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Trasporto marittimo (a cura di Caterina Valeria Sgrò)

PARTE I - I reports sulla conflittualità nei singoli servizi pubblici essenziali

25. Trasporto marittimo (a cura di Caterina Valeria Sgrò)

25.1. Andamento della conflittualità e cause di insorgenza del conflitto. Analisi dei dati e interventi della Commissione

Nel periodo considerato, la conflittualità nel settore è stata scarsissima anche a causa della particolare e drammatica crisi derivante dall’emergenza sanitaria in atto, che ha costretto l’intera collettività a rivedere l’ordine delle priorità.

Tutti sono stati costretti a dare la precedenza all’attività volta alla prevenzione e al contenimento della diffusione del virus ed a collaborare per rendere efficaci le misure di contrasto adottate a tal fine dalle Istituzioni.

Nel corso del periodo emergenziale, la Commissione ha conformato la propria condotta al principio della massima tutela del diritto alla vita e alla salute in una logica di contemperamento tra beni costituzionalmente garantiti, che vede la preminenza dell’interesse di rango superiore.

A tal fine, preso atto dello stato di emergenza sanitaria proclamato sul territorio nazionale, l’Autorità, con delibera del 24 febbraio 2020, ha rivolto un fermo invito a tutte le Organizzazioni sindacali ed alle Associazioni datoriali a non effettuare astensioni collettive dal 26 febbraio al 31 marzo 2020, al fine di evitare ulteriore aggravio alle Istituzioni coinvolte nell’attività di prevenzione e contenimento della diffusione del virus.

Dopo il 31 marzo, in considerazione del perdurare dello stato di emergenza epidemiologica, ed avuto riguardo alle misure restrittive in vigore per contrastare il diffondersi della pandemia, la richiesta di “moratoria” è stata estesa al 30 aprile 2020.

Concluso il primo periodo di lockdown, la Commissione ha richiamato le Organizzazioni sindacali e le Aziende al medesimo senso di responsabilità invitandole a privilegiare il dialogo ed il confronto nella risoluzione di eventuali situazioni conflittuali.

La crisi sanitaria si è tradotta in una grave crisi economica che ha amplificato le differenze sociali.

Nonostante gli interventi del Governo diretti a dare le prime ed essenziali risposte sociali in termini di conservazione del posto di lavoro e del reddito, il saldo negativo sull’occupazione della crisi post Covid certificato dall’Inps è pesante. Nel 2020 le cessazioni dal lavoro hanno superato di 660 mila le assunzioni, nonostante il bilancio sia stato mitigato dal blocco dei licenziamenti.

Nel settore del trasporto marittimo, la Commissione è intervenuta con riferimento agli stati di agitazione motivati dalla carenza di idonee misure di sicurezza durante lo svolgimento dell’attività lavorativa. L’Autorità ha rivolto un forte appello alle Società erogatrici del servizio all’attuazione scrupolosa di tutte le misure di tutela e sicurezza della salute dei lavoratori (bene primario e irrinunciabile), in ottemperanza alle indicazioni fornite dal Governo. Il Garante si è rivolto anche alle organizzazioni sindacali, invitandole a scongiurare l’attuazione di astensioni dal servizio nei servizi pubblici essenziali che, nella contingente situazione di difficoltà del Paese determinata dall’emergenza sanitaria, avrebbero prodotto un incalcolabile danno alla collettività.

Infatti, la strutturale riduzione dello standard ordinario dei servizi erogati, causata anche dalle misure restrittive adottate a tutela della sicurezza e della salute pubblica, ha comportato una riduzione dell’offerta alla clientela e comunque un accesso affievolito alla fruizione dei servizi stessi, generando ulteriori disagi per l’utenza.

Anche le Prefetture sono state invitate a vigilare sulla scrupolosa osservanza delle regole di sicurezza sul lavoro, ai sensi dell’art. 9 del DPCM 26 aprile 2020, e ad adottare ogni intervento necessario a verificare l’esatta erogazione del servizio.

Nell’esercizio della propria funzione di contemperamento degli interessi in gioco, la Commissione si è sforzata di trovare una sintesi tra l’esigenza dei cittadini di non subire ulteriori limitazioni ai propri diritti costituzionali - il cui libero esercizio era stato notevolmente compresso nei mesi del

lockdown - con il diritto dei lavoratori di scioperare anche per tutelare il

proprio fondamentale diritto alla salute.

In quest’ottica l’Autorità, pur chiedendo di evitare il ricorso allo sciopero nel periodo più critico, ha consentito le iniziative di protesta motivate da un grave pericolo per l’incolumità fisica dei lavoratori, ai sensi dell’art. 2, comma 7, della legge n. 146 del 1990.

L’invito rivolto dal Garante alle parti sociali ha avuto un esito positivo grazie alla partecipazione fattiva e coordinata degli attori del conflitto che ha evitato un ulteriore aggravio alle Istituzioni coinvolte nell'attività di prevenzione e contenimento della diffusione del virus.

Le azioni di protesta registrate nell’anno in esame sono state inferiori di circa il 50% rispetto a quelle dell’anno precedente. In particolare, nell’anno 2020, sono state proclamate 20 azioni di sciopero contro le 29 dell’anno

2019, mentre le astensioni concretamente portate a termine sono state 8 a fronte dei 14 scioperi del 2019.

In tre casi la Commissione è intervenuta in via d’urgenza per segnalare violazioni della normativa pattizia e regolamentare. Tutti gli interventi preventivi sono stati positivamente recepiti dai soggetti proclamanti ed hanno portato alla revoca delle astensioni, scongiurando l’apertura di procedimenti di valutazione. Anche in questo contesto, dunque, il ricorso all’indicazione immediata ex art. 13, lett. d) della legge n. 146 del 1990, e successive modificazioni, si è rivelato un efficacissimo strumento di prevenzione.

Il servizio del trasporto marittimo di passeggeri è stato caratterizzato negli ultimi anni da una netta flessione della conflittualità, a convalida del progressivo miglioramento delle relazioni industriali relative alle Società operanti nel settore.

Nel periodo in esame, le vertenze di rilevo promosse dalle principali Organizzazioni sindacali di categoria sono state poche.

Deve evidenziarsi, in ogni caso, che, con grande senso di responsabilità, le parti sociali hanno dimostrato di prestare attenzione non soltanto agli interessi di categoria, ma al più generale interesse collettivo confermando l’importanza del metodo concertativo e, ancor più, la necessità di una collaborazione tra i principali attori del conflitto nella gestione di situazioni di particolare difficoltà economico-sociale, come quelle derivate dalla crisi sanitaria.

Nei mesi più difficili della crisi sanitaria, le segreterie provinciali di Messina di Filt Cgil, Uiltrasporti, Orsa, Fit Cisl, Faisa Cisal, Ugl, Fast Confsal hanno promosso uno stato di agitazione per protestare contro la carenza di controlli sanitari agli imbarchi di Villa San Giovanni e Reggio Calabria. Contestualmente i Sindacati hanno preannunciato un blocco cautelativo di tutte le attività di traghettamento veloce tra le sponde dello Stretto di Messina riguardante tutti i lavoratori marittimi, dipendenti delle Aziende RFI, Blujet, Caronte&Tourist, Liberty Lines, addetti al servizio di continuità territoriale nello Stretto di Messina.

Il Commissario delegato, in linea con l’orientamento della Commissione, ha sollecitato le Aziende a fornire informazioni in merito alle misure adottate a tutela della salute dei lavoratori e, nel contempo, ha esortato le Organizzazioni sindacali ad astenersi da qualsiasi forma di interruzione del servizio.

Anche i Prefetti sono stati coinvolti e invitati a monitorare la vicenda al fine di garantire e mantenere le condizioni di sicurezza previste a tutela della salute pubblica.

Le Organizzazioni sindacali hanno accolto l’invito della Commissione impegnandosi a scongiurare qualsiasi forma di astensione diretta a compromettere il servizio essenziale di trasporto marittimo; nel contempo, hanno manifestato il fermo proposito di segnalare alle Autorità competenti ogni eventuale disfunzione del sistema, rispetto alle azioni di contrasto al coronavirus.

Una mobilitazione di carattere nazionale riguardante l’intero settore marittimo e portuale è stata successivamente promossa dalle Segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per richiamare l’attenzione del Governo sull’esigenza di tutelare un settore strategico per il Paese, particolarmente colpito dalla crisi pandemica.

I Sindacati hanno sollecitato la riapertura del confronto per il rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro dei settori marittimo e portuale, importante elemento di regolazione del mercato. Con specifico riferimento al settore portuale - fondamentale, peraltro, durante l’emergenza sanitaria per l’approvvigionamento di materie prime e beni di prima necessità - è stata sottolineata la necessità di valorizzare l’intero sistema, nodo logistico strategico per il rilancio dell’import e dell’export. I Sindacati hanno revocato lo sciopero indetto per il 24 luglio dopo gli impegni assunti dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti a seguito del confronto con le parti.

Anche la Società Cin Tirrenia è stata interessata da una serie di stati di agitazione che sono stati gestiti con grande senso di responsabilità dalle parti sociali. È stato limitato al massimo il ricorso a forme di astensione dal lavoro e gli scioperi proclamati nella fase più critica dell’emergenza sono stati poi revocati su intervento della Commissione.

In una prima fase le richieste sindacali hanno riguardato i provvedimenti organizzativi adottati dall’Azienda per fronteggiare la crisi. Successivamente, l’oggetto delle rivendicazioni sindacali si è spostato sul piano politico, quello riguardante le convenzioni tra la società e lo Stato per il servizio di continuità territoriale con le isole, in attuazione di quanto previsto dal Decreto “Rilancio”. La vertenza ha coinvolto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sollecitato dai Sindacati alla tempestiva formalizzazione dei provvedimenti autorizzati dal Governo.

Nel settore, il segmento relativo ai servizi portuali continua ad essere condizionato da relazioni sindacali difficili anche in considerazione della

condizione di particolare debolezza contrattuale e sociale dei lavoratori addetti alle attività di trasporto e movimentazione delle merci nelle aree portuali.

Ed infatti le rivendicazioni sindacali hanno ad oggetto, in prevalenza, misure di tutela più efficaci, sotto il profilo della sicurezza sui luoghi di lavoro e delle condizioni particolarmente usuranti dell’attività svolta dagli operatori portuali. Peraltro, durante il periodo pandemico gli operatori del settore hanno continuato ad assicurare l’erogazione del servizio senza interruzione con tutte le difficoltà legate alla sicurezza sanitaria.

Non sono cessate le rivendicazioni sindacali connesse al fenomeno della cosiddetta “autoproduzione”. La penetrazione delle compagnie di shipping nella proprietà dei terminal portuali comporta il ricorso sempre più frequente all’autoproduzione delle operazioni portuali e l’automazione sempre più spinta delle operazioni medesime. Senza un adeguato controllo da parte degli Enti preposti, il fenomeno rischia di produrre effetti distorsivi che si ripercuotono in senso peggiorativo sulle condizioni economiche e normative degli operatori portuali. In un settore strategico per lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese, è necessario trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di una maggiore competitività ed efficienza del sistema portuale e quella di riqualificazione del lavoro portuale; che passa necessariamente attraverso la formazione professionale e la riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori.

Per rivendicare misure di tutela della sicurezza più efficaci, l’Organizzazione sindacale Uiltrasporti della Calabria, nel periodo in esame, ha promosso un’iniziativa di sciopero per il 20 agosto 2020 di durata limitata (due ore a fine turno), ai sensi dell’art. 2, comma 7, a seguito dell’incidente mortale di cui è stata vittima un lavoratore nell’area portuale di Gioia Tauro. Con riferimento alle attività svolte nelle aree portuali, la Commissione è intervenuta più volte per indicare ad Aziende ed Autorità competenti il perimetro che delimita la riconducibilità del servizio al campo di applicazione della legge n. 146 del 1990.

Il parametro di riferimento è rappresentato dall’incidenza sul godimento dei diritti costituzionalmente garantiti, previsti dall’art. 1, comma 1, della legge citata. Sono, pertanto, servizi pubblici essenziali i servizi di trasporto marittimo delle persone (art. 1, comma 2, lettera b)) e, con specifico riferimento ai servizi portuali, quelli direttamente ed oggettivamente strumentali e propedeutici al trasporto marittimo ed alla sicurezza delle persone e delle infrastrutture (servizi tecnico-nautici), nonché quelli diretti

all’approvvigionamento di beni di prima necessità nonché al funzionamento ed alla manutenzione dei relativi impianti (art. 1, comma 2, lettera a)).

Si segnala infine, la ripresa della dinamica conflittuale tra la Società Liberty Lines - che gestisce il servizio di trasporto marittimo passeggeri nel collegamento tra la Regione Sicilia e le isole minori - e l’Organizzazione sindacale Orsa Marittimi. La vertenza trae origine dal disconoscimento della titolarità negoziale del sindacato autonomo e da un rapporto concorrenziale con le altre Organizzazioni sindacali presenti in Azienda.

Nel servizio del rimorchio portuale, si conferma il trend positivo, in termini di deflazione del conflitto, registrato nel corso degli ultimi anni.

L’unica azione di protesta, promossa dalla segreteria provinciale di Livorno di Filt Cgil per il 7 luglio 2020, ha riguardato la Società Fratelli Neri, che opera nel servizio del rimorchio portuale e delle attività logistiche di stoccaggio e movimentazione delle merci in ambito portuale a Livorno.

Il sistema normativo introdotto con la Regolamentazione provvisoria di settore, adottata dalla Commissione con delibera n. 13/61 del 20 maggio 2013, è stato pacificamente recepito dalle parti che, dopo il lunghissimo contenzioso che ha riguardato l’applicabilità al settore della legge n. 146 del 1990, hanno contribuito, con alto senso di responsabilità, alla definizione di regole certe, univoche e trasparenti, funzionali alla sicurezza della navigazione e dell’approdo.