CAPITOLO III. Il servizio sociale di comunità: la sua storia nel nome.
3.4. Tracce di lavoro di comunità: lo studio delle attività del GAL Marghine
A distanza di quasi trent’anni, agli inizi degli anni ’90, le politiche d’intervento in Europa riprendono la via dello sviluppo comunitario e locale, fino a quel momento (dalla metà degli anni ’70 e per tutti gli anni ’80) caratterizzate invece da un approccio settoriale, attraverso il Programma LEADER (Liaisons Entre Action de Dévoloppement De l’Economie Rurale). Sulla base del programma vengono individuati i GAL (Gruppi di Azione Sociale), quali destinatari degli aiuti comunitari. La sfida è quella di riattivare la dimensione comunitaria stimolando un’azione di programmazione e progettazione dal basso, oggi indicata come bottom up, rivolta alle comunità rurali.161
In premessa di questo paragrafo si evoca una ricerca di tracce di lavoro di comunità, emerse a seguito di uno studio condotto dalla scrivente sull’attività del GAL Marghine162, di cui fa parte un comune allora compreso nel Progetto Sardegna, Macomer, oltre ad altri sette. La conoscenza prima e l’analisi dopo, hanno fatto emergere quei punti in comune con il lavoro di comunità che era stato avviato anni
ogni forma di criminalità con il banditismo, appare lapalissiano agli occhi dei commissari che per vincere il fenomeno della criminalità è necessario e sufficiente eliminare il pastore. La conclusione quasi automatica di queste premesse non poteva che essere la necessità di cambiare la struttura produttiva, l’economia, la cultura della Sardegna per spianare la strada alla nuova società industriale in cui quelle forme di delinquenza, considerate specifiche della Sardegna, non trovando più il loro terreno di coltura, si sarebbero automaticamente estinte. A questa linea di analisi seguirono alcuni interventi operativi: la L.588 per il rifinanziamento del Piano di rinascita della
Sardegna e l’avvio delle politiche di industrializzazione della Sardegna centrale. Però l’industria
non decollò, il pastore non fu eliminato, lo sviluppo sociale e culturale andò avanti per strade che niente avevano in comune con le politiche regionali di sviluppo”.
Cfr. G. Bottazzi, Eppur si muove, Cuec, Cagliari, 1999
161 Cfr, R.Deriu, Saperi e attori sociali in contesti euro mediterranei, FrancoAngeli, Milano, 2006,
pag. 201
162 Il Marghine è una regione storica della Sardegna centrale che si sviluppa verso nord ovest.
Informazioni sulla costituzione ed attività sul GAL Marghine sono reperibili nel sito,
www.galmarghine.it
Cfr. A. Merler, Alcune specificazioni delle regioni storiche del Marghine e della Planargia, in R. Deriu- A. Merler. Il respiro profondo della terra.Una proposta di valorizzazione della ruralità in
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prima, pur con delle ovvie differenziazioni legate ai tempi e ad un linguaggio tecnico mutato nei termini, ma poco nei contenuti.
Trattandosi di un GAL, quindi di un organismo sovra comunale la prima sfida accolta è stata quella di “introdurre in un territorio che esiste già a priori, un’idea di “comunità allargata”, che, partendo dalle specifiche appartenenze, si riconosca come interlocutore che, all’unisono elabora, propone e realizza idee ed esperienze di valenza economica e sociale. […] La percezione di far parte di uno stesso destino come spinta verso la ricerca di soluzioni comuni e condivise. ”163
Fra gli elementi che “marcano” il lavoro di comunità, così come è stato condotto all’interno del GAL Marghine, si possono individuare:
- lo studio e la rilevazione delle caratteristiche socio- economico- ambientali, attraverso una precisa ricognizione delle risorse interne;
- l’attività, di informazione e coinvolgimento attuata attraverso l’organizzazione di momenti informativi itineranti; la costituzione di un sito web nel quale sono reperibili tutte le informazioni relative ad attività e bandi; la produzione del Notiziario Rurale, giornale in carta stampata che contiene le stesse informazioni reperibili in rete, distribuito durante gli incontri; la creazione del GEO-BLOG, che dà spazio alle esperienze ed ai protagonisti della vita nelle comunità rurali;
- il coinvolgimento nella fase di programmazione delle comunità rurali, attraverso la costituzione di tavoli tematici itineranti, aventi il fine di intercettare i bisogni e le proposte, con una azione dal basso verso l’alto (bottom up); coinvolgimento rivolto a tutti gli attori sociali del territorio; - La globalità degli interventi, comprendente quindi non solo azioni rivolte
al sostegno economico, ma più in generale rivolte al benessere delle comunità, da realizzarsi attraverso attività diverse quali, ad esempio, l’informazione ambientale e alimentare; il sostegno per la costituzione di fattorie didattiche e sociali, in grado di ospitare soggetti appartenenti a fasce svantaggiate della popolazione.
- L’intervento interdisciplinare che ha previsto e prevede tuttora l’integrazione di diverse figure professionali, garantito da un comitato scientifico, composto sulla base di competenze e conoscenze
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specificamente riferite agli ambiti di intervento, dai tecnici LAORE164, oltre alle figure della struttura tecnica quali il direttore e l’agente di sviluppo. Quest’ultimo ruolo comprende alcune funzioni (assistenza tecnica; coordinamento dei vari interventi) espletate dall’assistente sociale, negli anni d’oro del lavoro di comunità.
- La territorialità, intesa come criterio di attuazione di interventi e d attività nel territorio dove le comunità vivono165.
Alla luce di queste osservazioni è possibile sostenere che l’attività del GAL Marghine possa essere collocato in quella tipologia di approccio che Murrey G.Ross indica come “sviluppo di comunità , secondo l’approccio fondato sulle risorse interne”.
“qui si pone l’accento sulla necessità di incoraggiare le comunità di persone a identificare i loro desideri e le loro necessità e a lavorare in cooperazione per soddisfarle. I progetti non sono predeterminati, ma si sviluppano mentre la discussione, incoraggiata nelle comunità, procede e mette a fuoco i reali interessi della gente.”166
164 LAORE Sardegna “E' l'agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in campo agricolo e
per lo sviluppo rurale. Promuove lo sviluppo integrato dei territori rurali e la compatibilità ambientale delle attività agricole favorendo la multifunzionalità delle imprese, le specificità territoriali, le produzioni di qualità e la competitività sui mercati”.
http://www.sardegnaagricoltura.it/assistenzatecnica/laore/ consultato ad Ottobre 2014.
165A questo proposito si evidenzia che sono ancora presenti esperienze di sviluppo locale
comunitario in altre zone che furono comprese nel Progetto Sardegna, come, ad esempio, Seneghe (in provincia di Oristano). Gli interventi di divulgazione agricola (nel 1958 si stabilì un ‘équipe formata da due divulgatori agricoli e due assistenti sociali) portarono a veicolare l’interesse e l’investimento nell’olivocoltura con risultati ancora oggi visibili, che hanno reso possibile il riconoscimento, nazionale, qualitativo dell’olio prodotto.
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