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100 utenti, è comprensibile che vengano adottati sistemi di filtraggio perché queste istituzion

LIBERTÀ INTELLETTUALE

100 utenti, è comprensibile che vengano adottati sistemi di filtraggio perché queste istituzion

dipendono dai fondi governativi non solo per il loro normale sostentamento, ma anche per

le connessioni internet e quindi gli accessi in rete.464 Già dall’adozione di internet in questi

luoghi i processi erano attivi, ma oggi probabilmente lo sono per adeguarsi alla CIPA e, piuttosto che non fornire un accesso, lo si fornisce per averne almeno uno, anche se non del

tutto libero da restrizioni.465 Una delle soluzioni che avanza l’associazione per le scuole e

le biblioteche pubbliche che si trovano nella posizione di scegliere l’adozione dei filtri è quella di incrementare le procedure e le norme di accesso per mitigare il loro effetto negativo e di concentrarsi sui programmi educativi attraverso i quali insegnare agli adulti e ai ragazzi il giusto approccio al contesto della rete, affinché si possano aiutare gli utenti ad

individuare e valutare le informazioni che recuperano.466 L’ALA comunque ritiene i

sistemi di filtraggio inaffidabili perché bloccano i contenuti – agli adulti e ai minori - o troppo o poco e lo fanno comunque inadeguatamente, considerato che questo lavoro viene svolto dai calcolatori elettronici secondo ordini consegnati in algoritmi tramite un linguaggio codificato: essi non sono pertanto in grado di interpretare, categorizzare e valutare le espressioni della comunicazione umana, siano esse veicolate in testi o

immagini, come riuscirebbe a fare una mente umana.467

Alfabetismo informativo e apprendimento permanente

Il riferimento allo sviluppo di programmi informativi digitali rivolti all’utenza delle biblioteche serve per collegare alla libertà intellettuale un altro argomento, quello della biblioteca ritenuta quale istituzione che svolge anche la funzione di alfabetizzazione

informativa.468

Tradizionalmente le biblioteche sono considerate istituzioni pubbliche appartenenti alla società che forniscono l’accesso all’informazione, la mediazione con il patrimonio culturale, la messa a disposizione di spazi per l’intrattenimento e le attività ricreative e aventi il ruolo di potenziamento dell’apprendimento permanente - ruoli che oggi vengono continuamente reinterpretati e riconsiderati per via dei mutamenti che novità tecnologiche

464 Cfr. ALA [2017] 465 Cfr. ALA [2015a] 466 Cfr. ALA [2017]

467 Cfr. ALA [2017] e DOOLAN – OLSHAUSEN – RAINEY [2016] p. 4. 468 Cfr. RIDI [2010] p. 146.

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e diversi modi di ottenere informazioni e documenti hanno comportato.469 La mole sempre

più crescente di informazioni e la necessità di un accesso equo alle risorse hanno fatto sì che l’alfabetismo informativo diventasse essenziale per il ventunesimo secolo, trattandosi di quell’insieme di competenze che sono richieste ai professionisti bibliotecari e dell’informazione per assistere gli utenti e coloro che usufruiscono delle altre istituzioni e

per aiutarli a sviluppare metodi di ricerca di informazioni pertinenti e qualitative.470

Alfabetismo necessario non solo per i soggetti che sono appena stati citati, ma anche e

soprattutto per la cittadinanza in generale,471 che vive la cosiddetta società

dell’informazione, «ovvero una società in cui il possesso, l’organizzazione, la manipolazione e la trasmissione dell’informazione, in tutte le sue forme, assumono ogni giorno crescente importanza economica, politica e culturale» e se le informazioni diventano più importanti occorre, oltre alla possibilità di potervi accedere liberamente, che

si impari dove e come recuperarle, valutarle e utilizzarle.472 Ciò è sottolineato anche nel

primo paragrafo dell’Information literacy competency standards for higher education,473

un documento dell’ACRL (acronimo di The Association of College and Research

Libraries, una divisione dell’ALA) tradotto dall’AIB474 in cui – anche se sostituito da un

altro documento più recente, l’ACRL Framework for information literacy for higher education -475 si definiva in questo modo il contesto dell’information literacy durante i primi anni del Duemila:

«La competenza informativa sta diventando sempre più importante nell’attuale contesto di rapidi cambiamenti tecnologici e di continua proliferazione di risorse informative. A causa dell’escalation di complessità di tale ambiente, gli individui sono messi di fronte ad una offerta informativa differenziata e abbondante, sia nei loro studi universitari che nell’ambiente di lavoro e nella vita privata. L’informazione è disponibile attraverso le biblioteche, l’informazione di comunità, le organizzazioni legate a particolari interessi, i media ed Internet; e sempre di più l’informazione arriva agli individui direttamente, non filtrata, lasciando aperte questioni di autenticità, validità e affidabilità. Inoltre l’informazione è disponibile in formati multimediali, grafici, testuali, sonori, ecc., e questo pone agli individui ulteriori sfide di valutazione e di comprensione. L’incertezza sulla qualità dell’informazione e la sua crescita esponenziale, pongono una grande sfida all’intera società: la mera abbondanza d’informazione

469 Cfr. TÓTH MÁTÉ [2016] p. 33. 470 Cfr. SUNDAY JOHN [2016] p. 99. 471 Cfr. SUNDAY JOHN [2016] pp. 99-101. 472 Cfr. RIDI [2010] p. 139. 473 Cfr. ACRL [2000] 474 Cfr. AIB [2003] 475 Cfr. ACRL [2015]

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non crea di per sé cittadini/e più informati/e, se manca quel complementare insieme di competenze necessarie ad utilizzarla in maniera efficace».476

È in questo contesto dunque che si inserisce l’alfabetismo informativo – nel testo appena citato, invece, competenza informativa.

Per fare chiarezza terminologica e semantica è necessario fornire qualche precisazione in merito a questa traduzione italiana dall’espressione in lingua inglese information literacy. All’interno della letteratura biblioteconomica in lingua italiana oltre a questa si utilizzano diverse altre traduzioni: alfabetizzazione informativa, uso consapevole dell’informazione, competenza informativa, educazione all’informazione,477 ma in questo lavoro si utilizzerà quella di alfabetismo informativo per riferirsi al possesso di quelle competenze o abilità informative che permettono ad un soggetto di non rischiare di ignorare o di non saper interpretare informazioni essenziali per la propria vita e le proprie scelte e che vengono fornite da soggetti diversi, quali ad esempio la famiglia, le scuola e le università, al fine di

permettere una produzione e una fruizione critica di documenti e informazioni.478

Al di là di information, infatti, che contestualizza l’ambito della literacy, è proprio quest’ultimo termine che si può confondere con la parola italiana alfabetizzazione, quando

la si dovrebbe tradurre con alfabetismo o competenza.479 Con alfabetizzazione in italiano si

indica infatti il processo di insegnamento e di apprendimento per la trasmissione e lo

sviluppo dell’alfabetismo inteso come il possesso di certe competenze480 - lettura, scrittura

ed elementari operazioni matematiche -481 quando poi sia alfabetizzazione informativa

indica l’insieme di processi grazie ai quali vengono trasmesse o sviluppate le competenze necessarie per muoversi in modo consapevole all’interno della totalità dei documenti esistenti.482

Considerando il solo termine alfabetismo senza aggiungere specificazioni troppo profonde rispetto alle sfaccettature contestuali e terminologiche alle quali si può accostare, si può

dire che esso significhi «il saper leggere e scrivere».483 È quando lo si accosta all’ambito

della società dell’informazione nella quale stiamo vivendo che queste capacità non sono

476 Cfr. AIB [2000] in Introduzione. 477 Cfr. BALLESTRA [2011] p. 46. 478 Cfr. RIDI [2010] pp. 139-140. 479 Cfr. RIDI [2010] p. 142. 480 Cfr. RIDI [2010] p. 142. 481 Cfr. BALLESTRA [2003] p. 11. 482 Cfr. RIDI [2010] p. 139.

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più sufficienti perché saper solo leggere e scrivere in almeno una lingua non basta:484 le

informazioni e i documenti a cui i cittadini possono fare riferimento per informarsi hanno subìto una svolta verso un’abbondanza quantitativa e i loro contenuti hanno bisogno di un’analisi e di un accertamento della provenienza che ne verifichi l’aspetto qualitativo implicando così un doveroso discernimento delle informazioni, della loro qualità e affidabilità e inducendo un apprendimento o accrescimento delle capacità di ognuno

affinché si possano effettivamente attivare questi procedimenti di verifica e valutazione.485

Al di là della scelta di riferirsi qui con alfabetismo informativo, si deve considerare che non sembra esistere un’unica definizione concettuale per information literacy e sia più opportuno fornire una panoramica dei diversi punti di vista e delle definizioni espresse singolarmente dalle comunità, dalle associazioni e dagli studiosi che sono state adattate a

seconda dei contesti e offerte nel tempo486 sin dagli anni Settanta del secolo scorso.487

Questa combinazione di termini è stata formulata per la prima volta nel 1974 da Paul Zurkowski, allora presidente dell’Information Industry Association, il quale riteneva necessario avviare una consistente attività di formazione dell’utente focalizzata ai servizi di informazione per permettere loro di muoversi con confidenza all’interno della molteplicità delle fonti informative e quindi arrivare a possedere un reale accesso alle

notizie.488 Le persone avrebbero dovuto diventare information literate:489 soggetti in

possesso dell’abilità di saper trovare e usare qualsiasi tipo di informazione. Poco più di un decennio dopo, nel 1989, l’ALA descrive una literate person come:

«in grado di riconoscere quando è necessario acquisire l’informazione, avere poi la capacità di individuarla, saperla valutare ed usare in modo efficace. Ai nostri giorni, sono da considerare persone information literate quelle che hanno imparato ad apprendere. Esse sanno come apprendere perché conoscono l’organizzazione del sapere, sanno come l’informazione possa essere rintracciata e come la si possa utilizzare ed elaborare in modo da fornire nuovi elementi a favore dell’apprendimento di altri individui. Sono persone preparate ad apprendere lungo tutto l’arco della vita, poiché sono in grado di trovare l’informazione giusta e appropriata per qualsivoglia compito o decisione debbano intraprendere».490

484 Cfr. RIDI [2010] p. 141 e BALLESTRA [2003] p. 11. 485 Cfr. BALLESTRA [2011] pp. 31-33. 486 Cfr. BALLESTRA [2001] pp. 47-48. 487 Cfr. BAWDEN [2001] p. 230. 488 Cfr. PASSERINI [2013] p. 255. 489 Cfr. PASSERINI [2013] p. 255.

490 Cfr. PASSERINI [2013] p. 256 da cui è tratta la traduzione, per il testo originale cfr. ACRL [1989]

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