Russo -‐ Русский язык (Russkij jazyk)
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Kazako – Қазақ тілі (Qazaq tili)
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La lingua kazaka viene ufficialmente scritta utilizzando l’alfabeto cirillico all’interno della Repubblica del Kazakhstan e nella regione kazaka di Bayan- Ölgii nella Repubblica di Mongolia. Nella regione cinese dello Xinjiang, più precisamente nelle province kazake autonome di Ili, Tacheng e Altay l’alfabeto ufficiale è quello perso-arabico modificato. Tuttavia, la quasi totalità della popolazione kazaka alfabetizzata della Cina è in grado di scrivere utilizzando entrambi gli alfabeti.
Un tentativo di passare dall’alfabeto cirillico a quello latino (esperienza già vissuta tra il 1929-1940, negli anni d’oro del Panturchismo) fu fatto negli anni 2000, ma su decisione del presidente Nazarbaev, il passaggio avverrà in futuro, quando “i tempi saranno maturi”.
Kirghiso – Кыргыз тили (Kırgız tili) Аа A Лл L Фф F Бб B Мм M Хх H Вв V Нн N Цц Ts Гг GĞ Ңң Ñ Чч Ç Дд D Оо O Шш Ş Ее E,Ye Өө Ö Щщ Şç Ёё Yo Пп P Ъ -‐-‐-‐ Жж C Рр R Ы I Зз Z Сс S Ь -‐-‐-‐ Ии İ Тт T Ээ E
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Uzbeko – O’zbek tili (Ўзбек тили) A Аа P Пп B Бб Q Ққ D Дд R Рр E Ее/Ээ S Сс F Фф T Тт G Гг U Уу H Ҳҳ V Вв I Ии X Хх J Жж Y Йй K Кк Z Зз L Лл O’ Ўў M Мм G’ Ғғ N Нн Sh Шш O Оо Ch Чч
L’Uzbekistan ha adottato ufficialmente l’alfabeto latino per trascrivere la lingua nazionale. Tuttavia sono ancora numerose le pubblicazioni, i documenti e le fonti scritte in alfabeto cirillico. Il passaggio dall’alfabeto cirillico a quello latino a portato alla creazione di ulteriori unioni di lettere non presenti nell’alfabeto, composto da 28 lettere. Per maggiore precisione, sono riportate di seguito la traslitterazione di alcuni suoni resi con combinazioni di lettere:
-‐ Ts: Цц -‐ Ng: НГнг -‐ Ya: Яя -‐ Ye: Ее -‐ Yo: Ёё -‐ Yu: Юю
Gli uzbechi della regione cinese dello Xinjiang utilizzano l’alfabeto uiguro per trascrivere la propria lingua e numerosi sono gli uzbechi, all’interno dell’Uzbekistan, che ancora utilizzano l’alfabeto cirillico.
Uiguro – Uyghur Tili
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Turkmeno – Türkemen dili (Түркмен дили)
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La lingua cinese è una lingua isolata e, soprattutto alle origini, monosillabica. La più piccola unità del cinese è la sillaba, rappresentata da un carattere.
Il carattere veicola un concetto. La pronuncia può cambiare da dialetto a dialetto, ma il concetto e idea trasmessi rimane univoca. Nelle lingue occidentali è possibile rendere l’idea attraverso i numeri. La cifra 4 rimanda all’idea di “essere quattro” indipendentemente dal fatto che io la pronunci “quattro”, “four”, “quatre” ecc.
Allo stesso modo, il carattere cinese 人 sia che venga pronunciato con la pronuncia del mandarino (la lingua ufficiale) rén sia con la pronuncia cantonese yàhn rimanderà sempre al concetto di “persona”.
Il cinese mandarino standard, chiamato 普 通 话 pŭtōnghuà, viene ufficialmente traslitterato in alfabeto latino tramite il pīnyīn.
Data la complessità del suddetto sistema di traslitterazione, in questa appendice mi limiterò a fornire informazioni di basi circa la corretta pronuncia delle lettere, senza analizzare tutti i casi di traslitterazione. Per maggiori informazioni si rimanda a : M. Abbiati, Grammatica di cinese moderno, Venezia, Cafoscarina, 1998 e M. Abbiati, La lingua cinese, Venezia, Cafoscarina 1992
Il pīnyīn è formato da 3 principali unità: un’iniziale, un gruppo vocalico e/o nasale come finale e un tono.
Iniziali:
B (bilabiale occlusiva sorda non aspirata): si pronuncia come la P italiana [p]
C (dentale affricata sorda aspirata): si pronuncia come la Z italiana di grazia, ma aspirata [ts’]
Ch (retroflessa affricata sorda aspirata): somiglia al suono italiano della C di ciao, ma la lingua deve essere posta in posizione retroflessa [tʂ’]
D (alveolare occlusiva sorda non aspirata): si pronuncia come la T italiana [t] F (labiodentale fricativa sorda): si pronuncia come la F italiana [f]
G (velare occlusiva sorda non aspirata) : si pronuncia come la C italiana di “casa” [k] H (velare fricativa sorda): si pronuncia come la J dello spagnolo Alejandro [x]
J (palatale affricata sorda non aspirata): ha il suono della C italiana nella parola ciao, ma la lingua deve essere accostata al palato [tɕ]
K (velare occlusiva sorda aspirata): si pronuncia come la C di casa, ma aspirata [k’] L (alveolare laterale sonora): si pronuncia come la L italiana [l]
M (bilabiale nasale sonora): si pronuncia come la M italiana [m] N (alveolare nasale sonora): si pronuncia come la N italiana [n]
P (bilabiale occlusiva sorda aspirata): si pronuncia come una P aspirata [p’]
Q (palatale affricata sorda non aspirata): si pronuncia come la doppia C della parola laccio, ma la lingua deve essere accostata al palato [tɕ’]
R (retroflessa fricativa sonora): simile alla J del francese jour, ma senza palatizzazione [ʐ] S (dentale fricativa sorda): si pronuncia come la S italiana [s]
Sh (retroflessa fricativa sorda): somiglia al suono italiano della Sc di scena, ma retroflessa [ʂ]
T (alveolare occlusiva sorda aspirata): si pronuncia come una T aspirata [t’] W (semivocale bilabiale sonora): si pronuncia come la U di uovo [w]
X (palatale fricativa sorda): simile alla combinazione SC della parola scena, ma la lingua deve essere accostata al palato [ɕ]
Y (semivocale palatale sorda) : si pronuncia come la I di ieri [j]
Y (semivocale palatale sonora): se seguita da u, uan, ue, un si pronuncia come il dittongo ui del francese lui [ɥ]
Z (dentale affricata sorda non aspirata) : si pronuncia come la Z italiana di grazia [ts] Zh (retroflessa affricata sorda non aspirata): simile al suono della C di cena, ma retroflessa [tʂ]
Finali:
Esemplificare tutte i possibili suoni finali della lingua cinese richiederebbe una trattazione non facilmente riassumibile. Non essendo questa la sede per discutere di fonetica e linguistica, verranno di seguito spiegati i suoni finali in maniera piuttosto semplificata per permettere al lettore di avere una conoscenza basilare.
Una sillaba finale è costituita da una vocale che può essere seguita dalle consonanti nasali –n e –ng.
A titolo d’esempio:
ge: g (iniziale) + e (finale) gen: g (iniziale) + en (finale) geng: g (iniziale) + eng (finale).
Non tutte le combinazioni di iniziali-‐finali sono possibili. Di seguito le finali della lingua cinese mandarina:
A: con eccezione della sillaba “yan” e nel caso in cui seguisse le vocali i-‐u in cui viene pronunciata come una “è”, negli altri casi si pronuncia similmente alla A italiana
E: a fine sillaba viene pronunciata come la combinazione “eu” del francese. Nel caso in cui fosse seguita da i, si pronuncia come la “è” italiana
I: si pronuncia come la I italiana tranne nelle sillabe “ci, si, zi, chi, shi, zhi, ri” in cui è muta
IU: viene inserita nella pronuncia una “o” breve che assomiglia al dittongo iou N: si pronuncia come la N finale di con
NG: ha un suono nasale come nella parola ring dell’inglese
O: prima di “ng” e dopo “a” ha un suono intermedio tra o e u. Somiglia alla “o chiusa” italiana negli altri casi
U: si pronuncia come la “u” italiana tranne nel caso in cui fosse posizionata dopo le iniziali “j,q,x e y” in cui assume un suono simile alla ü tedesca
UI: viene inserita nella pronuncia una “e” breve che assomiglia al dittongo uei
UN: si pronuncia come “uen” tranne nel caso in cui fosse posizionata dopo le iniziali “j,q,x e y” in cui assume un suono simile alla ün tedesca
Ü: suono simile alla ü tedesca
Toni:
Il cinese è una lingua tonale, il che significa che ogni sillaba porta con sé una variazione melodica sulla vocale. In cinese esistono 4 toni più un tono neutro
1) Il primo tono, segnato come ā, è dotato di intensità costante 2) Il secondo tono, segnato come á, è dotato di intensità crescente
3) Il terzo tono, segnato come ǎ, è dotato di intensità calante inizialmente e poi nuovamente crescente
4) Il quarto tono, segnato come à, è dotato di intensità calante 5) Il tono neutro contraddistingue le sillabe atone
APPENDICE II – GRAFICI E TABELLE
Al fine di non appesantire la lettura della tesi, si è preferito porre i grafici e le tabelle con i dati macroeconomici del paese in un’appendice a parte.
Grafico 1: Il grafico mostra la crescita economica dei 5 paesi dell’Asia Centrale. Come si può notare,
nonostante la decrescita degli ultimi anni, il Kazakhstan si attesta come prima economia regionale. Fonte: Banca Mondiale