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CAPITOLO 3: GLI STRUMENTI DI ALLERTA

2. L’applicazione degli early warning ad alcuni dealer automobilistici

2.1 Trevisauto S.p.a

Trevisauto S.p.a. è una società presente sul mercato dell’automobile, da più di quaranta anni a Villorba (Treviso), con sedi –negli anni scorsi- anche a Quinto, Oderzo e Silea.

La società ha per oggetto la distribuzione, la commercializzazione, l’importazione e l’esportazione di veicoli nuovi e usati, e il loro commercio di parti staccate, ricambi e accessori, gomme, carburanti, lubrificanti e simili, l’assistenza tecnica per i veicoli medesimi e l’attività di autoriparazione distinta nelle seguenti categorie: meccanica e motoristica; elettrauto – gommista, nonché l’installazione e manutenzione d’impianti di alimentazione a Gpl e Metano.

La società ha per oggetto anche l’attività di autonoleggio con o senza conducente, di soccorso stradale per recupero veicoli e di autodemolizione per vendita parti staccate. In via prevalente e del tutto occasionale e strumentale per il raggiungimento dell’oggetto sociale, può effettuare tutte le operazioni commerciali, finanziarie (non nei confronti del pubblico), industriali, mobiliari e immobiliari, concedere fidejussioni, avalli, cauzioni, garanzie in genere, anche a favore di terzi, e assumere, solo a scopo di stabile investimento e non di collocamento sul mercato, sia direttamente sia indirettamente, partecipazioni in altre società, nei limiti di cui all’art. 2361 c.c. È dotata di un sistema di amministrazione tradizionale e il controllo contabile è esercitato dal collegio sindacale opportunamente istituito perché società per azioni.

Rivenditore ufficiale per Saab, Opel e Chevrolet, nel 2003 Trevisauto diventa uno dei concessionari di riferimento per la città di Treviso. Dopo la vicenda di General Motors e con la profonda crisi del 2009 che ne sciolse la divisione europea, liquidando i marchi Opel e Saab e cambiando i modi delle importazioni di Chevrolet, Trevisauto si ritrova senza i marchi ufficiali. Resistendo nonostante le spese importanti cui ha dovuto far fronte, ha introdotto nuovi marchi come DR Automobiles, Isuzu e Ford puntando su una rinomata ed efficiente officina altamente qualificata, oltre ad un servizio di Rent car all’avanguardia anche sul lungo periodo. Il tutto senza apportare tagli al personale.

In attesa di un partner, in data 30 marzo 2018 è deliberata l’amissione di concordato preventivo ai sensi dell’Art. 161 L. F, complice anche il fatto di un mancato ottemperamento a determinati rientri da parte di una consociata.

Dall’applicazione del modello di adeguata verifica concernente la macro area “Anomalie contabili e di bilancio riscontrabili in bilanci, situazioni contabili o altri rendiconti o scritture contabili” avente un’incidenza del 35% sul totale, sono rilevate anomalie nei punti 3 “Drastica riduzione valori dell’attivo per perdite durevoli di valore o delle garanzie rilasciate ai terzi a fronte d’impegni finanziari rilevanti”, e nel punto 4 “Drastica riduzione fatturato per ammontare superiore al 10% ovvero maggiore al 30%” (Tabella 3.3).

Lo Score parziale così ottenuto70 mostra come la società si trovi in una situazione di vulnerabilità, da monitorare anche in seguito in via prospettica, tuttalpiù che sono state riscontrate due anomalie nella stessa macro area. Per aver un quadro il più definito possibile, bisogna altresì tenere in considerazione anche i risultati delle altre macro aree di natura prettamente gestionale, i cui dati sono riscontrabili solamente dagli organi gestori della società stessa. Per colmare in parte tale gap, si è ritenuto opportuno accompagnare un’analisi più statica, sui principali

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indicatori di bilancio (Tabella 3.4) dai quali è possibile comunque evincere alcune difficoltà nel campo della liquidità, della solidità e dell’efficienza operativa.

I principali indicatori da sottoporre ad attenzione e che in parte comprovano i risultati ottenuti dal modello di adeguata verifica, sono:

Margine di tesoreria (presenta un valore negativo, segnalando deficienze di liquidità e

possibili tensioni finanziarie nel breve periodo; l’impresa si troverebbe pertanto in zona di rischio finanziario, in quanto, a fronte di una richiesta di rimborso immediata dei debiti, non avrebbe le risorse monetarie sufficienti per farvi fronte, denotando quindi una situazione d’illiquidità);

Indice di liquidità secondario (presenta un valore leggermente inferiore a uno soglia

minima, segnalando che le risorse liquide e quelle prontamente liquidabili, ivi comprese le merci stoccate, non permettono di fronteggiare gli impegni assunti a breve termine dall’azienda);

Indice d’indebitamento (presenta un valore costante e prossimo a uno, segnalando che

l’impresa utilizza fonti di finanziamento di terzi, in una totale dipendenza finanziaria da soggetti terzi);

Indice d’indipendenza finanziaria (presenta un valore compreso nella classe che va da 0 a

0,33, segnalando che la struttura finanziaria dell'azienda è gravemente squilibrata).

Leverage (presenta un valore superiore a due, segnalando che i debiti sono maggiori del

capitale proprio e che quindi la situazione finanziaria potrebbe essere compromessa poiché l’azienda risulta sottocapitalizzata);

Tempo medio incasso crediti commerciali e tempo medio pagamento debiti commerciali (il tempo medio d’incasso dei crediti commerciali è nettamente superiore al

tempo medio di pagamento dei debiti commerciali durante il corso di tutto il triennio, segnalando così una scarsa efficienza dell’azione commerciale della società).

La totalità dei risultati ottenuti sia con il modello di adeguata verifica in chiave prospettica, che con i tradizionali indicatori di bilancio, vanno ad anticipare, confermando in qualche modo la proposta di concordato con soluzione di continuità presentata dalla società qualche anno dopo. Sicuramente il fatto di aver affidato la funzione di controllo contabile a un soggetto preposto dalla legge come il collegio sindacale non può che aver aiutato a intraprendere determinate azioni sui risultati di peculiari analisi.

L’aver saputo negli anni successivi alla crisi del 2009, adoperarsi alla ricerca di un nuovo marchio e puntare su un servizio di autofficina altamente specializzato, senza dover effettuare drastici tagli, non può far che pensare a una società convinta nel permanere sul mercanto e che utilizza lo strumento del concordato con continuità per dare maggiori garanzie.

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1 Riduzione superiore al 50% del Patrimonio netto per effetto perdite esercizi

2 Riduzione Capitale tangibile rettificato inferiore a zero

3 Drastica riduzione valori dell’attivo per perdite durevoli di valore o delle garanzie

rilasciate ai terzi a fronte di impegni finanziari rilevanti

4 Drastica riduzione fatturato per ammontare superiore al 10% ovvero maggiore al

30%

5 Anomalo aumento del capitale circolante operativo non compensato da un pari aumento di autofinanziamento operativo

6 Drastica riduzione flusso di cassa operativo accompagnato da un saldo netto di

gestione negativo

7 Debt service coverage ratio <1,1

8 Autofinanziamento operativo negativo

9 PFN drastica crescita, associata a CNT/CI < 30%

10 Liabilities leverage (Equity/Total Assets <5% - 10%) e profit before taxes/Revenues < -

1%

11 Oneri finanziari netti/margine operativo lordo > 30%

12

Anomala crescita dei costi capitalizzati non rientranti tra le immobilizzazioni valutabili al fair value (marchi, brevetti, opere d’ingegno) non giustificati da una dimostrabile

crescita degli investimenti materiali e aumento nel volume d’affari

Tabella 3.3 - Anomalie contabili e di bilancio riscontrabili in bilanci, situazioni contabili o altri

rendiconti o scritture contabili (35%).71

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1. Riduzione superiore al 50% del Patrimonio netto per effetto perdite esercizi

Il Patrimonio netto si riduce sensibilmente nel corso del triennio 2014-2016, tuttavia senza raggiungere la soglia minima prevista. Questo valore dovrà comunque essere monitorato costantemente per una sua eventuale futura diminuzione, in considerazione anche delle eventuali perdite di esercizio future al quale la società potrà andare incontro.

2. Riduzione Capitale tangibile rettificato inferiore a zero

Il Capitale tangibile rettificato è in diminuzione, ma non è inferiore a zero e tantomeno vi si avvicina.

3. Drastica riduzione valori dell’attivo per perdite durevoli di valore o delle garanzie rilasciate ai terzi a fronte di impegni finanziari rilevanti

Totale attivo patrimoniale

2014 2015 2016

Immobilizzazioni immateriali 116.650 153.812 121.228 +3,78%

Immobilizzazioni materiali 1.155.920 1.112.743 807.058 -43,23%

Immobilizzazioni finanziarie 424.021 423.106 1.220 -34655,82%

Le immobilizzazioni materiali si riducono notevolmente per via di un cambio inerente al coefficiente di ammortamento determinato su una nuova vita utile di tali immobilizzazioni. Anche le immobilizzazioni finanziarie si riducono drasticamente, quasi azzerandosi.

Patrimonio netto

2014 2015 2016

1.559.157 1.478.695 1.400.490

-5,44% -5,58%

Capitale tangibile rettificato

2014 2015 2016

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4. Drastica riduzione fatturato per ammontare superiore al 10% ovvero maggiore al 30% Ricavi di vendita

2014 2015 2016

4.829.314 2.570.791 2.199.423

-87,85% -16,88%

Il fatturato subisce una drastica riduzione, dimezzandosi completamente nel corso del triennio.

5. Anomalo aumento del capitale circolante operativo non compensato da un pari aumento di autofinanziamento operativo

Capitale circolante operativo

2014 2015 2016 14.215.237 13.167.532 12.202.804 -7,96% -7,91% Autofinanziamento operativo 2014 2015 2016 10.343.076 5.584.505 5.098.992 -85,21% -9,52%

Il capitale circolante operativo e l’autofinanziamento operativo diminuiscono.

6. Drastica riduzione flusso di cassa operativo accompagnato da un saldo netto di gestione negativo

Flusso di cassa operativo

2015 2016

6.173.665 5.280.196

-16,92%

Saldo netto di gestione

2015 2016

6.926.601 6.578.523

-5,29%

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Debt service coverage ratio

2015 2016

2,90 3,65

Con un DSCR maggiore a 1,1 è garantita, una ordinaria e normale gestione finanziaria, considerando prudentemente anche il rischio di future diminuzioni non previste nel flusso di cassa operativo (perdite inattese della distribuzione dei flussi di cassa).

8. Autofinanziamento operativo negativo

Autofinanziamento operativo

2014 2015 2016

10.343.076 5.584.505 5.098.992

L’autofinanziamento operativo si attesta su valori positivi, ma è da tenere sotto osservazione per via della sua drastica riduzione nel corso del triennio.

9. PFN drastica crescita, associata a CNT/CI < 30% Posizione finanziaria netta

2014 2015 2016

-2.613.324 -1.697.852 -792.484

+35,03% +53,32%

Capitale netto tangibile / Capitale investito

2014 2015 2016

49,05% 54,46% 54,78%

La posizione finanziaria netta sebbene negativa, è in forte ripresa.

Il rapporto tra capitale netto tangibile e capitale investito è positivo, e si attesta quasi sui medesimi valori percentuali nell’arco del triennio.

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10. Liabilities leverage (Equity/Total Assets <5% - 10%) e profit before taxes/Revenues < - 1%

Liabilities leverage

2014 2015 2016

19,56% 19,85% 21,31%

Profit before taxes/Revenues

2014 2015 2016

0,86% -1,78% -2,38%

Il liabilities leverage si attesta su valori pressoché simili, ben al disopra della soglia, per tutto il triennio. Il rapporto tra profit before taxes e i revenues invece è in netto calo, al disotto del limite soglia indicato.

11. Oneri finanziari netti/margine operativo lordo > 30%

Oneri finanziari netti/margine operativo lordo

2014 2015 2016

1,78% 3,35% 2,00%

Il rapporto tra oneri finanziari netti e margine operativo lordo è positivo, con valori pressoché stabili e ben lontani dal limite soglia.

12. Anomala crescita dei costi capitalizzati non rientranti tra le immobilizzazioni valutabili al

fair value (marchi, brevetti, opere d’ingegno) non giustificati da una dimostrabile crescita degli investimenti materiali e aumento nel volume d’affari

Dai dati di bilancio, non risulta un’anomala crescita di costi capitalizzati non rientranti tra le immobilizzazioni valutabili al fair value (marchi, brevetti, opere d’ingegno) non giustificati da una dimostrabile crescita degli investimenti materiali e aumento nel volume d’affari.

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Trevisauto S.p.a.

INDICI DI LIQUIDITÀ 2014 2015 2016

Margine di Tesoreria -751.209 -1.227.537 -537.436

Indice di liquidità primario 1,25 1,15 1,33

Indice di liquidità secondario 0,86 0,75 0,86

CCN 1.244.042 743.063 1.405.955

INDICI DI SOLIDITÀ

Indici di flessibilità finanziaria

Indice di indebitamento 0,72 0,74 0,72

Indice indipendenza finanziaria 0,20 0,20 0,21

Indice indipendenza da terzi 0,27 0,27 0,30

Indice di copertura delle immobilizzazioni 0,92 0,88 1,51 Indice di copertura delle immobilizzazioni 1,32 1,15 2,03

Leverage 3,67 3,71 3,37

Indici di composizione

Indice elasticità dell'Attivo 78,29% 78,86% 85,86%

Indice rigidità dell'Attivo 21,71% 23,14% 14,14%

Passività correnti/ Totale fonti 62,69% 66,88% 64,47%

Passività differite/ Totale fonti 17,76% 13,27% 14,23%

Patrimonio netto/ Totale fonti 19,56% 19,85% 21,31%

Indici di copertura

Margine di struttura complessivo -171.654 -245.186 470.984 Quoziente di Auto copertura Immobilizzazioni 1,35 1,33 1,74

Quoziente di Copertura Immobilizzazioni 1,72 1,43 2,51

INDICI DI EFFICIENZA OPERATIVA

Tempo medio incasso crediti commerciali 176 265 256

Tempo medio pagamento debiti commerciali 74 136 81

Indice rotazione capitale investito 1,04 0,66 0,68

Indice rotazione attività correnti 0,77 0,45 0,39

Indice rotazione dei crediti 2,04 1,29 1,20

Indice rotazione delle scorte 2,38 1,19 1,19

Indice durata delle scorte 151 301 301

Durata del ciclo circolante 125 128 85

Tabella 3.4 – Una sintesi dei principali Indici di analisi di bilancio.72

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