PARTE I - I reports sulla conflittualità nei singoli servizi pubblici essenziali
21. Taxi (a cura di Silvia Mancini)
21.1. Andamento della conflittualità e cause di insorgenza del conflitto
Come è accaduto per gli altri servizi pubblici essenziali, la pandemia da Covid-19 ha obbligato anche il settore del Trasporto Pubblico non di Linea ad affrontare nuove prove nel tentativo di riuscire a garantire un livello minimo di servizi per far fronte, quantomeno, ai bisogni primari della popolazione, costretta a misurarsi con una emergenza epidemiologica che non solo ha modificato radicalmente la vita di ognuno di noi, ma che, purtroppo, ancora oggi non sembra volgere alla conclusione.
In tale contesto, la Commissione stessa si è trovata nella necessità di individuare nuove regole in linea con le scelte adottate, di volta in volta, dal Governo. Si è scelto, quindi, di rivolgere un appello alle parti sociali invitandole ad attenersi ad una sorta di “tregua sociale”, nel rigoroso rispetto dei citati provvedimenti governativi, al fine di evitare di aggravare sia lo stato di emergenza in atto, sia le Istituzioni coinvolte nell'attività di prevenzione e contenimento della diffusione del virus.
L’Autorità, inoltre, ha dovuto confermare nel tempo tale appello, atteso l’aggravarsi del contagio, estendendo, di fatto, la richiesta di sospensione delle azioni di sciopero nei servizi pubblici essenziali dal 25 febbraio al 30 aprile 2020. Tale richiesta è stata accolta da tutte le Associazioni di categoria, proprio nell’ottica della garanzia di una ragionevole continuità del servizio.
Tuttavia, malgrado gli operatori del settore si siano resi disponibili, nel corso dell’intero anno, ad adottare nuove modalità di erogazione del servizio in favore dei cittadini utenti (utilizzo gratuito del mezzo per il personale medico/paramedico, per le categorie cosiddette “fragili”, etc.), le iniziative messe in campo dal Governo non sono riuscite a fornire un adeguato sostegno ad una categoria fortemente penalizzata da molteplici fattori quali, solo per citarne alcuni, il massiccio utilizzo dello Smart Working e della “cassa integrazione” con la conseguente chiusura di molte attività lavorative; le rilevanti limitazioni adottate nei confronti delle attività commerciali quali negozi, ristoranti, cinema, teatri, etc.; la totale assenza di turismo.
La difficile condizione lavorativa ed economica del settore ha indotto alcune Organizzazioni rappresentative di categoria (Satam, Uritaxi, Unimpresa, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Or.S.A. Taxi, Tam, Claai, Usb Taxi, Unione Tassisti d’Italia, Ati Taxi e Atlt) a rivolgere al Governo, nell’ottobre 2020, una istanza che illustrava in maniera dettagliata e articolata gli
interventi, definiti “basilari” e “complementari”, ritenuti assolutamente necessari, urgenti ed indifferibili al fine di garantire la sopravvivenza, il sostegno e la ripresa del settore del Trasporto Pubblico non di Linea.
Ed è proprio del mese di ottobre 2020 l’approvazione, da parte del Governo, del DL Ristoro che vedeva anche i conducenti di Taxi ed i titolari di Noleggio con Conducente tra le categorie destinatarie dei ristori stanziati a sostegno delle attività chiuse o danneggiate dalle ultime misure anti Covid, categorie che avrebbero potuto usufruire, in questo modo, di un indennizzo pari al 100 % di quanto ottenuto con il DL Rilancio di aprile 2020.
In questo complicato contesto, tuttavia, si sono svolte alcune azioni di
“fermo del servizio Taxi” che, come in passato, anche nel 2020 restano
essenzialmente collegate a vertenze locali. Troviamo, quindi, 3 proclamazioni di “Fermo del Servizio Taxi” (come nel 2019), che si sono concretizzate unicamente in 2 azioni di sciopero (a fronte delle 3 del 2019). Inoltre, mentre nel 2019 la categoria aveva visto la proclamazione di 2 manifestazioni di protesta a carattere “nazionale”, nell’anno in esame si è svolta una sola azione di “Fermo del Servizio Taxi Nazionale”, nonché l’adesione del settore allo Sciopero Regionale Trasporti della Liguria.
Iniziando ad esaminare le manifestazioni di protesta a carattere locale e regionale, troviamo:
a) Fermo del servizio Taxi del Comune di Bologna, ad opera di Ascom Taxi, Uiltrasporti, Uri Taxi, della durata di 6 ore, per il 10 gennaio 2020, con la garanzia dei servizi di trasporto “sociale”.
Le rivendicazioni avanzate dalle Organizzazioni territoriali riguardavano: interventi ritenuti eccessivi per il miglioramento del servizio senza prevedere provvedimenti al traffico attuale e futuro, migliorando la velocità commerciale, reiezione degli studi prodotti da istituti qualificati e certificati presentati e non contemplati in fase di osservazioni nel documento di programmazione, preoccupazione rispetto a provvedimenti che aprirebbero scenari di precarizzazione di una intera categoria, interventi lesivi rispetto la privacy dell’intera categoria dei tassisti dell’area metropolitana Bolognese;
b) Fermo del servizio Taxi nel bacino Aeroportuale Lombardo, ad opera di Satam Cna, Tam, Unione Artigiani della provincia di Milano e Monza Brianza, Fit Cisl, Unica Cgil, Uritaxi Milano, Confcooperative Lombardia, Ctm Malpensa, Confartigianato Bergamo e Assotaxi Milano, della durata di 14 ore, per il 3 giugno 2020, con la garanzia dei servizi di trasporto “sociale”.
La manifestazione si proponeva di sollecitare l’intervento della Regione Lombardia a sostegno economico del settore trasporto pubblico non di linea, visto il titolo V° della Costituzione e così come previsto dalla Legge Regionale Lombardia n. 6/2012;
c) adesione allo Sciopero Regionale Trasporti della Liguria, ad opera di Filt Cgil e Uiltrasporti regionali Liguria, della durata di 24 ore, per il 24 luglio 2020.
Le Organizzazioni sindacali hanno ritenuto necessario proclamare uno sciopero regionale dei Trasporti, poiché la condizione del trasporto di merci e di persone in Liguria aveva raggiunto un punto di inaccettabile gravità e la gestione delle infrastrutture trasportistiche liguri non garantiva alcun futuro. Per quanto concerne, invece, il “Fermo del Servizio Taxi Nazionale”, della durata di 24 ore, per il 6 novembre 2020, ad opera delle Segreterie nazionali di Usb Taxi, Tam, Orsa Taxi, Unimpresa, Federtaxi Cisal, Uritaxi, Claai, Ati Taxi, Ugl Taxi, Uti, Satam, Associazione Tutela Legale Taxi, con il rispetto delle fasce orarie e la garanzia dei servizi di trasporto “sociale”. L’azione di protesta scaturisce dagli aiuti economici insufficienti o inadeguati, l’inconsistenza di ogni attività di contrasto all’abusivismo, la mancata stesura di adeguati decreti attuativi e del DPCM sulle piattaforme tecnologiche, l’assenza di interlocuzione con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Governo.
Alla luce di quanto sin qui rappresentato - nelle more della conclusione di una emergenza epidemiologica che si sta rivelando molto più aggressiva e persistente di quanto auspicato nel corso dell’anno appena trascorso - appare ancor più improcrastinabile la realizzazione del Protocollo d’Intesa sui principi cardine del riordino della categoria, che gli operatori del settore invocano e attendono da molti anni, nonché la previsione di nuove forme di investimento e di rilancio di un servizio di trasporto che può e deve essere dotato degli strumenti necessari per poter partecipare e contribuire, a pieno titolo, al processo di ripresa economica e sociale del Paese.