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Sempre nell’ambito della tecnologia applicata alla finanza, possiamo collocare la blockchain, ideata da Satoshi Nakatomo (pseudonimo dell’inventore) e resa famosa dal suo protocollo più conosciuto, la moneta virtuale bitcoin.

La blockchain è un protocollo di comunicazione che identifica una tecnologia basata sulla logica del database distribuito (ovvero un database che non si trova fisicamente su un solo computer ma che invece è condiviso nello stesso momento tra più computer, chiamati nodi, connessi alla rete).

La blockchain è una base di dati formata da blocchi che memorizzano al loro interno un insieme di transazioni (valide e recenti) correlate da un marcatore temporale (timestamp). Ogni blocco include l’hash (una funzione algoritmica) del blocco precedente che li collega insieme formando una catena.

42 http://startupitalia.eu/65279-20161102-moneyfarm-premiato-migliore-consulente-finanziario- indipendente-in-italia

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Ci sono fondamentalmente due processi che permettono ai database distribuiti di funzionare correttamente e di non perdere dati per strada, questi processi sono:

Replica del database: ovvero un software è incaricato di analizzare il database per identificare eventuali cambiamenti. Una volta identificati, il software fa in modo che questi vengano replicati e che tutti i database siano identici.

Duplicazione: è un processo che assicura che tutti i database abbiano gli stessi dati. In pratica un database master che poi duplica su tutti gli altri database in modo da renderli uguali. Gli utenti possono modificare soltanto il database master, garantendo così che i dati locali non vengano sovrascritti erroneamente.

In sintesi possiamo definire la blockchain come un registro pubblico, un database permanente (nel caso dei bitcoin, di tutte le transazioni in bitcoin che sono state eseguite) che opera attraverso un network di blocchi legati tra loro in ordine lineare e cronologico. Questa costruzione rende il database sicuro ed affidabile, in quanto l’informazione è presente in tutti i nodi (i server distribuiti della catena) e quindi non modificabile né cancellabile. Non c’è bisogno di un’entità centrale, una clearing house che ne verifichi la congruità e validità, questa avviene per consenso del network.

Il suo modello di funzionamento si basa sulla combinazione tra firma digitale e marca temporale (timestamp): la prima garantisce che il mittente e destinatario di un qualsiasi tipo di messaggio (ad esempio la transazione di un pagamento) sia identificato in modo certo; Il secondo permette che un insieme di messaggi, validato con la marca temporale, venga comunicato e scritto nel registro di tutti gli altri nodi della rete e reso irreversibile. Le principali caratteristiche della blockchain possono essere riassunte nei seguenti punti:

Affidabilità:

una delle caratteristiche principali della blockchain è che il suo funzionamento non è garantito da un ente centrale, ma ogni singola transazione è validata dall’interazione di tutti i nodi. Questa caratteristica rende tale tecnologia molto più sicura ed affidabile: se infatti soltanto uno dei nodi della catena subisce un attacco informatico e si danneggia, tutti gli altri nodi del database distribuito continueranno comunque ad essere attivi ed operativi, saldando la catena e non perdendo in questo modo informazioni importanti.

Trasparenza:

le transazioni effettuate attraverso la blockchain sono visibili a tutti i partecipanti, garantendo così trasparenza nelle operazioni.

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Convenienza:

effettuare transazioni attraverso la blockchain è conveniente in quanto vengono meno gli interlocutori (banche ed altri enti simili) che invece sono necessari in tutte le transazioni convenzionali che avvengono tra due o più parti.

Sicurezza:

le informazioni inserite nella blockchain non possono essere modificate o annullate in alcun modo; inoltre la marca temporale consente di associare una data ed un’ora certe e legalmente valide ad un documento informatico, una validazione temporale che può essere opponibile a terzi.

Digitalità:

con la blockchain tutto diventa virtuale. Grazie alla digitalizzazione, gli ambiti applicativi di questa nuova tecnologia diventano tantissimi.

Ambiti di applicazione

L’applicazione ad oggi più utilizzata per la blockchain (e che l’ha resa famosa nel mondo) è il sistema bitcoin ma la blockchain non è solo questo. La moneta virtuali è infatti solo una delle sue possibili applicazioni:

1. Blockchain in finanza e banche.

La finanza e l’economia sono sicuramente i settori preferiti dagli investitori in relazione alla tecnologia blockchain. Infatti, non richiedendo intermediari per la gestione delle transazioni, la blockchain potrebbe permettere di abbattere i costi delle commissioni, ottenendo così significativi risparmi ed una maggiore velocità ed affidabilità delle transazioni. Diventa quindi fondamentale per le banche e gli istituti finanziari investire in tale tecnologia per cercare di accaparrarsi una fetta di questo nuovo mercato ricco di opportunità.

2. Blockchain nei pagamenti digitali

Anche per quanto riguarda i pagamenti digitali ci sono grandi opportunità per la blockchain. Ovviamente ci sono ancora molti problemi che vanno affrontati, come ad esempio il tempo di elaborazione di una transazione che è ancora elevato considerando anche le necessità di un mondo che va sempre più veloce ma le sue potenzialità sono comunque elevate.

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3. Blockchain nell’Internet of Things (IoT)

L’Internet of Things è un mercato in forte crescita e secondo gli analisti di Gartner43 gli oggetti connessi saranno 20,8 miliardi entro il 2020 (a fine 2016

erano 6,4 miliardi).

Alla crescita del settore potrebbe contribuire in maniera determinante lo sviluppo della tecnologia blockchain che grazie alla sua efficienza nel trasferimento di dati, potrebbe essere utilizzata per facilitare la comunicazione tra oggetti IoT connessi, oltre a rendere lo scambio di dati più sicuro e veloce.

Ibm ha introdotto la blockchain nell’ambito del suo progetto di intelligenza artificiale chiamato Watson. L’idea è di utilizzare tali tecnologie per migliorare il funzionamento degli oggetti connessi, un settore in cui il colosso dell’informatica statunitense sta investendo ben 3 miliardi di dollari. Blockchain ed intelligenza artificiale aiuteranno i dispositivi a dialogare meglio tra loro, a identificare e riparare da soli i guasti nonché a rendere più sicuro lo scambio di dati.

4. Blockchain nel retail

La blockchain sembra essere un modello interessante da utilizzare anche nei negozi e nel retail: con la blockchain infatti gli attuali metodi di pagamento in negozio potrebbero essere estesi ai bitcoin (o eventuali altre valute digitali), permettendo così ai clienti pagamenti molto più rapidi oltre che più economici.

Diverse istituzioni finanziarie si stanno interessando alla blockchain: UBS ha costruito un laboratorio interno sulla blockchain presso la sede di Londra44; Goldmann Sachs ha

investito 50 milioni di dollari in una startup, Circle Internet Financial, che realizza un servizio di pagamenti real-time decentralizzato basato su blockchain; Banco Santander ha identificato 25 aree dove applicare le architetture blockchain e tra queste ci sono il money transfer internazionale, la finanza per il commercio ed i prestiti sindacati. La banca spagnola ha costituito un’unità di sviluppo denominata Crypto 2.0 e ha deciso di investire, tramite il proprio fondo specializzato in fintech, Santander InnoVentures con una dotazione di 64 milioni di euro, in una startup attiva nelle tecnologie blockchain.

43 Gartner Inc. è una società per azioni multinazionale leader mondiale nella consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo dell'Information Technology.

44 https://www.icbpi.it/block-chain-come-la-tecnologia-al-cuore-di-bitcoin-puo-cambiare-la-banca-e-non- solo/

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Infine, nel mese di settembre 2016 è nato R3, un consorzio formato da istituti finanziari interessati al potenziale della tecnologia blockchain. Oggi sono in tutto 42 gli istituti che hanno aderito alla federazione e tra questi troviamo anche Banca Intesa ed Unicredit.

3.8.

1lo sviluppo della tecnologia blockchain nel contesto globale

Tra i Paesi che stanno investendo più risorse nella tecnologia blockchain troviamo l’India che, come abbiamo visto precedentemente, sta diventando uno dei mercati più interessanti sotto il profilo delle tecnologie applicate alla finanza. L’attenzione è così alta che il governo starebbe addirittura predisponendo un impianto regolatorio ad hoc per le imprese fintech, con particolare riferimento ai meccanismi di credito basati sul P2P. Parallelamente sono in aumento i capitali investiti sulle organizzazioni che sviluppano soluzioni basate sugli open data, gli analytics, l’intelligenza artificiale e per l’appunto la blockchain.

Sempre sul versante asiatico, anche la Cina si candida tra i Paesi pionieri nell’utilizzo della blockchain. Il 31 luglio 2017 il governo cinese ha annunciato che inizierà ad utilizzarla per la riscossione delle tasse e l’emissione di fatture elettroniche45. Questo

rappresenterebbe il primo test in assoluto a livello mondiale e potrebbe fare da traino ad altri Paesi.

In Europa, tra i Paesi più attivi troviamo l’Estonia, la Svezia e la Danimarca che, già da qualche anno, investono su questa nuova tecnologia sia in ambito bancario che governativo.

In particolare, da uno studio condotto da Philip Boucher per il Parlamento Europeo emerge che l’Estonia, relativamente alla blockchain, è il paese più avanzato mentre la Svezia, insieme alla Danimarca, ha eliminato quasi totalmente i contanti e la Banca Centrale Svedese è pronta a lanciare “e-crowd” la prima criptovaluta nazionale46.

Sul fronte italiano invece, si registra un ritardo nello sviluppo di questa nuova tecnologia innovativa ma le statistiche riportate dalla ricerca di Pwc “Global Fintech survey 2017 –

ridisegnando i confini”, fanno ben sperare. Lo studio riporta un’elevata attenzione delle

Banche italiane sul tema blockchain tant’è che l’85% degli istituti finanziari (77% a livello mondiale) prevede di adottare tale tecnologia come parte integrante di sistemi o processi di produzione a partire dal 2020, il 65% già adotta tale tecnologia.

45 https://www.economyup.it/fintech/fintech-la-cina-usera-la-blockchain-per-riscuotere-le-tasse/ 46 http://www.wallstreetitalia.com/fintech-e-blockchain-italia-in-ritardo-ma-direzione-e-quella-giusta/

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Gli intervistati ritengono che la blockchain verrà principalmente utilizzata per i pagamenti, il trasferimento di fondi e la gestione dell’identità digitale. Le opinioni circa i suoi possibili usi variano comunque da paese a paese e spesso sono collegate al grado di sviluppo tecnologico territoriale.

Figura: per quali casi d’uso business pensate che la blockchain sia potenzialmente più utile?

Fonte: Pwc Global Fintech Survey 2017 Nel 2016, i fondi globali destinati alle compagnie blockchain sono aumentati del 79% annuo, raggiungendo i 450 milioni di dollari a livello globale. Quasi un quarto (24%) degli istituti finanziari mondiali sostiene di avere al momento “estrema” o “completa” dimestichezza con tale tecnologia.

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Figura: familiarity with blockchain

Fonte: Pwc Global Fintech Survey 2017

Affinché la blockchain possa definitivamente affermarsi su larga scala, dovranno essere risolti ancora alcuni problemi sia di natura tecnica che regolamentativa ma, come emerge chiaramente dal report, questa tecnologia sta diventando una realtà concreta ed il suo utilizzo entrerà sempre di più nella vita quotidiana degli utenti.

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CAPITOLO IV

Il mobile banking

4.1 Il contesto di riferimento

Un numero crescente di consumatori a livello mondiale è alla ricerca di servizi finanziari digitali sempre più evoluti. Da indagini recenti riguardanti l’evoluzione del mercato bancario sui canali digitali, emerge infatti che l’interazione tra i clienti e i propri istituti bancari sta progressivamente cambiando e che l’aumento di richieste digital-first sta conducendo a nuovi ritmi e modelli di riferimento.

Sebbene i canali tradizionali e le interazioni face-to-face continuino a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile, il futuro per i servizi bancari e finanziari si sta orientando sempre più verso un mondo digitale. Nell’ultimo anno il numero di coloro che fruiscono di servizi informatici bancari tramite mobile è cresciuto dell’80% alimentando non solo la competizione tra banche ma anche quella tra banche e nuovi player non bancari (startup fintech).

Attuare una strategia digital first è diventata una necessità per gli istituti finanziari tradizionali che devono fare i conti con i costi radicalmente minori dei concorrenti. Inoltre adottare questa impostazione significa fornire un miglior servizio ai clienti, incrementando la customer experience e permettendo loro di effettuare operazioni in modo più veloce, più economico e più facile, anche grazie all’automazione dei processi end-to-end che avviene nelle banche digitali, sicuramente più agili e dinamiche di quelle tradizionali.

Tra i fattori che hanno concorso maggiormente allo sviluppo del mobile banking troviamo la diffusione sempre maggiore di smartphone e tablet. Secondo la ING International Survey “Mobile Banking 2017”47 l’87% delle persone in Europa possiede uno

smartphone mentre il 55% possiede un tablet. Questo ha permesso che quasi la metà degli europei (48%) abbia usato almeno una volta il proprio smartphone per operazioni

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bancarie mentre una percentuale minore, ma comunque significativa, il proprio tablet (26%).

Attraverso il mobile banking possono essere effettuate numerose tipologie di operazioni ma tra quelle più comuni troviamo: controllo del saldo e delle transazioni (56%), bonifici (37%) e pagamento di bollette (36%).

A fronte di questi dati, più della metà (52%) degli istituti finanziari rispondenti offre un’applicazione mobile ai propri clienti ed il 18% sta attualmente sviluppandone una. Il 61% dei rispondenti crede che nei prossimi cinque anni la percentuale dei propri clienti che userà un’applicazione mobile almeno una volta al mese per avere accesso ai servizi finanziari, salirà al 60%.

4.1

.1 I Millennials e le nuove generazioni

I Millennials, o Generazione Y, le persone nate tra il 1981 ed il 2000, rappresentano i nuovi consumatori di oggi (e sempre più quelli di domani) e mostrano caratteristiche peculiari, che li distinguono chiaramente dalle generazioni precedenti. Hanno un’incredibile familiarità con le tecnologie digitali e per questo presentano modelli di consumo completamente diversi rispetto alle altre generazioni, differenti riferimenti culturali ed un modo di comunicare totalmente nuovo.

Come consumatori, le loro aspettative sono radicalmente differenti rispetto alle precedenti generazioni. Per comprenderle, Scratch, la società di consulenza creativa di Viacom, ha costruito il Millennials Disruption Index (MDI) intervistando più di 10.000 Millennials negli Stati Uniti.

I risultati emersi dalla ricerca dipingono i tratti di una generazione rivoluzionaria, anche rispetto al rapporto con gli istituti di credito. I Millennials americani ritengono che proprio il settore bancario sarà quello che subirà le trasformazioni più dirompenti nei prossimi anni. Del resto, i Millennials mostrano una bassa fedeltà nei confronti della propria banca; il 53% degli intervistati pensa che questa non offra nulla di diverso rispetto alle altre banche, mentre un rispondente su tre è pronto a cambiarla nei prossimi 90 giorni.

Anche relativamente alle prospettive per il futuro, i Millennials si differenziano dagli altri utenti: il 68% degli intervistati ritiene che nei prossimi 5 anni le modalità di accesso al proprio denaro saranno completamente diverse rispetto ad oggi come anche le modalità di pagamento (70%). Un Millennial su tre pensa che in futuro non avrà bisogno di una

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banca e il 73% degli intervistati sarebbe più attratto da un’offerta di servizi finanziari da parte di Google, Amazon, Apple, PayPal.

Nel 2016 i Millennials sono diventati la più grande forza lavoro nella storia degli Stati Uniti, superando i Boomers, la generazione del dopoguerra. Nei prossimi anni la Generazione Z (nati dopo il 2000) potrebbe superare i Millennials. Queste due generazioni di “nati digitali” ammontano ad un totale di 153 milioni di lavoratori solo negli Stati Uniti contro 77 milioni di Boomers48.

In Italia sono circa 13 milioni i Millennials, iperconnessi, il 97% ha un profilo social ed il 93% si connette da smartphone. Secondo una ricerca realizzata da Thincats49, i

Millennials sono quattro volte più propensi rispetto agli over 55enni a d investire in piattaforme di P2P e sono disposti ad assumersi molti più rischi in cambio di rendimenti più alti.

4.1

.2 La situazione italiana

La situazione italiana in ambito di digitalizzazione del sistema bancario è dettagliatamente analizzata nel nello studio di KPMG “Digital Banking” 2017. Dalla ricerca emerge che più di 39 milioni di italiani utilizzano internet ovvero il 66% della popolazione totale, in crescita del 4% rispetto al 2016. Più di 27 milioni di persone (46%) sono utenti attivi di internet da mobile, il 70% della popolazione adulta possiede uno smartphone ed il 25% utilizza il mobile banking.

I dispositivi mobili, grazie alla loro praticità ed immediatezza, stanno gradualmente diventando i device di riferimento per la navigazione web; nel 2016 l’accesso ad internet da mobile ha superato quello da Pc. Rispetto al 2014 sono aumentati del 35% gli italiani tra i 18 ed i 74 anni che navigano da mobile (smartphone e/o tablet), mentre la fruizione di internet mobile only è raddoppiata rispetto al 2015, a dimostrazione di come lo smartphone stia progressivamente sostituendo il Pc, almeno per soddisfare le esigenze più semplici ed immediate.

48 Si veda: https://www.economyup.it/blog/10-previsioni-fintech-per-il-2017-l-era-dei-robot/ 49 Per approfondimenti:

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Figura: total digital audience, settembre 2014 – settembre 2016

Fonte: KPMG “Digital Banking 2017”