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Tasso di disoccupazione e misure alternative del lavoro disponibile inutilizzato, 1° trimestre

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 115-118)

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Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia

Tas s i d i dis oc c upa z ione

Tasso di disoccupazione (1) Inclusa CIG (2) Inclusi CIG e scoraggiati (3)

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati ISTAT, FDL

Nota: Tasso di disoccupazione (1): persone in cerca di occupazione /forze di lavoro; Inclusa CIG (2): persone in cerca di occupazione + lavoratori in CIG/ forze di lavoro; Inclusi CIG e scoraggiati (3): persone in cerca di occupazione + lavoratori in CIG + scoraggiati/ forze di lavoro + scoraggiati. Nei denominatori di (2) e (3) nelle forze di lavoro gli Occupati = Occupati – CIG.

Includendo i lavoratori in CIG nel calcolo dei disoccupati, il tasso di disoc- cupazione nazionale passa dal 6,8 al 7,1%, per la Sardegna, invece passa dal 10,4 al 10,9%, è il Centro-Nord che vede incrementare in misura relativamente maggiore il tasso di disoccupazione. Sebbene interessante, questo incremento non sembra essere quantitativamente molto rilevante. L’inclusione dei lavorato- ri scoraggiati nel computo del tasso di disoccupazione cambia invece radical- mente le cose. Il tasso di disoccupazione nazionale cresce di quasi 5 punti per- centuali, quello sardo di 6 punti percentuali mentre quello del Mezzogiorno di ben 9 punti percentuali. Considerando i valori del tasso “ufficiale”, queste va- riazioni determinano per tutte le aree un sostanziale incremento del tasso di di- soccupazione, soprattutto per Sardegna e Mezzogiorno.

4.6 Considerazioni conclusive

In questo capitolo abbiamo analizzato l’andamento e la struttura del mercato della Sardegna nel periodo 1993-2009. Utilizzando diverse fonti di dati e tecni- che di analisi abbiamo approfondito alcuni aspetti relativi al periodo più recente. In particolare, oltre ai consueti andamenti nel tempo del tasso di attività, di di- soccupazione e di occupazione, abbiamo studiato in dettaglio l’andamento delle non forze di lavoro, la durata della ricerca di lavoro, le probabilità di transizione tra i diversi stati e le dinamiche della cassa integrazione guadagni.

Il risultato principale che emerge da questo studio è quello di un mercato del lavoro che mostra sempre più preoccupanti esiti negativi, che superano gli importanti segnali positivi che emergevano dall’analisi negli anni passati. In- dubbiamente, la Sardegna è in una posizione relativamente più favorevole ri- spetto al Mezzogiorno per quanto riguarda alcuni indicatori fondamentali, come una discreta partecipazione femminile al mercato del lavoro, un incremento del tasso di attività e un ruolo relativamente limitato per gli effetti di scoraggiamen- to nel determinare il tasso di inattività. D’altra parte, la scarsa qualità dell’occu- pazione creata nel settore dei servizi, il recente incremento della disoccupazione e le persistenti difficoltà di reinserimento nel mercato del lavoro di alcuni grup- pi di individui indicano sia difficoltà strutturali che preoccupanti segnali con- giunturali.

Dalla nostra analisi emerge in maniera chiara che la componente femminile della forza lavoro ha un ruolo chiave nel determinare gli esiti occupazionali a livello regionale. Da una parte, le probabilità di partecipazione al mercato sono in crescita, seppur ridotte dalla pervasiva crisi economica, dall’altra le probabili- tà di transizione dalla disoccupazione verso l’inattività sono relativamente bas- se, soprattutto se confrontate con altre realtà del Mezzogiorno. Tuttavia una quota assolutamente rilevante di questa componente ha contratti di lavoro part-

time in settori scarsamente dinamici dell’economia isolana.

Gli approfondimenti alla fine del capitolo riguardanti l’analisi del potenziale di lavoro disponibile ma non utilizzato mostrano come spesso il dato aggregato possa nascondere delle dinamiche più articolate. Una corretta e più approfondita analisi permette una migliore interpretazione di questi fenomeni e quindi di ca- librare meglio le politiche del lavoro più adeguate ed efficaci.

Policy focus

Disoccupazione e ammortizzatori sociali

La crisi economica ed il dibattito innescato dalla Banca d’Italia sul lavoro disponibile inutilizzato che include i lavoratori in cassa integrazione guadagni (CIG) ha ancora una volta posto al centro del dibattito il problema della quota di individui che possono usu- fruire delle prestazioni a sostegno del reddito.

Su questo tema è intervenuta l’OCSE nell’“Employment Outlook 2009”, osservando come in Italia i soggetti più a rischio siano i giovani ed i lavoratori con contratti a termine, e che la spesa destinata alle politiche per il mercato del lavoro siano modeste se confronta- te con i Paesi del Nord Europa. Altro aspetto importante sottolineato dall’OCSE è che l’Italia ha provveduto ad incrementare i fondi destinati alla CIG senza riformarla. Di fatto, solo una parte dei lavoratori, coloro che hanno un contratto di lavoro stabile, sono protetti in caso di crisi aziendale e di licenziamento con la “Disoccupazione Ordinaria”.

Le fonti sul numero dei lavoratori in CIG utilizzati in questa sezione sono di fonte ISTAT e INPS. Il primo istituto, nel questionario di rilevazione sulle FDL, prevede un quesito specifico nel quale si chiede la motivazione per la quale nella settimana di rife- rimento l’intervistato non ha lavorato: tra le risposte vi è appunto la CIG; l’INPS invece, nell’Osservatorio sulle ore autorizzate di CIG, riporta il numero di ore di CIG autorizza- te ogni mese, fornendo le serie storiche annuali (dal 2005 fino all’ultimo anno comple- to) e mensili suddivise per tipologia (ordinaria, straordinaria e totale) e per le categorie operai e impiegati.

Nel presente policy focus abbiamo impiegato le serie storiche annuali dal 2005 al 2009 delle ore di CIG autorizzate e le abbiamo trasformate in unità di lavoro equivalen- ti, ossia rapportato le ore di CIG concesse con il monte ore lavorate all’anno per perso- na. Un lavoratore con contratto regolare lavora 1650 ore all'anno. Trasformando le ore autorizzate di CIG in unità di lavoro equivalenti abbiamo una buona approssimazione del numero di lavoratori che hanno usufruito della prestazione dal 2005 al 2009.

In termini di unità di lavoro equivalenti, a livello nazionale nel 2009 sono 556 mila i lavoratori che hanno beneficiato della CIG: di questi l’80% sono operai; nel Mezzogior- no sono circa 100 mila; in Sardegna sono circa 6 mila, di cui circa 5 mila operai. Di se- guito proponiamo (Grafico 4.15) un’analisi dell’evoluzione della CIG in Sardegna, Mezzogiorno, Centro-Nord e Italia basata sul rapporto occupati in CIG ogni mille attivi.

Grafico 4.15 Occupati in CIG ogni 1000 attivi, Sardegna e Mezzogiorno 2005-2009

Nel documento Il mercato del lavoro (pagine 115-118)