, notably the plays of Václav Havel – The Garden Party (Záhradni slavnost, 1963), with its satire on bureaucracy and Communist jargon, and The Memorandum (Vyrozumění, 1965), about the invention of an artifi cial language that no one can learn or understand. Then, in 1964, the Theatre on the Balustrade (Divadlo na zábradlí) produced its season of ‘absurd’ plays that included works by Ionesco, Beckett and Jarry. Perhaps more crucial was the Liblice Conference on Kafka in 1963, which undoubtedly led to the rediscovery of a writer whose work held close parallels with experience under totalitarianism. As Havel himself said, the absurd was something that was ‘in the air’» In Hames P., Czech and

become one of silence and abstention35». Il film di Forman, così come O slavnosti a hostech, fornisce una sorta di commento metaforico sulla realtà e sulla natura del potere totalitario, svelando la vera assurdità della vita contemporanea allo sguardo del pubblico36.

L'effetto finale è quello di un sistema di relazioni in cui regna un costante senso di sordità, apatia, e

particolare alienazione37, dove il silenzio e l'astensione sembrano l'unica soluzione rimasta di fronte all'assurdo. Altamente evocativa e metaforica di questo è l'immagine finale di Hoří, má

panenko, di cui abbiamo già discusso in precedenza. Il simbolo concreto di questo isolamento è il

letto in mezzo alla neve, con tanto di comodino e vaso da notte, su cui il vecchietto la cui casa è bruciata si appresta a passare la notte, ora che l'incendio è ormai spento. Tutti i partecipanti al ballo se ne sono già andati, e sono rimasti solo lui, ricco solo dei biglietti della lotteria che non valgono ormai più nulla, e il vecchio pompiere messo a guardia delle macerie della casa, il cui ruolo e utilità erano stati sminuiti, nota Hames, nel momento stesso in cui ne era stata svalutata la sessualità38:

-Mettiti la sciarpa in testa, che fa freddo! -Ma così sembro una donna...

-E allora? Tanto tu sei vecchio.

Entrambi i film si impostano su di una metafora che ricostruisce il funzionamento della società a partire dall'astrazione di alcuni meccanismi chiave. Rimane tuttavia interessante come entrambi i film giungano a esiti comuni, pur partendo da presupposti e metodologie di lavoro diverse (che potremmo sintetizzare in 'dal particolare all'universale' per Forman e dall'universale al particolare' in Němec). Mentre infatti in Forman il ragionamento parte dal 'reale' dei non attori e dell'improvvisazione, in Němec esso parte dall'idea astratta di una metafora e giunge alla messa in scena attraverso l'uso di attori professionisti e uno script, immagini e dialoghi studiati fin nei minimi particolari. Entrambi giungono tuttavia alla rappresentazione di un sistema caotico e basato sulle leggi dell'assurdo, ma capace attraverso le tecniche del cinema di attivare il ruolo dello spettatore nel processo di decodificazione del messaggio etico-sociale e di critica della società contemporanea. E' proprio perché conosciamo l'aneddoto della genesi del plot e le particolari

35 Ibidem, p. 134.

36 «This somewhat bleak take on everyday socialism was not appreciated by the authorities, who took an even less favourable view of the incompetence displayed by the firemen who, as offi cials and organisers, could be interpreted as representing the Party itself. It was one of a number of films banned ‘forever’ following the Soviet invasion», ivi, p. 39.

37 Škvorecký lo ha descritto come un film «in which people keep talking and talking – yet the resulting mood of the film is a strange deafness, an appalling apathy, and a peculiar alienation» in Hames P., ivi, p. 134.

metodologie di lavoro del team formaniano39 che ci risulta forse inaspettata una tale quantità di elementi in comune con un film studiato fin nei minimi dettagli per quanto riguarda plot, dialoghi40 e immagini41, e che, come abbiamo detto, viene senza dubbio fatto rientrare nella 'categoria dell'assurdo' di matrice surrealista-kafkiana.

Nel documento Il realismo ceco di Milos Forman (pagine 104-109)