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Tracciabilità e rintracciabilità: le nuove tecnologie

Capitolo 3 Tracciabilità e rintracciabilità nel settore agroalimentare

3.11 Tracciabilità e rintracciabilità: le nuove tecnologie

L’applicazione delle tecnologie informatiche nel settore agroalimentare ha portato, nel corso degli anni, a ripetute evoluzioni del loro impiego, migliorando di volta in volta il concetto di qualità, intesa come qualità sia di prodotto sia di processo.

Le tecnologie sono nate dalla necessità di risolvere problemi gestionali delle operazioni commerciali o di logistica come la riduzione dei tempi e di conseguenza dei costi della loro esecuzione; oggi, l’introduzione a tutti i livelli della filiera agroalimentare della IT (lnformation Technology) permette una “rintracciabilità totale” del prodotto, aspetto a questo punto indispensabile per essere competitivi sui mercati. Oltretutto, essendo immediatamente percepibili dal consumatore finale, i servizi forniti dall’utilizzo delle tecnologie informatiche possono diventare fattori strategici per diversificare l’offerta commerciale.

All’interno della filiera agroalimentare, il settore distributivo è stato il primo ad approfittare delle importanti innovazioni introdotte dalla IT, mediante l’impiego di una serie di strumenti, come ad esempio il codice a barre o la carta fedeltà (fidelity card) che, oltre a facilitare il sistema di gestione delle vendite, hanno procurato una serie di vantaggi su cui le imprese hanno costruito il loro successo: la fidelizzazione dei consumatori verso il punto vendita e la capacità di cogliere informazioni strategiche sulle modalità di consumo. Avendo a disposizione un flusso informativo bidirezionale (di tipo push & pull), l’azienda è in grado di conseguire un ritorno, in termini di dati, sulla tipologia di

vendite e di clientela, informazioni che possono passare alle aziende fornitrici, dando vita in questo modo a filiere produttive molto più qualificate.

La capacità di scambiare il maggior numero di informazioni possibile è, pertanto, il vantaggio principale che si ricava dall’uso di queste tecnologie informatiche, specialmente se questo avviene nel minor tempo e spazio possibile.

Nuovi strumenti si scorgono all’orizzonte, sempre più innovativi e funzionali, progettati al fine di potenziare lo scambio di informazioni e di conseguenza creare un marketing più mirato ad ogni livello della filiera. Ne sono un esempio la tecnologia di identificazione a radiofrequenza (Rfid) o i nuovi codici a barre (Gs1 Databar) che sostituiranno quelli tradizionali (EAN - European Article Number), poiché sono in grado di contenere molte più informazioni in minor spazio, per assicurare la maggior trasparenza possibile al consumatore finale.

Nel settore commerciale e logistico, l’applicazione che, prima di tutte, si è diffusa, è stata la lettura del “codice a barre”, che ha cancellato del tutto qualsiasi rischio di interpretazione inesatta delle informazioni. La lettura da parte dello scanner a raggi laser dei “pieni”e dei “vuoti” (in sostanza le barre verticali che formano il “codice a barre”) permette, infatti, di annullare gli errori di battuta, poiché il codice è letto certamente in maniera corretta, altrimenti non è proprio riconosciuto. Essendo gestiti da un solo elaboratore centrale, questi sistemi, chiamati “Pos-Scanner”, consentono anche la variazione automatica delle informazioni riportate su ciascun codice a barre (ad esempio il prezzo di un prodotto), senza dover fare ricorso ad una possibile ri-etichettatura.

Nel settore logistico, ciò ha portato ada pprezzabili vantaggi a livello gestionale, grazie alla capacità di identificare la frequenza delle movimentazioni delle merci, con l’opportunità di prevedere i flussi delle scorte e di organizzare la logistica rapidamente. La diffusione di strumenti per la lettura dei codici a barre (scanner) provvisti di memoria propria ha consentito di poter accumulare una buona quantità di letture prima di doverle scaricare su un altro supporto informatico, per cui non è più necessario nemmeno il collegamento fisso ad un personal computer. Per di più, i nuovi lettori provvisti di trasmettitori di piccola potenza consentono di comunicare i dati in tempo reale ad un’unità centrale.

Attualmente le applicazioni pratiche del codice a barre sono le più disparate, poiché in vari ambiti, compreso il settore agroalimentare, c’è una grande necessità di poter gestire un numero elevato di prodotti in maniera più semplice ed immediata e si presenta l’esigenza, soprattutto, di circoscrivere moltissimo i margini di errore. Altri esempi in

agricoltura riguardano la gestione dei fitofarmaci e le banche del germoplasma che impiegano i codici a barre fondati sui sistemi standard internazionali di codifica (Isbn e Issn).

La più recente evoluzione del codice a barre è costituita dal Gs1 Databar, il quale può contenere un numero di informazioni più alto, prerogativa necessaria per fornire di etichetta prodotti di cui è importante specificare diversi elementi aggiuntivi, allo scopo di certificarne la tracciabilità. I prodotti freschi sono il principale mercato di riferimento per l’applicazione di questo nuovo codice, poiché oggi il consumatore richiede più informazioni possibili sia sul prodotto sia sul produttore. Il Gs1 Databar è al momento articolato in quattro versioni: “omnidirezionale”, “omnidirezionale sovrapposto”, “espanso”ed “espanso sovrapposto”, che consentono di soddisfare un ricco ventaglio di esigenze in termini di spazio, numero di informazioni e tipo ed estetica della confezione. Gs1 è in realtà il sistema per la codifica dei prodotti maggiormente diffuso nel settore del largo consumo al livello internazionale (101 organizzazioni aderenti in 103 Paesi, con circa 1 milione di imprese associate) e si pone l’obiettivo di standardizzare il linguaggio dei codici a barre, bloccando la proliferazione di singoli sistemi differenti da Paese a Paese, o anche all’interno di ciascuno di essi. Gs1 coordina, a livello mondiale, le organizzazioni nazionali di codifica (in Italia è l’Indicod-Ecr), fornendo uno standard di identificazione globale che le organizzazioni di ciascun Paese hanno la responsabilità di applicare.

La tecnologia Rfid (Radio Frequency Identification) sta incontrando un ampio consenso in molti settori, specialmente in quello agroalimentare. Questa tecnologia, che si serve delle onde radio per il riconoscimento a distanza, può essere intesa come un’evoluzione del Pos-Scanner, poiché si basa anch’essa su due elementi essenziali: l’etichetta “tag” o “microchip” ed il lettore (“reader”). L’inserimento del microchip (che ha dimensioni dell’ordine di 0,5 cm), ad esempio sulla o nella pianta, o sulle confezioni dei prodotti agroalimentari freschi o trasformati, consente di eliminare qualsiasi supporto cartaceo, che può facilmente staccarsi o deteriorarsi, assicurando inoltre l’accuratezza delle informazioni in esso contenute. La lettura del microchip da parte del lettore avviene alla stessa frequenza su cui è impostato il tag, nel caso dell’inserimento in pianta la frequenza è generalmente bassa, poiché ciò consente di accrescere la distanza di lettura e la quantità di informazioni trasferite nell’unità di tempo.

Gli sviluppi di questa tecnologia, che è nata in Basilicata ed ha già trovato applicazioni nella filiera vivaistica, tendono all’ulteriore riduzione della dimensione del microchip per

una facile applicazione anche in piante di piccole dimensioni ed al loro impiego anche nella gestione della fertirrigazione di ogni singola pianta.

Alcuni sviluppi, invece, sono già divenuti realtà sotto forma di tecnologie alternative, come ad esempio l’Irid (lnfra Red ldentification). Rispetto all’Rfìd, che si avvale delle onde radio, il sistema Irid sfrutta la tecnologia dell’infrarosso per la memorizzazione e la lettura dei dati nei tag. Questo sistema è in grado di leggere e scrivere i dati sul tag anche in movimento (anche se ad una velocità bassa) e fino ad una distanza di 4 metri dal reader. La frequenza adottata è di 300 Thz, molto più alta rispetto ai sistemi Rfid, Lf, Hf e Uhf, che al contrario operano rispettivamente nell’ordine di Khz, Mhz e Ghz.

Fino ad oggi, la tecnologia Irid sembra più idonea ad applicazioni in ambito industriale o, in generale, a quelle tecnicamente difficili e costose da risolvere con l’Rfid.

In futuro, però, essa potrà subentrare totalmente all’Rfid, grazie ad una serie significativa di vantaggi, come l’assenza di disturbi originati da strutture in metallo, la protezione dalle interferenze elettromagnetiche, senza trascurare il fatto che questa tecnologia non ha bisogno di antenne o di autorizzazioni per l’utilizzo di frequenze radio.

Figura 12: Pianta di agrumi su cui è stato applicato un braccialetto contenente un TAG-RFID, letto da un palmare dotato di lettore a RFID

(FONTE: Cifarelli A., Grieco P. D., “Rintracciabilità: i vantaggi dei sistemi Rfid e Irid, evoluzioni del codice a barre”, da Terra e Vita n.19 - 2009)

Figura 13: Pianta di agrumi su cui è stato applicato un TAG-RFID direttamente nel tronco, letto da un palmare dotato di lettore a RFID

(FONTE: Cifarelli A., Grieco P. D., “Rintracciabilità: i vantaggi dei sistemi Rfid e Irid, evoluzioni del codice a barre”, da Terra e Vita n.19 - 2009)

Figura 14: Pianta di agrumi su cui è applicato un TAG-RFID ed etichetta BAR-CODE, con possibilità di essere letti congiuntamente dallo stesso palmare

(FONTE: Cifarelli A., Grieco P. D., “Rintracciabilità: i vantaggi dei sistemi Rfid e Irid, evoluzioni del codice a barre”, da Terra e Vita n.19 - 2009)

L’utilizzo coordinato delle tecnologie informatiche nel settore agroalimentare schiude nuovi e vantaggiosi scenari in terminidi tracciabilità e, pertanto, di qualità.

La tutela delle informazioni assicurata dal microchip, infatti, può trovare continuità nell’impiego del codice a barre, permettendodi conseguenza un flusso regolare dei dati a livello telematico.

I vantaggi immediati, anche nel settore agroalimentare, sono agevolmente comprensibili e consistono nella diminuzione dell’utilizzo del supporto cartaceo, nella maggiore velocità di trasferimento delle informazioni e pertanto nella loro immediata disponibilità ad ogni livello della filiera, con una notevole riduzione dei costi. Tutto questo si riflette anche sulla garanzia, per il consumatore, di leggere, in etichetta, tutte le informazioni essenziali per essere sicuro della qualità dei prodotti agroalimentari acquistati.

Tutti questi vantaggi, quindi, dovrebbero presto trasformarsi in traguardi inseguiti dalle politiche di sviluppo in ambito agroalimentare, per permettere alle aziende di attrezzarsi o di implementare queste tecnologie.

L’anello della filiera che in maggior misura ha bisogno di essere sorretto è costituito dalle aziende agricole, che difficilmente potrebbero fornirsi di queste innovazioni senza un sostegno concreto da parte delle istituzioni. Tutto questo richiede non solo la spesa per l’acquisto di lettori ed etichette, ma anche la formazione e l’aggiornamento degli operatori e, naturalmente, investimenti per la ricerca di soluzioni sempre più vantaggiose con effetti immediati nel settore agroalimentare.