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Vantaggi e Svantaggi delle quotazione in Borsa per l’impresa

2. LE EXIT STRATEGIES

2.4 Il disinvestimento tramite Quotazione

2.4.1 Vantaggi e Svantaggi delle quotazione in Borsa per l’impresa

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La quotazione in Borsa rappresenta una scelta chiave per il successo di un’azienda, capace di creare valore non solo per gli azionisti di riferimento ma anche per gli altri investitori e il mercato nel suo complesso.

Con riferimento alle esigenze dell’emittente, la quotazione è spesso intesa come risposta a uno o più dei seguenti bisogni14:

a) raccogliere nuovi capitali per finanziare rilevanti progetti impren- ditoriali, anche se, per l'Italia, alcuni studi hanno rilevato che la quotazione abbia seguito, e non preceduto, un'accelerazione della crescita e degli in- vestimenti delle società coinvolte;

b) diversificare le fonti di finanziamento per ridurre la dipendenza dell'impresa dal capitale di debito e allargare la base di raccolta del capitale di rischio assicurandone, al contempo, il frazionamento del possesso presso gli investitori al fine di non mettere a rischio il preesistente assetto di controllo dell’impresa;

c) rafforzare il proprio prestigio per godere di ricadute positive in termini di potere contrattuale sia sul mercato dei fattori produttivi che su quello dei beni e servizi prodotti;

d) migliorare il proprio standing creditizio al fine di ridurre il costo del capitale, anche e soprattutto di debito, sia per l'effetto diretto connesso alla minor leva finanziaria che si determina per la società che emette nuove azioni, sia per l'effetto indiretto della maggior disciplina nel governo aziendale imposta dalla necessità di rispettare le regole di corporate

governance e di trasparenza verso il pubblico previste dal regolamento del

mercato;

e) disporre di moneta di scambio per possibili future operazioni di fusione o acquisizione;

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f) disporre di uno strumento addizionale di incentivazione e motivazione del management e dei dipendenti;

g) ottenere una valutazione di mercato che esprima il risultato di un’attenta, continua e credibile attività di monitoraggio esterno sull’efficacia del management nella creazione di valore;

Da tale elenco si evince come la scelta di un’impresa di quotarsi risponda solo in parte ad una logica finanziaria, potendo il più delle volte essere dettata da considerazioni di natura strategica o di governo aziendale. Infatti, a ciò che si è appena detto si può aggiungere e meglio precisare che:

- il prestigio e la notorietà derivante dalla quotazione rendono più agevole e meno costoso reclutare capitale umano di qualità, estendere la rete dei rapporti commerciali con altre imprese e affermare il proprio brand nel pubblico dei clienti potenziali;

- la possibilità di emettere azioni quotate e scambiate quotidianamente sotto condizioni ideali di visibilità e trasparenza permette all'impresa di impegnarsi in acquisizioni di altre società senza alterare il proprio equilibrio finanziario offrendo come mezzo di pagamento azioni proprie anche di nuova emissione;

- la quotazione offre l’opportunità di concordare più attraenti piani di incentivazione del management basati su stock options, di promuovere l'a- zionariato dei propri dipendenti, di avere un riscontro immediato del giudizio del mercato sulle scelte intraprese dal management;

- disporre di un azionariato diffuso, infine, rende l'azienda più forte sul piano "politico" interagendo con le autorità impegnate in attività di re- golamentazione e supervisione e con altre istituzioni.

La quotazione può, però, anche servire a soddisfare esigenze proprie di coloro che sono già azionisti. La creazione di un mercato pubblico per i titoli azionari infatti permette loro di:

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a) diversificare la propria ricchezza, senza perdere il controllo sulla società;

b) realizzare rilevanti capital gain (tempificando il collocamento nei periodi più positivi del ciclo di borsa in modo da spuntare nell'offerta prezzi superiori a quelli che la conoscenza da insider della realtà aziendale suggerirebbe come appropriati);

c) favorire il passaggio generazionale, agevolando l'uscita degli eredi dell'originario imprenditore non interessati a proseguire nella conduzione dell'azienda;

d) assecondare il desiderio di rientro dall'investimento di merchant banks e di fondi di private equity e venture capital che abbiano apportato capitale di rischio alla società per favorirne lo sviluppo o una trasformazione manageriale, senza, però, mettere a repentaglio l'assetto di controllo preesi- stente alla quotazione grazie alla dispersione delle azioni collocate presso una pluralità di risparmiatori.

2.4.1.2 Svantaggi

Da quanto sopra illustrato emerge che la quotazione comporta numerosi benefici che si traducono in una migliore efficienza e trasparenza della società. E' importante tuttavia che la società prenda in considerazione anche gli obblighi e gli aspetti potenzialmente critici che la quotazione può comportare. Questi fattori di criticità, che variano a seconda delle circostanze e delle caratteristiche dell’azienda coinvolta, sono15:

 il titolo è maggiormente suscettibile alle condizioni del mercato in quanto può essere influenzato dalle azioni speculative e dalla congiuntura negativa della borsa, indipendentemente dalle scelte strategiche dell’azienda;

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 la quotazione rende necessario il cambiamento di aspetti organizzativi, gestionali e manageriali. Ad esempio è necessario adeguare i sistemi informativi, i meccanismi operativi, adottare i principi di corporate governance, prestare attenzione sulle corrette politiche di comunicazione ed eventualmente modificare la cultura del management;

 l’accesso al mercato espone l’azienda ad una continua valutazione da parte di investitori e soggetti esterni che possono indurre l’azienda nell’errore di privilegiare le performance di breve periodo. Infatti l’andamento del titolo dipende dalla capacità dell’azienda di confermare, trimestre per trimestre, il raggiungimento dei propri obiettivi attesi. Ciò induce soprattutto il management a ricercare risultati economici immediati anziché considerare piani di sviluppo di medio - lungo termine;

 aumenta il grado di complessità e di burocrazia in quanto la società quotata deve rispettare molte regole per tutelare le minoranze, prevenire conflitti d’interessi e operare in senso favorevole all’integrità dei mercati. Questo implica che alcune decisioni importanti per la vita di una società, quali l’aumento di capitale o l’ingresso in un nuovo mercato, devono essere prese considerando necessariamente gli interessi di soggetti che non possono partecipare a tale decisione;

 al fine di evitare fenomeni di insider trading, la società deve diffondere tempestivamente al pubblico, alla Borsa italiana e alla Consob, informazioni rilevanti ai fini dell’andamento della quotazione;

 l’impresa deve sostenere elevati costi per l'ammissione alla quotazione in Borsa. Tali costi comprendono vari voci di spesa tra cui: costi del consorzio di collocamento, spese legali, costi Borsa Italiana, costi Consob, altri costi (stampa ecc.). L’ammontare di queste spese è variabile e dipende da una serie di elementi, tra cui

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l’entità del collocamento, il settore in cui opera l’emittente e le dimensioni della stessa;

 la quotazione comporta una ricaduta sull’assetto proprietario dell’azienda. Anche quando alla quotazione non consegue una immediata dispersione della quota di controllo degli azionisti esistenti purtuttavia viene percepita come una possibilità che può realizzarsi in futuro al ricadere di determinate situazioni. Per questo motivo gli azionisti spesso non sono favorevoli all’apertura del capitale. Bisogna poi sottolineare ancora una volta che:

1) l’aumento dei costi di compliance alle norme che regolano i soggetti quotati può essere un disincentivo, così come il rispetto puntuale di tali regole, nei casi in cui permanga un’azionista di controllo, può talvolta essere difficoltoso.

2) Dall’altra parte, soprattutto nelle situazioni in cui l’azionariato è estremamente frazionato( tale cioè, da non poter individuare un’azionista di controllo, o anche solo di riferimento) il rischio è che prevalgono gli interessi di gruppi di minoranza organizzati. 3) Il monitoraggio continuo delle performance aziendali può

concentrare la visione nel breve periodo, soprattutto quando esistono forme di remunerazione del management calibrate sulle performances di breve termine.

Queste pratiche distorsive che possono essere molto dannose soprattutto per gli azionisti di minoranza, possono essere contrastate sia con politiche di remunerazione bilanciate sul trade off risultati /rischi su un orizzonte temporale di medio termine ( eventualmente anche con clausole di claw back ed evitando golden parachure nel caso di abbandono del management) sia, soprattutto, attuando corrette pratiche di corporate governance ( il Codice di Autodisciplina della Borsa Italiana, ne è un esempio, ma anche la Banca d’Italia ha emanato specifiche disposizioni

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per il governo delle banche) che vedono coinvolti amministratori indipendenti dotati di adeguati skills professionali.

Al fine di fornire un’indicazione concreta della tempistica standard riconducibile al processo di quotazione, nel capitolo successivo vengono descritti i passaggi dettagliati del processo di collocamento di titoli di una ipotetica target company sulla Borsa Valori Italiana.

Argomento che verrà trattato con un certo grado di dettaglio, in quanto costituisce la base di partenza per l’analisi e la comprensione del caso reale oggetto di questo elaborato.

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3. QUOTAZIONE IN BORSA COME FORMA DI SOSTEGNO