• Non ci sono risultati.

68 TERRITORIO VINO AGRICOLTURA | IN ABRUZZO

Nel documento Territorio Vino Agricoltura. In Abruzzo (pagine 70-72)

Programmazione e agricoltura

68 TERRITORIO VINO AGRICOLTURA | IN ABRUZZO

rali, promuovere l’occupazione, rafforzare lo sviluppo tecnologico e l’innovazione, agevolare la diversificazione produttiva attraverso iniziative di tutela del paesaggio rurale, abbinando il recupero dei paesaggi tradizionali alla valorizzazione dei prodotti tipici e alle azioni per il rafforzamento dell’offerta turistica4.

Le innovazioni della Politica Agricola Comunitaria – attraverso le misure volte al

greening, al riequilibrio nella distribuzione degli aiuti fra zone intensive, aree di

montagna e di collina, alla valorizzazione delle aree di interesse paesaggistico – rappresentano uno strumento essenziale per orientare un migliore utilizzo de- gli asset territoriali in un’ottica di integrazione. Nel 2012 l’allora Ministero per la

Coesione Territoriale5 ha evidenziato la necessità di puntare sui seguenti aspetti: tutela del territorio e della sicurezza degli abitanti – nella considerazione che la messa in sicurezza del territorio è efficiente solo se viene effettuata, promossa, supportata dalle popolazioni locali –; promozione della diversità naturale e culturale e del policentrismo – al fine di mantenere e valorizzare la diversità dei luoghi nel presupposto che il paesaggio sia il risultato dell’integrazione di fattori economici, sociali ed ambientali e che tale diversità rappresenti un’opportunità di sviluppo che richiede di utilizzare positivamente la presenza di giovani e anziani, residenti e immigrati –; rilancio dello sviluppo e del lavoro attraverso migliori servizi e l’uso di risorse potenziali – tenuto conto che il ripensamento del modello di stato sociale (salute, istruzione) consente nuove opportunità di lavoro nei comparti del turismo, dell’agricoltura e nella valorizzazione degli antichi mestieri, e quindi potenzia l’at- trattività dei luoghi.

In questo senso si individuano i servizi essenziali da garantire ai residenti delle aree interne esplicitati secondo azioni e finalità relative:

la creazione di reti territoriali della salute, nel quadro della riorganizzazione del

Servizio sanitario regionale e la definizione di strategie di offerta di adeguati ser- vizi sanitari e sociali per gli anziani conciliando tale offerta con l’inserimento della popolazione immigrata e la ricerca di soluzioni innovative e di cooperazione tra aree interne (Turati, Anibaldi e Ventura, 2013);

la scuola e l’istruzione, proponendo il monitoraggio della rete dei servizi scolastici

nelle aree interne del Paese al fine di coglierne gli squilibri, favorendo la diffusione di Scuole come “centri civici e di mestieri” che realizzino un legame con le attivi- tà artigianali e turistiche locali e rafforzando le tecnologie online per ridurre i costi della mobilità e migliorare gli apprendimenti (Gavosto, 2013);

le reti e i servizi di mobilità, proponendo il miglioramento dell’accessibilità e dei

collegamenti verso l’esterno e tra i poli interni (anche minori), con il potenzia-

4 La tutela dei diritti di cittadinanza recupera le finalità degli “Obiettivi di Servizio” del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 sulla qualità dell’acqua (ciclo idrico integrato), istruzione, cura di infanzia e anziani, estendendole alle questioni inerenti la sicurezza personale, il trasporto pubblico, la rete digitale (Ministero per la Coesione Territoriale, 2012).

5 La letteratura scientifica sui temi della coesione e integrazione territoriale è molto ricca e variegata, tuttavia si ripren- dono alcuni degli indirizzi proposti dal Ministero per la Coesione Territoriale – sebbene non più attivo – in quanto si apprezza la sede istituzionale nella quale è avvenuto il confronto.

BARBARA FERRI | PROGRAMMAZIONE E AGRICOLTURA 69

mento dei collegamenti verso nuovi o consolidati poli di generazione di flussi di mobilità (scuole, ospedali, centri commerciali, stabilimenti industriali ecc.); favorendo l’integrazione tra le reti di trasporto (ferrovie, strade, reti ciclabili) e tra i servizi dei diversi operatori del trasporto pubblico e privato attraverso l’armonizzazione degli orari e l’integrazione tariffaria; infine, promuovendo la

pianificazione partecipata per equilibrare gli interessi conflittuali tra operatori

del trasporto, amministrazioni locali, cittadini e portatori di interesse (Boitani e Appetecchia, 2013).

La Politica Agricola Comunitaria (PAC) nasce con lo scopo di incrementare la pro- duttività dell’agricoltura, garantire un tenore di vita equo alla popolazione agricola, stabilizzare i mercati, garantire la sicurezza degli approvvigionamenti e la scelta di prezzi ragionevoli per i consumatori (art. 39 del Trattato sul Funzionamento dell’U- nione europea). Le proposte della Commissione Europea per una riforma della PAC nella nuova fase di programmazione dei Fondi Strutturali si basano sulla Comuni- cazione La PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell’alimentazione, delle

risorse naturali e del territorio (COM. 672/2010) che espone gli orientamenti della

politica agricola comune dopo il 2013, recependo i principali obiettivi su “Europa 2020”. In questo nuovo contesto l’agricoltura europea non è vista solo come attività produttiva, ma come fonte di beni pubblici, finalizzata alla diversificazione delle at- tività e alla tutela del patrimonio rurale e del paesaggio e dunque appare chiamata a svolgere le funzioni di soddisfacimento delle esigenze dei cittadini sull’alimenta- zione (disponibilità, prezzo, varietà, qualità e sicurezza), salvaguardia dell’ambien- te, garanzia di un tenore di vita dignitoso6. In termini schematici si può affermare che, pur nella continuità delle finalità generali delle politiche agricole comunitarie, siano mutati la sensibilità e gli strumenti utilizzati, affinati e aggiornati durante l’attuale processo di riforma. Si segna, così, il passaggio dalla politica di sussidio alle persone alla policy riferita agli aspetti di competitività del sistema agricolo, alla tutela ambientale, allo sviluppo territoriale equilibrato, al monitoraggio e valu- tazione dei risultati attesi.

Nel quadro della più generale strategia in favore dello sviluppo locale, nel periodo 2000-2006 la programmazione per lo sviluppo rurale ha perseguito due finalità prin- cipali: migliorare la competitività dei sistemi agricoli e agro industriali in un contesto di filiera; sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le risorse agricole, fore-

stali e ambientali, storico-culturali, al fine di creare nuove opportunità di lavoro e mi-

gliorare la vita nelle aree rurali. Con la riorganizzazione degli interventi della PAC in due pilastri (misure di mercato e sostegno al reddito; politica di sviluppo rurale e beni

pubblici) è stata formulata una specifica politica di sviluppo rurale per il migliore uti-

lizzo delle risorse endogene (imprenditoriali, paesaggistiche, ambientali, culturali) e l’ampliamento degli sbocchi occupazionali in settori collegati all’agricoltura (turismo rurale, agriturismo, artigianato).

6 Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, La Politica agricola comune dalle origini ad oggi, www. politicheagricole.it.

Nel documento Territorio Vino Agricoltura. In Abruzzo (pagine 70-72)