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Teoria letteraria e testi drammatic

IL TERMINE uJpovqesi"

4. Teoria letteraria e testi drammatic

All'uso del termine uJpovqesi" nell'oratoria si affianca, forse secondariamente, il valore di "materia" o "argomento" di un'opera poetica. L'attestazione probabilmente più antica del termine in riferimento a questo ambito si riscontra nell'Epitaffio che ci è giunto all'interno del corpus demostenico. In questo discorso, che sebbene di dubbia autenticità sembra sia stato effettivamente composto per celebrare i guerrieri greci caduti a Cheronea (338 a.C.)12, il termine uJpovqesi" è usato in riferimento ai miti che diventano il soggetto di opere poetiche. Dopo aver fatto riferimento alle imprese delle Amazzoni, di Eumolpo, di Eracle e alla vicenda della sepoltura degli e{pt j ejpi; Qhvba", l'autore afferma:

tw'n me;n ou\n eij" muvqou" ajnenhnegmevnwn e[rgwn polla; paralipw;n touvtwn ejpemnhvsqhn, w|n ou{tw" e{kaston eujschvmona" kai; pollou;"

11 Ar. Thesm. 52 druovcou" tiqevnai dravmato" ajrcav". L'immagine è ricavata dalla costruzione delle navi, dove i druvocoi sono i puntelli in legno sui quali viene costruita la nave: per una discussione del preciso significato del termine rimando a Austin-Olson 2004, ad loc.

e[cei lovgou" w{ste kai; tou;" ejn mevtroi" kai; tou;" tw'n a/jdomevnwn poihta;" kai; pollou;" tw'n suggrafevwn uJpoqevsei" tajkeivnwn e[rga th'" auJtw'n mousikh'" pepoih'sqai13.

Delle imprese assurte al rango di miti ne ho lasciate da parte molte e ho fatto menzione di queste, ciascuna delle quali si presta a discorsi così numerosi e ben costruiti che i poeti, i melici e molti storiografi ne hanno fatto hypotheseis della propria arte.

Nel secolo successivo il termine hypothesis apparteneva probabilmente già alla terminologia tecnica di Neottolemo di Pario, ricostruibile sulla base del quinto libro della Poetica di Filodemo14. Il papiro che ci ha restituito questa parte del testo filodemeo è molto lacunoso, ma il termine uJpovqesi" vi compare sicuramente all'interno di una sezione in cui l'autore dimostra l'inefficacia di una specifica teoria di Neottolemo15. Sebbene la precisa interpretazione della concezione neottolemea e della critica a lui mossa da Filodemo in queste righe ci sfugga, sembra indubitabile che all'interno di questa concezione la uJpovqesi" fosse contrapposta, in quanto "contenuto", alla suvnqesi" th'" levxew", da intendere nel senso di "forma"16.

Altrove in Filodemo uJpovqesi" indica chiaramente la materia che riceve elaborazione poetica: nel quinto libro del peri; poihmavtwn, ad esempio, è contemplata la possibilità che un poeta a[logovn tina mu'qon kai; uJpovq[e]sin proqevmeno" ejxe[rg]avsasqa[i p]oih[ti]kw'"17, mentre in un passo del primo libro è attribuita all'altrimenti ignoto Pausimaco di Mileto l'affermazione secondo cui "non bisogna elogiare i poeti se i mu'qoi e le uJpoqevsei" sono kaloiv", quasi a separare l'attività del poeta dal materiale contenutistico a sua disposizione18.

In modo analogo, in un frammento ercolanese di ambiente filodemeo19 la ajpovhto"

13 [Demosth.], 60.9.

14 Una datazione più precisa di Neottolemo è allo stato attuale impossibile: si veda la discussione in Cassio 1987-1988: 126, 130-131, e la successiva ricapitolazione di Mangoni 1993: 59-61.

15 Poet. V, P. Herc. 1538, XIII 32-XVI 28 Mangoni.

16 Si veda in particolare l'ampia discussione di Porter 1995: 97 ss. Sull'interpretazione della terminologia tecnica di Filodemo, resa problematica dal carattere lacunoso del testo e dall'interferenza delle terminologie tecniche delle figure citate, rinvio alle brevi osservazioni di Mangoni 1993: 79-80.

17 P. Herc. 1538, X 24-30, p. 138 Mangoni. Riporto il testo secondo questa edizione, con le integrazioni di Kentenich: duvnat[ai ga;r ti"] a[logovn tina mu'qon kai; uJpovq[e]sin proqevmeno" ejxe[rg]avsasqa[i p]oih[ti]kw'", kaiv tine" po[ihtai;] gegovnasi toiou'toi, "infatti ci si può proporre un mythos e una

hypothesis che non hanno ricevuto forma discorsiva ed elaborarli poeticamente, e alcuni poeti sono di tal

genere".

18 Poet. I 43, pp. 230-1 Janko. Il termine uJpoqesi" è impiegato nella discussione della teoria di Pausimaco anche in Poet. I 77, pp. 270-1 Janko.

19 Parte della Poetica filodemea secondo Jensen 1923: v, n. 2, Romeo 1993, Janko 2000. Secondo Sbordone 1977 e Rutherford 1990 si tratta invece di un frammento prodotto nello stesso ambiente di Filodemo, ma

uJpovqesi"è il "contenuto grezzo" passibile di elaborazione poetica e come tale accostabile alla materia (u{lh) impiegata dall'artista (fr. C e I 27 Sbordone): l'autore instaura un parallelismo tra lo scultore che lavora la materia di un altro e il poeta che "avendo preso una hypothesis non elaborata poeticamente, vi applichi il proprio ingegno" (ajpovhton uJpovqesin labw;n prosqh'<i> ton; <i[>dion no[u'n]). Gli esempi di materia ricavabile da altri poeti includono "le vicende di Paride, Menelaeo ed Elettra" (ta; […] peri; to;n Pavrin k[ai; Menevla]on kai; ta; peri; th;n jHlevktran), che sono state trattate da "Sofocle, Euripide e molti altri"20.

Un'analoga contrapposizione tra uJpovqesi" e aspetti strutturali e formali si riscontra in Dionigi di Alicarnasso, che nel valutare i pregi di Teopompo tiene ben distinti tre piani, quello del contenuto (uJpovqesi"), quello dell'organizzazione ed esposizione della materia (oijkonomiva) e quello stilistico (suggrafhv)21:

Qeovpompo" dÆ oJ Ci'o" [...] iJstorivan pepragmateumevno" a[xio" ejpainei'sqai prw'ton me;n th'" uJpoqevsew" tw'n iJstoriw'n (kalai; ga;r ajmfovterai, hJ me;n ta; loipa; tou' Peloponnhsiakou' polevmou perievcousa, hJ de; ta; Filivppwi pepragmevna), e[peita th'" oijkonomiva" (ajmfovterai gavr eijsin eujparakolouvqhtoi kai; safei'"), mavlista de; th'" ejpimeleiva" te kai; filoponiva" th'" kata; th;n suggrafhvn.

Come storico Teopompo di Chio è degno di essere elogiato innanzitutto per l'argomento delle storie (poiché sono belle entrambe, l'una contenendo il resto della guerra del Peloponneso, l'altra le imprese di Filippo), poi per la oikonomia (entrambe sono facili da seguire e chiare), e soprattutto per la cura e la meticolosità della scrittura.

non di mano del gadarese.

20 Riporto qui il passo secondo l'edizione di Sbordone 1977 e la mia traduzione: ajll j o[mw" kaqavper ejpi; tw'n kata; ta;" ceirourgiva" oujc hJgouvmeqa ceivrw{i} par j o{son uJfev{m}meno" u{lhn eJtevrou tecneivtou, kalw'" hjrgavsato, ou{tw" oujde; poihth;n eja;n ajpovhton uJpovqesin labw;n prosq'h'<i> ton; <i[>dion no[u'n] ceivrw nomivzomen, kai; oujk ejpi; tw'n meikrw'n movnon ou{tw" e[comen, ajll j oujd j a[n ta; kat j Ei[lion[h[] Qhvba" koinw'" par j eJtevrou labw;n w{sper dialuvsh/, kaiv pw" pavli suntavxa" ijdivan kataskeuh;n periqh'<i>. ta; gou'n peri; to;n Pavrin k[ai; Menevla]on kai; ta; peri; th;n jHlevktran kai; pleivon j a[lla S[o]fokleva kai; Eujripivdhn kai; pollou;" a[llou" gegrafovta" [oJr]w'nte", ouj nomivzomen kata; ga;r toiou'to tou;" me;n ei\nai belteivou", tou;" de; ceivrou", ajlla; pollavki tou;" eijlhfovta" ajmeivnou" tw'n prokecrhmevnwn, a[n to; pohtiko;n ajgaqo;n ma'llon eijsenevgkwntai, "ma come per i lavoratori manuali non riteniamo inferiore uno in quanto, facendo propria la materia di un altro artista, l'ha lavorata bene, così non riteniamo inferiore nemmeno un poeta, qualora scelga una hypothesis non elaborata poeticamente e vi applichi il proprio ingegno; e non soltanto è così per i piccoli poemi, ma nemmeno qualora prenda da un altro le vicende di Troia e di Tebe comunemente trattate e finisca come per scomporle, e ricomponendole in un certo modo dia ad esse la propria sistemazione. Vediamo appunto che le vicende di Paride, Menelao, Elettra e altre ancora, le hanno scritte Sofocle ed Euripide e molti altri, ma non riteniamo in questo che gli uni siano migliori, gli altri peggiori, anzi spesso quelli che hanno ereditato il materiale sono migliori di quelli che lo hanno usato precedentemente, qualora gli conferiscano maggiormente la qualità poetica".

Queste attestazioni di uJpovqesi" presuppongono l'impiego del termine nella teoria letteraria, ma non fanno luce sulla sua genesi. Essa appare comunque estranea alla teorizzazione aristotelica: lo Stagirita non impiega mai il termine in questa accezione, sebbene si occupi della materia poetica, in particolare epica e drammatica, e sebbene il termine fosse già usato per l'oratoria.

La denominazione più vicina usata da Aristotele è mu'qo" ("the plot of a drama or an epic, the subject that is poetically represented" nelle parole di Meijering 1987: 72), che abbiamo visto impiegato in Filodemo in endiadi con uJpovqesi". Se nella Poetica mu'qo" indica la suvnqesi" o suvstasi" tw'n pragmavtwn(VI, 1450 a 5 e 15), vale a dire l'insieme delle azioni "composte" dal poeta a formare la trama dell'opera, Aristotele impiega invece lovgo" per indicare le linee essenziali della storia, cui il poeta conferisce dettagli ed elaborazione (XVII, 1455 a 34-b23). Quali esempi di lovgo" Aristotele adduce un'estrema sintesi dell'Ifigenia in Tauride e dell'Odissea, in cui la vicenda di base è ridotta all'osso, privata di nomi propri e di qualsiasi elemento accessorio, inclusi episodi e modalità di svolgimento della trama.

Il termine lovgo" è impiegato anche nelle commedie di Aristofane per indicare "the basic story or conception about which a drama is constructed" (Olson 1998: 78): particolarmente indicativi i passi in cui lovgo" indica le linee essenziali della storia esposte nel prologo da un personaggio, come Vesp. 54 fevre nun kateivpw toi'" qeatai'" to;n lovgon e Pax 50-52 ejgw; de; to;n lovgon... fravsw. Nel primo caso, lo scolio del codice Ravennate glossa to;n lovgon con th;n uJpovqesin tou' dravmato"22. L'equivalenza di lovgo" col più tardo uJpovqesi" presupposta da questo scolio trova riscontro nell'uso del secondo termine in Dione di Prusa e negli scoli a Sofocle, in nesso con dhlou'n, per indicare l'esposizione della trama del dramma condotta nei prologhi tragici23.

Anche la commedia latina a partire da Plauto usa l'equivalente di hypothesis, vale a dire argumentum, in passi del tutto analoghi a quelli in cui Aristofane usa lovgo". Nell'Amphitruo, ad esempio, il prologizon Mercurio invita il pubblico a prestare attenzione dum huius argumentum

22 lovgo" è glossato con uJpovqesi" anche in sch. RV Pax 148 e Av. 30. Nel primo dei due passi l'enfasi è sullo "spunto" offerto al poeta, l'idea alla base del processo compositivo, come in Thesm. 546.

23 Dio. Chrys. or. 52.11 safw'" kai; ajkribw'" dhloi' th;n tou' dravmato" uJpovqesin, detto di Odisseo che recita il prologo nel Filottete di Euripide; sch. Soph. El. 1 pollavki" parathrou'men o{ti oiJ palaioi; ta; sunektika; tw'n uJpoqevsewn ejn ajrcai'" hJmi'n dhlou'sin; sch. Aj. 38a ejn toi'" ajmoibaivoi" kata; bracu; dhlou'tai hJ uJpovqesi".

eloquar comoediae (v. 96), e a partire dal verso successivo inizia una dettagliata esposizione della trama del dramma che, oltre a riprodurre le movenze del prologo espositivo usato già da Euripide, presenta un chiaro andamento da hypothesis. Ne riporto qui alcuni versi iniziali (97- 103):

Haec urbs est Thebae. in illisce habitat aedibus / Amphitruo, natus Argis ex Argo patre, / quicum Alcumena est nupta, Electri filia. / is nunc Amphitruo praefectust legionibus, / nam cum Telobois bellum est Thebano poplo. / is priu' quam hinc abiit ipsemet in exercitum, / grauidam Alcumenam fecit uxorem suam.

Questa è la città di Tebe. In questo palazzo abita Anfitrione, nato ad Argo da padre argivo, al quale andò in sposa Alcmena, figlia di Elettrione. Ora, questo Anfitrione è a capo delle legioni, poiché il popolo tebano è in guerra coi Telebi. Prima di andare in guerra, costui ha ingravidato la moglie Alcmena.

Argumentum ricorre con questo valore in numerosi altri passi plautini, dove l'accento è regolarmente sulla esposizione della trama: si vedano ad esempio Merc. 2 et argumentum et meos amores eloquar, Mil. 84-85 comoediai quam nos acturi sumus/ et argumentum et nomen vobis eloquar, Menaech. 5-6 nunc argumentum accipite atque animum aduortite;/ quam potero in uerba conferam paucissuma. Lo stesso uso è presupposto anche in Terenzio: cfr. in particolare Andr. 5-7 nam in prologis scribundis operam abutitur,/ non qui argumentum narret sed qui maleuoli/ ueteris poetae maledictis respondeat, e Adelph. 22-24 dehinc ne exspectetis argumentum fabulae:/ senes qui primi uenient, ei partem aperient,/ in agendo partem ostendent. Un antecedente significativo si può individuare nel prologo del Dyskolos menandreo, dove il dio Pan, dopo aver esposto i capisaldi della trama, dichiara (vv. 45-46): tau'tÆ ejsti; ta; kefavlaia. ta; kaqÆ e{kasta de;/ [o[yesq]Æ eja;n bouvlhsqe ("Questi sono i punti salienti. I dettagli [li vedrete], se volete")24.

Le attestazioni di uJpovqesi" nella teoria letteraria di Neottolemo di Pario e, in riferimento ai drammi, nelle hypotheseis di Aristofane di Bisanzio, di poco successivo, suggeriscono che entro la fine del III sec. a.C. l'uso del termine in riferimento alla poesia, inclusa quella drammatica, fosse ben diffuso. Un preciso valore di "trama" tale da giustificare le titolature dei papiri è già pienamente compatibile con le attestazioni plautine di argumentum, che potrebbero riflettere un

24 Il testo plautino è citato secondo l'edizione di Lindsay (Oxford, 1905), quello terenziano secondo l'edizione di Barsby (Cambridge, Mass., 2001). Il testo di Menandro è quello della seconda edizione di Sandbach (Oxford, 1990).

analogo uso di uJpovqesi", e indubbiamente riflettono l'uso di kefavlaia in Menandro. In Aristofane di Bisanzio, tuttavia, il termine hypothesis indica non la trama come intreccio di avvenimenti, ma propriamente la materia di cui si sostanzia il dramma, l'argomento oggetto di elaborazione poetica. Per il grammatico, la uJpovqesi" dei Sette contro Tebe è la spedizione degli Argivi contro Tebe, la loro vittoria e la morte di Eteocle e Polinice, e non la peripevteia nella sua complessa articolazione che troviamo esposta nelle hypotheseis narrative.

L'uso di uJpovqesi" per indicare la trama è dunque senz'altro successivo alla commedia del V secolo ed estraneo alla teorizzazione aristotelica e, sebbene vicino al significato di uJpovqesi"/kefavlaion che troviamo nelle hypotheseis di stampo aristofaneo, non è esattamente sovrapponibile a questo. Se l'uso di argumentum nelle commedie plautine riflette un analogo uso del greco hypothesis, gli inizi di quest'ultimo andranno comunque collocati non più tardi del III secolo a.C. A un certo punto della sua storia, il termine viene dunque a coprire sia il valore di "materia grezza, idea di base", sia quello di "materia articolata in una trama", ma l'enfasi è comunque costantemente sul contenuto.

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