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Verso una nuova sistematizzazione della categoria

Ilaria Fiorentin

5. Verso una nuova sistematizzazione della categoria

Il contributo ha tentato di fornire una panoramica il più ampia e generale possibile della classe dei GE dell’italiano contemporaneo, che tenesse conto della pluralità di forme e di funzioni proprie di queste espressioni. A tale proposito, sono state approfonditi due casi particolarmente significativi, ovvero eccetera (il GE più frequente in italiano contemporaneo, cfr. anche Guil 1999 e Fiorentini in stampa) e le forme costruite a partire da cosa. I risultati ottenuti permettono di formulare alcune riflessioni.

In primo luogo, il caso di eccetera (forma originariamente aggiuntiva che può essere utilizzata anche per l’espressione di alternative) porta a ripensare la distinzione basata su e/o (“c’è di più”, “ci sono alternative”), che non sempre regge o risulta significativo, come anche nel caso di GE in cui la congiunzione è omessa (cose così, cose del genere). Nel caso specifico di eccetera, inoltre, emerge una rianalisi della forma (cfr. Fiorentini & Magni 2018) che vede la neutralizzazione della congiunzione iniziale, non più percepita come tale, al punto che sono possibili, oltre a contesti in cui è utilizzata in senso disgiuntivo (paragrafo 4.1.3), esempi del genere:

(40) Simonetta una delle rappresentanti di Buona Idea una di queste organizzazioni che appunto confeziona feste e eccetera eccetera chiavi in mano a casa direttamente [RM_E_8]

(41) chi vuole si porta un pubblico da casa eh può essere la mamma piuttosto che eccetera [MI_A_23]

In entrambi i casi la forma, evidentemente ormai opaca, viene fatta precedere da una congiunzione (e in un contesto aggiuntivo, piuttosto che in uno disgiuntivo). Tali esempi testimoniano l’incipiente desemantizzazione di eccetera, che qui si comporta come una proforma (al pari di cosa), e che di conseguenza richiede di essere preceduto da una congiunzione per specificarne il valore aggiuntivo o disgiuntivo (cfr. Magni & Fiorentini 2017; Fiorentini & Magni 2018; Fiorentini in stampa).

Inoltre, l’analisi di eccetera ha permesso di dar conto della plurifunzionalità di questa forma (e della categoria dei GE in generale), che ha mostrato di possedere valori che vanno oltre alla funzione originaria di estensione della referenza e costruzione di categorie contestualmente rilevanti (per quanto quest’ultima risulti la più frequente) e a quella di marca di vaghezza (Voghera 2012; Ghezzi 2013).

In secondo luogo, dallo spoglio dei dati del LIP è emerso come sia necessario ripensare i confini della classe dei GE, almeno dal punto di vista morfosintattico, in modo includere altri tipi di strategie (reduplicazioni, connettivi non esaustivi…), marginali ma comunque produttive, che, per quanto formalmente diverse, presentano la stessa funzione. Il caso dei GE formati a partire da cosa risulta in tal senso particolarmente significativo, poiché mostra come la stessa funzione possa essere svolta da forme e costruzioni anche molto diverse tra loro, che hanno però in comune la presenza della stessa proforma. Spingendosi ancora oltre, è possibile trovare nel LIP esempi in cui anche la proforma è assente, con un grado sempre crescente di schematicità:

(42) no voglio dire pecché so' pecché io so' pigro pigro so uno ca nun me va di uscire nun me va allora se c' ho una donna che non può uscire c'ha il marito geloso bene sta a casa nun potimm ii a cena nun putimm ii a teatro nun potimm quindi più che la donna ideale ci vuole il marito ideale della donna ideale [NA_E_13]

Come suggerito anche dall’andamento prosodico, l’ultimo slot nell’esempio (42) è lasciato intenzionalmente vuoto, al fine di segnalare, anche in assenza di una marca lessicale, che la lista non è finita (cfr. Mauri et al. in preparazione). L’esistenza di altri elementi (la funzione di estensione della referenza) è dunque in questo caso codificata interamente dal pattern reduplicativo.

In conclusione, si è tentato di compiere i primi passi verso un ripensamento della categoria dei GE in italiano, che tenga in considerazione la pluralità di forme e di funzioni effettivamente impiegate nel parlato. Ulteriori ricerche su corpora più recenti potranno fornire più esempi in particolare delle strategie più “esotiche” (pattern reduplicativi, onomatopee, connettivi non esaustivi…; cfr. Mauri et al. 2017), pressoché assenti nel LIP, ma sempre più diffuse nell’italiano parlato contemporaneo.

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Giuliana Fiorentino. Sociolinguistica della scrittura: varietà del web nel repertorio linguistico italiano

Sociolinguistica della scrittura: varietà