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IL ROMANZO: ANALISI NARRATOLOGICA, TRAMA, PERSONAGG

1. Topi: sinoss

Personaggi principali:

Shelley Rivers (la protagonista) Elizabeth Rivers (la madre di Shelley) Il signor Rivers (il padre di Shelley) Teresa, Emma e Jane (le aguzzine) Paul Hannigan (il ladro)

Martin Craddock (il ricattatore)

Shelley Rivers, una timida e remissiva ragazzina di appena sedici anni, vive con la madre Elizabeth la quale, un tempo brillante avvocato, lavora adesso come semplice - e sottopagata - assistente legale presso un piccolo studio gestito da un molesto e volgare datore di lavoro. Sono entrambe persone deboli, due topi soggetti a incessanti maltrattamenti e umiliazioni.

Gordon Reece, Topi, Giunti, Firenze 2011.

A quattordici anni Shelley assiste impotente all’inesorabile disfacimento della sua famiglia, il padre (peraltro avvocato divorzista) aveva piantato moglie e figlia per la giovane segretaria. In passato l’uomo aveva persuaso Elizabeth ad abbandonare lo studio legale e la promettente carriera per occuparsi della figlia a tempo pieno così, al momento del divorzio, Elizabeth si ritrova con un pungo di mosche in mano e deve trovare lavoro alla svelta. Come se non bastasse, a scuola Shelley è il bersaglio preferito di Teresa, Emma e Jane, le ex amiche del cuore, tanto sadiche da farle pensare al suicidio, cattive al punto da darle fuoco durante l’intervallo. Dopo l’ultimo tragico “incidente” le tre aguzzine vengono incriminate, eppure rimangono ingiustamente impunite. Pur riconoscendo la gravità dei fatti, la scuola è troppo preoccupata di farsi una cattiva reputazione e rifiuta di denunciare apertamente le aggressioni ma, temendo un’azione legale da parte della famiglia Rivers, il preside concede a Shelley di terminare il liceo da casa, seguita giornalmente da alcuni insegnanti privati.

Nel frattempo Elizabeth è riuscita a vendere il “domicilio coniugale”, ormai divenuto l’angoscioso memorandum del matrimonio fallito e della carriera buttata al vento. Per sfuggire alla perfidia delle compagne di scuola e alla freddezza di un padre-marito invidioso del talento della moglie (talento che nei diciotto anni di matrimonio era riuscito a soffocare) e incurante della fragilità emotiva della sua stessa figlia, Shelley ed Elizabeth si trasferiscono lontane dal caos cittadino, a Honeysuckle Cottage. La nuova e accogliente casetta, isolata e rigorosamente senza vicini, sembra essere il luogo ideale per guarire da ogni sorta di ferita - fisica e psicologica - e Shelley si convince che lì niente e nessuno possa fare del male a lei o a sua madre. Lì potrà studiare in pace ed esercitarsi nella scrittura, sua grande passione, senza domandarsi quale altra schifezza troverà nello zaino al finire della ricreazione, senza preoccuparsi di dove riceverà il prossimo cazzotto o di come celare col trucco l’ennesimo occhio nero. A tre o quattro

mesi dal trasloco, sembra che le due sfortunate protagoniste abbiano ritrovato la serenità, eppure questa tanto agognata armonia è destinata a spezzarsi irrimediabilmente.

Nella notte di martedì undici aprile, proprio quando Shelley compie sedici anni, un ladruncolo di nome Paul Hannigan fa irruzione a Honeysuckle Cottage, sconvolgendo l’esistenza delle due inquiline e trasformandole - loro malgrado - da vittime a spietate carnefici, da topi a… gatti. Il malvivente, armato di un coltello, le convince a ‘collaborare’: se non opporranno resistenza e non denunceranno il furto, non gli sarà torto un capello. Paul Hannigan è tanto ubriaco quanto incauto, ma nonostante questo ha la lucidità di immobilizzarle legandogli mani e piedi con una vecchia corda; inizia poi indisturbato a saccheggiare l’abitazione. Il malvivente sta per svignarsela quando il suo sguardo cade su un pacchetto accuratamente confezionato e poggiato sul tavolo della sala da pranzo: è un computer portatile, il regalo di compleanno che Elizabeth avrebbe consegnato alla figlia quello stesso giorno, poche ore più tardi. Al rapinatore non importa quanti sacrifici abbia fatto Elizabeth per comprare quel computer, né ha idea di ciò che rappresenti per Shelley, perciò non esita ad aggiungere anche quello al ricco bottino.

È quest’ultimo gesto a far scattare la ragazza che, accecata dalla rabbia e stanca di subire l’ennesima umiliazione, riesce a disfarsi della corda e, con lo stesso coltello con cui il ladro le aveva minacciate, lo pugnala selvaggiamente più e più volte. Dopo una violenta colluttazione a dargli il colpo di grazia è però Elizabeth, che lo colpisce alla testa con un pesante tagliere di marmo. Chiamare la polizia è fuori discussione: il rapinatore stava per andarsene quando Shelley lo ha accoltellato. Elizabeth sa molto bene che quella della figlia non è stata legittima difesa e sa anche che un bravo giudice capirebbe tutto. L’idea di essere condannate per omicidio è agghiacciante, così le due

seppelliscono il corpo nel roseto in giardino e abbandonano in un parcheggio l’auto con la quale Paul era giunto a Honeysuckle Cottage.

Shelley ed Elizabeth, due donne al di fuori di ogni sospetto, hanno barbaramente ucciso un uomo e ne hanno fatto sparire il cadavere. Nelle settimane successive insonnia, incubi, ricordi orribili e il timore di essere ‘beccate’ le tormentano senza sosta. Non è solo la paura a stregare le menti di madre e figlia. C’è qualcos’altro, c’è eccitazione… euforia. L’omicidio le ha cambiate, da topi remissivi e sottomessi sono diventate felini irascibili e litigiosi.

Proprio quando le acque sembrano essersi calmate, un uomo buffo e grassoccio, l’inaspettato complice del rapinatore, bussa alla loro porta ricattandole: durante quella terribile notte, mentre Paul Hannigan si introduceva in casa, era rimasto di guardia in auto (la stessa che le due avevano poi lasciato in un parcheggio) ma, al precipitare degli eventi, l’aveva abbandonata e se l’era data a gambe. Nei giorni successivi alla rapina, insospettito dalla scomparsa del socio, si era intrufolato a Honeysuckle Cottage in cerca di risposte e aveva trovato la patente di guida di Paul, oggetto che Shelley aveva segretamente e incautamente tenuto. In ogni delitto, per quanto ben architettato, si commettono sempre degli errori; la maggioranza di questi è accidentale, ma esistono degli errori che si possono definire volontari, intenzionali. La patente di Paul Hannigan è per Shelley come un frutto proibito, sa bene che quel foglio sgualcito la caccerà nei guai, eppure la tentazione di tenerla con sé è tanto forte da cedervi e questo provocherà la sua caduta. Martin Craddock - così si chiama il ricattatore - spiffererà tutto alla polizia se non riceverà ventimila sterline. Shelley ed Elizabeth non sono però disposte a soddisfare, remissive, i capricci di quel tipaccio e pianificano quindi di farlo fuori usando la pistola rinvenuta tempo prima nell’impermeabile di Paul. Nessun proiettile verrà tuttavia esploso sul ricattatore in quanto, già debole di cuore, morirà d’infarto alla

sola vista dell’arma. Ed ecco l’idea geniale: essendo la morte di Martin Craddock avvenuta in circostanze ‘naturali’, le due decidono di chiamare i soccorsi. Diranno che un tizio in preda a un attacco cardiaco aveva cercato aiuto presso l’abitazione più vicina e che, una volta sceso dalla macchina, si era accasciato al suolo tenendosi il petto. Dopo tutto sembra che il fato abbia voluto dare alle due sfortunate protagoniste una via d’uscita: non dovevano sbarazzarsi del cadavere di Martin (l’ambulanza l’avrebbe portato via), non dovevano disfarsi dell’auto (la polizia se ne sarebbe occupata), le autorità stesse insomma le avrebbero liberate dalle prove più incriminanti.

Le due protagoniste si abbandonano a un’improvvisa sensazione di leggerezza: solo Martin conosceva i fatti della notte dell’undici aprile ed era l’unico ad avere davvero il potere di ricattarle, ma, adesso che è letteralmente morto di paura, nessun altro può minacciare la loro quiete. Nelle ultime pagine del romanzo Shelley confessa alla madre di non voler più nascondersi da niente e da nessuno. È pronta a tornare a scuola e desidera finire l’anno con la sua classe, quasi non vede l’ora di affrontare gli insegnanti e di fronteggiare quelle tre bullette che le hanno sfregiato il viso. Come darle torto? Un topolino che uccide due gatti di cosa può mai aver paura?

1. 1 Contenuti principali: la vendetta e la trasformazione dei personaggi

Il romanzo affronta principalmente due temi: quello della sopraffazione e quello del riscatto. Vedremo poi che il bisogno di riscatto verrà in parte sostituito dal concetto di vendetta.

La narrazione è in prima persona ed è proprio Shelley a raccontare i fatti collocandoli in un tempo ormai passato. Nella prima parte del romanzo la ragazzina descrive in maniera dettagliata i maltrattamenti subiti prima del trasferimento a Honeysuckle Cottage: l’abbandono da parte del padre ora impegnato a costruirsi un avvenire con una donna

più giovane, le cattiverie di tre teppiste che arrivano, per gioco, a darle fuoco ai capelli e a segnarle viso e collo, infine l’irruzione di un rapinatore - e successivamente del suo complice - nella loro casa, nel loro posto sicuro. La seconda parte del romanzo è dedicata al delicato processo di trasformazione delle due protagoniste, stanche di subire la vita e adesso pronte a reagire. Anzi: pronte ad attaccare per prime. Per concludere, nella terza e ultima parte madre e figlia hanno completato la loro metamorfosi.