ISPIRAZIONE ENCICLOPEDICA
6.2 VIAGGIO NARRATIVO
Ora, come tutti gli oggetti d'uso, le interfacce informatiche possono essere inserite in una dimensione narrativa, nel senso che possono essere ricondotte alla forma elementare di narratività che, per la teoria greimasiana classica, sta nella base di tutte le storie: il programma di azione o programma narrativo (PN), che è l'azione orientata a uno scopo di un soggetto che vuole raggiungere un certo oggetto dotato per lui/lei di valore, oggetto che dunque è il suo scopo o obiettivo (Cosenza, 2014, p. 86).
Dopo l'analisi dell'interfaccia di Google (vedi capitolo 4), è arrivato il momento di porsi la domanda essenziale per classificare Google, e gli altri motori di ricerca, come oggetto d'uso: “per cosa? Cioè per fare quali azioni e con quali obiettivi?” (Cosenza, 2014, p. 130). In altre parole, qual è lo scopo? Questa è una domanda che non prevede una sola risposta, ma molteplici, come molteplici sono gli usi che si possono fare oggi di un motore di ricerca. Per esempio Google permette una molteplicità di operazioni (più di quaranta). Visti, quindi, i risultati dell'analisi, sembrerebbe naturale affermare che alla
domanda “per cosa?” Google risponda “per permettere agli utenti di cercare quello di cui hanno bisogno”.
La domanda per quale contesto? - cioè in quali storie tipiche e sceneggiature si inseriscono le azioni che il sito prevede? - è strettamente legata alla domanda per cosa? e avrà quindi, come questa, più risposte in sede di progettazione: nel progettare un sito occorre infatti nel fare un'analisi dettagliata delle storie e sceneggiature previste da ciascuna delle azioni che il sito rende possibili, a partire dai programmi gestuali sull’interfaccia, fino ai percorsi narrativi che si svolgono nella vita ordinaria (Cosenza, 2014, p. 130).
Nel momento in cui un'interfaccia, un sito, un portale o una pagina è terminata, viene lanciato nel mare della rete e si attende che qualche utente venga a navigarci contro. Spesso gli utenti arrivano ai siti internet tramite i motori di ricerca, motivo per il quale questi ultimi meritano un'analisi accurata, che non può tralasciare un particolare molto interessante: sono formidabili aiutanti. Se, quindi, per rispondere alla domanda “per cosa?” in maniera esaustiva bisogna anche rispondere alla domanda “per quale contesto?”, risulta evidente che la semiotica generativa può aiutarci a sviscerare meglio questo argomento.
Per rispondere alle domande per cosa? e per quale contesto? - nella progettazione di un sito come nella sua analisi a posteriori – è utile organizzare la descrizione delle azioni e delle gerarchie di azioni usando le strutture semio-narrative di Greimas (Cosenza, 2014, p. 130).
Proseguendo sui binari impostati dalla semiotica generativa, l'analisi narrativa potrebbe essere interessante per il motore di ricerca più che per l'utente. Il programma narrativo dell'utente medio può prevedere una mancanza generica, per esempio “cos'è la semiotica”, risolta con la ricerca dei termini sull'aiutante motore di ricerca, competenza, e acquisizione delle nozioni dopo la lettura della pagina di Wikipedia, performanza. Sanzione poco importante. Indubbiamente, in questo programma narrativo di base, va a inserirsi un programma narrativo d'uso dell'aiutante: il motore di ricerca. Se l'utente presenta, quindi, un programma narrativo che è già stato analizzato e studiato, cosa può
emergere dall'analisi dei programmi narrativi innescati da un motore di ricerca, per esempio Google?
Il motore di ricerca presenta una mancanza iniziale che è quello dichiarato da Google stesso nella descrizione della mission di azienda: organizzare il web e restituirlo agli utenti in modo ordinato. Si ha quindi una manipolazione, secondo il volere, dove destinante e destinatario coincidono. Il soggetto motore di ricerca deve dotarsi delle competenze adatte al proprio scopo, così nasce l'algoritmo di Google. Algoritmo che non è altro che una sequenza ordinata di azioni che racchiudono, insieme, un saper fare e un poter fare. In questo modo, competente delle nozioni dell'algoritmo, lo spider parte per il lungo viaggio nel mare di internet. In altre parole, per aiutare i propri utenti, il motore di ricerca si lancia nel mare della rete, saltando da un punto all'altro, tramite i link. Ogni salto porta con sé una raccolta di dati che verranno poi memorizzati. Terminato il viaggio, lo spider torna a casa e ragiona su quello che ha trovato assegnando voti e raccogliendo in archivi i propri risultati secondo un ordine preciso, dato dal calcolo del PageRank (e non solo). Questo programma narrativo conosce il momento di performanza solo quando un utente digita una parola chiave. Ecco che all'invio della query, il motore di ricerca mostra i suoi risultati e restituisce all'utente il frutto del proprio lavoro, pronto a ricevere la sanzione. Sanzione che arriva in modo indiretto, poiché l'utente che cliccando sul link mostratogli, non ritorna sul motore di ricerca, sta implicitamente dichiarando che il risultato mostrato è quello corretto.
Il percorso che lo spider compie nella rete, saltando da un link all'altro, è interessante da analizzare. Abbiamo visto che questo viaggio nel mare di internet viene compiuto per un determinato scopo, che è quello di trovare tutti i possibili elementi della rete, organizzarli e restituirli all'utente in un determinato ordine. Si potrebbe affermare che è un lavoro degno di un dizionario o di un'enciclopedia, i quali raccolgono elementi di una determinata lingua o del mondo, li ordinano e li espongono al fruitore che è in cerca di significati o informazioni. A parte il lavoro di scrittura dei termini e le definizioni, momento necessario e costitutivo per i dizionari e le enciclopedie, il motore di ricerca si comporta in modo molto simile ai due libri di consultazione. Gli elementi sono già tutti scritti, redatti e pronti ad essere letti in rete, quindi Google e gli altri motori non fanno
altro che esporre in vetrina i risultati trovati.
Il percorso dei motori di ricerca nella rete sembra, a tutti gli effetti, un viaggio in una vastissima porzione di enciclopedia. Porzione, perché reputo la rete una parte, seppur molto ampia, dell'enciclopedia umana. Vediamo ora come i concetti di dizionario e enciclopedia possono aiutare a comprendere meglio il rapporto tra i motori di ricerca e l'immenso contenuto che, quotidianamente, si trovano a gestire.