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IL ROMANZO: ANALISI NARRATOLOGICA, TRAMA, PERSONAGG

5. Topi: studio funzionalistico del racconto

Il linguista e semiologo Algirdas Julien Greimas sostiene che, in qualsiasi racconto, il personaggio non si definisca rispondendo alla domanda ‘chi (o cosa) è?’, bensì a partire dall’interrogativo ‘cosa fa?’.

È perciò l’azione a qualificare un determinato attante. Destinatore, destinatario, soggetto, oggetto valore, opponente e aiutante211 sono i tipi attanziali individuati dal semiologo lituano, le relazioni fra un tipo e l’altro si definiscono secondo due assi. L’asse contrattuale (o della comunicazione) lega destinatore e destinatario tramite la stipulazione di un ‘contratto’ che, se rispettato dal destinatario, implica l’ottenimento di un oggetto-valore; l’asse pragmatico (o del desiderio) definisce invece le azioni con le quali il soggetto tenterà di onorare il mandato e di conquistare quell’oggetto-valore, il soggetto potrà inoltre essere sostenuto o ostacolato rispettivamente da aiutanti e antagonisti. Il soggetto riceverà infine una sanzione - positiva o negativa - in base alla riuscita o al fallimento della missione.

È necessario premettere che i ruoli attanziali possono essere svolti da persone, luoghi o oggetti, uno stesso personaggio può rivestire uno o più ruoli attanziali (ad esempio il destinatore può essere anche un aiutante), così come possono esistere più esemplari di un determinato tipo attanziale (ad esempio, possono esistere più oggetti-valore). Col suo

Per le precise definizioni di ogni ruolo attanziale si consulti Algirdas Julien Greimas, Joseph Courtés,

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Sémiotique. Dictionnaire raisonné de la théorie du langage, Hachette, Paris; traduzione italiana (a cura

di) Paolo Fabbri, Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, Bruno Mondadori, Milano, 2007.

modello attanziale, Greimas vorrebbe insomma cogliere la struttura universale di ogni forma narrativa, tuttavia siamo consapevoli che ciò non è possibile. Non può esistere un unico modello attanziale, si potrebbe anzi sostenere che ne esistano tanti quanti sono i personaggi coinvolti. In più, nel corso di un racconto, il mandato può modificarsi, il soggetto può variare strategia d’azione o iniziare a dubitare sulle virtù dell’oggetto- valore e così via. Ora, alla luce di queste riflessioni, mi cimenterò sullo studio funzionalistico di Topi procedendo atto per atto e valutando - se ce ne saranno - le variazioni più significative.

Alla fine del primo atto Shelley è sopravvissuta a delle esperienze terribili. A questo punto è Elizabeth a destinarle un preciso mandato: trasferirsi altrove per voltare pagina e cominciare una nuova vita.

«Ero sicura che con gli insegnanti che venivano a casa cinque ore al giorno, cinque giorni alla settimana, avrei superato brillantemente gli esami. Sarei tornata a scuola libera dalle ragazze interessate e avrei cominciato a studiare per l’università. Mi sarei fatta un nuovo giro di amici. La mia vita sarebbe ricominciata da capo.212»

Il più grande desiderio di madre e figlia, il loro ambìto oggetto-valore, è quello di vivere una vita diversa, una routine fatta di lunghe passeggiate all’aria aperta, di duetti musicali , di letture impegnative, di film romantici e tazze di cioccolata calda prima di 213

G. Reece, op. cit., p. 48.

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Shelley ed Elizabeth sono grandi appassionate di musica classica. Per la precisione la prima suona il

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flauto, l’altra il pianoforte. In più Shelley ha un debole per i classici della letteratura, sono infatti citati celeberrimi autori come Melville e Shakespeare.

andare a dormire . È così che Shelley si convince del fatto che solo conducendo una 214 vita tranquilla potrà sostenere al meglio gli esami di fine anno e, soprattutto, andare oltre i suoi traumi.

Nella parte centrale del romanzo un opponente (Paul Hannigan, il ladro) sconvolge i piani delle protagoniste, costrette adesso a ricalcolare le priorità e il mandato. L’omicidio cambia tutto, ogni possibilità di condurre una vita anche solo normale non è che un’utopia.

Ma Elizabeth non sopravviverebbe un solo giorno in carcere e Shelley è ancora troppo giovane per finire dietro le sbarre, perciò deve salvaguardare il suo futuro o non coronerà mai il sogno di diventare scrittrice. Sottolineo che, in questo secondo atto, l’oggetto-valore verso cui la ragazza protende è rappresentato dal tanto desiderato computer portatile che, a distanza di pochissime ore dalla rapina, sua madre avrebbe dovuto consegnarle come regalo di compleanno.

«[…] un portatile avrebbe migliorato la mia scrittura. Con un portatile potevo tentare qualcosa di davvero lungo, forse sarei riuscita perfino a scrivere il mio primo romanzo. »215

Questo oggetto, oltre ad avere un grande valore affettivo, è il simbolo di tutte le ambizioni di Shelley, il fatto che quel delinquente lo stesse portando via con sé, come fosse un volgare souvenir, provoca in lei un’irrefrenabile esplosione vendicativa.

Si può facilmente constatare che questa sia anche l’ambizione della signora Rivers. Dopo il divorzio e

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l’incidente di sua figlia, la donna non desidera altro che vivere in un luogo sicuro in cui godersi un po’ di pace.

G. Reece, op. cit., p. 62.

«Forse fu vedere quel pallido, crudele delinquente che si portava dietro il mio regalo di compleanno, il simbolo di tutte le mie aspirazioni future; forse fu la rabbia per quello che aveva fatto alla mamma; forse fu perché mi aveva detto che ero brutta; forse la verità è che tutti abbiamo un limite oltre il quale non possiamo più sopportare - anche i topi - e che quando quel limite viene superato, qualcosa si spezza. Forse fu solo il modo in cui il bellissimo fiocco rosso della mamma era caduto lentamente, miseramente sul pavimento… […] Presi il coltello dal tavolo della sala da pranzo e uscii in giardino, correndogli dietro.»

Si possono allora distinguere due ‘micro-mandati’ che sono uno la conseguenza dell’altro: il primo è la volontà di riappropriarsi a qualsiasi costo del computer portatile (con tutto ciò che rappresenta), poi c’è l’intenzione di non farsi beccare dalla polizia. Nel terzo e ultimo atto la comparsa di Martin Craddock mette ancora una volta a rischio la vita di Shelley e di Elizabeth. La soluzione ai loro problemi è quella di metterlo a tacere una volta per tutte, così Shelley (destinatrice) convince la madre (destinataria) a sparargli (micro-mandato): se uccideranno Martin, saranno salve e più nessuno potrà ricattarle.

Al di là di questi ultimi micro-obiettivi, è bene sottolineare che l’oggetto-valore verso cui Shelley ed Elizabeth tendono resta la ‘tranquillità esistenziale’, che poi diventa desiderio di svestirsi dei panni della vittima una volta per tutte.


Capitolo IV