Questa è la rivelazione che Dio fece a San Paolo e a San Michele sulle pene dell'Inferno.
Il giorno della domenica è eletto; di ciò si rallegrano tutti gli angeli e gli arcangeli poiché è maggiore di tutti gli altri giorni.
Ci si domanda chi fu che per primo pregò affinché le anime dell'Inferno avessero riposo. Fu il benedetto San Paolo apostolo, con l'arcangelo San Michele; Dio volle che vedessero le pene dell'Inferno.
E San Paolo vide davanti alle pene dell'Inferno alberi di fuoco, dove vide i peccatori tormentati e appesi su quegli alberi. Li uni pendevano per i piedi, gli altri per le mani, altri per i capelli, altri per la lingua, altri per le orecchie e altri per le braccia. E intorno agli alberi c'erano sette fiamme ardenti di diversi colori che risalivano per quegli alberi.
E vide in un altro luogo, dopo gli alberi, sette tormenti: il primo gran tormenta di neve122, il secondo ghiaccio, il terzo fuoco, il quarto […] d'uomo […] il sesto fulmini, il
settimo [...]
E vide in […] in cui i peccatori [...] e vide […] penitenza li uni […] gli altri [...] altri gridano e chiedono la morte e non la possono avere poiché le anime non possono morire.
In un'altra parte vide il fuoco d'Inferno il quale è tristezza senza allegria, il quale è dolore durevole e gemito del cuore e abbondanza di lacrime e cruccio dell'anima.
In un altro luogo vide un fiume molto spaventoso, nel quale c'erano molte bestie diaboliche che vi stavano dentro come pesci in mezzo al mare, ed era tutto pieno di anime peccatrici, e sopra a quel fiume c'era un ponte per il quale passavano senza esitazione tutte le anime giuste e molte anime peccatrici credevano di passare per il ponte e traboccavano in quel fiume.
E secondo ciò che avevano fatto, ricevevano <una pena> in quel fiume. E in quel fiume c'erano molte anime immerse le une fino alle ginocchia, le altre fino alle orecchie, altre fino alle labbra, altre fino alle sopracciglia e per sempre saranno tormentate.
E San Paolo pianse, sospirò e domandò all'angelo chi erano quelli che erano immersi fino alle ginocchia, e l'angelo disse: “quelli sono <coloro> che seminano parole cattive. Gli altri che sono immersi fino all'ombelico, quelli sono i fornicatori e gli arroganti, che non ebbero penitenza.
Quelli che sono fino alle labbra sono <quelli> che fanno dispute in chiesa e non ascoltano la parola di Dio.
Quelli che sono fino alle sopracciglia sono quelli che si rallegrano del malessere del loro prossimo”.
E San Paolo pianse e disse: “è una cattiva sorte quella di coloro per cui sono predisposte queste pene”.
Dopo vide un altro luogo tenebroso che era pieno di uomini e donne che mangiavano le loro stesse lingue, dei quali disse l'angelo: “quelli sono i prestatori di denaro che prendono l'usura e non hanno misericordia, e per ciò sono in questa pena”.
E poi vide un altro luogo nel quale erano tutte le pene d'Inferno e qui c'erano fanciulle nere, che vestivano abiti neri che puzzavano di pece e di zolfo e tenevano in collo
122 Nel testo è toressalh, un termine non attestato nel corpus della letteratura occitanica; si tratta probabilmente di un esito affine al latino TURBA o TÙRBINEM, a sua volta derivato da una radice indoeuropea TUR-, TVAR- che indica rapido movimento. Si è tradotto per congettura: nella maggior parte delle versioni della Visio Sancti Pauli, e in particolare nella redazione IV con cui la nostra concorda in questo ed altri frangenti, il primo tormento infernale è una tempesta di neve.
serpenti e draghi di fuoco.
E domandò San Paolo chi fossero quelle e l'angelo disse: “queste sono quelle che non mantennero la verginità fino al matrimonio e uccisero i loro figli, li dettero ai cani e li gettarono nei fiumi o ad altra rovina”.
E San Paolo pianse e l'angelo gli disse: “perché piangi? Ancora non hai visto le maggiori pene dell'Inferno”.
E gli mostrò un pozzo sigillato con sette sigilli e l'angelo disse: “stai lontano, così che tu possa sostenere il puzzo”. Aprì il pozzo e il puzzo uscì, grande e cattivo, e si estendeva sopra a tutte le pene dell'Inferno. L'angelo disse: “quelli che sono messi dentro questo pozzo, Dio non avrà memoria di loro”.
E San Paolo gli disse: “quali sono quelli che saranno messi in questo pozzo?”.
E l'angelo gli disse: “saranno quelli che non crederanno in Gesù Cristo che viene per mezzo della Vergine Santa Maria, che non sono battezzati né hanno preso la comunione per il corpo né per il sangue del Signore.
E le anime staranno le une sopra le altre così come stanno gli agnelli sopra la pecora”. E poi guardò in cielo e in terra e vide un'anima peccatrice tra sette diavoli, piangeva e urlava, la conducevano là poiché quel giorno era uscita dal corpo.
E gli angeli di Dio gridarono contro quella dicendo: “anima meschina, perché ti adoperasti in terra tanto malamente?”. E dissero tra loro: “guardate quest'anima, in qual maniera disprezzava i comandamenti di Dio”.
E a questo punto quella stessa anima lesse una carta in cui erano scritti tutti i suoi peccati ed essa stessa si giudicò.
E dunque la presero i diavoli e la misero nelle tenebre esterne dove c'è dolore, pianto e gemito interiore.
E disse l'angelo: “crediate e sappiate che così come l'uomo farà, così riceverà”.
E poi vide un'anima, che era giusta, condotta dagli angeli, e la portavano in cielo ed udì la voce di un milione di angeli123 che si rallegravano e dicevano: “o anima benedetta,
ben ti devi rallegrare perché hai seguito i comandamenti di Dio”. Poi quest'anima lesse una carta in cui erano scritte tutte le sue opere.
Dopo, San Michele la portò in Paradiso dove sono tutte le gioie e furono fatte grandi grida per essa quando videro quell'anima.
E i peccatori che erano all'Inferno gridarono dicendo: “abbiate pietà di noi, benedetto San Michele, angelo di Dio, e San Paolo, amato da Dio. Andate e pregate Dio per noi”.
E l'angelo disse loro: “adesso piangete, ed io e Paolo imploreremo per voi e forse Dio avrà pietà di voi e vi donerà un qualche riposo”.
Quando udirono ciò, quelli che erano nelle pene dell'Inferno gridarono a gran voce, tanto che ciò fu udito da un milione di angeli124 che dunque dicevano: “pietà, Cristo”.
E San Paolo vide improvvisamente il cielo muoversi e il Figlio di Dio discese dal cielo e quelli che erano all'Inferno gridarono dicendo: “pietà, Figlio di Dio altissimo”, e la voce stessa di Dio fu udita per tutte le pene.
“E come potete chiedere riposo a me, che fui crocifisso per voi e ferito con la lancia e inchiodato coi chiodi ed abbeverato con fiele, e io stesso mi donai a voi, che ora verrete con me? Ma voi foste menzogneri, avidi invidiosi degli averi, orgogliosi, maldicenti, non faceste nessuna opera buona, né elemosina né penitenza, foste menzogneri e vili nella vostra vita”.
Dopo questa cosa, San Michele e San Paolo, col milione di angeli, s'inginocchiarono davanti al Figlio di Dio chiedendo riposo per il giorno della domenica per tutti quelli dell'Inferno.
E il Figlio di Dio, per le preghiere di San Michele e di San Paolo e degli angeli, e soprattutto per la sua bontà, donò a loro riposo dalla ora nona del sabato alla ora prima del lunedì.
[...]125 il portiere dell'Inferno, il quale è detto Cerbero, alzò il capo sopra tutte le pene
dell'Inferno e fu molto triste, e dunque furono molto sollevati126 tutti quelli che erano
tormentati là e gridavano dicendo: “siate benedetto, Figlio di Dio altissimo che ci donate il riposo di un giorno e due notti, poiché vale più per per noi questo riposo di tutto ciò che prendemmo nell'altro mondo”.
Domandò San Paolo all'angelo: “quante pene <ci sono> nell'Inferno?”. E l'angelo disse: “le pene sono cinquantaquattromila. E se ci fossero cento uomini che parlassero dall'inizio del mondo fino ad oggi e ciascuno avesse cinquecento lingue di ferro non potrebbero nominare tutte le pene dell'Inferno”.
E per ciò, cari fratelli, osserviamo la domenica, che si possa regnare col nostro Signore Gesù Cristo, nostro redentore e salvatore il quale vive e regna presso il Padre e presso lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli, amen.
124 Come sopra.
125 In questo punto il manoscritto presenta una rasura, che copre lo spazio di qualche lettera. È probabile che il concetto espresso sia “il cane del portiere dell'Inferno”, così viene infatti identificato Cerbero nella maggior parte dei testi della redazione IV della Visio Sancti Pauli.
126 Letteralmente: allungati. La traduzione da noi effettuata è favorita dal contesto, ma è necessario segnalare che sono pochissime le attestazioni del termine alongatz con tale accezione nel corpus della letteratura occitanica.