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Vivaldi compositore fantasma »

IV I guai della stagione veneziana 1705-

5. Vivaldi compositore fantasma »

È giunto il momento di sviscerare un plesso di documenti archivistici relativi all’impresa Ricci-Orsatto, in parte pubblicati o comunque segnalati nel già ricordato articolo di Beth L. Glixon e Micky White per gli studi vivaldiani,928 in parte del tutto inediti. Alcune delle carte in questione non solo hanno il merito di rivelare preziose informazioni sull’impresariato di Sebastiano Ricci, ma consentono di retrodatare di ben nove anni l’esordio di Antonio Vivaldi come compositore d’opera, a fronte del debutto ufficiale del Prete Rosso, unanimemente accreditato al 1713.929

Si è anticipato che il compositore della prima opera della stagione, Creso dato

alle fiamme, era Girolamo Polani (1670 ca.-post 1755). Le notizie su quest’ultimo

926 Ivanovich, Memorie teatrali, cit., p. 405. Tale prassi era invalsa, ad esempio, anche a Roma (cfr.

Pastura Ruggiero, Per una storia del teatro pubblico in Roma, cit., p. 454).

927 Cfr. Selfridge-Field, A New Chronology, cit., p. 263. 928

Cfr. Glixon-White, ‘Creso tolto a le fiamme’, cit., passim.

929 Il debutto di Vivaldi come compositore d’opera è attestato al 1713, quando il Prete Rosso mise in

scena al teatro di Piazza o delle Garzerie di Vicenza la sua prima opera, l’Ottone in villa, su libretto di Domenico Lalli (cfr. Pozzi, Antonio Vivaldi, cit., p. 187). Il suo esordio veneziano risale, invece, all’11 novembre 1714, quando fu dato al sant’Angelo Orlando finto pazzo (cfr. Selfridge-Field, A New

non sono molte.930 Si sa che Polani era un castrato, e che, come soprano, fu assunto nella cappella di san Marco nel 1689.931 In qualità di compositore, egli collaborò con continuità con alcuni dei teatri veneziani minori (tra cui il san Fantin), dai primi anni del secolo fino al 1717, quando lasciò l’Italia per l’Inghilterra.932 Durante il periodo veneziano, la sua produzione operistica fu estremamente fitta:933 tra gli espedienti adoperati per lavorare con tanta alacrità, ci fu probabilmente quello di valersi dell’aiuto di collaboratori, soprattutto nella composizione dei recitativi. Non sappiamo se ciò fosse dovuto a scarse capacità organizzative, o, al contrario, se il

modus operandi del compositore consistesse nell’accettare più commissioni possibili,

affidando a terzi il completamento del proprio lavoro. È verosimile indiziare entrambe le possibilità; anche se, nel nostro caso, riterrei più probante la prima ipotesi.

Dalle carte d’archivio esaminate, si apprende che Polani, incaricato dagli impresari Ricci e Orsatto di scrivere la prima opera del cartellone, ricorse, appunto, alla collaborazione di Vivaldi. Un intervento chiesto in condizioni di emergenza, a giudicare da alcuni indizi: il Prete Rosso non si limitò a scrivere i recitativi (come spesso avveniva in questi casi), ma compose gran parte delle arie, stando alle sue stesse dichiarazioni in un documento del 23 gennaio 1706:

hò posto in Musica Canzonette n[umer]o 40 dal Drama intitolato Creso tolto alle fiame che si recitò quest’Autuno nel Teatro di S. Angelo hò composto la Sinfonia ritornelli et agiustati molti recitativi così ricercato dal Sig[no]r Girolamo Polani. […] Ho parim[ent]e agiustati li Originali et assi[s]tito solo à tute le prove.934

Sono ignote le ragioni per le quali Polani non poté ottemperare al suo dovere.935 Fatto sta che egli trovò il modo di non rinunciare al proprio incarico (e alla propria

930

Su Girolamo Polani, cfr. Glixon-White, ‘Creso tolto a le fiamme’, cit., passim; Michael Talbot,

Vivaldi, Polani and the London Pasticcio ‘Croesus’, in «Studi vivaldiani», 8, 2008, pp. 21-45; Id., The Vivaldi Compendium, cit., pp. 145-147, sub voce ‘Polani, Girolamo’.

931

Cfr. Talbot, The Vivaldi Compendium, cit., p. 145.

932 Cfr. Talbot, Vivaldi, Polani, cit.

933 Cfr. la cronologia delle opere composte da Polani per Venezia in Glixon-White, ‘Creso tolto a le fiamme’, cit., p. 9 (tabella 2).

934

ASV, Giudici del Mobile, ‘Domande’, ‘Domande per fermar, per chiedere sequestro cautelativo e sentenza contro il debitore’, b. 68, n. 350, Venezia, 23 gennaio 1705 m.v. (in Glixon-White, ‘Creso

tolto a le fiamme’, cit., p. 11; poi in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 53). Nel Settecento, «l’impresa

pagava al compositore una data somma per scrivere un’opera nuova, partecipare alle prove ed accompagnare al cembalo le prime tre rappresentazioni» (Rosselli, L’impresario d’opera, cit., p. 55).

935

paga). Quando un compositore non riusciva a portare a termine la scrittura di un’opera, l’impresario procedeva per lo più ad assegnare la missione a un altro professionista, oppure decideva di mettere in scena riprese di altri spettacoli (spesso di produzione extraveneziana). Polani, desideroso di accaparrarsi comunque una parte del compenso previsto dal contratto originale, aveva pensato bene di subappaltare il suo lavoro al novizio Vivaldi, all’epoca apprezzato violinista alla Pietà, ma sconosciuto al circuito operistico.936

A quel tempo, il Prete Rosso era forse professionalmente inesperto, ma tutt’altro che ingenuo. Una volta compiuto il suo lavoro, egli dové saltare su tutte le furie allorché lo stesso Polani mancò alla parola data, facendo intendere di non volergli corrispondere il denaro pattuito. In breve tempo, il giovane Vivaldi passò ai fatti, sporgendo denuncia presso il tribunale dell’Esaminador. Il 22 gennaio 1706, i giudici ordinarono il sequestro della paga che la direzione del sant’Angelo doveva corrispondere a Polani in base al contratto di ingaggio (doc. 7):

de Mandato Refferi D[omin]o Ant[oni]o Taneschi Com[andado]r haver interd[ett]o al: nelle mani di D[omino] Sebas[tia]n Rizzi tuto quello hà et quovis modo capitar li potesse di Rag[ion]e di Ger[olemo] Bollanni Musicho, e par[tico]larm[en]te li pagam[ent]i che li deve p[er] conto della Composit[io]ne di Musicha fatta al S[cors]a [sic] drama nel Teatro di S. Angello in p[olizz]a in f[ilz]a p[er] poliza alla Casa i[n] ma[n] d’homo ad inst[anz]a della [sic] R[everen]do D[on] Antonio Vivaldi.937

Nella sua denuncia (registrata dai giudici del Mobile in data 23 gennaio), Vivaldi precisava che «Girolamo Bollani Musico» gli doveva «ducati 60 in circa».938 Una settimana dopo, l’accusato rispondeva picche, definendo infondate quelle dichiarazioni e passando alla controffensiva.939 Per Polani, era il Prete Rosso a essere

936

Cfr. ibidem.

937

ASV, Giudici dell’Esaminador, ‘Interdetti’, b. 241, cc. 104v.-105r., Venezia, 22 gennaio 1705 m.v. (in ivi, p. 11; poi in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 50).

938 ASV, Giudici del Mobile, ‘Domande’, ‘Domande per fermar, per chiedere sequestro cautelativo e

sentenza contro il debitore’, b. 68, n. 324, Venezia, 23 gennaio 1705 m.v. (in Glixon-White, ‘Creso

tolto a le fiamme’, cit., p. 12; ora in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 50). La causa giudiziaria era stata

trasferita dall’Esaminador al Mobile su richiesta dello stesso Polani (cfr. ASV, Giudici del Mobile, ‘Estraordinario’, b. 24, c. 8v., in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 52).

939

Cfr. ASV, Giudici del Mobile, ‘Risposte’, b. 118, fasc. 26, n. 317, Venezia, 3 febbraio 1705 m.v. (in Glixon-White, ‘Creso tolto a le fiamme’, cit., p. 14; ora in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 51). Nel frattempo, il tribunale dell’Esaminador aveva ordinato al cassiere dell’Ospedale della Pietà l’interdizione della paga di Vivaldi (presso quel ‘pio luogo’, come noto, il Prete Rosso operava allora stabilmente come maestro di violino); cfr. ASV, Giudici dell’Esaminador, ‘Interdetti’, b. 241, c. 113v. (in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 51).

suo debitore, per avergli commissionato una serenata da mettere in scena a Rovigo nell’anno passato. In questa denuncia, si parla di «un credito, che ne meno lui med[esi]mo sà q[ues]to sia»:940 un probabile tentativo di depistaggio dal quale Vivaldi non si lasciò incantare. In una nuova scrittura del 26 febbraio, evitando di raccogliere la provocazione dell’allora più anziano e quotato collega, il compositore ‘fantasma’ continuava per la propria strada, aggiungendo nuovi, preziosi particolari sulle contingenze della commissione.941

Si apprende, ad esempio, che Vivaldi fu contattato da Polani nel mese di settembre.942 A giudicare dalla mole di lavoro svolto dal Prete Rosso, si può presumere che l’opera fosse allora poco più che abbozzata. Di prassi, per le produzioni autunnali, libretti e musica avrebbero dovuto essere pronti entro l’estate,943 eccettuato il tempo necessario per ulteriori modifiche, da applicare, nel corso delle prove, in base alle esigenze dei virtuosi. Polani era, dunque, in grave ritardo quando si rivolse al giovane compositore.944 Quest’ultimo fece quel che poté, finendo il lavoro in tempo per salvare la stagione, ma non per evitare le conseguenze dell’eccessivo ritardo accumulato.

È probabile che la dirigenza del teatro sapesse che la composizione del Creso era stata affidata a Vivaldi. Di certo, ben presto il fatto non poté essere taciuto. Con l’interdizione del 22 gennaio,945 Vivaldi aveva ottenuto la sospensione della pratica di pagamento a favore di Polani, nella speranza di poter conseguire la percentuale di denaro che gli spettava. Il soggetto chiamato in causa nella circostanza del sequestro non era Orsatto, ma «D[omino] Sebas[tia]n Rizzi».946

A quest’altezza di stagione, dunque, era Ricci l’unico responsabile dell’impresa.947 Se è vero che il nostro pittore era subentrato al socio in un secondo

940

Glixon-White, ‘Creso tolto a le fiamme’, cit., p. 15; ora in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 51.

941

Cfr. ASV, Giudici del Mobile, ‘Domande’, ‘Domande per fermar, per chiedere sequestro cautelativo e sentenza contro il debitore’, b. 68, n. 350, 26 febbraio 1705 m.v. (in Glixon-White,

‘Creso tolto a le fiamme’, cit., p. 15, p. 11; ora in White, Antonio Vivaldi, cit., pp. 52-53). 942

Cfr. ibidem.

943 Cfr. Reinhard Strohm, The Operas of Antonio Vivaldi, Firenze, Olschki, 2008, vol. I, p. 58.

944 Si rammentino, a questo proposito, le parole di Benedetto Marcello: «Consegnerà l’Opera al

Maestro di Capella ai quattro del mese, dicendogli voler andar in Scena a’ dodeci assolutamente; e che perciò per far presto non badi a Spropositi, Quinte, Ottave, Unissoni, etc.» (Il teatro alla moda, cit., p. 38).

945 Cfr. ASV, Giudici dell’Esaminador, ‘Interdetti’, b. 241, cc. 104v.-105r., Venezia, 22 gennaio 1705 m.v. (in Glixon-White, ‘Creso tolto a le fiamme’, cit., p. 11; ora in White, Antonio Vivaldi, cit., p. 50). 946

Ibidem.

947

momento,948 possiamo immaginare che la sua missione fosse quella di raddrizzare le sorti di una stagione partita male. Non è difficile credere che i compatroni avessero mal digerito i pasticci nati in avvio di stagione: una cattiva pubblicità per il proprio teatro, nonché una notevole perdita economica per loro stessi. È ipotizzabile che Orsatto, ritenuto responsabile per non aver saputo gestire l’affaire Polani, fosse stato affiancato (poi sostituito) da un secondo impresario: Ricci, appunto, forse già conosciuto dagli aristocratici locatori tramite Andrea Allegri o qualcun altro dell’ambiente.

L’esito della controversia non si conosce. Quello del Creso era soltanto il primo degli incidenti di percorso che si abbatterono sulla sfortunata stagione targata Ricci.