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Sviluppo del capitale sociale

4. Metodologia e risultati dell’indagine

4.4. Funzione socio-economica

4.4.3. Sviluppo del capitale sociale

Come spiegato nel primo capitolo, per capitale sociale si intende l’insieme di reti e relazioni presenti in un territorio.

Lo sviluppo delle relazioni e della collaborazione è più facilmente realizzabile quando c’è un’elevata fiducia tra gli attori ed una conoscenza reciproca. Per questo

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tra le variabili che si sono utilizzate nella sua valutazione vi è proprio la verifica della presenza di relazioni di fiducia tra gli attori pubblici e privati presenti nel territorio.

Inoltre, si sono considerate la stabilità nel tempo delle relazioni esistenti e, per ciò che riguarda specificamente la Strada del vino, si è verificato quanto le imprese associate partecipino realmente alla gestione di tale associazione ed alla pianificazione delle relative attività. Un’ampia partecipazione nella gestione, infatti, comporta che si considerino gli interessi di tutti gli attori coinvolti e permette di ottenere un più forte senso di appartenenza all’associazione. Inoltre ne deriva una maggiore trasparenza delle decisioni rispetto al caso in cui queste siano prese da poche persone e quindi si ottiene un più alto livello di fiducia da parte di tutti i soggetti coinvolti.

In sintesi, le variabili considerate nel corso della ricerca sono:

- livello di socialità e di fiducia e presenza di una rete amicale, a sua volta scomposto in tre elementi:

• partecipazione ad attività collettive dirette agli imprenditori, aspetto che permette di ottenere una maggiore conoscenza reciproca e di conseguenza una rete di rapporti amicali basati su maggiore fiducia; • senso di appartenenza ad una comunità, in quanto questo può

comportare una maggiore predisposizione alla cooperazione; • disponibilità alla collaborazione da parte di aziende ed istituzioni. - Stabilità nel tempo delle reti relazionali: in questo caso si è verificato se gli

imprenditori del settore vitivinicolo ritengano che le relazioni con le imprese fornitrici e committenti siano stabili e se queste sono facilmente sostituibili. Tale stabilità può essere dovuta all’esistenza di fiducia reciproca o al fatto che questi rapporti si siano instaurati da tempo e quindi nessuna delle due parti è interessata ad interromperli in quanto si ha la certezza, per esempio, del livello qualitativo della merce o della puntualità nei pagamenti e nelle consegne, per cui sostituire un committente o un fornitore rappresenta un rischio.

- Partecipazione: consiste nel valutare se gli associati partecipano attivamente o vengono coinvolti nella gestione o pianificazione delle attività relative alla Strada del vino.

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Passando all’analisi dei risultati, si è constatato innanzitutto che l’associazione Strada del vino dell’Etna molto raramente organizza attività sociali per far incontrare gli associati. In effetti nel corso dell’indagine si è avuto notizia di un solo evento, organizzato per un nuovo socio.

D’altra parte si è riscontrato che in alcuni casi gli imprenditori stessi organizzano degli incontri informali, in particolare ciò avviene con una certa frequenza tra le aziende di Linguaglossa. In questo caso la partecipazione delle aziende è abbastanza alta, avendo dichiarato due degli intervistati che hanno parlato di tali occasioni di prendervi parte sempre o quasi e due di partecipare a circa la metà di queste occasioni.

Si è anche chiesto agli intervistati se si sentono parte di un’associazione, per capire se essa esista solo formalmente o se funzioni realmente come sistema d’imprese e di istituzioni. Tale domanda è stata posta sia agli imprenditori del settore vitivinicolo che a quelli del settore ricettivo.

Dalle informazioni date dagli imprenditori si evince che essi non riconoscono la Strada del vino dell’Etna come un sistema o un’associazione attiva, ritenendo che se fosse efficace potrebbe essere un sistema utile per le imprese in quanto potrebbe attrarre turisti e permettere la creazione di una vera e propria rete di aziende ed istituzioni che, lavorando insieme per un unico obiettivo, sostenesse e desse impulso allo sviluppo locale.

Se da un lato c’è un forte scetticismo verso questa associazione, dall’altro molti degli imprenditori intervistati ritengono che esista una rete di relazioni informali che legano tra loro le imprese, pensando che ci sia effettivamente un sistema di imprese nel territorio etneo o comunque all’interno dei singoli comuni.

Allo stesso modo, gli intervistati ritengono che ci sia da parte di alcune aziende disponibilità a collaborare, anche se questa difficilmente porta ad azioni concrete, rimanendo quindi semplicemente un “legame” tra imprenditori. Da parte delle istituzioni, invece, ritengono ci sia poco interesse alla cooperazione con il tessuto imprenditoriale locale.

Constatata la presenza di reti di relazioni nel territorio, si è voluto accertare che esse esistano anche a livello verticale, a monte con i fornitori ed a valle con i committenti e se esse siano stabili. Si è quindi chiesto agli imprenditori vinicoli se

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tali soggetti siano facilmente sostituibili. Bisogna comunque tener conto che essi in genere non si trovano in Sicilia, soprattutto per quanto riguarda i fornitori.

Si sono raccolte risposte da parte di dieci aziende, quindi poco più della metà rispetto al totale degli associati, e le opinioni sono state molto varie.

Riguardo ai fornitori la maggior parte degli imprenditori ritiene che all’occorrenza potrebbero facilmente sostituirli, nel senso che non c’è una difficoltà a trovare sostituti sul mercato. Ciò nonostante esistono in molti casi dei rapporti solidi che si sono instaurati da tempo e per questo motivo non prendono in considerazione la possibilità di cambiare. Oltre a ciò, per alcune forniture, soprattutto tappi e bottiglie, è importante avere la certezza della qualità del prodotto e questo è un altro elemento che limita la possibilità di sostituire gli operatori a monte.

Per cui si può concludere che i rapporti con i fornitori sono piuttosto stabili e che ciò deriva dal fatto che tali legami sono solidi in quanto duraturi e basati sulla fiducia e la garanzia di qualità.

Riguardo alle bottiglie, molte aziende italiane ormai fanno riferimento a marchi di multinazionali con sedi all’estero, comunque tale produzione è presente in Toscana e nel Triveneto55. Per i tappi, sugherifici importanti si trovano in Sardegna.

Si espongono ora nel dettaglio le risposte degli imprenditori, precisando che gli è stato chiesto se ritengano che i fornitori siano facilmente sostituibili e che, avevano a disposizione cinque opzioni di risposta, due di essi sostengono che sono del tutto d’accordo con tale affermazione in quanto potrebbero sostituirli senza nessuna difficoltà, pur ribadendo i problemi legati alla qualità, due che sono d’accordo (seconda opzione di risposta) in quanto avrebbero poca difficoltà, uno è in parte d’accordo, quattro sono poco d’accordo ed uno solo non è per niente d’accordo.

Riguardo ai committenti le risposte sono più omogenee in quanto otto imprenditori sostengono che non potrebbero facilmente sostituirli. In genere ciò è dovuto al fatto che il rapporto commerciale si basa su relazioni di fiducia. Degli altri, uno è poco d’accordo con l’affermazione che potrebbe facilmente sostituire i committenti ed uno in parte. Uno degli imprenditori precisa che i committenti esteri

55 AA.VV., Vino e sviluppo locale: innovazioni di processo e di prodotto e strategie commerciali, in

Menghini S. (a cura di), Il ruolo del settore vitivinicolo nei processi di sviluppo sostenibile, Franco Angeli, Milano, 2007.

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generalmente richiedono l’esclusiva e ciò ovviamente limita le possibilità di sostituirli.

Infine, riguardo al livello di partecipazione degli associati nella gestione e nella pianificazione delle attività relative alla Strada del vino dell’Etna, il rappresentante della Strada che si è incontrato ha affermato che solo alcune aziende partecipano attivamente.

Parlando con gli associati (aziende vitivinicole, hotel ed agriturismi) si è riscontrato che questi ritengono di non avere la possibilità di influire significativamente sulle decisioni.

In questo caso hanno risposto alla domanda dieci imprenditori, due dei quali dicono di non partecipare ed entrambi fanno parte del settore dell’ospitalità.

Gli altri spiegano che pur partecipando alle assemblee dei soci e facendo alcuni di essi parte del Consiglio di Amministrazione, non vedono che questo loro interesse abbia poi dei riscontri in quanto non vengono coinvolti realmente nelle decisioni. Anzi, viene segnalato che il Consiglio di Amministrazione dell’associazione ha il solo compito di ratificare decisioni già prese, senza quindi influenzare concretamente la gestione.