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Parte IV: Il diritto del lavoro dell’Unione europea nella nuova fase della dimensione sociale europea: il Pilastro europeo dei diritti sociali e la

1. Verso una dimensione sociale europea

L’originaria assenza, nei trattati istitutivi, di riferimenti ai diritti fondamentali rappresentava una lacuna nell’ordinamento comunitario tale da far scaturire una collisione, in generale, tra ordinamento comunitario e ordinamenti nazionali e, in particolare, tra libertà economiche e diritti sociali (Ferrera, 2018). Tale lacuna è stata, tuttavia, colmata progressivamente sia per l’intensa attività svolta dalla Corte di Giustizia, in risposta alle forti sollecitazioni provenienti soprattutto dalla Corte costituzionale tedesca, sia attraverso un’espressa e adeguata costituzionalizzazione dei diritti sociali fondamentali, direttamente in un unico testo organico, denominato Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Nell’affermazione dell’autonomia costituzionale dell’Unione, determinante è stata, quindi, l’introduzione della CDFUE, grazie alla quale l’individuo in concreto acquista particolare rilievo (Rodesi, 2004).

In particolare, la Carta attribuisce un ruolo essenziale al principio di dignità umana, la cui centralità è immediatamente percepibile attraverso la valorizzazione della persona. Invero, la Carta la menziona non solo nel suo Preambolo, al primo posto tra i valori indivisibili e universali, ma vi dedica anche il primo articolo “Dignità umana” del Titolo primo rubricato “Dignità”, a mente del quale “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”.

La Carta, dunque, riconoscendo la tutela della persona, fornisce protezione all’individuo che deve essere salvaguardato nella sua unicità. Si tratta, quindi, del primo documento giuridico internazionale in cui la dignità compare in piena autonomia rispetto ai valori della libertà e dell’uguaglianza a cui tradizionalmente veniva associata.

Per la dignità umana, è avvenuto, pertanto, nel corso della seconda metà del secolo scorso, quanto si era verificato per i diritti umani.

Inizialmente, infatti, i diritti umani si riferivano all’essere umano in astratto, indipendentemente da qualsiasi determinazione concreta (sesso, razza, lingua, ecc.…), riservando a ciascun individuo il diritto di essere trattato nello stesso modo e di non essere privato della libertà e dei propri diritti in ragione della sua particolare condizione. Tale primo processo insisteva sulla necessità dell’uguale trattamento degli esseri umani.

Successivamente, l’attenzione si è posta, invece, sull’individuo in concreto, tenuto conto della specificità dei suoi diversi status, distinti a seconda del sesso, dell’età, delle condizioni fisiche o del contesto sociale. In questo secondo processo, è emersa la necessità di un trattamento

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differenziato: la donna dall’uomo, il bambino dall’adulto, l’adulto dall’anziano, il sano dal malato e così via. Quest’ultimo processo ha fatto spostare l’attenzione dall’essere umano considerato in astratto, uguale a qualsiasi altro individuo, all’essere umano considerato in concreto, con tutte quelle diversità che gli derivano dal far parte di un gruppo piuttosto che di un altro o dal trovarsi in una fase della vita piuttosto che in un’altra. Al tempo stesso, qualcosa di analogo è accaduto per la dignità, che non si riferisce più al soggetto inteso in senso astratto, bensì all’individuo concreto nelle diverse fasi della sua vita, dal concepimento alla morte naturale e, addirittura, oltre.

Per questo motivo, come per l’uguaglianza è stata lanciata una vera e propria sfida, ovvero quella della rilevazione delle differenze che esigono di trattare diversamente gli individui in base alla loro particolare condizione, parallelamente, alla dignità è stata lanciata una sfida analoga, cioè quella di stabilire che cosa significa in concreto tutelarla nelle molteplici situazioni in cui può essere violata.

Sulla base di quanto detto, consegue che la dignità umana deve essere intesa, in primo luogo, come un valore, connessa al fatto che l’essere umano si differenzia sia dal resto degli esseri naturali, in qualità di animal rationale, sia dagli altri suoi simili, per il ruolo attivo che svolge nella vita pubblica. In tal senso, la dignità gli deriva non solo dall’essere al culmine della scala gerarchica degli esseri naturali ma anche dalla posizione che ricopre nella scala gerarchica sociale.

In secondo luogo, la dignità deve essere intesa come imprescindibile a ciascun essere umano, che gli spetta in quanto tale, indipendentemente da tutti quegli elementi empirici che caratterizzano le sue diverse condizioni di vita e, dunque, si riferisce all’essere umano dal momento del concepimento e persino oltre la sua morte (Becchi, 2013). Pertanto, il principio della dignità umana sembra essere stato l’elemento caratterizzante il percorso evolutivo della dimensione europea sempre più attenta alle prospettive sociali e, quindi, alla tutela dell’essere umano. In particolare, per quanto qui di interesse, con riferimento al principio di non discriminazione, la tutela della dignità umana rafforza il diritto del lavoratore a non essere discriminato, quindi, ad avere pari opportunità in termini di accesso al lavoro, alle progressioni di carriera e alla parità retributiva, quest’ultima da garantire in tutti i casi in cui risultano soddisfatte le seguenti condizioni: stessa quantità di lavoro svolto, stessa qualità, stesso tempo impiegato.

A seguito della convergenza socioeconomica a cui mira la CDFUE, il 26 aprile 2017, la Commissione, riconoscendo l’importanza della dimensione sociale europea, ha presentato un pacchetto di documenti che si propone di rafforzare tale dimensione. Nucleo centrale del suddetto pacchetto è il Pilastro europeo dei diritti sociali, un testo giuridicamente non vincolante, ideato per la zona euro, ma rivolto a tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Nel prosieguo, dopo una breve presentazione del Pilastro, viene analizzato il contributo che tale documento ha apportato alla dimensione sociale europea

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preesistente, attraverso un raffronto dei suoi principi rispetto a quelli già presenti nella CDFUE.

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